VOTOME’
Spesso ci si affida all’abitudine, ai luoghi comuni, al conformismo… è più facile e ci si sente a posto. Tutto ciò che è dato per comune equivale a una verità elementare che non impegna. E così ecco che piovono giudizi che mi danno della qualunquista e della cinica. Non sono né l’una né l’altra. La mia è una scelta politica ponderata sui fatti. Ho deciso di annullare il voto perché nessun partito è, secondo me, capace di dare un senso diverso a questa Valle.
Il centrosinistra si è spaccato in tre parti, convalidando la tesi che l’unità a sinistra è un’utopia. Si è lasciato fagocitare dal clan dei Viérin, dimostrandosi debole e influenzabile. In seguito il PD, senza alcuna spiegazione, ha abbandonato gli alleati Alpe, UVP e M5s per ritornare sotto la protezione di colui che poco tempo prima era considerato il male assoluto. E, se i pentastellati sono rimpatriati nel loro autismo, i profughi della Renaissance hanno perseverato nella loro congenita debolezza politica sfruttata dai Viérin. La coalizione alternativa alla corazzata unionista non è andata in porto per il semplice motivo che i ruoli apicali di queste elezioni sono due, mentre i partiti in corsa erano tre: nessuno ha voluto essere escluso alla faccia del programma comune che non c’era. Insomma le scelte del centrosinistra è sempre l’Union nelle sue due metà che le detta. Che sia leone rossonero o leone dorato non si scappa. Dunque perché mai dovrei votare per Alpe? O per L’Altra Valle d’Aosta? O per il PD? Partiti che avrebbero dovuto rimanere uniti per avere peso contrattuale e che invece si sono lasciati facilmente sedurre sia dal vecchio Leone sia dalla Gabella con il brillante risultato di una spaccatura difficilmente ricucibile? Troppi errori denunciano una incapacità cronica nella visione d’insieme e nelle strategie e non bastano le belle persone per venire fuori da questo pantano, forse ci riuscirà Renzi con la riforma al titolo V. Chissà.
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16 aprile 2015 a 20:50
Peccato. Trovo davvero triste che una persona dotata di una certa cultura preferisca il Non Voto. Questa non è una soluzione. Altra cosa che trovo triste in questo articolo è che una giornalista, che si vanta (a buon merito) di fare satira, si limiti esclusivamente alla facciata e non alla sostanza. Le elezioni comunali sono fatte sia dai grandi partiti sia dalle persone che si candidano. Persone che con i giochi politici dell’una o dell’altra parte poco c’entrano. Persone che ci credono davvero e pensano che Aosta possa essere una città per cui vada la pena lottare mettendoci la propria faccia. Il Non Voto comporta solo adeguarsi alla decisione della massa, di gente a cui probabilmente è stata promessa la luna. Mi piacerebbe davvero che una persona come Lei, che reputo intelligente e brillante per molti aspetti, non si limiti in un momento come questo e non istighi al non voto, dando uno schiaffo alla storia e alla città.
16 aprile 2015 a 21:14
Signora Valeria, io la faccia ce l’ho messa ben due volte e ho sempre sostenuto la bontà di una scelta, ma oggi io non vedo NESSUNA scelta fuorché quella di un voto che io reputo di protesta nei confronti di una politica non solo affarista, ma anche incapace. Ci sono belle persone è vero, che facciano la loro esperienza, che ci credano come ci ho creduto io. Loro voteranno, io farò altrettanto, ma a modo mio. Credo di poterlo fare.
16 aprile 2015 a 22:25
anche io quest’anno “votome”, ma per davvero. La prima volta che mi candido, lo faccio per difendere la dignità personale innanzitutto. E posso farlo solo grazie a un MoVimento che mi ha permesso di uscire dal mio, di autismo. Non credo che M5S sia definibile “autistico” solo perché non accetta alleanze. Da quando lo frequento mi sembra che le alleanze ci siano, ma sul punto, ogniqualvolta si tratti di concordare con una presa di posizione da ovunque venga, quando la si condivide. Non mi piace l’aggettivo “autistico” perché rispetto chi soffre di questa patologia, fra le più neglette in Italia. Magari si potrebbe usare la parola “orgoglio”: forse, c’è bisogno di orgoglio in questa massificazione. Non dovrebbe “dare per scontato”: il taglio del reddito è un punto di forza, non è populismo ma ‘azione diretta’. Rispetto la Sua posizione: è stata la mia per molte tornate elettorali – ho persino bruciato liturgicamente la scheda, in passato. Ma ho deciso di far valere la mia, di dignità, ora. (domani – tecnologia permettendo – le invierò il mio articolo sull’auto).
16 aprile 2015 a 22:29
Patuasia continua a non convincermi. Se ALPE avesse corso insieme a UVP avrebbe detto che eravamo succubi. Siccome corre da sola, allora significa che siamo spaccati. E spacciati. Io credo che corriamo da soli per dignità e coerenza. E questo che offriamo agli elettori: avessimo voluto un posto sicuro, fossimo “fatti per governare” a ogni costo, avremmo fatto altre scelte. Ma quello che trovo proprio assurdo, Patuasia, è il ragionamento del post precedente a questo. Siccome ALPE è un “salame” (certo che Borluzzi poteva almeno identificarci in altro salume…), che si tratti del pezzo della Regione o del pezzo di Aosta sempre dello stesso salame si tratta. Quindi secondo Patuasia tutto il lavoro che ALPE ha fatto in Comune non conta nulla perchè nella sostanza ha il profumo dell’unico pezzo di salame che è anche quello della Regione? Quindi al Comune di Aosta il lavoro fatto da Stella Alpina o dall’UV è lo stesso di quello che ha fatto ALPE? Quindi ALPE in questi 5 anni poteva anche non esserci che intanto la città sarebbe stata uguale identica, pur senza il lavoro da noi fatto sia di proposta sia di denuncia? Guarda Patuasia che non sto rincorrendo il tuo voto. Se davvero i 5 anni di battaglie in Consiglio comunale secondo te non sono valsi e non valgono nulla, beh, allora è davvero meglio fare altro piuttosto che andare al voto. Se siamo davvero tutti uguali, ti auguro centoz di queste amministrazioni. Perchè dovrei farmi (io o qualche altra delle belle persone che sono in lista anche questa volta con ALPE) il mazzo se il riconoscimento dei cittadini è questo? Ripeto: non cerco il voto. E ti assicuro che sicuramente sono state poche, ma ho trovato alcune belle persone anche tra gli avversari in Consiglio: mi piacerebbe che gli elettori sapessero scegliere e dare anche a loro il giusto merito al lavoro fatto. Lavoro che se in questi 5 anni non ha reso la nostra città più bella, sicuramente ha contribuito a renderla meno brutta di come avrebbe potuto. Ma forse tutto questo non interessa…
16 aprile 2015 a 22:34
Non illudiamoci. La riforma di Renzi del titolo V è tutta una bufala. Se passerà in prima lettura (dubito), non passerà in seconda lettura, con maggioranza più qualificata. Quindi non arriverà nemmeno alla conferma con il referendum. Ci stanno prendendo in giro perdendo consapevolmente ed inutilmente tempo! Chiacchierano (tutti)sapendo di chiacchierare, in politica è normale. Se vorrà, in proposito, le potrò raccontare la grottesca storia del PTP regionale (dico di farlo, dico che lo sto facendo, ma non lo voglio, e se lo farò perché costretto, non lo applicherò).
16 aprile 2015 a 22:45
Ho scritto “Alpe è Alpe, non un salame etc …”: Fedi, bevi il giusto a cena !
16 aprile 2015 a 23:42
Ma tutto il lavoro fatto da Alpe in consiglio comunale io non l’ho visto. Ha ragione Patuasia: nessuno e’ capace di dare un senso diverso. È’ una frase bellissima. Vogliamo un senso diverso.
17 aprile 2015 a 02:39
Sinceramente non è molto chiaro che cosa Patuasia, generalmente più lucida nelle proprie analisi, rinfacci ad Alpe. A parte errori sostanziali ma presunti nelle vicenda Renaissance, errori sempre evocati ma mai spiegati e che solo tirati per i capelli possono entrare nel dibattito sul voto ad Aosta e sul giudizio del gruppo consiliare di Alpe in comune.
(A proposito della vicenda Renaissance, l’unica accusa circostanziata di Patuasia è quella di non aver fatto da stampella a Rolly per isolare l’UVP. Reputo questa posizione una surreale idiozia, come tale non degna dell’autrice di questo blog e seguito a fingere di non averla mai letta)
Signor Andrea, se non ha visto il lavoro di Alpe in questi anni in comune evidentemente non era interessato o non ha avuto modo di informarsi.
Ecco un link all’archivio curato dal consigliere Paolo Fedi intervenuto sopra che illustra in sintesi l’attività di Alpe in consiglio comunale: http://www.alpevda.eu/datapage.asp?id=770&l=1
17 aprile 2015 a 06:53
@ paolo fedi.
Pronunciati sul “lavoro fatto da Alpe in consiglio comunale”, per dirla come Andrea qui sopra.
Un salame si può tagliare in senso trasversale, dando luogo alle fette regionali e a quelle comunali di Alpe. Ma si taglia anche in senso longitudinale, caratterizzando le componenti di Renouveau e dei Verdi, ahimè spesse in regione nel primo caso e talmente trasparenti nel secondo da non esistere: i green sono solo portatori di acqua per fare la polenta che poi gli anacronistici zampognari di Renouveau si mangiano.
Un esempio, i pannelli.
Paron, in Creare VdA corrispettivo della Morelli in Alpe, fa mettere costosi pannelli viari in Aosta per reclamizzare, nel francese parlato qui meno dell’arabo, personaggi del trapassato locale che interessano ai residenti quanto il nome dei taxisti di Jakarta.
Fedi tace, ergo acconsente (altrimenti bacchettate sulle dita da parte dei Renouveau).
Ma ci sono in Aosta pannelli indicanti gli alberghi aostani immutati da oltre 20 anni: quello che vedo sotto casa mia in viale Gran san Bernardo indica l’Ambassador morto dall’inizio degli anni ’90, il Montfleury defunto dal 2000 e alberghi ristrutturati e col nome cambiato da anni; 5/6 nomi su 10 presenti nel pannello fanno riferimento a realtà alberghiere inesistenti da lustri (e il fatto è concettualmente identico nel resto di Aosta), ma alle indicazioni turistiche aggiornate al 2015 si preferiscono i nomi di defunti dei secoli scorsi per instillare culti del trapassato che esistono solo nei villi intestinali dei fanatici dell’integralismo localista e beota.
Perché non hai proposto nuovi pannelli sugli alberghi? No perché a Morelli interessa altro? Giustificati se vuoi stralciare i verdi in comune dai Rivecchiatori in regione.
17 aprile 2015 a 07:18
Paron = Morelli: come tasso di negatività in politica, ma per ragioni diverse.
17 aprile 2015 a 08:29
Se le testimonianze hanno valore, mi permetto di proporre la mia. Ho passato 3 anni nel consiglio comunale di Aosta. Ho registrato comportamenti ed interventi, ho apprezzato alcune persone, sono restato colpito dall’onestà intellettuale e dalle modalità di approccio, dalla trasparenza da parte di tutti i Consiglieri di Alpe. Ho compreso i miei errori (di schieramento) ed ora cerco di dare il mio contributo a chi mi ha dimostrato coerenza ed onestà. Ovvio il mio ragionamento è di parte, lo dichiaro e non lo nego. Però resta il punto sul voto: esistono almeno tre schieramenti fra quelli della maggioranza uscente che sperano, anelano il NON voto. Perché non votare equivarrà esattamente a farlo, consegnando nei fatti la maggioranza nelle loro mani, senza combattere. Infatti, avendo costoro una grande capacità di controllare il voto su una parte sensibile del territorio (dalle promesse di assunzione alle case popolari passando per una infinità di cene e grandi bevute) hanno tutto l’interesse che le persone libere e non controllabili si astengano. Ecco, mi domando allora se vi sia la disponibilità di andare a non votare sapendo di avere così contribuito ad appoggiare uno schieramento preciso. Evidente che io sono per una via alternativa, l’auspicio è che come me in molti vorremo esprimerci, votare, dire la nostra e dichiarare da quale parte stiamo senza consegnare, mani in aria, le chiavi della città ai comitati di affari.
17 aprile 2015 a 10:22
L’immagine del salame era simpatica, volevo dartene atto, non fare polemica. Accetto anche parte della lezione di taglio dello stesso, esempio ben costruito e chiaro. Unire delle differenze non è però necessariamente negativo: lo sforzo che è stato fatto anni fa con il progetto di ALPE non è stato di tipo elettoralistico ma di ricerca di un soggetto nuovo, portatore di impegno e valori alternativi, prima ancora che dei classici temi di battaglia delle singole componenti. Come in tutti gli esperimenti, alcune cose vengono bene e altre faticano, ma il fatto che da 5 anni esista al nostro interno un dibattito frizzante e energico, e che nelle rispettive sedi elettive le nostre proposte siano tra quelle trainanti il lavoro dell’aula, è per me fattore positivo. Certo, come scrive Andrea, se ci si basa sulle informazioni dei settimanali di parte forse poco emerge, ma non tutti sono obbligati a intendersi di ciò che succede nelle sedi istituzionali.
Venendo ai pannelli con i nomi delle vie: per me è stato un lavoro di cui si poteva fare a meno ma figuriamoci se c’entra il “Renouveau pensiero” sull’accettazione degli stessi! Sulle insegne degli hotel e in generale sulle insegne pubblicitarie concordo con Borluzzi: c’è di tutto di più. Il Comune dovrebbe fare un censimento e toglierli in autonomia, in caso di cessazione delle attività. Spero risulti chiaro però che si tratta di cartelli privati. Anche sugli orridi pannelli turistici – pisciatoi per cani – non si può che dire male. Ma se non si va a votare, a governare rimarranno gli stessi che in questi anni hanno avuto potere di cambiare le cose ma non l’hanno fatto. A meno che Borluzzi voglia attribuire alla minoranza le responsabilità di chi governa (con il relativo potere).
17 aprile 2015 a 10:40
Io nelle ultime comunali ho votato Alpe e così in altre occasioni, questa volta leggendo i nomi, vedendo i trascorsi (per alcuni direi quali trascorsi? quali esperienze?) conoscendo in prima persona alcune persone che, francamente, stimo poco l’istinto mi dice di annullare la scheda. Mi fa anche ridere che sotto elezioni tutti si svegliano a commentare patuasia, gente che non ha mai commentato neanche quando avrebbe dovuto.
17 aprile 2015 a 15:34
Signor Scoffone, guardi che a votare io ci vado e mi schiero con me stessa. Poi chi vince per me non fa differenza e il perché l’ho spiegato più volte.
17 aprile 2015 a 15:41
Signor Jonas, lei sbaglia sul mio conto e non credo nella sua anonima buona fede. Gli errori li ho puntualmente spiegati tanto che mi sono presa della ripetitiva. Poi è chiaro, ovvio, scontato che la mia sia una presa di posizione individuale per potrebbe essere una surreale idiozia per altri, ma lei che è addentro alla faccenda, perché non spiega in modo dettagliato il suo punto di vista invece di criticare e basta?
17 aprile 2015 a 15:56
Signor Fedi il tema lo sviluppiamo in modo molto differente. Lei la mette sul personale, sulla buona volontà, sulla gratitudine (il mazzo fatto ecc ecc), sulle belle persopne… io lo interpreto solo ed esclusivamente dal punto di vista politico. Io guardo al disegno complessivo. E l’orizzonte non mi offre panorami diversi da questo, per cui per me l’uno vale l’altro.
17 aprile 2015 a 16:01
Signor Cavallaro, per favore non mi faccia cascare le braccia con la difesa della sofferenza altrui. Il termine autistico si può perfettamente usare anche in altri contesti in cui emerga l’autoreferenzialità, la chiusura verso gli altri… senza offendere i malati. Dunque, secondo lei, non potrei mai usare il termine sorda per esprimere frasi tipo: sorda alle richieste, perché i sordi si offenderebbero? Suvvia, non siamo ridicoli.
17 aprile 2015 a 16:22
@patuasia
No, niente di personale, quello se mai è una riflessione che faccio con me stesso. La questione è politica. Chi non va a votare raddoppia il peso di chi i voti se li compra. E siccome lei non ha mai fatto (gruppo comunale) critiche specifiche al nostro operato, mi vien da pensare che sia lei a sviluppare il discorso da un punto personale.
Visto che i nostri modi di pensare non si incontrano, esco dalla discussione. Non senza un senso di amarezza, questo sì personale.
17 aprile 2015 a 17:44
Signor Fedi, ma io vado a votare, solo che voto per l’unica persona di cui mi possa fidare, cioè me stessa. Lei è senza dubbio una bella persona e come lei ce ne sono altre, ma non è sufficiente per dare prospettive diverse al panorama. Insomma io non ci credo più e cerco di farmene una ragione. Si tratta di una scelta personale dopo attente valutazioni politiche nate dallo status quo. L’amarezza è anche mia, mi creda.
17 aprile 2015 a 20:12
Però … nonostante le delusiioni, come sarebbe stato meglio se Patuasia si fosse presentata alle elezioni, con quello che scrive e invtando a votare lei.
Di persone coerenti che non si fanno da parte e “resistono” alla tenatzione del tanto peggio tanto meglio, ce ne sarebbe di molto bisogno.
Poi. guardando i nomi sulle liste, credo che qualche differenza ci sia, sia tra chi è stato eletto nel passato (e ha ragione chi rivendica il lavoro fatto anche se non ha portato i risultati voluti, ma certo non solo per sua colpa) e quelli nuovi, che ci mettono la faccia e non mi sembra per interesse personale.
Se togliamo gli intransigenti, i delusi, quelli che si sono fatti il mazzo,
gli idealisti della politica nell’interesse comune, ci rimangono solo gli altri. Non votando i primi, si votano inevitabilmente i secondi e paseremo i prossimi cinque anni a denunciare schifati quello che faranno.
Per carità, capisco che la tentazione sia forte, ma è utile?
17 aprile 2015 a 20:26
Lei ha colto nel segno, signor Geronimo: non ho intenzione di trascorrere altri cinque anni a denunciare schifata ciò che si farà. E poi, a dirla tutta, lei crede che Patuasia sarebbe stata accolta volentieri in qualche lista e non solo come portatrice d’acqua come già feci? Io non credo.
18 aprile 2015 a 20:32
@ paolo fedi.
Hai banalizzato la questione dei cartelli che sono leggibili in ben altra e più importante ottica.
I pannelli viari color guano di cui Paron ha predisposto la posa sono un’offesa ai residenti perché si vuol inculcare loro un culto per il trapassato locale che alberga nel cuore di un solo uno per cento di residenti dissociati dal presente.
Su questo tema i verdi potevano agire, ma, tra i rinvecchiatori soci dei verdi in Alpe, molti sono favorevoli a tali cartelli color sterco per cui non è stato fatto nulla.
Mentre questi pannelli viari rimandano al trapassato, le indicazioni alberghiere vanno lette al presente; non sono “cartelli privati” come tu erroneamente scrivi, ma cartelli posti dall’amministrazione comunale che dovrebbe aggiornarli ogni 5 anni se non prima, mentre quelli attuali sono lì da 25 anni e sommano a oltre 20 in Aosta.
In merito, disinteresse totale da parte dei consiglieri di una città che si vorrebbe turistica. Un esempio di inefficienza senza pari.
Come possono le persone intelligenti andare a votare per chi privilegia il trapassato al presente?
18 aprile 2015 a 23:10
Borluzzi e Patuasia mi avete convinto. Tenetevi Centoz…
19 aprile 2015 a 15:45
Signor Fedi, questo suo ultimo commento non è alla sua altezza e comunque il malessere che io potrei veicolare sotto una sigla allegra, mai voterebbe e di questa ultima scelta non sono io la responsabile. Veda alla voce scandalo dei contributi (non una scusa) e alla voce stipendi mai tagliati (tante scuse per non farlo) ecc ecc…