Archive for the ‘Depistaggio’ category

Lo straniero

5 dicembre 2014

Il bilancio 2015 prevede soli 102 milioni per gli investimenti! Il restante di 872 milioni di euro è destinato alla spesa corrente. Basterebbero queste due cifre per provare, oggi, l’assoluta inadeguatezza della classe dirigente di sempre. Una classe politica che non ha mai avviato un’economia autonoma, anzi ha acquistato l’acquistabile per poterlo meglio controllare. Sperperando risorse in contributi a pioggia senza mai indagare quanto questi fossero produttivi o meno. Una gestione che culturalmente trova molte affinità con quella di stampo mafioso. Una gestione che, durante la stagione delle vacche grasse, ha trovato un’intera collettività complice: ognuno ha avuto il suo grande o piccolo tornaconto. I soldi non mancavano e l’abbondanza ha garantito a tutti la sua porzione chi più chi meno, ma sufficiente. Oggi il discorso cambia. Il parassita muore insieme al suo ospite. Senza un’economia dinamica, ma dipendente dalla politica, ci troviamo con pochi spiccioli da destinare agli investimenti che sono quelli che possono dare il via allo sviluppo. Di chi la colpa? Ma di chi “viene da fuori” è ovvio!

Digressione 46

18 dicembre 2013

Cari amici immigrati, proverò a spiegarvi il mio Paese, quest’Italia in cui vi trovate di passaggio, oppure in cerca di salvezza, di stabilità e di lavoro. L’Italia e gli italiani sono come il cinema: raccontano belle storie, ma la realtà è un’altra cosa, guai a chi crede a questi film. Gli italiani di se stessi amano dire “italiani brava gente”: amano rappresentarsi come persone di buon cuore, generosi, amichevoli, solidali. Una volta forse, quando noi italiani eravamo i pezzenti d’Europa, ed insieme agli irlandesi abbiamo inondato di emigranti le due Americhe e l’Australia. Si calcola che dal 1880 al 1930 circa 20 milioni di italiani abbiamo abbandonato la Penisola. In cerca di cosa? Di lavoro, di pane e di dignità, quello che mancava a casa loro. Però adesso la situazione è cambiata, noi italiani siamo famosi per la smemoratezza, che da noi non è naturale o innata: da secoli viene coltivata dai governi, che così possono comandare su gente distratta ed ignorante. E poi a noi non piace leggere né ascoltare i vecchi: circa il 70% degli italiani trae ogni informazione sul mondo dalla Tv. Guardare le immagini non richiede cervello, ma solo occhi. Voi vivete in un’Italia fatta di guardoni senza memoria. Non aspettattevi da loro che vi “vedano”, sono intossicati dai talk show. Noi italiani dunque ci siamo dimenticati del nostro passato di emigranti, scacciati, sfruttati e perseguitati da odi razzisti in tutto il mondo: ci fa comodo dimenticare i libri di un grande giornalista come Gianantonio Stella, che nell’ “Orda” scrive di come eravamo trattati. Poi l’invenzione della bontà degli italiani è stata utilissima, nel dopoguerra, per far dimenticare che il nostro Parlamento nel 1938 aveva votato le leggi razziali anti-semite e che Mussolini aveva aggredito mezza Europa insieme ad Hitler. Ci consoliamo con le nostre invenzioni del cinema e delle fiction, quando tutto il mondo ci disprezza. Questo non è mai stato un Paese dolce e facile: la sua storia vera è tragica, piena di misfatti e di sangue, di intolleranza, di stragi e di soprusi, quasi tutti rimasti impuniti. Non credete che l’Italia sia in pace: non ci può essere pace senza giustizia, e giustizia non ce n’è, nemmeno fra gli italiani. Adesso  la crisi mondiale minaccia il nostro labile benessere, dunque siamo diventati ancora più arroganti, ignoranti  e spaventati: quindi cercheremo di inventarci un nemico esterno a cui dare tutte le colpe di quanto ci accade.
Voi siete in pole position come capri espiatori, inseguiti a ruota dalla Merkel. State molto attenti, siete in un Paese da sempre ostile ai più poveri, non abituato alle differenze culturali e religiose, pieno di poveracci che non hanno alcun merito, tranne quello di essere nati in Italia.

Questa gentuccia, pronta a tramutarsi in gentaglia, sarà il vostro nemico peggiore. (roberto mancini)

Al rovescio

26 agosto 2013

Il mondo è difficile. I giornalisti che del mondo diffondono le notizie, dovrebbero aiutarci a comprenderlo, invece sembra che si divertano a creare maggiore confusione. Oggi sulla Gazzetta matin in discesa nella Hit parade, trovo il consigliere di minoranza del comune di St-Vincent, Piergiorgio Cretier. Motivo della scivolata è stata la bocciatura della mozione di biasimo contro il Sindaco, Adalberto Perosino. L’ex assessore comunale, Pierluigi Marquis, occupando il nuovo ruolo di assessore regionale alle Attività Produttive ha lasciato la poltrona vuota. Il regolamento prevede la convocazione del Consiglio comunale per la nuova nomina, dopo 20 giorni dalle dimissioni, cosa che il sindaco si è guardato bene dal fare: la maggioranza non aveva i numeri. Il Consiglio si è tenuto pochi giorni fa. Si è trattato di un grave atto contro la normativa e il biasimo da parte della minoranza era più che dovuto. La redazione della Gazzetta ha fatto pollice verso contro chi ha difeso la norma, promuovendo così chi l’ha infranta. Il mondo è difficile e i giornalisti-impiegati ci aiutano a capire che gira al rovescio.

Il martedì della sub-cultura

16 luglio 2013
Dove? Quando? Perché questa foto?

La Porta consolare di Spello che c’azzecca con la nostra Porta Pretoria?

Dio che pena! Sulle grate che proteggono i cittadini dai lavori in corso sulla Porta Pretoria la Sottointendenza ai Beni culturali ha messo un cartellone con un’immagine di altra Porta romana con altre passerelle. Questa è la risposta data alle numerose critiche piovute per lo scempio che ha massacrato una piazzetta antica. Risposta infantile. Avete presente il bambino trovato con le mani nella marmellata che indica i suoi complici – sono stati anche loro – per alleggerire le sue colpe? Si tratta dello stesso tipo di comportamento. – Abbiamo fatto questo sconcio, ma non siamo i soli – Il precedente, secondo gli esperti, dovrebbe assolvere. Al contrario peggiora l’umore. Con un esempio così esplicito di barbarie (non viene detto dove è stato eseguito e, ancora più importante, quando) non hanno trovato una soluzione migliore?

Aria fritta e rifritta

4 giugno 2013
Non gli è passata la fame, anzi...

Non gli è passata la fame, anzi…

Su aostaoggi.it il gionalista Marco Camilli intervistaLaurent Viérin. ” A un certo punto della nostra vita non c’era più corrispondenza dei nostri valori, principi con quelli dell’Union valdotaine. Abbiamo registrato una deriva dell’azione politica”, così Viérin riassume i motivi dela nascita dell’UVP. Domanda che andava fatta – com’è che lei e Caveri ve ne siete accorti dopo cinque anni di condivisioni politiche in Giunta, cioè verso la fine della XIII legislatura? Non era già chiaro subito, in considerazione dell’esperienza già fatta, che ci sarebbe stato un uomo solo al comando? – Laurent dice ha scelto la strada più difficile, che ha abbandonato una carriera tranquilla e certa, ma non dice, se quella serenità soporifera è esattamente ciò che lui rivoleva, se l’ambizione che anima i suoi occhietti e quelli del padre, non poteva più subire una carriera ormai ferma. Già perché, se non fosse la bocca di Laurent Viérin a parlare, le parole dette, come alternativa, sarebbero anche condivisibili. Ma io non mi fido delle parole. Quel “lavorare per il bene della Valle d’Aosta e non per interessi privati”, non mi convince. Dietro a questa bella frase che è stata sfruttata da tutti i partiti, c’è un’esperienza di governo. Ci sono scelte fatte. Ci sono uomini e donne arroganti (mi hanno denunciata per aver ripreso una frase detta da uno di loro in pubblico). Sui fatti e sulle persone io do le mie valutazioni, non sulle parole, soprattutto quando queste sono usate in politica. Un esempio. Laurent parla di meritocrazia, ma su quali principi ha selezionato le proposte culturali? Gli incarichi? Le consulenze? Si è creato una corte di nani e ballerine e questa nasce unicamente da scelte molto soggettive che con la meritocrazia, che chiede confronti più vasti, nulla hanno a che fare.

Il ritorno del puffo!

16 Maggio 2013

In un video su fb, Guido Grimod, ex sindaco di Aosta e ora, non pago dei suoi brillanti trascorsi politici, in corsa per una poltrona in Consiglio regionale, ci spiega il significato di PARTECIPAZIONE. Dice lui che “partecipazione vuol dire coinvolgere il popolo nelle varie scelte.” Elogia la legge sul referendum propositivo che “vuole incentivare la partecipazione nelle scelte da parte della popolazione”. Cita come esemplari i due referendum fatti, quello del 2007 sull’ospedale e quello del 2012 sul pirogassificatore, ma non dice che in entrambi i casi l’invito del suo partito era stato quello di boicottare le urne, di non andare a votare secondo il principio che non votare è un diritto! Parla come se l’Union si fosse comportata in modo contrario a come è stato. Davvero il Berlusconismo è arrivato ovunque anche in questa Valle e fra i nemici di Roma. Si parla a vanvera, si inventa. Si dice oggi quello che si negava ieri. L’importante è far passare un messaggio che in questo caso è la libertà di partecipazione, per ridare lustro all’immagine compromessa dalla fuoriuscita di una parte dell’Union proprio a causa di un dominio che pregiudica la partecipazione  anche all’interno delle mura di casa. Il discorso di Grimod è una balla colossale! Non solo vuole rinverdire il partito con un’idea di democrazia che non esiste e che il controllo sul voto testimonia, ma addirittura vuole passare il messaggio che la vittoria referendaria è stata una vittoria loro! Che è giunta grazie a un referendum propositivo che loro stessi hanno voluto! Ma quel “non votare è un diritto” è stampato nella nostra memoria e sulla rete.

Proposta oscena

12 gennaio 2013

C’è una cosa che il presidente dell’union, Ego Perron, vuole che tutti, ma proprio tutti sappiano, affinché si possa giudicare: il NO che Alpe e Pd hanno detto alla proposta unionista di fare comunella per le politiche, presentando gli stessi candidati uscenti, Nicco e Fosson. Secondo Ego, pur di difendere gli interessi dei valdostani l’Union si sarebbe sacrificata, accettando un candidato non suo: quel Roberto Nicco più unionista di tanti iscritti al partito, sai che sacrificio! Gesto “nobile” che invece è stato rifiutato in nome di una “logica partigiana tipica dei partiti italiani che impartiscono ordini che gli adepti sul territorio eseguono senza discutere.“. Ego Perron è lui, poveretto, che esegue gli ordini senza fiatare e questa costante abitudine, se lo avrà premiato con la carriera, non ha fatto bene ai suoi neuroni. Infatti i risultati ottenuti dalla sua presidenza sono catastrofici, chiunque avrebbe dato le dimissioni. Nella molle, comoda e beata gestione del potere, il nostro non ha mai fatto un benché minimo sforzo intellettivo e lo si evince dagli editoriali in prima pagina del suo giornaletto propagantistico, Le Peuple. E così ecco uscire dal suo cilindro una proposta oscena: un’accoppiata innaturale fra maggioranza e minoranza in nome di interessi comuni. Quali interessi? E comuni a chi? Evidentemente Ego e chi per lui, sono convinti che il concetto di autonomia-da-difendere sia uguale per tutti: non è cosi! All’uso indiscriminato e mafioso del territorio, alla gestione del potere da parte di un gruppo di politici che ha trasformato la Valle d’Aosta in un feudo su cui regnare, c’è chi lo interpreta come una gestione virtuosa e responsabile, capace di essere da esempio, anche in virtù dei suoi privilegi, al resto della Penisola che non è vissuta come un nemico. Due idee di autonomia in contrapposizione fra loro: come poteva essere possibile un’alleanza fra elettori così diversi?

La Regione chiuderà la Cogne?

23 dicembre 2012
Esempio di nuvola trattata a caldo.

Esempio di nuvola trattata a caldo.

Ritorno sull’argomento perché molto importante, riguarda la nuova strategia del governo sui rifiuti. Occorre smascherarla per rendere pubblico questo tentativo di vanificare la vittoria referendaria. Per bocca dei dirigenti i politici fanno dire che con la nuova legge sarà doveroso vietare tutto ciò che viene smaltito a caldo. La loro interpretazione di smaltimento va oltre la normativa che parla espressamente di rifiuti: per loro tutto è rifiuto, dal biogas al caro estinto. La scusa è la salute delle persone. Bene, allora se i nostri amministratori mettono in discussione il forno crematorio in quanto elemento inquinante e dannoso allora, a maggior ragione, dovrebbero valutare anche i danni che l’acciaieria Cogne crea a livello di inquinamento dell’aria e del suolo. Insinuano la chiusura della discarica? Della torcia? Del forno crematorio? Visto che il discorso sui rifiuti lo hanno trasferito per intero sulla salute, per coerenza, che telefonino all’amministratore delegato della CAS e comunichino le stesse preoccupazioni che la signora Ines Mancuso ha espresso nell’ultima riunione della Commissione speciale!

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21 dicembre 2012

Per difendere la nostra autonomia siamo pronti a tutto! Lo dice Ego Perron dalle pagine del giornaletto unionista, le peuple valdotain. Chissà cosa intende con quel “pronti a tutto!”.

Decide chi non c’è!

7 novembre 2012

Al signor Romano Dell’Aquila mi sento di dover rispondere con un’altra critica che lui definirà “pesante”. Romano, vede solo ciò che vuol vedere è ovvio, in questa animata discussione intorno al pirogassificatore non è il solo, sia da una parte sia dall’altra, ma lui ce la mette tutta pur di presentarsi come persona obiettiva, virtù che invece non possiede. (A lui preferisco le argomentazioni di Navarra che sento più genuine, seppur elementari.). Dell’Aquila insiste a dire che l’astensione è una scelta costituzionale. Non è così. Votare non è un obbligo, ma invitare a non farlo non è diritto, anzi se lo predica un pubblico ufficiale rischia sei mesi di carcere più un’ammenda. Quindi impostare una campagna referendaria puntando esclusivamente sull’astensione e non sul voto contrario, non solo è scorretto, ma rivela il vuoto di argomentazioni circa la scelta che si ritiene più opportuna. Dell’Aquila crede che se ci si astiene non ci sia nessuna lesione della democrazia, al contrario l’offesa si registra se fra i due modi previsti: il NO e l’astensione, si propaganda una possibilità sola. Se nel conteggio degli astenuti si sommano anche coloro che normalmente non vanno mai a votare. Una percentuale fisiologica che ha deciso di non partecipare mai a nessun quesito elettorale, ma che in questo caso viene sommata agli astenuti ritenuti “responsabili”. Una percentuale sulla quale questa onesta maggioranza di furbetti conta molto. Faccio mia la domanda di Dell’Aquila: è questa la democrazia che si vuole? Sono quelli che si astengono per “natura” e per  “responsabilità” che devono decidere su quelli che invece intervengono attivamente alla vita del Paese? In Svizzera non c’è il quorum decide chi partecipa, possiamo considerare la Svizzera un paese antidemocratico?