Archive for the ‘Gemellaggi’ category

Do you remember?

22 settembre 2014
Matrimonio di Michela Furfaro e Vincenzo Tramonti, figlio di Agostino uno degli organizzatori della Festa di San Giorgio e Giacomo.

Matrimonio di Michela Furfaro e Vincenzo Tramonti, figlio di Agostino uno degli organizzatori della Festa di San Giorgio e Giacomo. (da: La Vallée notizie 01/11/2007)

Giusto per non dimenticare e soprattutto per ricordare a quei valdostani ingenui (ce ne sono?) che si fanno prendere per gli zebedei con la storia della piccola patria francofona, dell’etnia da difendere e balle simili, che l’Union Valdotaine è il partito che è grazie all’apporto dei calabresi, ai favori loro concessi in cambio di “solidarietà” elettorale. Che se la lingua di Molière in Valle si è rinsecchita fino a morire (nonostante i costosi e inutili viaggi nei paesi francofoni dei nostri politici), tanto che è impossibile definirci una minoranza linguistica, è perché ai cugini francesi l’Union ha preferito la parentela calabra. Qui l’assessore alle Finanze, Aurelio Marguerettaz, molto amico dell’imprenditore Tropiano (l’ideatore della festa dei due santi, Giorgio e Giacomo), insieme al presidente del Consiglio regionale Ego Perron. Perché pubblicare questa foto? Il messaggio parrebbe questo: l’Union valdotaine è dalla parte dei calabresi, quelli di San Giorgio Morgeto, il clan più numeroso. San Giorgio Morgeto è gemellato con Aosta, tutti sanno che in Calabria si parla francese.

Domadina banale banale

15 gennaio 2014

Pizzeria Porta Pretoria!

22 novembre 2013
Ringhiera cacciata in quel di Loano.

Ringhiera foto-cacciata in quel di Loano.

Dalla collezione di figurine “Le ringhiere nel mondo”, ecco un altro simpatico esempio di come è utilizzata in giro la ringhiera scelta, dalla nostra Sovrintendenza ai Beni culturali, dopo seria e attenta valutazione per dare un segno forte e unico alla Porta Pretoria. Monumento archeologico di importanza internazionale!

Autonomia farlocca

17 ottobre 2013

Dopo 50 anni di sbornia micro-nazionalista con i soldi dei babbei italiani, vedo che ora persino i localisti etnici devono confessare che le casse sono vuote. Abbiamo finito la grana regalata, quella con cui una nomeklatura da condominio, esentata dal compito di produrre ricchezza ( grazie all’autonomia “octroyeé”, disprezzata ma utile…) , ha potuto dedicarsi al clientelismo in perfetto stile calabrese.
Che inventeranno ora questi artisti dell’accattonaggio verso lo “ Stato centralista”? Chiederanno la grana ai baschi, catalani, galiziani, burgundi e grecanici, per illustrare i cui dialetti hanno speso i nostri miliardi ?
A che punto è la scuola valdostana per affrontare  le vacche magre della crisi globalizzata? Puntiamo sul patois, come sempre?
Poichè abbiamo un’università locale, scegliamo l’istruzione non autistica: gemelliamoci con l’Istituto Orientale  di Napoli o con la Ca’ Foscari, dove si insegnano lingue orientali. Tre facoltà, cinese, arabo, inglese: dite servirebbe più del patois?
Poi un liceo anglofono ad Aosta sostituisca quello francofono, felicemente comatoso e servito solo per parcheggiare  rampolli della nomenklatura unionista, i Balenotteri Rossoneri di domani. Seppelliamo il vierinismo, finora ideologia vincente nelle scuole valdostane?
Le lingue si insegnano per far trovare lavoro ai nostri figli, non per aggregare voti di tribù etniche e per garantire identità politiche.
Tre facoltà all’università: arabo, cinese, inglese. Il governo cinese finanzia generosamente questi progetti in Europa. Forse così si può persino terminare il polo universitario della Testafochi… (roberto mancini)

Coincidenza…

1 ottobre 2013

Riceviamo dal signor Giancarlo Borluzzi e volentieri pubblichiamo.

Giorni fa ero a Dnipropetrovsk, città di un milione di abitanti nella parte orientale dell’Ucraina, e a sera camminavo per la nuova via pedonale centrale, piena di negozi alla moda, quando vedo  su un muro l’insegna “Mafia”, contornata in cirillico dall’indicazione che si tratta di un ristorante. Fatto non insolito in un paese dove abbondano le catene della ristorazione con nomi italiani scritti nel nostro alfabeto, come “Celentano”, “Silvio pizza” e anche “Koffee nostra”: così in Ucraina vedono il Belpaese, anche se certe prerogative non sono solo italiche. Incuriosito, entro: locale moderno e di buon livello, canzoni di Al Bano, Celentano e Nannini  di sottofondo. Coi figli mi siedo su eleganti divani vicino a un maxischermo che proietta video di località italiane trattandosi di un ristorante fusion, giapponese e italiano. In un paradiso culinario come l’Ucraina è insensato disertare la cucina locale, ma la sosta era imposta dal nome del ristorante e dal menù delle pizze, visti i loro nomi: “Capone” (senza Al), “Cosa nostra”, “Gambino”, “Mafia Campania”, “Mafia Maranciano” e “Mafia Calabria”. Proprio alla lettura di quest’ultimo tipo di pizza, coincidenza incredibile, sul maxischermo appaiono immagini di Aosta: il campanile di Sant’Orso, il suo chiostro, il Municipio, la piazza centrale e, visto dall’elicottero, il percorso dall’Arco d’Augusto a piazza della Repubblica! Poiché né sulla fronte mia né su quella dei miei figli si legge l’indicazione, diffusa in Valle d’Aosta, di allineati nei confronti di chicchessia, qualcuno potrebbe ritenere frutto di interessata fantasia quanto riportato. Per questo preciso che “Mafia” è una catena con vari ristoranti in Kiev e nella parte sud-orientale del paese, come verificabile su  http://www.mafia.ua, ove si può leggere il menù delle pizze e reperire il numero telefonico del locale da me indicato (il primo tra quelli in Dnipropetrovsk reclamizzati con foto nel sito): chiamando (ovviamente in inglese, il francese in Ucraina è presente quanto i panda per le strade), si ha conferma dei video sull’Italia contenenti anche  immagini di Aosta. Concludo con un’ipotesi sulla coincidenza preindicata: e se il classico “nomen omen” andasse in questo caso modificato in “video omen”?

 

Made in China?

5 settembre 2013

Un anno è trascorso da quando una delegazione del Comune di Aosta, guidata dal sindaco, Bruno Giordano, insieme agli assessori al Turismo e Cultura, Patrizia Carradore e Andrea Paron e ai consiglieri, Cristina Galassi e Iris Morandi, si è recata in Cina in visita ufficiale nella città di Kaifeng. Sarebbe interessante conoscere oggi quali sono stati i progetti di scambio internazionali promossi per sviluppare i rapporti di amicizia e crescente collaborazione. Quali sono stati i risultati finora raggiunti da questo gemellaggio istituzionale; quali le prospettive economiche a beneficio delle rispettive collettività. Sarebbe oltremodo interessante verificare il perché la città di Kaifeng è interessata a capitalizzare l’esperienza e la “professionalità” che Aosta ha acquisito nell’ambito della conservazione dei Beni culturali. Le ringhiere della Porta Pretoria sono made in China?