Un passo indietro. Un passo avanti. Rollandin darà soddisfazione a tutti rimanendo fermo. Intanto i Viérin scalpitano: le loro ambizioni rischiano di rimanere congelate. I grillo-talpa si sono smarcati e hanno ripreso la loro autonomia: la recente approvazione del M5s alla proroga delle graduatorie lo conferma. (Non ho capito il motivo dell’astensione da parte della minoranza, la proroga era necessaria. Ma evidentemente il “Bene della Valle d’Aosta” viene messo in secondo piano rispetto ai giochi politici. E questo sarebbe il nuovo modo di fare politica? Altro punto in meno all’opposizione e chapeau ai grillo-talpa che si sono smarcati dalla “questione politica” e hanno preferito gli interessi dei valdostani.). Alpe non ci sta a fare da gregario e così pure il PD di Centoz. La richiesta dell’UVP a una verifica tra alleati, sa di controllo sulla coalizione da parte di chi lo sta perdendo. Stare all’opposizione per chi ha costruito il consenso grazie ai soliti vecchi trucchetti significa perderlo, il clan dei Viérin lo sa benissimo. Attualmente i numeri sono 18 a 15 con i due pentastellati che voteranno di volta in volta. Le elezioni forse non si faranno (quanti sono che rimarrebbero a casa con il rischio di una possibile incandidabilità?) che la maggioranza allora esca dallo stallo e presenti la nuova squadra di governo. Uffa che barba!
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Non se ne può più!
6 giugno 2014A chi piace la poltrona?
29 marzo 2014Sulla risposta data dal Presidente della Giunta che chiede una sfiducia costruttiva Laurent Viérin risponde: ” E’ chiaro il tentativo di non voler abbandonare le poltrone.” (aostanews24). Dal suo curriculum si legge: Eletto per la prima volta nel 1995 in Consiglio comunale di Jovençan, è confermato nel 2000 quando la lista del quale è promotore vince le elezioni municipali: viene quindi nominato Assessore alla cultura, sport e politiche sociali. Nel 2003 è eletto per la prima volta in Consiglio Valle nella lista dell’Union Valdôtaine e ricopre la carica di Consigliere Segretario fino al 2006, quando viene nominato Assessore regionale all’istruzione e cultura. Nel 2008, conferma la sua elezione in Consiglio regionale e assume nuovamente la carica di Assessore all’istruzione e cultura. Alle politiche del 2013 concorre per il posto di deputato alla Camera e arriva secondo. Alle elezioni del 26 maggio 2013 è stato rieletto in Consiglio regionale, con 7748 voti, nella lista dell’Union Valdôtaine Progressiste. Leggete cosa diceva su Aostaglocal.it il consigliere di Alpe, Alberto Bertin, riguardo alle elezioni politiche del 2013:
La prima pietra
13 marzo 2014Della vicenda di Davide Perrin ho come la sensazione che la cosa peggiore che lui abbia fatto non è stato l’acquisto dei voti che la storia ci insegna far parte della tradizione, ma quell’aver dato dei baccanotti ai suoi potenziali elettori. Questo insulto, dato da un “baccanotto”, è una novità e quindi risulta essere più grave. Chi non ha comprato voti scagli la prima pietra! Per farlo ci sono modi diretti e tradizionali come i-soldi-in-busta e indiretti come i regalini di Natale, gli aperitivi, le cene, le lotterie, le feste, le assunzioni, le opere di beneficenza, le paste, l’assegnazione di case, le promesse e i favori vari. “Il consiglio regionale esprime preoccupazione e censura l’adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani“. Chissà se lo stesso Consiglio regionale riterrà anche queste ultime pratiche illegittime e antidemocratiche che, oltre a offendere la dignità degli elettori sempre che ne abbiano una, possano avere alterato l’esito della consultazione elettorale? Lo sapremo dal comportamento che i consiglieri adotteranno quando verranno rinviati a giudizio per lo scandalo dei contributi dati ai gruppi.
Ramo secco
24 settembre 2013Non ci riesco. Non riesco proprio a sentirmi solidale con il lavoratori del Casinò. Quei lavoratori che guadagnano in media 80.000 euro l’anno e che sono stati assunti non per merito, ma grazie a un voto dato e da un favore ricevuto dal politico di turno. Quei lavoratori che pesano sulle spalle di altri molto meno retribuiti lavoratori: ricordo che per tenere in piedi la baracca abbiamo progressivamente rinunciato agli introiti che un tempo erano una voce importante della nostra economia. Il Casinò è un contenitore imbottito di personale che non ci dà più nulla, alimenta solo se stesso. La politica lo ha corroso. Abbiamo una carcassa che continua a divorare risorse per cosa? Per mantenere i croupiers?
Les jeux sont faits
16 settembre 2013Tempo addietro Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, disse che la Valle d’Aosta viveva nel benessere senza sviluppo. In Italia non aveva mai trovato un’altra regione così rinserrata nell’agio. Aggiunse che “una società ha bisogno di traguardi, per mettersi in cammino, altrimenti rinuncia alla progettualità, alla ricerca di un futuro migliore. Non è mai nata, qui, una pluralità di soggetti che, in autonomia dalla Regione, avesse dato impulso alla crescita. Non esiste qualcosa di analogo agli artigiani di Prato, che si costituiscono come soggetti, e semmai, successivamente, interloquiscono con il settore pubblico e amministrativo, esprimendo una domanda di politica disegnata sulle loro esigenze. Al contrario, in Valle, dalla Regione non giungono solamente le risposte, ma addirittura le domande.”. Noi che difendiamo il concetto sacro di autonomia, abbiamo creato un sistema sociale-culturale-economico totalmente dipendente dalla Regione. Mai avuto altro obiettivo oltre quello di salvaguardare i nostri privilegi in totale sudditanza da Roma. L’assenza di un’autonomia reale è il nostro tallone di Achille. Il parassita, se muore il suo ospite, ne condivide il destino. Abbiamo vissuto da miopi un’abbondanza che credevamo essere eterna. La politica ha cullato questa illusione imbottendo gli uffici di impiegati non così necessari ai servizi, ma utili per mantenere il potere. Le persone sono state piazzate. Le persone si sono lasciate pigramente piazzare. E oggi tutti i ruoli vengono al pettine. Quello del politico che si trova nell’imbarazzo di non sapere come gestire l’esubero di personale che assorbe quasi la totalità delle risorse; quella dei cittadini-elettori-custodi delle clientele che vedono rischiare il loro posto di lavoro acquisito in cambio di un pacchetto più o meno ricco di voti. Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Solo Frigerio continua a sorridere dalle pagine della Stampa, nonostate gli incassi del Casinò siano crollati. (I suoi invece continuano a crescere: 72.000 euro di premio per gli ottimi risultati conseguiti.). Il Casinò aspetta una nuova iniezioni di liquidi per poter affrontare il futuro. Soldi nostri, ovviamente. Frigerio vorrebbe estendere l’orario di lavoro 24 ore su 24 per evitare i tagli del personale che conta 800 stipendi. Qualcuno ipotizza di ridurre il lavoro per poterlo distribuire…, come sempre si va avanti a tentoni. A conferma che la progettualità, non essendo mai stata necessaria, è una parola oscura. Sconosciuta. Licenziare non è popolare, assumere sì, così è stato per tutta la politica e fino a oggi andava bene. Ma adesso si deve scegliere: mantenere del personale inutile o tappare i buchi del tetto di una scuola?
Mai dire mai
11 agosto 2013In fondo in fondo credo che l’alternativa a questo marciume passi più tramite la Magistratura (con tutti i limiti e i difetti di questa) che la Politica. Perché dico questo? Perché la Politica ormai non garantisce più la Democrazia che esige onestà e competenza. Dove, soprattutto in una realtà piccola e facilmente controllabile come la Valle d’Aosta, la libertà diventa pura demagogia . Un esempio emblematico: Rollandin chi lo può far saltare? Non certo la politica. Al nostro Presidente è bastato favorire qualche migliaio di persone che con il loro indotto in termini di parentele e amicizie si è triplicato o quadruplicato, per essere costantemente rieletto. Con i calabresi gli viene più facile visto il loro forte attaccamento ai vincoli di sangue. Questa democrazia conta i numeri e voilà le costanti riconferme. Rollandin non teme la Politica, ma teme la Magistratura. E questo lo si può dire per molti altri politici che condividono il giochetto delle clientele. Un giochetto facile che trova corrispondenza nella maggioranza dell’elettorato che non è così sensibile ai valori etici, quanto ai contributi, alle raccomandazioni, ai favori… e questo vale per tutti anche per coloro che si sentono culturalmente evoluti. E voilà le costanti riconferme. Un esempio nazionale dove la Politica, in questo caso di Sinistra, è fallita, delegando la soluzione alla Magistratura, è l’affaire Berlusconi. Se la Politica è dunque debole e fortemente compromessa, non resta che l’altro Potere dello Stato per sperare in un risanamento globale e, nel concetto di risanamento, includo anche quella parte di magistratura collusa. Non sarebbe dovuto accadere mai.
Copriti!
30 giugno 2013Dopo tanto dire e fare, finalmente alcuni politici si son fatti sentire. Iris Morandi, Carlo Curtaz e Paolo Fedi di Alpe, hanno espresso in modo inequivocabile il loro giudizio sul bruttissimo ammasso di ferraglia che avrebbe dovuto valorizzare la monumentalità della Porta Pretoria. In ultimo anche la Sovrintendenza ha detto la sua, difendendo come è ovvio la sua opera. Che dice? Che l’intervento aveva come obiettivo la conservazione delle strutture portanti della Porta romana compromesse dalla neve e dall’azione corrosiva del sale (e quell’eccezionale stato di conservazione detto e ribadito in due comunicati l’estate scorsa a cosa si riferiva?). Obiettivo che nessuno, men che mai io, ha mai criticato. Per quanto riguarda il passaggio successivo e cioè la valorizzazione del sito, le affermazioni fatte fanno venire i brividi. Dunque, al momento si sono spesi soldi europei e quindi chissenefrega, per realizzare lo schifo di ponti e ringhiere perché non bastavano i fondi per dotare di una copertura l’intera area. Copertura? Maccome, da una parte si scava la terra per ridare l’imponenza originaria della Porta e dall’altra la si tappa annullando la profondità del cielo? Dove si trova la logica? Un conto è il mantello di copertura che l’architetto Norman Foster ha realizzato (scelto fra 132 progetti) per il British Museum e che unifica la sala di lettura con i diversi livelli del Museo, un conto è coprire un monumento romano a firma di uno sconosciuto architetto locale! Secondo la Sovrintendenza l’attuale intervento è quindi da considerarsi “intermedio”. La ferraglia è provvisoria (durerà un bel pezzo come tutto ciò che è provvisorio in Valle) perché è dovuta ai lavori fatti in economia. Ma la Sovrintendenza è ottimista, aspetta freschi soldi europei per dotare il monumento di un cappello che consentirà così di sostituire il ferro con il vetro, altrimenti troppo delicato e costoso da mantenere. Si fa, si disfa e si rifa. La logica è sempre quella. Spendere il più possibile per avere il peggior risultato raggiungibile. Come con la piazza Severino Caveri, come con la piazza Narbonne… l’importante è far girare i soldi agli amici. Intanto noi ci teniamo questo schifo di Porta in attesa di un prossimo schifo: la copertura!
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