Sotto il segno del Leone 2
Di Roberto Mancini.
Per lettori pigri o contestatori a prescindere, che non hanno letto il libro “Sotto il segno del leone” , genesi dell’autonomia valdostana 1945-1949.” Di Andrea Désandré
Pag 298: “ Per la designazione del deputato valdostano all’Assemblea Costituente… i due candidati degli opposti schieramenti-il laico italianista e il cattolico indigenista-che si contendono l’elettorato sono gli avvocati Giulio Bordon, portato dal Fronte democratico progressista repubblicano (PdA, PCI, PSI, PRI) e Paul-Alphonse Farinet, indicato dalla DC. Entrambi vantano benemerenze resistenziali sufficienti ad obliterare i loro trascorsi filo-fascisti: il socialista Bordon nel 1919 correva per il liberalfascista Blocco della Vittoria; il democristiano Farinet, che nel 1937 omaggiava il duce di un suo capolavoro, è dai nemici soprannominato “Girella” per le piroette che dai “colpi d’archetto” al PNF premiati con 3000 lire dall’ Accademia d’Italia”, lo hanno condotto prima all’annessionismo poi alla denigrazione degli annessionisti.”.
…questi notabili quattro stagioni… pag 298
NB: Farinet è membro fondatore dell’Union e pupillo politico del canonico Stévenin.
Pag 90:
“I componenti di questa intellighenzia rattachiste……sono pressochè gli stessi. Un memoriale uscito , dopo il 16 aprile 1945, dalla cerchia dei valdostani rifugiati in Svizzera e fatta pervenire al console francese a Losanna Marc Pofilet, pone ancora al centro della galassia annessionista gli avvocati Ernest Page, Severino Caveri e Paul-Alphonse Farinet ( gli ultimi due esuli) e i canonici di sant’Orso Jean-Joconde Stevenin e Joseph Brean ( esule), nocciolo dirigente attorno a cui gravitano diverse notabilitès laiche e religiose… oltre ai suddetti, i religiosi pro annessione citati dal documento sono il priore di sant’Orso Joseph-Marie Leveque, il reverendo in esilio Alexandre Bougeat… continua poi a svolgere un ruolo di prim’ordine il prevosto del Gran San Bernardo Nestor Adam: “personnellement acquis à la thèse des valdotains qui sollicitent leur rattachement à la France” esercita- certifica Pofilet “ una influence morale profonde sur les valdotains et une autorité directe sul 87 cures valaisannes”.
E’ presso il “suo” Ospizio che i rifugiati filo-francesi sperano di trovare ospitalità “dans les derniers jours qui précederont la libération du territoire”. Il memoriale, steso e consegnato dall’avvocato Farinet, assicura che l’èlite in esso descritta, unica portavoce legittima di un’opinione pubblica valdostana “tout à fait décidée”, è divisa geograficamente ( i più esposti hanno dovuto riparare all’estero), non politicamente.” nous demandons le rattachement à la France…..”.
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6 Maggio 2015 a 20:18
Mi spiace contraddirti Roberto ma nel 1919 non esisteva alcuna coalizione liberal fascista chiamata blocco della Vittoria e il partito fascista non era ancora un partito(lo diventerà nel 1921), ma solo un movimento, e non si era presentato alle elezioni… Forse ti confondi con i Blocchi Nazionali che si sono presentati nelle elezioni del 1921, con a capo Giolitti, e che comprendevano tutti i partiti di destra tra cui anche il partito fascista.
6 Maggio 2015 a 23:41
Ho riportato, virgolettato, il testo dell’autore.
7 Maggio 2015 a 00:12
Ops.. scusa non avevo visto che non era un tuo articolo…