Archive for the ‘Leadership’ category

Stella , stalla, stallo

5 aprile 2014

Leggo sulla stampa le dichiarazioni dei consiglieri del PD: “… meschino tentativo dell’Uv e di Stella Alpina che, non avendo più i numeri per essere maggioranza, cercano di gettare discredito su di noi facendo trasparire l’ipotesi di un possibile accordo per il salvataggio della giunta… Questa giunta deve dimettersi: punto! O si fa un governo di cambiamento o si va ad elezioni”. Perché meschino? A me sembra normale che la maggioranza cerchi di salvare se stessa, dopotutto non è lì per caso, ma è stata eletta da una bella fetta di elettorato. Invocano con un refrain ormai logoro, il Governo di cambiamento. Ma un simile Governo non può prescindere dall’appoggio di qualche unionista o stellalpino. Dunque la trasformazione rivoluzionaria di un sistema avverrebbe, secondo loro, grazie a uno come La Torre? Un Perron? Un Fosson? Mi chiedo se non si rendano conto di quanto risultino poco credibili, usando un linguaggio roboante e veramente fuori luogo. I consiglieri di Alpe rincarano la dose: “Escludiamo che vi possano essere convergenze di visione e di metodo con chi ha governato la Regione in questi ultimi sei anni”. Scusate, ma in questi sei anni Laurent Viérin dov’era? Quindi le convergenze di visione e di metodo con qualcuno le hanno imbastite, perché non credo che il figlio di papà Dino sia profondamente cambiato nel frattempo. Alessia Favre, presidente dell’UVP, espone con la sicurezza di chi ha in mano le redini dell’opposizione, il concetto di fondo: “Finalmente è chiaro a tutti che siamo noi gli oppositori al sistema”. Se i mal di pancia ci sono stati a causa di questa affermazione, non sono trapelati all’esterno, ma sono facilmente intuibili. La minoranza nasconde, come è logico, la sua debolezza e mostra i muscoli, che però risultano piuttosto flaccidi. Più palestra in Consiglio avrebbe dato il tono giusto, ah la fretta! E’ convinta di essere in 17 e fa male i conti, perché li voglio proprio vedere i due pentastellati che danno l’appoggio esterno a una Giunta con Fosson come Presidente o con qualsiasi altro unionista appena fuoriuscito dal sordido sistema. Sarebbe una scelta piuttosto imbarazzante e difficilmente giustificabile verso il loro elettorato. Incolpa Rollandin di questo stallo, ma è ingiusto. Lo stallo non lo ha creato lui: ma davvero pensava che si sarebbe dimesso dall’oggi al domani? Scorretto quindi attribuirgli questa responsabilità che invece è tutta della minoranza. Dell’urgenza di fare non si è capito ancora che cosa. Mi auguro che sia il PD sia Alpe si smarchino al più presto dai disegni di onnipotenza espressi dalla leadership dell’UVP e decidano per il bene dei valdostani che non si crea con le posizioni ideologiche (per essere generosa), ma con senso della realtà.

 

Aria fritta e rifritta

4 giugno 2013
Non gli è passata la fame, anzi...

Non gli è passata la fame, anzi…

Su aostaoggi.it il gionalista Marco Camilli intervistaLaurent Viérin. ” A un certo punto della nostra vita non c’era più corrispondenza dei nostri valori, principi con quelli dell’Union valdotaine. Abbiamo registrato una deriva dell’azione politica”, così Viérin riassume i motivi dela nascita dell’UVP. Domanda che andava fatta – com’è che lei e Caveri ve ne siete accorti dopo cinque anni di condivisioni politiche in Giunta, cioè verso la fine della XIII legislatura? Non era già chiaro subito, in considerazione dell’esperienza già fatta, che ci sarebbe stato un uomo solo al comando? – Laurent dice ha scelto la strada più difficile, che ha abbandonato una carriera tranquilla e certa, ma non dice, se quella serenità soporifera è esattamente ciò che lui rivoleva, se l’ambizione che anima i suoi occhietti e quelli del padre, non poteva più subire una carriera ormai ferma. Già perché, se non fosse la bocca di Laurent Viérin a parlare, le parole dette, come alternativa, sarebbero anche condivisibili. Ma io non mi fido delle parole. Quel “lavorare per il bene della Valle d’Aosta e non per interessi privati”, non mi convince. Dietro a questa bella frase che è stata sfruttata da tutti i partiti, c’è un’esperienza di governo. Ci sono scelte fatte. Ci sono uomini e donne arroganti (mi hanno denunciata per aver ripreso una frase detta da uno di loro in pubblico). Sui fatti e sulle persone io do le mie valutazioni, non sulle parole, soprattutto quando queste sono usate in politica. Un esempio. Laurent parla di meritocrazia, ma su quali principi ha selezionato le proposte culturali? Gli incarichi? Le consulenze? Si è creato una corte di nani e ballerine e questa nasce unicamente da scelte molto soggettive che con la meritocrazia, che chiede confronti più vasti, nulla hanno a che fare.

Polli in batteria cercasi

30 Maggio 2013

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Giovane politico, bell’aspetto e belle speranze, con alle spalle un’esperienza di governo cerca polli dotati di buona capacità di corsa per nuovo partito politico. Astenersi galli e galletti, il pollaio è uno solo. “E’ finita l’era dell’uomo solo al comando”, questa una delle prime dichiarazioni uscite dal quartier generale dell’UVP subito dopo l’ufficialità dei risultati elettorali.  È davvero curioso leggere tali dichiarazioni da parte di un leader che ha fatto del suo personalismo lo scheletro di un intero partito politico. Il 25% delle preferenze, 6000 voti di scarto con il secondo eletto, rappresentano un trend decisamente incline ad un’era per nulla differente da quella che si vorrebbe finita.
Questi numeri suggeriscono una linea di comando talmente inequivocabile che forse sarebbe meglio ammettere di esserlo, assumersi il peso della leadership e la responsabilità delle scelte che questa comporta; a cominciare dalla scelta dei propri compagni di squadra, che necessariamente devono essere consapevoli del ruolo di gregari che spetta loro. Altri galli, magari anche vecchi e spennacchiati, non possono far parte della corsa; troppo alto il rischio che possano in qualche modo mettere in ombra il leader.
Ora, non ho nulla in contrario al concetto di leadership politica, anzi la scienza politica si basa sulla capacità di leadership di alcuni soggetti in grado di far convergere sulla loro persona e grazie al loro personale carisma il consenso delle masse, ma preferirei non essere preso in giro da chi, vendendosi come rottamatore di un sistema, si limita in realtà a creare un sistema identico a suo uso e consumo; la chiosa dell’amico Martinet sulla celeberrima frase di Andreotti (“il potere logora chi non ce l’ha”), ben sintetizza l’esito elettorale.
Auguri quindi al piccolo leader maximo del leone dorato ed ai suoi portatori d’acqua, che nell’ottica di una opposizione costruttiva e volta alla stabilità del Sistema Regione pensano solo a quanto sarà complesso governare con un solo voto di scarto. Anche chi ha dato la fiducia a un pollo non è contento di veder eletto un corvo.