Bella la mostra di Sebastiao Salgado che si inaugura al Forte di Bard, GENESI. L’ho vista a Milano e la consiglio per il suo importante intento estetico-didattico. Salgado non è un reporter e non è un antropologo, è un narratore di storie. Racconta utilizzando le immagini espresse con la camera fotografica. Immagini al servizio di un pensiero: il suo. Per questo sono tollerabili e giustificate le sue fotografie costruite ad arte. Quei ritratti posizionati fin nei minimi dettagli. Altrimenti sarebbero falsi documenti. La fotografia è il linguaggio, ma ciò che crea non è riconducibile al fotoreportage e alla ricerca antropologica, è arte in senso lato. Linguaggio puro che prende in prestito la luce invece dei pigmenti o di altri materiali traducibili in espressione. I ritratti che realizza dei Mursi sono gli stessi che scattano decine e decine di turisti che arrivano al villaggio non troppo distante da Jimma, ma lui sa contestualizzarli all’interno di una narrazione che parla di un pianeta da difendere. E l’incanto dei suoi bianchi e neri è finalizzato allo stupore necessario, affinché il messaggio arrivi dritto dritto al cuore. E ci arriva, anche tramite la ricostruzione di una verità che oggettivamente non esiste più. Non in termini di quella purezza rappresentata. E’ il caso dei Mursi che spendono i soldi guadagnati con le acconciature più stravagandi, inventate apposta per i turisti e i fotografi, per trascorrere pomeriggi interi in compagnia di pessimo alcol. Ho citato questo caso perché anch’io sono stata in quel villaggio, ma è probabile che anche altre realtà siano meno idilliache di come il grande fotografo ce le rappresenta. Ma il fine giustifica i mezzi e il fine di Salgado è nobile. Riuscisse a trasmettere un po’ di amore verso il pianeta e i suoi abitanti più innocenti, sarebbe già abbastanza per farsi perdonare le sue contraddizioni.
Archive for the ‘Bellezza’ category
Dopo il voto…
10 Maggio 2015Dopo il voto… una indescrivibile leggerezza dell’essere.
E’ la prima volta che annullo la scheda votando me stessa. Temevo sensi di colpa. Invece no! Al contrario mi sono sentita vaporosa, sollevata, impalpabile come l’aria. Piacevolmente distaccata. C’è altro nella vita, mi sono detta. C’è la bellezza! L’arte e l’avventura sia fisica sia intellettuale. E checché ne dica Renzi la politica non è una cosa bella. Potrebbe esserlo. Certo che potrebbe esserlo, ma con regole precise e rispettate come lo erano nelle guerre del settecento. Un nuovo e più evoluto tipo di guerra senza morti. Fatta di abilità, di intelligenza, anche di spregiudicatezza, ma svolta all’interno dell’arena della legalità e del rispetto reciproco.
Qui abbiamo a che fare con gli interessi di alcune famiglie massoniche, con la ‘ndrangheta… che condizionano la nostra vita e ci appioppano le loro scelte, le loro visioni, le loro soluzioni amministrative… che sporco gioco è? L’opposizione esiste, ma è incapace di sostenere e cambiare questa situazione. Ingenua? Superficiale? Infantile? In parte corrotta? Se non negli affari, almeno nei rapporti che prediligono il familismo, le amicizie consolidate, i rapporti sicuri e prevedibili. Insomma, non c’è aria nuova in giro. Così è e così sarà.
Ma io mi sento ormai lontana, irraggiungibile…
VOTOME’, VOTO PATUASIA!
15 aprile 2015Inizia la campagna elettorale anche per Patuasia.
L’invito è per il voto di protesta, sì protesta verso TUTTI i partiti! Quelli degli affari e quelli degli incapaci.
Patuasia invita a votare voi stessi. VOTOME’ è la firma che unisce tutti coloro che non hanno più spazio nello stomaco e l’intestino che strabocca.
VOTOME’! VOTO PATUASIA!
Questione di dignità individuale, l’unica che ci resta da difendere.
L’invito è esteso a tutti i Comuni della Valle d’Aosta.
Ciao Alba
21 marzo 2015Riceviamo dal dottor Carlo Vettorato e volentieri pubblichiamo.
Alba Piacquadio: un nome dolcissimo ed un cognome che la faceva sorridere ed ipotizzava una frequentazione con un’ entità, una luce, un dio che allora, ma come anche adesso, era troppe volte nominato a sproposito. Ma Alba invece lo conosceva bene perché aveva scelto di seguirlo nella sua professione di medico anestesista e nella sua vita di donna all’avanguardia, coraggiosa, controcorrente e disponibile sempre a mettersi in gioco per il bene comune. Una delle prime donne chiamate a dirigere in Italia un Servizio di Anestesia e ad istituire il reparto di Rianimazione all’ospedale Mauriziano di Aosta. Alba era di sinistra perché la punta del cuore è a sinistra da sempre, era di sinistra perché era sempre stata dalla parte dei perdenti, dei deboli ,degli sfortunati, delle vittime di violenza e quindi anche di tutte quante le donne. (altro…)
Anticipazione….
20 marzo 2015Anticipazione della campagna elettorale di Patuasia per le comunali di Aosta. Inviterò a un gesto di protesta pulito senza secondi fini, spensierato, creativo, unico nella storia della politica valdostana. In queste elezioni si perde comunque tanto vale divertirsi!
Contro lo stress da bassa politica vota l’ironia, vota Patuasia.
Contro i pensieri grigi e contorti vota il colore libero, vota Patuasia.
Quattromila!
19 marzo 2015Aria di elezioni. Ieri Patuasia ha sfiorato le quattromila visite, dico quattromila! E 1.357 visitatori unici!
Domandina pre-elettorale
7 marzo 2015Ieri Patuasia si lamentava del silenzio oggi un paginone sulla Stampa spiega cosa c’era sotto… al tumulo! Fantastico! Una tomba di un guerriero celtico. Il ritrovamento è eccezionale e pone la nostra Città al centro di un interesse internazionale. Pensiamo di seppellire una potenzialità di sviluppo culturale-turistico-economico per far spazio a un ospedale di cui non abbiamo bisogno?
Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù!
31 gennaio 2015Aggiungo un premio a quelli classici (diversi sono gli anni in cui segnalo le opere che io giudico migliori) che chiamo Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù.
Inpiù e si rivolge a quegli oggetti “minori” che possono essere acquistati come souvenirs della Fiera e diventare il loro piacevole simbolo.
In questa edizione segnalo le “Comari” del dott. Francesco di Vito. Donne, semplici, donne di un tempo e neppure in costume tradizionale. Alte quindici cm circa, dunque piccole. Colorate di colori tiepidi, trasparenti. Tronchetti appena sbozzati. Portano cuffie e grembiuli lunghi fino ai piedi, sono sempre incazzate… oggetti irresistibili. Infatti, tornata per comprare la seconda, erano già tutte sparite. Consiglio a Francesco di vestirle anche con tailleur anni ’60, o intabarrate dentro cappotti, quelli eleganti, quelli che si mettevano la domenica o durante le processioni…
1° Premio Patuasia-Artisanat
31 gennaio 2015Il Primo Premio Patuasia-Artisanat va a Guido Diemoz per la sua opera “La fienagione”.
“La fienagione” di Guido Diemoz è perfetta dal lato compositivo, un punto di vista che mai viene considerato nelle selezioni ufficiali. Eppure qualsiasi creazione artistica è frutto di un linguaggio che è il vero contenuto dell’opera. Il significante è, nell’arte, il vero significato. Invece l’ufficialità si ferma su quest’ultimo e solo e unicamente su di esso. Questa è un’opera bella non perché ben rappresenta un uomo che solleva un covone di erba e ricorda il passato contadino della nostra valle, è bella perché l’architettura delle sue linee si manifesta in una forma assoluta. L’uomo si trova al centro di uno spazio vuoto: un prato concavo che lo racchiude. Sulle sue spalle trasporta un enorme covone: l’erba raccolta. La natura offre, l’uomo prende. Il vuoto e il pieno che si contrappongono. Se l’uomo dovesse cadere, l’erba del covone tornerebbe a riempire lo spazio svuotato di essa. Solo le corde che trattengono il fascio testimonierebbero il suo intervento. L’uomo si eleva sulla natura tramite il lavoro. Con la sua fatica. Ma non ne intacca l’armonia, perché la sua sopravvivenza è dovuta alla comprensione delle leggi naturali. L’uomo si erge sì, ma con rispetto. Conosce il delicato equilibrio. E ne fa parte. Questo racconta la scultura di Diemoz, ma non è la narrazione a farlo, bensì le forme. Le linee concave e convesse che si snodano con equilibrio, il segno sicuro, il disegno chiaro e semplice, i volumi armonici, cioè il linguaggio che crea una scultura.
2° Premio Patuasia-Artisanat
31 gennaio 2015Il secondo Premio Patuasia-Artisanat 2015 va al Maestro: François Cerise. L’opera in questione è Santa Caterina. Una figura allungata con appena qualche incisione a disegnare le pieghe dell’abito. La santa volge lo sguardo di lato come se un bisbiglio l’avesse appena distolta dall’incanto del silenzio. Tra le crespe della tonaca scorrono due steli che prendono la forma di due gigli. Delicati si appoggiano al viso di lei come a protezione. La materia è secca. Corrosa dal tempo. Il segno ruvido disegna angoli puntuti, ma quanta delicatezza in quei fiori che poggiano leggeri sullo zigomo. François Cerise è un poeta. Lo è per natura, per indole, per grazia ricevuta. Non c’è scuola che tenga: la poesia alberga nella sua anima e ce la rivela ogni anno con le parole del legno.
Meriterebbe un Museo a sé! (Ricordo che ha donato nel 2003 alla collettività valdostana 5.000 pezzi di cultura materiale riguardanti il territorio valdostano e dove sono?).
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