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Archive for the ‘Allevamento bovino’ category
E lo scandalo continua…
14 novembre 2014Mafia di casa mia!
22 ottobre 2014Inquietanti sono le minacce che l’avvocato, Gianpaolo Zancan, ha fatto emergere durante l’arringa difensiva in favore del suo cliente, Riccardo Orusa. Intimidazioni pesanti, ricevute dal direttore dell’Istituto zooprofilattico da parte di alcuni allevatori valdostani (il mitico mondo pastorale des nos-atre!). Si direbbe il classico metodo mafioso: se fai qualcosa che ci può danneggiare, in questo caso la richiesta d’impiego del gamma test interferone per rilevare la presenza della TBC, noi te la faremo pagare. Ipotesi credibile basta associarla agli incendi di fienili, alla tradizionale legnata dentro al sacco (ha un nome preciso, ma al momento mi sfugge potreste ricordamelo?) e ad altri fatterelli che provano, anzi consolidano, la teoria di una mafia autoctona e autonoma.
Aspetta e spera
16 agosto 2014Riesco a connettermi e do un’occhiata a cosa avviene nella mia regione. Leggo che i soliti idioti hanno deciso di dare il colpo definitivo a una manifestazione che aveva tutte le potenzialità per diventare un evento di caratura non solo locale: la Désarpa. (Ricordo ai giornalisti che le edizioni sono state sette e non quattro). Una manifestazione via via sempre più svuotata dai suoi contenuti culturali per assumere quell’unico format che i dirigenti e i politici nostrani sono in grado di gestire: la sagra paesana. Aosta, il capoluogo, viene ancora una volta penalizzata, infatti che razza di festa della mucca sarebbe senza le mucche? Queste si vedranno a Valgrisenche a Valtournenche e a Cogne. “La Desarpa è una delle manifestazioni che non possono e non devono essere abbandonate, anche in un momento di crisi“, ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Enzo Testolin, se non l’abbandona la manda però in esilio: la sfilata delle vacche lungo le vie del centro cittadino con i gruppi folcloristici e la Banda non ci sarà.
“Dobbiamo fare sistema e smetterla con il localismo: il prodotto che dobbiamo vendere tutti insieme è la Valle d’Aosta“, ha affermato Bruno Giordano sempre più presidente del Celva e sempre meno sindaco di Aosta. Lui è fiero che la città che governa sia al servizio di altre località valdostane, tanto c’è il torneo di calcetto che la promuove nel mondo. Ci sono le sfilate di moda di discutibili fashion designer i raduni di automobili e soprattutto c’è la grande festa di san Giorgio e Giacomo. Aosta che vuoi di più? Ti tocca aspettare… magari un altro sindaco?
Le regine del fondo perduto
22 ottobre 2013Tutti i media e molti giornalisti da Apt oggi intingono la penna nell’incenso per celebrare la “bataille des reines” bovine. E’ la festa della più potente lobby valdostana (con quella dei calabresi di san Giorgio Morgeto…), che per circa 40 anni ha fatto incetta di miliardoni a fondo perduto, a scapito di altre attività più produttive. Il settore produce il 2% scarso del Pil valdostano, ma circa l’80% dei programmi televisivi della Rai di Aosta e il 50-60% dei libri e delle mostre/foto pubblicate in Valle. Notizie del processo ai 75 allevatori imputati di reati contro la pubblica amministrazione e la salute pubblica, gli inventori della Fontina Tbc? Procede spedito? Riuscirà ad arrivare alla felice prescrizione grazie alla lenta traduzione delle intercettazioni in patois? I solerti traduttori dal patois sono i signori Eliseo Lumignon, Liliana Bertolo in “Trouveurs valdotains”, Félicie Charrey e Jeanette Bondaz. Se non erro il tribunale ha nominato altri tre periti, di cui non ricordo il nome. Mi scuso con loro. Sono sicuro che nessuno di loro abbia legami equivoci con la politica (ehm…) e con la lobby degli allevatori, e dunque che tutti siano in grado di lavorare con operosa solerzia. Per onestà professionale aggiungo alcune ovvietà: gli allevatori sono imputati, dunque non colpevoli. Questa è solo l’ipotesi accusatoria, potrebbero essere innocenti. Il processo dovrebbe appunto appurare se si tratti di truffatori pericolosi per la salute dei consumatori, oppure di persone per bene. Dunque dovrebbero essere i primi a sollecitare un processo veloce. Appare dunque incomprensibile in proposito il silenzio di Bernard Clos, allevatore di Jovencan e presidente della potentissima congregazione degli “ Amis des batailles des reines”. Dovrebbe essere il più interessato ad un veloce processo. Pure lo stesso Clos era stato fulmineo nel disapprovare le indagini. ” Come cittadino non comprendo quella che considero un’ingerenza. Una destabilizzazione del nostro autogoverno. Ma come, non si è forse capaci in Valle di far controlli sanitari o inchieste giudiziarie? Nonostante i torti che stiamo subendo, siamo galantuomini”. (roberto mancini)
L’autonomia del male
30 giugno 2013Le recenti sentenze della magistratura valdostana hanno portato allo scoperto una realtà presente da molti anni, ma sottaciuta. Oggi possiamo affermare, senza esagerare, che la Valle d’Aosta è contaminata dalla ‘ndrangheta. Che si paga il pizzo, che la politica è corrotta, che esiste il voto di scambio, che i roghi non sono per autoconbustione, che esistono le estorsioni e le minacce. Anche in questo non siamo diversi dalle altre regioni italiane, affatto immuni da questo male. Quello che però ancora non emerge in modo altrettanto chiaro è che, se la criminalità organizzata ha trovato facile terreno qui da noi è perché il terreno non solo era ed è fertile, ma anche abbondantemente concimato con letame locale. Non abbiamo avuto bisogno dei calabresi per imparare a chiedere il pizzo, magari sottoforma di interessi da capogiro per prestiti da usuraio. Non abbiamo imparato dai calabresi a usare la violenza contro chi contrasta i nostri interessi: qui al coltello si preferisce il sacco. Sfumature territoriali. Il ricorso al fiammifero invece è lo stesso, così come le minacce verbali e i segni simbolici, contraddistinti solo dalla diversità culturale dei linguaggi. Insomma, possiamo vantare una mafia nostrana che prospera da sempre e che è ben incanalata nelle pieghe della politica da cui è protetta. Gli scandali delle stalle d’oro, delle Fontine adulterate, delle bovine malate prima, delle bovine sane dopo, dei contributi a pioggia in un settore che moralmente è malato e corrotto (chiedo scusa a quei pochi onesti per l’inevitabile generalizzazione) nulla hanno a che vedere con i calabresi, ma riguardano una devianza autoctona. Su questo versante possiamo vantare un’autonomia di tutto rispetto. Quindi, se vogliamo conoscere e tentare di estirpare il male è bene guardarlo nella sua totalità e non abbracciare l’illusione di una esclusiva subcultura criminale importata dal sud.
Truffa à la Vapelenentse
28 giugno 2013Ma la traduzione dal patois all’italiano delle intercettazioni sulle presunte truffe bovine, non sta andando troppo a rilento? Ieri la notizia dell’ennesimo rinvio richiesto dai periti. Per carità, chi va piano va sano e va lontano, il passo del montanaro è lento e sicuro, però non vorrei che, al posto della cima innevata, si avvicinasse invece la prescrizione del processo. Capisco che il lavoro sia complesso, lungo e faticoso, ma la Valle dovrebbe essere ricca di patoisants esperti, no? Con tutti soldi pubblici indirizzati alla sua conoscenza, anziché al marginale ed inutile inglese, dovrebbero esserci frotte di esperti, competenti, rapidi ed affidabili. Un po’ di più di quel Mario Morin, perito balistico del tribunale di Venezia, che negli anni 70 fece in modo che le risultanze sulle armi di Ordine Nuovo (cui era vicinissimo, cfr di Gianni Barbacetto “Il grande vecchio”, pag 295) scagionassero i fascisti. Insomma che i periti siano imparziali è importante… Il nucleo politico di quanto sta succedendo nelle stalle, luogo della più potente lobby elettorale valdostana e brand della “valdostanidad”, lo ha esposto con chiarezza Bernard Clos, allevatore di Jovençan e presidente della potentissima congregazione degli “Amis des batailles de reines”.La dichiarazione risale all’inizio delle indagini: “come cittadino non comprendo quella che considero un’ingerenza. Una destabilizzazione del nostro autogoverno. Ma come, non si è forse capaci in Valle di far controlli sanitari o inchieste giudiziarie? Nonostante i torti che stiamo subendo, siamo galantuomini“. Quanto a suo papà Adolphe, leggendaria figura nel mondo degli allevatori, ebbe a dichiarare, lunedì 4 marzo 2002, nel salone delle conferenze del municipio di La Salle, insieme a Vincent Treves e Laurent Viérin (allora segretario della JV): “questa sera sono ammesse due sole lingue, francese e patois. La nostra lingua, la nostra identità vanno difese dallo spirito sfruttatore degli italiani. Gli italiani distruggono il nostro territorio, utilizzano le nostre risorse, svuotano le nostre miniere. Dobbiamo reagire vigorosamente contro lo straniero. Abbiate coraggio di essere intransigenti. Puntate i piedi contro la porta, resistete agli oppressori della vostra identità”. Ingerenza. Destabilizzazione del nostro autogoverno. Reagire contro lo straniero. Spirito sfruttatore degli italiani. Oppure una semplice truffa bovina? Come Berluska, questi la mettono in politica. Ditecelo in fretta, per piacere. (roberto mancini)
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