Ricordo che stasera alle ore 21 presidio in piazza Chanoux per ricordare le vittime del Mediterraneo. E’ niente eppur è qualcosa.
Portate una candela, si resterà in silenzio per mezz’ora.
Ricordo che stasera alle ore 21 presidio in piazza Chanoux per ricordare le vittime del Mediterraneo. E’ niente eppur è qualcosa.
Portate una candela, si resterà in silenzio per mezz’ora.
Giovedì prossimo alla visita istituzionale agli scavi nell’area del futuro, speriamo mai, ospedale i giornalisti non sono stati ammessi. Strano. Non si capisce il perché e nessuno finora l’ha motivato. Gli scavi sono pubblici, l’area è pubblica, l’interesse pure… dunque? Che non vengano fuori con la scusa della sicurezza perché basterebbe fornire dei caschi e poi per cosa che è tutto piatto? Come sono stati in visita archeologi e amministratori di altre regioni così potremo andarci anche noi giornalisti. Non è mai un bel segno quando si cerca di mettere all’angolo la stampa, non certo di libertà e di trasparenza. Io ci sarò e invito i colleghi a presenziare alla visita insieme ai politici regolarmente invitati.
Oggi, domenica 11 gennaio alle ore 18, in piazza Chanoux il presidio di solidarietà verso la redazione di Charlie Hebdo e la libertà di stampa e di espressione. A organizzarla su Facebook, Ismail Fayad e Francesca Schiavon.
Dal giornalista Roberto Mancini.
Caro Milanesio, per “bucare” i media, chiedete che ogni mese un consigliere regionale si dia fuoco. Son roghi benefici, vi daranno la prima pagina mondiale per circa tre anni. Secondo me la Vda ci guadagna…
In un’interessante ed immaginifica lettera sul giornale dell’ex addetto stampa di Dino Vierin, Bruno Milanesio detta la strategia al’Union valdotaine. Stante la pochezza politica ed intellettuale dei membri della Balena Rossonera, almeno da 5 anni la sua anima pensante è rappresentata da ex socialisti. Dice Milanesio: “ Intraprendere una mobilitazione inaudita e clamorosa della nostra comunità che per forza, estensione, parole d’ordine e dignitosa compostezza possa finalmente “bucare” l’informazione nazionale ed internazionale. Le circostanze ci impongono una drammatizzazione, non sguaiata , ma controllata nel percorso.”
E ancora:
“ Creare una corrente di simpatia nazionale, ma sopratutto internazionale, nei confronti di una piccola regione che si vede schiacciata e violentata nella sua identità storica…”
Conclusione di Milanesio:
“Di fronte al palco, nel dehors del “Café du Centre”, ci sono le postazioni radiofoniche e televisive di numerose testate italiane e straniere, interessate al singolare avvenimento…”.
Sabato 13 dicembre alle ore 17 presso la Biblioteca Regionale verrà presentato il libro “Dalla Belle Epoque alla Grande Guerra” dello storico Elio Riccarand. Il libro completa la ricerca dell’autore sulla storia della Valle d’Aosta dall’Unità d’Italia ai nostri giorni.
Riceviamo dall’Associazione Pendolari stanchi VdA e volentieri pubblichiamo.
A riflettori spenti, e dopo aver ragionato collettivamente sulle vicende che ci hanno (nuovamente) tenuto in ansia per la sorte del servizio di trasporto pubblico ferroviario della Valle d’Aosta nel mese di Ottobre, come Associazione Pendolari Stanchi vogliamo rimettere in fila le questioni che minano il diritto alla mobilità dei cittadini e sulle quali da tre anni ci battiamo spendendo le energie e risorse dei nostri volontari. Per questo il direttivo dell’associazione ha redatto un documento di riflessione e di proposte per informare e discutere con i pendolari, i cittadini e tutti gli attori del sistema della mobilità valdostano. Chi semplifica i problemi facendo demagogia come chi li rende così complicati da dissuadere i cittadini dal partecipare non fà un buon servizio all’obbiettivo di avere anche in Valle d’Aosta una FERROVIA NORMALE. (altro…)
Forse è stato fatto, nel caso non lo fosse chiedo ai partiti di minoranza del Comune di Aosta di chiamare un perito agrario super partes per verificare l’effettivo stato degli alberi tagliati e quanti di questi erano realmente da abbattere. Inoltre chiedo anche che si avvii una indagine sulle cause delle eventuali malattie per portare a galla una qualche responsabilità. Non si uccidono così impunemente gli alberi! Caro assessore Follien!
Signore e signori, perché secondo voi la minoranza è stata sconfitta? Perché non ha seguito i principi che dice di voler seguire. Non ha intrapreso la strada della trasparenza, preferendo la scorciatoia dell’ambizione. Se avesse chiesto subito la mozione di sfiducia costruttiva avrebbe capito all’istante l’inaffidabilità dei due franco-tiratori e non si sarebbe lasciata fagocitare da questi per raggiungere i loro miserissimi scopi personali. Guidata da due vecchi politici, quali sono i due Viérin, vecchi, ma evidentemente ancora così imberbi da lasciarsi a loro volta abbindolare dai colleghi, è rimasta intrappolata nei soliti giochetti della politica, gli stessi che vorrebbe sconfiggere. Prigioniera tra i due clan. Gli incontri carbonari, le promesse allettanti di nuove e più comode poltrone, le dichiarazioni rivoluzionarie, le rinascite e i cambiamenti epocali tutto per il Bene-della-Valle-d’Aosta, hanno fatto perdere la faccia ai consiglieri alpisti e piddini e pure ai due grillo-talpa. Ai neofiti concediamo un bonus dovuto alla poca esperienza, agli altri no. La conseguenza politica della loro inadeguatezza è il rafforzamento di colui che volevano abbattere. Oggi, per una buona parte dell’opinione pubblica, Rollandin rappresenta non quello che è e cioè un pregiudicato responsabile del nostro miserevole status quo più morale che economico, ma l’unico ad avere le idee chiare e capace di risolvere la crisi. Una percezione che ricadrà su tutti noi e di cui i consiglieri dell’opposizione sono i responsabili. (E’ da folli cantare vittoria e pretendere un cambio di rotta per due cadute dell’esecutivo!). Per le segreterie che sono rimaste impotenti a guardare, chiedere la loro sostituzione sarebbe d’obbligo. Anzi, a questo punto, dovrebbero essere loro, i consiglieri, a dare quel nobile esempio più volte chiesto al presidente e che Rollandin ci ha negato: fare un passo indietro. Di fronte a una clamorosa figura di merda potrebbero recuperare la dignità solo con la virtù della coerenza e dare le dimissioni. Gli errori, noi comuni mortali, li paghiamo sempre.
Signor Presidente,
tutti a chiederle un passo indietro. Richiesta che io trovo arrogante e politicamente nulla, nel senso che lei, legittimato da quasi 11.000 preferenze, non ha nessun motivo per dimettersi. La democrazia, con tutti i difetti che si porta appresso, le ha conferito questo incarico. Il “bene della Valle d’Aosta” è un concetto politico che assume sfumature diverse a seconda dei partiti. A ognuno la sua interpretazione e la sua ha avuto una stretta maggioranza. Con conoscenza della legge ha dichiarato che lei se ne andrà nel caso fosse presentata una mozione di sfiducia costruttiva, mozione che nessuno ha ancora esposto dai banchi del Consiglio. Legittimo quindi che lei resti al suo posto. Insistere non porta a nulla. Pertanto io le chiedo, e credo di farmi interprete del pensiero di molti, di fare un passo avanti. Le elezioni anticipate non sono la soluzione allo stallo, anzi i toni si farebbero più duri e aggressivi quando, per combattere la crisi che ci affligge, occorrono lucidità, concentrazione e una buona dose di pacatezza. Inoltre non garantirebbero nuovi equilibri più adatti alla governabilità. Il rischio di uno stallo bis è troppo alto. Non possiamo permettercelo. Le chiedo pertanto di uscire dal suo pubblico silenzio e di fare un passo avanti. Di assumersi le responsabilità che le competono per la collettività che lei ha governato e che ancora governa. Si faccia garante di alcuni punti cari alla minoranza e urgenti per tutti noi valdostani: il problema dei rifiuti, dei trasporti… ad esempio. Mi rendo conto che posso sembrarle un’ingenua, lo sono. Della politica vedo ciò che si svolge sulla scena del resto non so nulla. So per certo che una nuova competizione elettorale in questo periodo per noi così delicato potrebbe essere devastante. Faccia un passo avanti e la eviti. Grazie.
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