Il posto suo
Il sindaco Bruno Giordano, nell’ultimo Consiglio della sua legislatura ha dato la stoccata finale. Un colpo inferto di punta, ma con un fioretto di plastica, di quelli che si acquistano ai bambini durante il Carnevale. Nessun ferito, a parte lui. Ferito come può esserlo un amante sedotto e abbandonato. Lusingato e poi lasciato al suo destino perché un altro, più utile, ha preso il posto suo. Si è incazzato Bruno per via della famiglia presa di mezzo. Famiglia politica si intende, dai lunghi trascorsi socialisti (li conosciamo noi i socialisti!), ma che ci faceva il compagno Sindaco in una Giunta di centrodestra? Che ci faceva insieme al camerata Paron? (che oggi si associa ai valori dell’antifascismo!). Pare che della natura politica del suo Governo, l’ex Primo Cittadino se ne sia accorto solo ora. Si stupisce ancora che l’UV abbia dato la cadrega più importante a uno del Pd, quando lui medesimo prese la tessera rossonera solo qualche mese prima della sua candidatura. Già…, sulla propria pelle le scelte assumono le sembianze di ferite, su quella degli altri si chiamano accordi.
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24 marzo 2015 a 16:36
Paron è un camerata quanto Patuasia è una venditrice porta a porta di tappeti del Belucistan.
24 marzo 2015 a 17:44
Paron ha cliccato ‘mi piace’ sul profilo Facebook di un amico che scrive ‘Buon 28 ottobre a tutti, soprattutto a chi ricorda un passato glorioso’.O è ignorante o è camerata, Borlu fattene una ragione.
24 marzo 2015 a 17:45
Oops, già magari il 28 ottobre era il compleanno del suo amico…
24 marzo 2015 a 18:57
Lui indossa abiti finalizzati al raccattare preferenze di ingenui, non ha culti ideologici.
24 marzo 2015 a 20:33
Giordano dovrebbe saperlo molto bene, tanto più essendo di provenienza “socialista” (una parola che in questo paese è diventata raccapricciante e da non più usarsi, se non vergognandosene): la politica usa e getta, senza guardare in faccia nessuno, neanche Giordano, e senza neanche ringraziare. Quello che oggi ti pare il miglior amico, domani sarà il tuo peggior nemico. D’altronde ha fatto anche lui così. Chi la fa, l’aspetti.
25 marzo 2015 a 11:41
L’uscita di Giordano è fuori tempo massimo. Se aveva le palle doveva tirarle fuori prima, invece di stare a capo chino sia in Comune che al Celva (a far approvare riforme come quel porcellum della nuova legge elettorale per i comuni).
Comunque non deve disperarsi, sia perchè un bel parcheggio dopo le elezioni glielo trovano e sia perchè il suo successore nel giro di pochi mesi gli darà sicuramente diversi motivi per farsi un bel po di risate.
25 marzo 2015 a 12:39
@Bruno
Qui in Valle la provenienza socialista invece paga eccome, altro che vergognarsene…!Vedi Bruno Milanesio (incarico Testafochi/Università), Paolo Giunti (Incarico Ospedale),Arch. Renato Perinetti incarico area megalitica e piazze varie), ……..
Mi sà che abbiamo sbagliato qualcosa non prendendo nessuna tessera di partito. Qui bisogna “schierarsi” come un plotone d’esecuzione….! Io mai.
25 marzo 2015 a 15:01
al Pretoriano: neanch’io. Tra i tre, l’unico che salverei è proprio Bruno Milanesio, che non ha mai nascosto di essere quel che è, Paolo Giunti, cattolico, mio collega che ho anche stimato, non lo avrei mai pensato così arrivista e senza scrupoli, Renato Perinetti, una persona inetta che più viscida non si può. Li ho conosciuti da vicino tutti e tre: per breve tempo Perinetti è anche stato mio dipendente ed ha giocato, senza volerlo, un ruolo nelle mie dimissioni da direttore. Uno schifo. Ormai detesto la valle d’Aosta, Rhemes-Saint-Georges (mio paese natale), dove vi sono amministrazioni che minacciano di morte, e l’Italia tutta. Schifo. Scusate lo sfogo.
25 marzo 2015 a 17:02
Prego, signor Bruno, Patuasia vuol essere anche luogo terapeutico per i delusi, se le può giovare si sfoghi pure. Già, Perinetti… incarichi su incarichi perché poi? E’ bravo? No, non lo è affatto! Mi ricordo al tempo della mostra sul barone Bich al castello di Ussel, gli feci avere tutti i progetti dell’allestimento, piante e prospetti, a me disse che andavano bene salvo lamentarsi poi. a lavori avviati, con Maccari. Le piante e i prospetti non era stato capace di leggerli! Per un architetto è grave direi.
25 marzo 2015 a 18:36
Non parlo più: forse è meglio.
25 marzo 2015 a 22:38
Caro Bruno,
non parlare, ma continua a scrivere e non solo perché verba volant scripta manent: i tuoi commenti sono come il sale in un minestrone insipido,a volte. Cordialmente.
27 marzo 2015 a 10:53
@Il Pretoriano
Da sempre siamo tutti obbligati a legarci a qualcuno o a qualcosa: nessuno escluso, nemmeno lei. Ulisse che si lega all’albero della nave è uno dei più noti legami simbolici della letteratura. Quello che più conta è la scelta del legame: l’albero maestro, il cuore della nave, una parte della nave imponente, robusta, che incute rispetto. Cioè, mi scusi, il discorso è già oltre. Se lei afferma il contrario è un ingenuo, un idealista oppure ignora. Oppure vorrebbe, ma nessuno se la fila. Nei suoi interventi c’è sempre l’impressione di una critica fintamente valoriale, mentre vorrebbe essere al posto di chi critica. Sembra sempre che lei voglia intendere: “Perché a loro sì e a me no?” Sembra sempre che lei voglia la sua parte. E questo di per sé non ha niente di sbagliato, niente di strano se dichiarato e motivato alla luce del sole.
PRE-TO-RIA-NO PRE-TO-RIA-NO PRE-TO-RIA-NO
31 marzo 2015 a 23:34
@ Signora Gianna Giannini
Una vecchia ma bella canzone del grande Rino Gaetano diceva che Gianna aveva un fiuto eccezionale per il tartufo,,,,! Lei invece del tartufo non sa neanche …….!Mi scusi, ma io non ho bisogno di legarmi a nessun trave, a nessun politico e non ho assolutamente quel vizio che si chiama invidia. Io non ho bisogno di niente, perché vivo del mio che mi sono creato con 45 anni di onesto lavoro, ovvero di pensione (Euro 1200…!) Ho detto che non ho mai avuto una tessera politica e di ciò ne vado fiero visti i tempi. Invece, io penso alle future generazioni dei giovani che tra una canna e l’altra, un’ apericena di qua e uno di là tutto fanno meno che pensare a come cambiare questo sistema che li sta rendendo schiavi e orfani, orfani sa di che cosa? Del sogno del cambiamento, spento da una classe politica ottusa,pressapochista ed incapace di gestire la cosa pubblica in quanto messì lì a gestire il potere dai Partiti, senza aver mai dimostrato prima le loro attitudini se non quelle di aver Presieduto una Pro loco, un piccolo Comune, o qualche Associazione di beduini. Sa come li chiamo io questi personaggi :yes man, ovvero pupi senza cervello manovrati da un burattinaio oramai alla frutta…! Notte.