Il Pm, Daniela Isaia, ha chiesto diciotto mesi di reclusione per Augusto Rollandin coinvolto nell’inchiesta sul parcheggio dell’ospedale. Insieme a lui una parte della buona società valdostana. Per Giuseppe Tropiano, nobile imprenditore e devotissimo ai santi patroni Giorgio e Giacomo, la richiesta è di un anno e nove mesi; per il fedele Paolo Giunti, un anno e sei mesi; per l’ingegnere-prezzemolo Serafino Pallu, due anni e 600 euro di multa; agli ingegneri De Risi, Gregorini e De Checchi rispettivamente un anno e tre mesi, un atto e otto mesi e 600 euro di multa, un anno e nove mesi e 400 euro di multa. L’imputazione per questi signori è di concorso in abuso d’ufficio aggravato. Per alcuni non è la prima volta che vengono coinvolti in questioni legate alla giustizia. Eppure… La sentenza il 24 novembre.
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Bella gente!
3 ottobre 2014Caveri-Favre querela archiviata! (1° parte)
17 febbraio 2014Stralci significativi presi dall’Atto di querela presentato da Luciano Caveri e Alessia Favre contro di me e contro il direttore del Travail, Giovanna Zanchi. (Ho tralasciato i nomi dei bambini per evitare nuovi casini: i potenti anche se sono progressisti sono sempre molto suscettibili!). Ecco:
Il 26 gennaio, in Aymavilles, presso l’hotel Rendez -Vous si è tenuta una serata per la presentazione del nuovo movimento politico UVP. Caveri nell’introdurre al pubblico la neo eletta Presidente Alessia Favre (presentatasi con la figlia in braccio) pronunciava le seguenti parole: “intanto io devo dirvi che …, la figlia di Alessia è già fidanzata con mio figlio … perché hanno la stessa età; e quando la Presidente sarà impegnata nelle riunioni del Consiglio io mi sono già volentieri offerto come baby sitter“. Qualche giorno dopo, sul periodico Le Travail-Il Lavoro a pagina 15, all’interno della rubrica satirica L’angolo di Pat a cura di Patrizia Nuvolari, compariva una vignetta riportante la seguente frase: “Dice Caveri che …, figlia del pres. UVP, è fidanzata con suo figlio …, argh! Si profila una nuova dinastia!”. Appare in tutta evidenza la pretestuosità della vignetta satirica che riprendendo la scherzosa battuta formulata da Caveri ne fa uso strumentale teso a gettare un’ombra di discredito sulla famiglia degli esponenti e sul neonato raggruppamento politico… Nello specifico poi, la valenza satirica perde la sua coerenza casuale nella misura in cui utilizza i nomi propri dei figli minori in aperta violazione dei limiti dei codici dei giornalisti e della Carta di Treviso che tutela l’anonimato del minore… L’accostamento dei minori alla funzione politica dei genitori e al concetto di “dinastia” rappresenta … un’interferenza arbitraria della privacy del minore ed illecito attentato all’onore e alla reputazione dello stesso aggredito nel contesto familiare nel quale si sta formando.
Prima di passare alle motivazioni del Tribunale che hanno portato all’archiviazione della querela, voglio fare delle considerazioni personali. Caveri dice in pubblico che suo figlio è fidanzato con la figlia della presidente Favre e MALIZIOSA sarei io? Il fidanzamento è celebrato perché, dice sempre Caveri, i due hanno la stessa età. Che tutti i bambini si fidanzano obbligatoriamente per questo motivo? E’ un fatto naturale? Con una vignetta io avrei violato, secondo i due genitori, la privacy dei loro figli. Ma chi ha portato in un contesto non certo familiare come quello di un hotel, la propria figlia? Io? Chi ha permesso di registrarla e di postarla su you tube affinché il mondo intero potesse vederla? Io o sua madre? Chi ha accostato la sua immagine alla funzione politica del neonato partito? Io? No, io mio figlio a quell’età l’ho sempre messo a letto alle nove e, se avevo qualche impegno, ho sempre chiamato qualcuno, mai portato con me. (fine prima parte)
4 domande a Stefano Ferrero
15 gennaio 2014Stefano Ferrero del M5s, lei è stato querelato dall’avvocato Andrea Giunti per un suo intervento in aula dove lo aveva etichettato come un pregiudicato. Questa querela cosa le comporta in quanto consigliere regionale?
L’avviso di garanzia che mi è arrivato il 19 dicembre prevede l’apertura di un procedimento pensale per il reato di diffamazione. Sarà il Magistrato inquirente che valuterà e deciderà se dar corso ad un procedimento penale oppure proporre l’archiviazione. Ovviamente attendo sereno anche se inizialmente ero amareggiato dall’esito delle valutazioni della Procura della Repubblica.
Essendo stata una dichiarazione fatta in aula lei non dovrebbe essere garantito in quanto consigliere?
Così recita l’art. 24 dello Statuto Speciale della Valle d’Aosta : “i consiglieri non possono essere perseguiti per le opinioni espresse o i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.Già questo avrebbe dovuto sconsigliare un’azione di querela il cui esito leggendo questo articolo sarebbe scontato in quanto prevederebbe la non perseguibilità del consigliere. Ma prima ancora di questa forma di tutela del consigliere io mi chiedo: commetto realmente un reato dicendo che a mio avviso un avvocato che ha ottenuto molti incarichi dalla Regione e anche dalle Società regionali partecipate è stato condannato quando questo era già stato scritto dai giornali? Non è una valutazione politica dire, come ho detto, che la prima querela che mi aveva fatto il Giunti in relazione al rapporto fiduciario degli incarichi con la Regione (ha ottenuto decine di migliaia di euro di incarichi a partire dal 2000) è un atto inopportuno, sconveniente e pone degli interrogativi?
Lei ha definito l’avvocato Andrea Giunti un pregiudicato, ci vuole ricordare il perché?
L’avvocato Andrea Giunti è stato condannato nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “mazzette” corrisposte da imprenditori per i lavori post alluvione del 2000 (il mio pensiero non può non andare alle recenti vicende giudiziarie sulle mazzette dei lavori post terremoto a L’Aquila) tra l’altro a un dirigente regionale per il reato di favoreggiamento in riciclaggio di denaro. Anche questa condanna avrebbe dovuto far riflettere l’Amministrazione regionale sul fatto di dargli nuovi incarichi fiduciari…
Come interpreta questa querela?
L’avviso di garanzia era un atto dovuto da parte del Magistrato, ineccepibile dal punto di vista giuridico. Ogni provvedimento che va a limitare la possibilità di critica, non di calunniare intendiamoci, è una sconfitta per la democrazia, per la Valle d’Aosta e per un valore che viene sempre enunciato nelle occasioni ufficiali ma poi è strumentalizzato troppo spesso. Non so perchè l’avv. Giunti abbia inviato questa seconda querela anche se ho un’idea ben precisa, ma è solo una mia suggestione. E dato che non c’è il due senza il tre vorrei evitare di perdere tempo con queste questioni e cercare di lottare per abbattere questo sistema che si regge anche su sistemi di intimidazione di massa e su di un’atmosfera in cui blogger, libere associazioni, cittadini impegnati in politica vengono indagati velocemente mentre i procedimenti penali importanti giacciono troppo tempo in un Palazzo di giustizia sempre in maggiore difficoltà ad affrontare il degrado politico mafioso della nostra Regione.
Botte e risposte
6 novembre 2013Riceviamo dal signor Luca Lotto e volentieri pubblichiamo.
Gentile Patuasia, Le inoltro il testo in allegato con preghiera di pubblicazione; la sola finalità è quella di informare realmente i lettori, semplicemente riportanto fatti e dati senza commenti espliciti o impliciti, affinché gli stessi possano farsi una corretta idea dell’accaduto.
Condannato il Coordinatore Roberto Vicquery per lesioni volontarie inferte al funzionario Luca Lotto. Si riportano esclusivamente i fatti. E’ arrivato all’epilogo un brutto fatto di mala amministrazione. I fatti risalgono al 20 novembre 2012 quando durante una riunione di lavoro alla presenza di altridue Dirigenti regionali, dott. Luca Dovigo e il dott. Dario Bonino, il coordinatore dott. Roberto VICQUERY ex Assessore unionista alla Sanità prima e all’Agricoltura poi, ha prima insultato, minacciato e infine aggredito il funzionario dott. Luca Lotto responsabile dell’Ufficio Sorveglianza e Controllo del Dipartimento Politiche del Lavoro e della formazione. Il tutto è avvenuto a fronte della richiesta, da parte del dott. Lotto, di avere la documentazione attestante, da parte del dott. Vicquery, la corretta applicazione delle procedure di evidenza utilizzate per la gestione delle risorse comunitarie provenienti dal Fondo Sociale Europeo. Il dott. Vicquery Roberto è stato condannato a due mesi di reclusione, con sospensione della pena per cinque anni, a patto che venga versata, entro trenta giorni, alla parte civile 700,00 euro a titolo di provvisionale sui danni che verranno successivamente stabiliti in sede civile. Successivamente alla querela da parte del Lotto, lo stesso è stato prima oggetto di due procedimenti disciplinari promossi dall’Ufficio del Personale entrambi con richiesta di licenziamento per il Lotto e a seguito della difesa di quest’ultimo conclusi il primo con n. 4 (quattro) ore di multa sullo stipendio (sanzione in via di impugnazione) e il secondo archiviato perché il fatto non sussiste. In seguito con la deliberazione di Giunta n. 1016/2013 il dott. Lotto è stato spostato di Ufficio per“incompatibilità ambientale” e collocato presso l’Assessorato Sanità, sull’atto di spostamento pende un ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale per vizio d’incostituzionalità.
Il dott. Vicquery è stato rinviato a giudizio anche per minacce e ingiurie nei confronti del Lotto ilprocesso è fissato per il 12 giugno 2014.
Lettera aperta a Ingroia
27 aprile 2013Questa che segue è una lettera aperta ad Antonio Ingroia, che dal prossimo 2 maggio potrebbe essere in forza alla Procura di Aosta come sostituto procuratore della Repubblica. Questa lettera sarà effettivamente inoltrata ad Antonio Ingroia nel giro di un paio di giorni. Chiediamo nel frattempo a tutte le persone interessate di sottoscriverla inviandoci una semplice e-mail con il testo «Firmo la lettera aperta ad Antonio Ingroia» e i dati personali (nome e cognome, eventualmente professione). L’indirizzo è quello del blog: levostremissive[chiocciola]autistici.org.
Gentile dottor Ingroia,
comprendiamo le motivazioni che le impediscono di accogliere con entusiasmo il suo trasferimento ad Aosta, terra molto lontana dai luoghi che ama, capoluogo di una regione talmente piccola da ospitare la stessa popolazione di un quartiere di città e presunta isola felice, nella quale non accade mai nulla e la vita scorre lenta, monotona. La realtà, tuttavia, è ben diversa: noi valdostani abbiamo bisogno di un magistrato capace, che non abbia paura di pestare, se necessario, i piedi a qualcuno, che abbia esperienza nel contrasto della criminalità organizzata, capacità da investire e una reputazione da mettere a frutto. La Valle d’Aosta è infatti terra di conquista per la ‘ndrangheta e lo stato dell’infiltrazione mafiosa nel territorio è già avanzato (si veda, in proposito, l’inchiesta del giornalista Roberto Mancini, il cui indice è pubblicato in questo articolo);
La Cogne Acciai Speciali, industria siderurgica incastonata nella valle centrale, è accusata di inquinare al di là dei limiti di legge (si vedano i dati pubblicati da Arpa VdA, QUI e QUI); Le voci di clientelismo e voto di scambio sono estremamente diffuse; Gli sprechi nell’uso del denaro pubblico sono numerosi (un aeroporto sovradimensionato non ancora operativo e una ferrovia storica – il collegamento minerario tra Cogne e Pila, località sopra Aosta – in stato di abbandono e prossima allo smantellamento dopo un costoso restauro sono solo due dei numerosi esempi che si potrebbero fare).
Il senso della presente lettera aperta è dunque esprimere la nostra fiducia nei suoi confronti e la speranza che il suo arrivo susciterebbe nella popolazione locale. Lo facciamo sottoscrivendo questa lettera aperta con la quale, semplicemente, le chiediamo di prendere in considerazione l’idea di accettare il suo trasferimento.
Mario Badino – François Burgay
A lavorare!
23 febbraio 2013E per concludere, io credo che il signorino viziato che non ha mai fatto un tubo nella vita, se non sedere su questa e su quella poltrona, dopo quasi vent’anni di assenteismo dal lavoro un po’ di esperienza in tal senso non potrebbe fargli che del bene. Al fisico e allo spirito. Se vuole andare a Roma, mandiamocelo pure, lì i cantieri non mancano!
Tempus venit
18 febbraio 2013C’era la Fiera di Sant’Orso che catturava tutta l’attenzione, la digestione e la felicità dei valdostani – dunque la cosa è passata un po’ in secondo piano. Fatto sta che i media non hanno opportunamente valorizzato la sentenza “Tempus venit”, quella dell’affaire Facchineri-Tropiano.
Dopo un’esemplare indagine della Dda e dei carabinieri di Aosta, la conclusione è stata di condanna per tutti gli imputati. Perché l’aggettivo “storica”? Perché per la prima volta viene applicata ai colpevoli l’aggravante dei metodi mafiosi: dunque in questo caso si è trattato sì di estorsione, ma con l’aggravante dei metodi mafiosi. Non commessa da delinquenti qualunque, ma da mafiosi. Quindi, contrariamente a quanto è successo in passato, quando fior di indagini (come “l’Operazione Lenzuolo”) non avevano ottenuto dal collegio giudicante il riconoscimento del vincolo di associazione mafiosa (416 bis), per la prima volta nella storia valdostana abbiamo la dimostrazione giuridica dell’esistenza di metodi mafiosi. Non siamo ancora alla certificazione dell’associazione ‘ndranghetista, ma siamo ampiamente oltre la metà della strada. Questa non è più un’impressione, un’opinione, una sensazione, ma è la sentenza di un tribunale della Repubblica: è un fatto giuridicamente accertato. Una vittoria di investigatori tenaci, instancabili, spesso reputati solo ostinati. Per chi una sconfitta storica? Per la sonnolenta società valdostana, trovatasi impreparata al pericolo perché nutrita, per un trentennio abbondante, della disastrosa concezione unionista della cultura identitaria di tipo linguistico. In base a questa teoria l’integrazione di chi viene da fuori, come ad esempio la numerosissima rappresentanza calabrese, avviene solo sulla base di criteri pseudo culturali di tipo linguistico. Peccato che la cittadinanza etnico-linguistica non comprenda né l’educazione alla legalità né i diritti/doveri di cittadinanza. Secondo sconfitto: il pregiudizio localista tipico del Nord Italia, di natura sottilmente xenofoba, che vive sulla presunzione – folle e anche molto stupida – dell’intangibilità del proprio territorio: le mafie sono un fenomeno solo del Sud, qui da noi non possono attecchire. (roberto mancini)
Uno spot becero
2 febbraio 2013Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
L’argomento è delicato. La tragedia di mamme e bimbi investiti dal reo confesso della rapina alla tabaccheria di Sarre ha colpito l’intera comunità. Al di là dell’ inevitabile solidarietà umana, vorrei però evidenziare qualche aspetto grottesco della vicenda. Il sindaco di Aosta e il Presidente della Regione, nonché Prefetto, si sono dichiarati stupiti di “come uno, riconosciuto colpevole, sia stato lasciato andare a prendersi la macchina e a fare quello che ha fatto“. Scatta automatica la battuta: come può un pregiudicato ricoprire la carica di Presidente della Regione? Battute a parte la questione però è un’altra: ci sono o ci fanno? La vicinanza con le vittime dell’incidente e qualche “legittimo” istinto non esattamente urbano nei confronti del colpevole non hanno nulla a che fare con la legge e con chi la applica. Il giudice, probabilmente a malincuore, sarà stato “costretto” ad applicare quanto stabilito dal codice penale, per fortuna non viviamo nel Far West (non dovremmo).
Diversa, invece, l’ipotesi nella quale lo stesso avesse dovuto “interpretare” la legge per punire con maggiore severità il colpevole (forse perché di etnia diversa e quindi più colpevole degli altri a prescindere?). Non sono un esperto e gradirei che qualche addetto ai lavori si esprimesse in proposito. Il rapinatore straniero si è dichiarato colpevole. Ha collaborato con le forze dell’ordine per fornire indicazioni sui complici. L’arma utilizzata a Sarre era una pistola giocattolo (resta la gravità del gesto, per carità). Suppongo gli abbiano anche ritirato i documenti necessari all’espatrio. Alla luce degli endemici quanto drammatici problemi di sovraffollamento delle carceri italiane, il magistrato ha ritenuto opportuno denunciarlo a piede libero. Ok, il popolo al bar può lasciarsi andare ai commenti più feroci. E’ umano e comprensibile. Due rappresentanti delle istituzioni, ignorando i più elementari pricipi di legge, no. Loro non dovrebbero fomentare l’odio nei confronti del malvivente (forestiero) e della
Giustizia che si è “permessa” di lasciarlo a piede libero. In campagna elettorale gli spot beceri sono all’ordine del giorno, ma dichiarare
“per uno, che non voglio definire, si va a guastare una manifestazione unica” è francamente troppo.
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