Di male in peggio
Gli avvocati dei politici, coinvolti nell’affaire dei contributi ai gruppi consiliari, si sono opposti alla richiesta dei giornalisti di poter assistere al processo che, dato il rito abbreviato, era a porte chiuse. Da semplice cittadina non credo che gli avvocati abbiano avuto una buona idea, seppur legittima: i loro assistiti hanno fatto una figura ancora peggiore. Insomma, nel breve i giornalisti si sono visti escludere e dagli scavi archeologici e dall’aula del Tribunale. Bel posto!
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14 marzo 2015 a 09:27
Sono due cose molto diverse, però. Il divieto alla stampa di partecipare al sopralluogo è una reale violazione del diritto di cronaca e un pessimo esempio di mancanza di trasparenza. Invece, lasciare fuori i giornalisti da una camera di consiglio in rito abbreviato (perchè di questo si tratta, non di un processo ordinario pubblico) è atto previsto, anzi richiesto dal codice di procedura penale e avviene praticamente sempre: non credo si sia mai svolta un’udienza in rito abbreviato alla quale abbiano assistito giornalisti. E se è successo si è trattato di una mera cortesia di giudice e pm (come in realtà era nelle intenzioni dei togati aostani) alla quale hanno aderito gli avvocati di parte. Ricordate che spesso si richiede il rito abbreviato, oltreché per ridurre l’eventuale condanna, anche per evitare di rendere pubblica l’udienza. Questo prevede il codice, questo è.
14 marzo 2015 a 14:08
Grazie per la precisazione, ne ero a conoscenza, ho fatto notare che gli avvocati si sono avvalsi di un diritto che ha penalizzato l’immagine dei loro assistiti.
14 marzo 2015 a 18:03
Questo è indubbiamente vero, ma c’era da aspettarselo: preferiscono penalizzare l’immagine che rivelare pubblicamente i casini dei loro assistiti
14 marzo 2015 a 19:32
Mi dispiace Patuasia ma questa volta non credo si tratti di un capriccio dei difensori quanto di una disposizione di legge. Un processo a porte chiuse, è a porte chiuse e il rito abbreviato è previsto così.
14 marzo 2015 a 22:10
Che il rito abbreviato si svolga in camera di consiglio è indubbio. Sarebbe invece utile sapere se ad Aosta il far entrare i giornalisti con l’accordo di giudice, PM e difensori sia successo frequentemente in passato (ed in tal caso la polemica potrebbe avere un minimo di senso) oppure mai.
Comunque son da capire i difensori il giudizio abbreviato si sceglie innanzittutto per lo sconto di pena e poi anche per il minor clamore mediatico.
Vergognose, invece, le scuse per tenere lontane i giornalisti dal cantiere dell’ospedale.
15 marzo 2015 a 20:47
Mai accaduto ad Aosta e credo praticamente ovunque che a un’udienza in rito abbreviato abbiano assistito giornalisti. Capisco e condivido il rincrescimento di Benoit Girod, ma non si può definire ‘brutta pagina per la democrazia’ la legittima scelta di un collegio difensivo, qualunque essa sia.
16 marzo 2015 a 17:37
FEBBRAIO 2015
L’Italia precipita al 73esimo posto nell’Index sulla libertà di stampa
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