Cari amici…


Articolo di Roberto Mancini.

Cari amici immigrati,

proverò a spiegarvi il mio Paese, questa Italia in cui vi trovate di passaggio, oppure in cerca di salvezza, di stabilità e di lavoro. L’Italia e gli italiani sono come il cinema: raccontano belle storie, ma la realtà è un’altra cosa, guai a chi crede a questi film. Gli italiani di se stessi amano dire “italiani brava gente”: amano rappresentarsi come persone di buon cuore, generosi, amichevoli, solidali. Una volta forse, quando noi italiani eravamo i pezzenti d’Europa, ed insieme agli irlandesi abbiamo inondato di emigranti le due Americhe e l’Australia. Si calcola che dal 1880 al 1930 circa 20 milioni di italiani abbiamo abbandonato la Penisola. In cerca di cosa? Di lavoro, di pane e di dignità, quello che mancava a casa loro. Però adesso la situazione è cambiata, noi italiani siamo famosi per la smemoratezza, che da noi non è naturale o innata, no, da secoli viene coltivata dai governi, che così possono comandare su gente distratta ed ignorante. 

E poi a noi non piace leggere né ascoltare i vecchi: circa il 70% degli italiani trae ogni informazione sul mondo dalla Tv. Guardare le immagini non richiede cervello, ma solo occhi. Voi vivete in un’Italia fatta di guardoni senza memoria. Non aspettatevi da loro che vi “vedano”, sono intossicati dai talk show. Noi italiani dunque ci siamo dimenticati del nostro passato di emigranti, scacciati, sfruttati e perseguitati da odi razzisti in tutto il mondo: ci fa comodo dimenticare i libri di un grande giornalista come Gianantonio Stella, che nell’ ”Orda” scrive di come eravamo trattati. Poi l’invenzione della bontà degli italiani è stata utilissima, nel dopoguerra, per far dimenticare che il nostro Parlamento nel 1938 aveva votato le leggi razziali anti-semite e che Mussolini aveva aggredito mezza Europa insieme ad Hitler. Ci consoliamo con le nostre invenzioni del cinema e delle fiction, quando tutto il mondo ci disprezza. Questo non è mai stato un Paese dolce e facile: la sua storia vera è tragica, piena di misfatti e di sangue, di intolleranza , di stragi e di soprusi, quasi tutti rimasti impuniti. Non credete che l’Italia sia in pace: non ci può essere pace senza giustizia, e giustizia non ce n’è, nemmeno fra gli italiani. Adesso la crisi mondiale minaccia il nostro labile benessere, dunque siamo diventati ancora più arroganti, ignoranti e spaventati: quindi cercheremo di inventarci un nemico esterno, a cui dare tutte le colpe di quanto ci accade.
Voi siete in pole position come capri espiatori, inseguiti a ruota dalla Merkel. State molto attenti, siete in un Paese da sempre ostile ai più poveri, non abituato alle differenze culturali e religiose, pieno di poveracci che non hanno alcun merito, tranne quello di essere nati in Italia. Questa gentuccia, pronta a tramutarsi in gentaglia, sarà il vostro nemico peggiore. (roberto mancini)

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36 commenti su “Cari amici…”

  1. soudaz Says:

    L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 ( un pochino)e ha commentato:
    Grazie a Patuasia e a RM

  2. carlo Vettorato Says:

    Grazie Roberto..chiaro e puntuale

  3. Vanni Says:

    Grazie, Roberto, per la lucida – e insopportabile – visione.

  4. sbuffovda Says:

    Da buon giornalista, hai il dono della sintesi e con pochi dati dai la possibilità di riflettere. Grazie mille.

  5. FtW Says:

    Bravo Roberto! Che analisi…

  6. lubozr@libero.it Says:

    Non condivido. Con quale onestá intellettuale é possibile paragonare l’Italia e l’Europa del 2015 con l’Australia o l’America di fine ‘800? Ma ce lo vediamo ora Juncker firmare un Homestead Act come fece Lincoln nel 1862?

  7. poudzo! Says:

    Condivido in parte le considerazioni del Sig Mancini perchè ci sono molte verità, credo che anche i bambini abbiano capito che popolino di furbetti siamo e completamente da rieducare, un paese dove vale tutto e OMMIODDIO la democrazia ha fallito in TUTTO, addirittura insieme ad altri ci permettiamo di volerla esportare in altri paesi ,dove si sa benissimo che non la vogliono.Però a mio avviso, se l immigrazione continua di questo ritmo nasceranno presto problemi incontrollabili, e credo che pochi penseranno al passato che fu,quando i nonni ecc ecc (anche se bene ricordarlo percarità), la Fallaci piaccia o no l aveva pronosticato una vita fa e non solo lei, ma fu tacciata come pazza visionaria, ora mi pare che i più furbi del paese brancolino nel buio perchè non sanno più come risolvere l invasione (per moltissimi giustifica ,credo che chiunque scapperebbe con i suoi figli dalla guerra)abbiamo rotto i coglioni per una vita a certi paesi e sappiamo il perchè, ed ora ci si incazza per le conseguenze che ci stanno arrivando addosso,il problema è sempre lo stesso e cioè che a scontrarsi sarà la gente comune che non conta un c…., “COME SEMPRE”, anche questo credo che faccia parte del progetto, perchè tutto ciò è un progetto!,niente è a caso. C è un problemino però, quasi tutti noi (come loro) abbiamo dei figli,e viene di istinto difendersi e prendere posizioni dure a casa propria e vi assicuro che le vecchie storie che furono degli immigrati italiani, non fregheranno un c… a nessuno. Siamo nella merda, ed è solo l inizio.

  8. poldino Says:

    Proprio vero che i peggiori nemici degli ultimi sono i penultimi. Noi, come giustamente fa notare Mancini, in un tempo non lontano eravamo gli ultimi. Oggi che siamo diventati “penultimi” stiamo diventando i peggiori nemici degli ultimi, appunto.

  9. Roberto Mancini Says:

    Sig Luboz,

    A proposito di onestà intellettuale, guardi che il paragone tra le due immigrazioni ( quella conclusa negli anni 50 e quella post Schengen) lo ha fatto lei.
    Io non mi sarei mai sognato di paragonare mele con pere.
    Il traffico di manodopera e di schiavi salariati ( perchè di questo si tratta) non promette più terra ai diseredati, ma lavoro e benessere occidentali.
    Ecco perchè non sono più necessari vasti territori da assegnare.
    Tutto è nato dalla necessità di Das Capital di potersi garantire liberissima circolazione di merci e capitali, senza nessun controllo della politica.
    Per sovrammercato ci hanno aggiunto la libera circolazione della manodopera.
    Così i vampiri hanno due possibilità: o spostare la fabbrica dove abitano già gli schiavi e pagarli due aringhe secche e calcinculo ( Serbia, Vietnam, Moldavia, India, Bangladesh) oppure far venire gli schiavi qui da noi.
    Insomma si esportano le fabbriche, si importano i salari cinesi…
    Altro discorso è quello dei profughi:
    La strategia economico-militare dell’Impero prevede la guerra continua, infinita, mai risolta. Il che è un affare immenso: si vendono
    sempre armi, si ricostruiscono sempre i paesi distrutti un attimo prima. La tela di Penelope.
    In fondo Wall Street ha imparato dai manovali forestali siculi, quelli stagionali.
    Quelli che ogni anno davano fuoco ai boschi.
    Catturati dai carabinieri, che dissero ? ” lo facevamo per non farci mancare mai il lavoro”.
    Ecco, in fondo Wall Street è solo un enorme forestale siculo, che appicca incendi ogni anno per garantirsi il lavoro. Il che spiega perchè siano gli stati più filo-occidentali ( Arabia, Qatar, Turchia) a finanziare ed addestrare l’Isis…….
    A questi Satana, ispiratori di questa strategia ( in genere fondamentalisti evangelici e “teo con”, ha presente quel criminale di guerra di Dick Cheney?) solo un particolare è sfuggito:
    la gente fugge dalla guerra e dai paesi che essi massacrano,
    Flussi enormi.
    Ma poichè i teatri di guerra sono lontanissimi dall’Impero, i profughi
    sono questione dell’Europa, se li sbrogli lei.
    Quindi qui non si tratta solo di regolamentare eventuali flussi di immigrazione in cerca di lavoro, ma anche di profughi che le guerre per “portare la democrazia” generano da ormai 30 anni.
    C’è una soluzione? Fermare le guerre continue dell’Impero, ma non si può, non c’ è la forza nell’opinione pubblica.
    Battaglia persa? Si, ma la si combatte lo stesso.
    Ma di questa immensa porcata globalizzata io non voglio essere complice, nè politico nè morale.
    Sto con i “dannati della terra”. I banchieri sono più brutti, sporchi e cattivi di loro…….

  10. Bruno Cavallaro Says:

    articolo splendido

  11. bruno Says:

    condivido pienamente

  12. Plucio Says:

    Sig. Mancini,

    la sua analisi mi ricorda un episodio che mi ha raccontato un amico di Haiti, con lo humour dei disperati.

    Diceva : “Per risolvere la situazione in Haiti c’è una soluzione semplice : dichiarare guerra agli Stati Uniti”

    ???

    “Beh, vengono, ci bombardano, distruggono tutto e poi…ricostruiscono!”

    Purtroppo , o per sfortuna (nel caso di Haiti), non si è verificato 😦

  13. Roberto Mancini Says:

    Sig Plucio,

    La recente morte di Galeano, autore del notissimo ” le vene aperte dell’America Latina” ( libro proibito per un decennio da tutte le giunte militari sudamericane…), mi ricorda un proverbio messicano citato dal’autore:
    ” povero Messico, così lontano da dio, ma così vicino agli Stati Uniti”…
    Sulla dinamica distruzione/ricostruzione, da manuale la figura dell’ex vicepresidente di Bush, il criminale di guerra Dick Cheney, che era contemporaneamente maggior azionista della società di mercenari Blackwater e della impresa edile Halliburton, ricostruzioni.
    Come politico dichiarava le guerre che rappresentavano lavoro miliardario per le sue società.
    Trova differenza con i forestali stagionali calabresi, che davano fuoco ai boschi per avere lavoro l’anno dopo?

  14. Plucio Says:

    @ Bob Mancini
    nessuna differenza e d’accordo su tutta l’analisi (purtroppo); al caso dei forestali calabresi aggiungerei gli appalti realizzati con materiali scadenti (e non solo in Sicilia!), tecniche approssimative, perizie fasulle e via dicendo.
    “fé, disfé, rifé. al l’é un bel trevajé!”

  15. giancarlo borluzzi Says:

    @ Roberto Mancini.

    L’unica divergenza tra te e me sulla VdA consiste nel fatto che io manderei, con un biglietto di sola andata, Patrizia Morelli in un resort 5 stelle della Martinica e tu invece della Guadalupa.
    A livello nazionale, e quindi serio, divergiamo perché tu ti rifugi in prediche adatte al mondo delle nuvole, che possono colpire per la loro intrinseca demagogia, ma non so come si possano calare nel mondo reale.

    Per “stanarti”, ti chiedo, supponendo dipenda da te risolvere la questione immigrazione (posto che i bei discorsi astratti possono farli tutti):

    -nel 2014 ci sono stati 170mila “immigrati” (uso il tuo termine) e quest’anno ne sono previsti da 250mila a 400mila secondo gli stimatori vari, cioè un sostanziale raddoppio, che dovrebbe ripetersi anno dopo anno. Concordi su tale previsione?

    -Come poter far fronte a tale numero cospicuo di immigrati nei prossimi lustri?

    -Posto che in Italia esiste una forte disoccupazione, come ridurla e contemporaneamente integrare, cioè dare lavoro, a quelli che chiami immigrati?

    -Le traversate del Mediterraneo sono disagevoli, arricchiscono gli scafisti, obbligano dei disperati a reperire il denaro per la traversata, molti defungono in mare e si possono intrufolare anche dei terroristi: ciò posto, vorresti tu che l’Italia organizzasse viaggi cadenzati con filtro di controllo per chi ammettere?

    -Come reperire in bilancio le somme necessarie agli interventi preindicati da parte di uno Stato italiano dal bilancio pro capite diverso da quello degli Emirati e del Brunei?

    Non dire che sono cavoli del governo, perché il bilancio statale lo conosciamo. Potresti fare una battaglia per “un immigrato in ogni famiglia” o battaglie affini. In ogni caso, ti prego di fornire ricette operative affinché il tuo scritto non sia uno sterile parto scritto sulla sabbia.

    Se non fuggirai per la cotangente, sarai apprezzato dai lettori del blog.

  16. poudzo! Says:

    Sig. Borluzzi. Sono molto curioso nella risposta ,perchè quello che fa notare lei è semplicemente la realtà degli eventi,senza se,senza ma,il problemissimo è,che nessuno, ha le ricette operative che cita lei. NESSUNO. Solo gran discorsi e parole che non risolveranno zero, ne agli Italiani, ne agli immigrati,perchè siamo la via di mezzo da sempre in tutte le cose,siamo NI.

  17. giancarlo borluzzi Says:

    @ Roberto Mancini.

    Sono in vena di domande e vorrei rivolgertene una che ho fatto infinite volte a infiniti sinistri che non hanno mai saputo/voluto rispondere.

    Prendo alla larga spunto dal tuo scrivere qui sopra “Sto con i dannati della terra. I banchieri sono più brutti, sporchi e cattivi di loro…” : interpreto il riferimento ai banchieri come l’opposizione al liberismo in economia e l’adesione a quell’economia diretta dallo Stato che si è evidenziata dal 1917 riducendo in miseria tutto ciò che toccava.

    Oggettivamente, ogni sistema economico ha le sue leggi intrinseche: quelle legate al dirigismo della sinistra sono sempre fatte rispettare coi metodi noti, quelle collegate alla libera impresa no e con conseguenze negative soprattutto per i meno abbienti.

    La libertà d’impresa richiede un tessuto in cui ci sono banche banchieri borse azioni obbligazioni contrattazioni. Chi investe vuole certezze, se queste mancano, gli investitori fuggono ove non ci sono i Landini (hai visto come Marchionne si è burlato delle sue teorie leniniste?).
    Qui sopra hai fatto riferimento a delocalizzazioni in Bangladesh e altri paesi che reputi affini.
    Io ti indico un altro fatto che conosco perfettamente: sta per andare in porto un’iniziativa imprenditoriale che richiede un investimento cospicuo per le singole persone che la promuovono. Queste, di fronte a tante burocrazie italiane figlie di battaglie sindacali, stabiliscono la sede operativa non in Bangladesh o in Moldavia ma in Austria e austriaca è la forza lavoro qualificata che vi opererà con tanto buon senso. Voglio dire che l’economia libera ha le sue regole, se si pongono dei bastoni tra le ruote il “capitale” si localizza altrove e vengono assunti stranieri (comunitari) e non italiani.

    Ti semplifico la domanda, scaturita dai riferimenti a banchieri e Bangladesh: ammetti che un’economia non statale ha le sue regole (come l’economia statale) e se uno delocalizza è perché il libero mercato viene maltrattato dall’insufflazione di ostacoli da parte dei demagoghi che non accettano il fallimento dell’economia di Stato?
    Tu vivi in un’economia libera, fattene una ragione e non sottintendere che i dannati della terra sono frutto dell’esistenza di banchieri e delocalizzatori.

    Chi capisce, gradirà il tuo rispondere senza fuggire lungo l’ipotenusa.

  18. Andrea Says:

    Gli Stati Uniti forse hanno accolto più immigrati di qualunque altro paese al mondo. Non ho dati, ma di problemi alle frontiere e di integrazione ne hanno, eccome. Non mi pare che scarichino i problemi all’ Europa per imperare sul mondo. Non su questo aspetto. I salari cinesi che stiamo importando sono figli dell’ economia comunista, se invece importassimo i salari della perfida wall street chissà. Das capital, economia liberale, quante ingiustizie, questioni aperte, regole da costruire, ecc. ma una via migliore finora nessuno l’ ha trovata.

  19. Roberto Mancini Says:

    Borluzzi e Andrea,
    Mi chiedete poco, solo di delineare un nuovo ordine mondiale…..
    Ci proverò, ma lunedì.
    Chiedo scusa, ho persino una vita privata, ma non voglio sembri un glissare.
    Sono domande serie, forse fin troppo per le mie capacità. Insomma ci proverò, ma non ora.

  20. giancarlo borluzzi Says:

    In attesa che Roberto Mancini offra la sua opinione sui due argomenti qui indicati, chiedo si esprima anche sul seguente fatto, fresco di giornata.

    Sul marciapiede di viale Gran San Bernardo, vicino alla struttura di accoglienza, incoccio due “dannati della terra”, secondo il frasario manciniano.
    Poiché parlano in buon inglese tra loro, chiedo la provenienza: Gambia (paese anglofono) e Senegal (fa parte ufficialmente dei paesi francofoni, ma, non essendoci localmente il corrispettivo di UV e UVP, l’inglese è ben conosciuto anche dal senegalese con le cuffiette musicali).

    Gioiosi, atletici ed educati, dimostrano la loro origine: da paesi privi di contrasti o guerre di ogni tipo; paesi politicamente stabili e dall’economia accettabile a livello africano.
    Nulla, vedendoli, porterebbe a chiamarli “dannati della terra”: li definirei persone in Italia per un futuro ritenuto soggettivamente migliore rispetto a quello che passerebbe il convento del loro paese. Potevano chiedere un regolare visto d’ingresso, invece penso abbiano vissuto l’esperienza barconista in quanto tale da assicurare nell’immediato un ingresso certo in quello che viene ritenuto l’Eldorado.

    Cosa pensa l’allenatore interista di questa tipologia di “dannati della terra”, indubbiamente atipica e diversa da quella dei disperati doc? Cosa pensa dell’utilizzo del barcone al posto di visto + volo in Europa?
    Ci sono anziani e bambini, più tante donne, che in Italia non vengono per questioni di robustezza, forse necessiterebbero più loro di occhi di riguardo.

    Metti da parte per dieci minuti il pallone e batti sulla tastiera, Bob. Grazie.

  21. Roberto Mancini Says:

    Ecco una parziale risposta:

    Ricordo solo che la crisi mondiale del 2008, di cui l’immigrazione è effetto, non causa, fu determinata dal crollo di Wall Street e dell’ “economia del debito” inventata da banchieri e finanzieri delinquenti.

    I “banksters”, banchieri-gangsters.
    A loro volta costoro si ispiravano alle teorie di due premi Nobel per l’economia, Milton Friedman e Frederich von Hayek, considerati i padri del monetarismo e delll’iperliberismo ( o neo-liberismo).
    Dunque ideatori, esecutori e mandanti di una politica economica criminale, che prevede pure come corollario la guerra infinita, come motore di sviluppo economico, sono noti e conclamati.

    Federico Rampini, “Banchieri”, Mondadori:
“
    ” I grandi banditi del nostro tempo sono i banchieri. La crisi iniziata nel 2007 nel settore della finanza americana, poi dilagata ad ampiezza sistemica nel 2008 fino a contagiare l’economia reale di tutto l’Occidente, ebbe la sua causa scatenante in comportamenti perversi dei banchieri…
Nessun bandito della storia ha mai potuto sognarsi di infliggere tanti danno alla collettività quanti ne hanno fatti i banchieri..
    tutta la storia dell’economia occidentale dal 2008 in poi è una storia di socializzazione delle perdite bancarie.”
    Chi stava fottendo il mondo intero è chiaro e lampante: ma siccome di tratta di gente potente e temuta, le gentuccia come gli immondi leghisti preferisce analizzare gli effetti della situazione:
    per trovare la cause bisognerebbe studiare , e loro al massimo fanno gare di rutti…
    Dunque meglio trovare un capro espiatorio facile ed indifeso.
    Come tutti i miserabili, i leghisti ( e gli italiani medi…) sono “forti coi deboli, deboli con i forti”.

    Sugli incontri casuali di Borluzzi, che dire?
    Perchè due di apparente buona famiglia scelgono di arrivare coi barconi?
    Che ne so?
    Le ragioni possono essere millanta: magari sono giornalisti come Fabrizio Gatti, che ha scritto “Bilal” fingendosi arabo e partendo dal Senegal.
    Magari sono agenti dei Servizi dei loro paesi, e si infiltrano per scoprire la filiera.
    Ciò che importa è che non mi sembra rappresentino un campione statistico significativo. Milioni di persone fuggono da miseria, fame, guerra.
    vuoi che dentro non si infili qualche balordo?
    Nei milioni di italiani che emigrarono ovunque, chi mi dice che non ci fossero pure delinquenti?
    Alfonso Capone?
    E’ un fatto statistico.

  22. Andrea Says:

    Sull’ eccesso di finanza concordo. Il mercato senza regole non è mercato, e’ giungla. Le bolle peraltro sono tuttora non finite, anzi covano. Se così è però, abbiamo innanzitutto bisogno di cooperazione tra Stati. Ergo finanza pazza mondiale, istituzioni mondiali che regolano. Dunque più Europa ?

  23. giancarlo borluzzi Says:

    Ho portato a bere o mangiare parecchie persone dimoranti al centro d’accoglienza di via G.S.Bernardo, non per una mia dubbia bontà d’animo ma per soddisfare la mia curiosità, specie al tempo della guerra contro Gheddafi.

    La mia esperienza mi porta a dire due cose: credo ci sia stata una volontà pianificatrice nazionale nell’inviare ad Aosta solo persone poco dannate e quindi piuttosto atipiche nel contesto dei migranti (ha ragione Mancini).
    Inoltre, a me è parso che sia stato consigliato di essere evasivi su tutto quanto concerne la loro traversata in mare.

    Ti raccontano della loro vita nel paese di origine, come pure delle loro aspettative in Europa. Del periodo prima del barcone ti parlano solo di bombe.
    Forse in altre regioni ci sarebbero migranti più dannati e magari più interessanti da ascoltare.

    Era un classico tre anni fa trovare persone del Ghana (paese tra i più avanzati nel contesto africano) che si erano recati nella Libia gheddafiana per guadagnare di più grazie a loro specializzazioni lavorative. Oggi c’è di tutto.

    Forse gambiano e senegalese sono rimasti in Libia finchè la possibilità di emigrare si è fatta concreta.

    Qui scrivono tante persone caratterizzate da parole buoniste: perché non vanno al centro di accoglienza per portarsi in giro uno o due migranti (alcuni si lamentano per il mangiare costantemente pasta e tonno) facendo così sentire loro la vicinanza umana e ricavando un’esperienza comunque remunerativa?

  24. Roberto Mancini Says:

    Grazie Andrea!
    Il problema non è il dirigismo, ma regole cogenti:
    il mercato senza regole ( la de-regulation dell’infame Reagan…) non è mercato, ma giungla.
    E nella giungla vincono sempre i più grossi e feroci.
    Dunque più Europa, ma senza gentaglia come Juncker, che dei “banksters” è complice.

    Ps:
    mi passate un esempio sportivo che dirada tutte le fumisterie ideologiche?
    La boxe, circa fino alla fine del 1800, non aveva regole:
    si combatteva ad oltranza, a mani nude, non esistevano categorie di peso.
    Un atleta di 80 kg poteva battere con uno di 60 kg, oppure di 100.
    Non era uno sport, ma un massacro:
    poi gli inglesi introdussero le regole attuali.
    Ecco quello che dobbiamo fare in economia. Introdurre regole che fermino il macello.
    Un combattimento di un mosca con un massimo non è sport, ma omicidio.
    Mi viene da sacramentare, se penso agli ultimi 30 anni di massacro sociale…

  25. bruno Says:

    io lo chiamo, genericamente, capitalismo ben temperato.

  26. Roberto Mancini Says:

    Cari tutti,
    tanto per ragionare un po’:

    Il problema è la pericolosità sociale.
    Un Rom può rubare qualche catenina, qualche portafoglio, al massimo una pensione alla vecchietta in banca.
    Un banchiere alla Madoff o un imprenditore alla Tanzi non ti ruba lo stipendio di un mese, ma tutti i risparmi di tutta la vita. Gli studi di tuo figlio, le tue cure mediche in vecchiaia. La casa che hai comprato.
    Ti sottrae non la pensione mensile, ma quella accantonata per 40 anni.
    Pure, nella percezione di pericolosità sociale, gli scippatori e i ladri di appartamento vengono prima dei banchieri.
    Perchè?
    Il loro furto è più visibile, è fisico.
    Quello dei banchieri non si vede, è soft: basta un’oscillazione di Borsa per deprimere il prezzo della soia e rovinare popoli interi, per sempre.
    Però non si vede.
    Siccome l’italiano medio è ignorante come una scarpa e non possiede nozioni generali né astrazioni, deve ripiegare sull’esperienza diretta.
    Come i trogloditi.
    Lo scippo lo vede fisicamente, dunque esiste.
    La truffa della Borsa manco sa cosa sia, non la vede, dunque non esiste.
    Capito perchè i fascio-leghisti ragliano contro i Rom e tacciono contro i “banksters” di Wall Street?
    Perchè sono degli asini che si allarmano per fenomeni spiacevoli, evidenti, innegabili, incivili, ma non così pericolosi dal punto di vista sociale.
    Dei medici della mutua, che spaventano la popolazione sul raffreddore, che è spiacevolissimo, ma trascurano l’epidemia di peste.

  27. giancarlo borluzzi Says:

    Mancini è, metodologicamente (non contenutisticamente), la fotocopia dei Vierin, di Caveri, di Andrione: tutti costoro vedono e interpretano ogni fatto alla luce della personale ideologia, similCorano interpretativo a prescindere.
    Mancini non è una persona libera perché l’analisi non partigiana della realtà gli è impedita proprio da degli a priori che generano sostanziali manicheismi.
    Risultato: belle parole tra le nuvole, piedi per terra mai.
    Cioè nessuna indicazione sulla soluzione pratica/tecnica delle problematiche che si aprono in relazione alle belle parole.

    Le banche sono un pilastro dell’economia non statalizzata.
    Che talora pestino una merda per la strada è fisiologico, identificare le banche con la merda sulla suola può dirlo solo chi giudica tutto in base a un proprio Corano monodirezionale.

    Indipendentemente da ogni giudizio su partigiani e resistenza, la sostenibilità del giudizio manciniano sulle banche basandosi sulla Lehman Brothers è pari a quella di chi, parlando di partigiani resistenti, racconta le vicende di Moranino…

    Con Mancini si può discutere, e bene, solo di Valle d’Aosta. Sull’Italia e sul mondo ciò è impedito, bisogna prenderne atto: non si può estrarre Cointreau da un diamante.

  28. Roberto Mancini Says:

    Borluzzi,
    Non sai che rispondere e allora parli di me?
    Da sempre le banche possono essere strumento di sviluppo o di involuzione.
    Dipende da come vengono usate, e da chi.
    Nel 2008 hanno rischiato di mandare a puttane il mondo con un ventennio di criminali acrobazie finanziarie( bolle speculative sulla casa, economia del debito, derivati ecc..)
    Che sono puntualmente riprese non appena gli stati ( cioè noi..) abbiamo ripianato i loro debiti.
    Basta leggere Krugman ( che non è parente di Stalin..) per rendersene conto.
    Dunque di che ideologia parli? Di che Corano? Di che visione preconcetta? Di che manicheismi?

  29. giancarlo borluzzi Says:

    Finzione di incomunicabilità per non entrare nel merito: indicazione manciniana del dover dare ricetto ai migranti, richiesta di indicazioni sul come far fronte ai mille problemi connessi al milione di neoingressi che si sommano a quelli di dieci milioni di italiani in crisi, replica manciniana che scarica sulle banche colpe che nella fattispecie c’azzeccano quanto gli pneumatici con i sex toys, tentativo borluzzico di ottenere pareri sostenibili, reiterazione di spurie filippiche sul sistema bancario = caro Roberto, facciamo basta così, parliamo d’altro.
    Solo non dire che non so cosa rispondere, è vero l’opposto.

  30. Andrea Says:

    Io continuerei. Più Europa vuol dire più armonizzazione. Più istituzioni, meno sovranità nazionale. Nessun politico oggi però giocherebbe questa carta perché elettoralmente scomoda. Perché tutta la politica in genere ha teso negli anni a sminuire o perdere il sogno europeo ? Oggi tutti alla larga. Eppure se vogliamo pensare davvero in termini storici, non vi è altra soluzione che una unione forte e decisa.

  31. giancarlo borluzzi Says:

    @ Andrea.

    Non bisogna fare acriticamente proprie le terminologie che i media, per la fannulloneria mentale o impreparazione o servilismo, spingono per farle diventare patrimonio indiscusso.

    L’economia richiede interrelazioni tra paesi suppergiù omogenei nei loro fondamentali.
    Purtroppo questa Europa, partita anche bene nel 1956, ha imbarcato di ogni.
    Cosa pisello vuoi armonizzare?
    Ci sono paesi equivalenti a mele marce per più ragioni, compreso l’utilizzo delle frontiere cadute per entrare in Stati solo burocraticamente affini, defecare e tornare nel loro paese di origine senza manco tirare l’acqua e pagare i debiti contratti.
    Questa Europa non va, la Merkel ha astrattamente ragione nel pretendere i conti a posto, ma è utopico che le mele marce siano in grado di ottemperare.
    L’errore è nel manico, nell’allargamento che, in quanto tale, non può armonizzazione gli opposti.

    Una Unione forte e decisa sarebbe auspicabile, ma può sorgere solo spazzaturando questa, partendo da una decina di Stati che si allargano nel tempo per effettive omogeneità economiche, non per sognanti scelte politiche caratterizzate dalla sottomissione al concetto secondo cui il numero (di Stati membri) sarebbe potenza.
    Questa Europa è una cavolata, il sogno europeo diventerà concretezza solo osservando regole ben precise, eliminando un’immigrazione “comunitaria” che crea un’immigrazione parallela a quella barconista che è degna di considerazione umanitaria se pianificata con regole chiare e osservate.

    Bce, Merkel & c. sono professori preparati che ammettono all’esame Stati non pronti a sostenerlo che avrebbero dovuto fare anticamera.
    Le retromarce sono auspicabili, si è perso mezzo secolo, ma se errare è diabolico, non si deve perseverare perchè una vera Europa è fattibile nei prossimi secoli, non in questo.

    Andrea, parli di cessione di sovranità: ma a chi? A questa Europa sbilenca abitata da Stati i cui rappresentanti sono giudicati perditempo e dilettanti dai saggi di Francoforte?

  32. Andrea Says:

    Borluzzi, ineccepibile. La fotografia è quella descitta da te: abbiamo perso mezzo secolo. Sappiamo che la moneta unica è nata con un solo scopo: poichè non riusciamo comunque (anche escludendo le mele marce) a fare l’ unione politica, ci costringiamo a diventare uniti, poichè con una moneta siamo inevitabilmente obbligati a essere uniti. E’ stata una pia illusione … e adesso siamo talmente incastrati che rischiamo di perdere il controllo e non siamo più neppure in grado di comprendere appieno lo scenario futuro. Condivido: un napoletano ed uno svedese non hanno nulla in comune, è un matrimonio impossibile, a scanso di equivoci anche un rumeno ed un polacco non hanno nulla in comune. Tuttavia insisto: perchè nessun governo batte i pugni in europa e propone una soluzione alternativa: il piano B che non c’ è. Ci mancano gli statisti ? Siamo una generazione di tonti, incocludenti ? L’ immagine più descrittiva e realistica dell’ Europa è “La bella addormentata”.

  33. patuasia Says:

    Perfettamente d’accordo con lei, signor Andrea.

  34. giancarlo borluzzi Says:

    Non è questione di napoletano e svedese: Malta e Finlandia possono coesistere nello stesso contenitore europeo perché i loro cittadini sono ugualmente educati e civili in quanto non pensano all’Europa come a un tavolo imbandito ove assidersi, mangiare, rubare le posate e poi scappare nei loro paesi.
    L’economia, spina dorsale delle motivazioni esistenziali del miraggio europeo, ha le sue regole (che solo i clowns della politica tipo quelli di Tsipras non comprendono) e queste prevedono solo vie maestre, non scorciatoie alternative, alias piani B.

  35. Andrea Says:

    Giusto stasera pare che qualcuno abbia definito il ministro greco un esasperante dilettante. Borluzzi dobbiamo aspettare che mezza Europa cresca come dici tu almeno mezzo secolo oppure abbiamo qualche speranza di trovare strade migliori ? Che questa situazione di crisi possa durare lustri ci credo, ma che dobbiamo aspettare rassegnati tempi storici un po’ meno.

  36. giancarlo borluzzi Says:

    L’unica strada che vedo è la ripartenza dagli Stati fondatori del ’56 allargati da altri omogenei economicamente.
    La Grecia, culla di civiltà nel trapassato, non è l’oggetto dei miei strali perché prescindo dalle sue attuali involuzioni che, una volta superate se mai lo saranno, non escludono il suo far parte di un’Europa la cui matrice ideale non può però essere la scorciatoia per sanare situazioni precarie solo interne.


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