Archive for the ‘Cinema’ category

La sottile linea rossa

28 gennaio 2015

Oggi è il Giorno della Memoria. Mi va di fare questa considerazione dopo aver visto il film The look of Silence di Oppenheimer. Nel film il silenzio è delle vittime ed è vissuto come un incubo, mentre i carnefici esaltano le loro gesta crudeli convinti di essere degli eroi e lo sono. Lo sono per la società che li accoglie in Parlamento e nei luoghi di potere. Non temono di venire smascherati nei loro atti, anzi li divulgano con dovizia di particolari e provano orgoglio. Perché? Perché hanno vinto. Il regime di terrore che ha ucciso quasi un milione di persone innocenti accusate di comunismo, ha vinto e gli assassini sono dalla parte della ragione. Se avessero vinto i tedeschi e il Terzo Reich fosse ancora al potere, non ci sarebbe Giorno della Memoria. Anzi con molta probabilità ci sarebbe la celebrazione del genocidio e noi lo festeggeremo ricordando non i carnefici, ma gli eroi.

Serata Stevanon

21 novembre 2014

Il cinema-teatro De la Ville è stracolmo, buon segno di interesse e affetto verso l’arte prodotta dai concittadini, in questo caso dal regista Alessandro Stevanon. Due i documentari presentati. Il primo, “Aquiloni contro vento”, non mi ha convinta. Trattasi del ritratto dell’artista Francesco Nex scomparso solo un anno fa. Più che un ritratto d’artista sembra un dépliant pubblicitario della Valle d’Aosta. Immagini edulcorate di una Valle bellissima e molto amata, ma poco sul carattere del pittore e direi niente sulla sua opera. Strano, in genere artista e opera si fondono in un tutt’uno inscindibile. Quello che maggiormente emerge è invece un uomo più interessato alla realizzazione di un Bed&Breakfast: troppe le immagini che lo riprendono davanti a un escavatore. Non c’è traccia, se non negli ultimi fotogrammi (belli), dei suoi quadri, dei suoi soggetti, della sua tecnica e soprattutto non c’è traccia del dolore di un uomo colpito da improvvisa cecità. Pare un fastidio, niente più. Capisco la leggerezza nel trattare un tema così penoso, ma l’eccesso ha reso superficiale il ritratto che nella realtà era sicuramente molto più intenso. Il secondo film, America, è senza dubbio più interessante, soprattutto dal punto di vista estetico, grazie a una fotografia poco usuale nei documentari. I colori sono lividi come quelli dei cadaveri lavati e preparati dal protagonista, Pino America. L’atmosfera che accompagna l’intero filmato è fredda come se il personaggio vivesse in una grande cella frigorifera. La sua gabbia. Che si estende ovunque. Si scalda un poco nella notte con le parole ubriache di una maschera. Ma sono flash troppo brevi per raccontare una vita che, per chi non la conosce, può non essere compresa. Ricordo il film che girò tanti anni fa Michelangelo Buffa, meno bello dal punto di vista visivo (non esistevano particolari filtri), ma più vero e attento alla complessa personalità del personaggio.

Domandine di fine anno

26 dicembre 2013

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

In presidente della Giunta regionale, Augusto Rollandin, ci ha informati sullo stato pessimo di salute in cui si trovano le casse regionali e ci ha anche preannunciato che l’anno che verrà sarà anche peggio di quello appena trascorso. Non c’è da restare allegri, eppure sono convinto che con un po’ di oculatezza si potrebbe vivere bene anche senza tanti, troppi soldi. Fare attenzione alle spese e al risparmio permetterebbe di mantenere i servizi ai cittadini, almeno quelli più importanti come la salute, l’istruzione e la possibilità di muoversi. Allora le chiedo, cara Patuasia, perché la Regione che è proprietaria di un cinema-teatro nuovo di zecca, deve pagare l’affitto per la sala dove si proiettano i films della Saisons culturelle? Non ho idea di quanto spenda, ma immagino che non sia poco, perché lo fa? Per fare un favore ai preti ai quali non si nega mai nulla? Perché lo Splendor non è attrezzato per il cinema? E nel caso fosse così, perché non è stato pensato anche per questo tipo di spettacolo? Le domande sono molte e credo pertinenti, vorrei che Lei o qualche utente, potesse essere così cortese di rispondermi. E, nel caso qualche amministratore leggesse la mia lettera, possa fare suoi gli interrogativi. Grazie.

Bravo!

5 settembre 2012

Patuasia si congratula con il signor Carlo Chatrian per il suo nuovo ruolo in qualità di Direttore artistico del Festival di Locarno.

Un film di…

7 agosto 2012

Digressione 37

9 aprile 2012

Sono andata a vedere Romanzo di una strage. Non potevo non farlo, visto che quella bomba distrusse anche la mia prima adolescenza. Avevo quattordici anni, quasi quindici e frequentavo il primo anno di Liceo artistico (quello vero) in quel di Verona. La notizia della strage in piazza Fontana deflagrò dentro alla mia giovane anima e nulla fu più come prima. Non più spazio per le scempiaggini della mia età e per i sogni che non fossero quelli circoscritti entro il sole dell’avvenire. Il buio calò sulla mia generazione portandosi appresso la voglia di ridere. Noi giovanissimi eravamo particolarmente seri e la lotta al fascismo e al capitalismo divenne l’unico argomento delle nostre conversazioni. Eravamo cuccioli molto presuntuosi come solo i cuccioli sanno essere. Eravamo in guerra con altri cuccioli di colore diverso, entrambi mossi da forti ideologie contrastanti. Facevamo parte di un gioco più grande di noi, ma noi ci sentivamo così parte della nostra Storia che questo bastava per farci sentire come non potevamo essere. Non so dirvi se mi piacque muovere i primi passi della mia autonomia in quel periodo, certo non fu una passeggiata. Del film dico solo questo: concordo con la figlia di Pinelli quando sostiene che pur non essendo il commissario Calabresi un assassino, fu certo il maggior responsabile della morte di Pinelli. Tre giorni chiuso in questura senza mangiare e dormire in netto contrasto con i diritti di un cittadino. Il Commissario Calabresi non avrebbe dovuto permetterlo, se fosse stato il personaggio buono e trasparente che emerge dal film. Aveva le sue belle contraddizioni, ma nel film queste non trapelano e non è giusto ai fini di una comprensione più obiettiva e anche umana del personaggio. La morte di Calabresi è come tutto quel periodo avvolta nel mistero, nonostante la testimonianza di Marino e la successiva condanna di Sofri. Allora non si aspettava molto per vendicarsi di un compagno o di un camerata morto. Sono invece trascorsi tre lunghi anni dal salto nel vuoto al sangue sull’asfato: troppi per una resa dei conti. Chissà, se mai sapremo le tante verità nascoste che caratterizzarono gli anni della mia giovinezza. Cossiga sapeva tutto e, come un faraone, si è portato il ricco bagaglio nella tomba.

Domandina semplice semplice

15 ottobre 2011

La Film Commission va alla Chambre! Si produrranno film sulla Fontina, sul teteun, sulla trifolla, sul lardo di Arnad, sullo Jambon de Bosses e su tutto ciò che è made in VdA. Per questo sono stati deliberati 900.000 euro che vanno ad aggiungersi ai 600.000 previsti per il 2012 e ai 300.000 versati quest’anno. A proposito qualcuno sa quali sono stati i film realizzati nel 2011?

Attrazione fatale!

14 Maggio 2011

Provate a liberarvene, se siete capaci! Non ci riuscirete! Lo dico con sicurezza perché io le ho tentate tutte: telefonate, lettere e ancora telefonate e ancora lettere, ma niente, lei ritorna sempre. La cosa si è incollata con la forza del superattack! Si è affezionata con la morbosità di un’orfana. Non mi lascia, nonostante io non la tratti bene. Si tratta della rivista di cinema Panoramique. Non mi interessa, per quanto io adori il cinema la trovo troppo specialistica, adatta a un pubblico di appassionati e, forse, di studenti: a me annoia. L’ho spiegato a chi di dovere, ma o è sordo come una campana, oppure non gliene frega un tubo di buttare via i soldi pubblici. Detesto anche i fogli critici distribuiti in occasione della proiezione dei films della Saisons. Sono sbrodolate di chi non vuole comunicare agli altri, ma a se stesso. Sono il piacere narcisistico di chi legge le proprie parole per compiacersi della propria bravura. Sono foglietti autoreferenziali: molto facile che siano scritti da penne fresche fresche di studi. Per spiegarti un film questi giovani critici ne citano altri tre, con la convinzione che il pubblico vada al cinema ogni giorno e quindi li abbia visti. Il risultato non può che essere la nebbia. Tornando a Panoramique, l’attrazione che prova per me non può che esserle fatale: dopo averla spogliata del suo involucro di plastica la getto senza neppure darle un’occhiata nel cassonetto della carta, seppellendola così tutte le volte.

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Digressione 25

12 Maggio 2011

Bernardo Bertolucci, il grande regista di films indimenticabili come il Conformista, Io ballo da sola, Ultimo tango a Parigi, Novecento… ha dedicato la Palma, conferita a Cannes per la sua carriera, a noi! A quella parte di italiani che non si sono lasciati anestetizzare e ancora lotta e ancora prova indignazione. Grazie maestro!

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