Il dibattito no!
Leggo l’editoriale di Piero Floris, segretario di Alpe, e scopro la vera natura del suo partito che lo blinda all’opposizione. Scelta nobile senz’altro. Ma ci serve? Poco, quasi niente. Quel tanto d’aria giusto per non morire di asfissia. A Floris preoccupano l’identità (sindrome della sinistra) che in Alpe non è mai stata chiara, e la fiducia degli elettori che non va tradita. Ma cosa vogliono gli elettori? Più fatti, più lavoro, più scuola, più trasporti, più servizi, insomma una maggiore qualità di vita e poi… ben vengano anche una maggior onestà e una maggiore trasparenza. E come si ottengono questi obiettivi? Governando. E come si può governare? Le strade sono due: ampliare il consenso, cacciando voti oltre alle proprie sponde o trovare un compromesso con chi governa. Nel primo caso non vedo margini di acquisto: i ribelli unionisti hanno trovato asilo in UVP; le sensibilità più a sinistra trovano più affascinante l’avventura greca che qui prenderà le sembianze nella lista l’Altra Valle d’Aosta. I verdi moderati si estingueranno. La possibilità di un compromesso non l’hanno voluta cogliere e hanno trasferito l’occasione nelle mani dell’ex alleato Viérin che si è intortato con estrema facilità il PD. Vecchia storia! Invece Alpe, seguita dal PD che sarebbe venuto appresso, sarebbe stata una grande novità. Elettorato tradito? E perché se si riesce a portare a casa qualche risultato? Meglio stare a guardare, lasciando agli altri le decisioni? Ora Alpe non ha più scelta, ma una forzata opposizione composta da sette consiglieri. Tanto a Floris piacciono i dibattiti…
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24 gennaio 2015 a 15:04
forse manca un nuovo soggetto politico, veramente nuovo
24 gennaio 2015 a 15:31
Trovo triste questo post. Forse bisognerebbe accettare la grande ammucchiata? Sarebbe stata così diversa dalla soluzione di qualche mese fa suggerita da Patuasia di tutti dentro senza l’UVP? Governare significa avere idee e numeri per poterlo fare. Ma sulla scena valdostana oggi chi ha vinto alla grande è Rollandin: accerchiato e sul punto di cadere,in questo momento è bello saldo sulla poltrona e si è comprato anche buona parte della minoranza. Che cambiamento si può fare con l’ammucchiata generale, seppur con “differents niveaux”? Tutto quello che si può ottenere è qualche poltrona (per soddisfare qualcuno basterà anche solo qualche poltroncina di sottogoverno…). Credo che la posizione espressa da ALPE attraverso il suo segretario sia stata chiara, coerente. Soprattutto onesta: onesta con i cittadini che hanno votato per il Galletto e che tutto volevano tranne che si portasse acqua al mulino dell’UV, di questa UV.
Piuttosto bisognerebbe chiedersi perchè, nel momento in cui al Comune di Aosta, attraverso anni di propositivo e buon lavoro di opposizione, Alpe e centrosinistra possono arrivare a governare la città, i vertici del Potere pur di non rischiare la sconfitta si comprano il PD pur di non perdere le elezioni. Certo: all’UV interessa l’aggancio con Roma. Ma all’elettore aostano, compreso quello del PD, questo interessa?
Io la faccia per presentarmi ai cittadini con questo grande abbraccio innaturale non ce l’avrei. Le mie idee non varrebbero più nulla, e certo non avrei la forza numerica per tradurle in qualche risultato significativo. Se la situazione è questa – e noi abbiamo fatto di tutto per andare in altra direzione – meglio restare all’opposizione, non perchè mi piaccia, ma per poter continuare a dire e a fare ciò che ritengo giusto per la città. E credo che se gli elettori sono schifati dalla politica lo si debba molto a queste dinamiche di disonestà intellettuale: non si può dire di avere idee alternative su come si governa e poi, per convenienza, andare a far gli zerbini agli stessi che hai criticato da sempre.
Per questo mi sento fiero di essere rappresentato da Floris: di sicuro non è un politico di lungo corso ma è uno che sa tenere la schiena dritta, e scusate se è poco.
24 gennaio 2015 a 16:33
Caro signor Fedi, non è il mio post a essere triste è la natura della politica. Se scegli di farla sai che i colori della rivoluzione non ci saranno, ma quelli più sbiaditi del dialogo e del compromesso. Le idee? Quelle rimangono nel sottofondo, poi sono le azioni, anche le astuzie, i sotterfugi che la fanno da padrone. Ecco perché io ho mollato la politica: non ne sono all’altezza o alla bassezza a secondo dei punti vista. In politica non esiste la disonestà intellettuale, esiste la tattica che meglio si addice per raggiungere un risultato. La differenza tra onestà e disonestà consiste, appunto, in ciò che si raggiunge. Se è per il bene pubblico o se lo è per il bene privato. Questo è ciò che conta e rende diversi. La battaglia contro Rollandin era persa da subito e non mi venga a dire che in quel caso i sotterfugi, gli incontri carbonari non ci sono stati… quello che ancora sfugge è che nel caso aveste dato un appoggio al governo Rollandin, quando l’aveva chiesto, non sarebbe stato da zerbini. In quel momento di crisi fra i due clan (la politica locale ruota intorno ai due) l’appoggio a quello legittimato dalle urne (eletto democraticamente che lo si voglia o no) avrebbe indebolito l’altra parte più aggressiva. O perlomeno avrebbe mantenuto la rottura che è già qualcosa. E su questa crepa si sarebbe dovuto lavorare. Ma è troppo, ci vogliono le palle che non ci sono. Meglio parlare di onestà, più facile. Più difficile tagliarsi lo stipendio neh? I rapporti di forza allora sarebbero stati favorevoli e sfruttati avrebbero potuto portare a qualcosa di positivo. bene, fate una buona opposizione vi troverete in sette. Perderete anche in Comune che resterà nelle mani unioniste. Però avrete la coscienza a posto.
24 gennaio 2015 a 16:49
Temo, Patuasia, che se Alpe avesse scelto di accodarsi ai 4 partiti che faranno la nuova maggioranza, o qualcosa di simile, i tuoi strali non sarebbero mancati, ugualmente. Forse avresti detto quel che oggi scrive Fedi… Mah.
24 gennaio 2015 a 17:00
Sbaglia, signora Baudin, se lei mi legge dovrebbe ricordare che io scrivevo esattamente le stesse cose mesi fa e invitavo Rollandin a fare un passo avanti verso l’opposizione (il passo indietro era escluso e si sarebbe dovuto sapere, ma c’era La Torre come garanzia vero?) cosa che fece e che qualcuno prima o poi avrebbe raccolto, ecco io speravo che a farlo fosse stata Alpe seguita dal PD, le cose oggi sarebbero diverse e un pochino migliori. Sa, con gli anni ho smesso di credere nei cambiamenti radicali, mi contento di piccoli passi.
24 gennaio 2015 a 18:40
Sicuramente la schiena dritta è importante,sono un sostenitore della schiena dritta credetemi!! ma la mia conclusione è che alla fine sono i fatti che contano e per contare DEVI governare o alla lunga muori,come sta succedendo ad ALPE, L UVP ha paura di fare la stessa fine, e se non fa cosi come sta facendo li vedremo camminare tutti come se avessero un palo nel c…percarità,schiena dritta tutta la vita di sicuro,ma per FARE devi GOVERNARE devi ESSERCI Sig.Fedi neanche io la faccia li non la metterei,infatti quelli come me,e lei, li non ci sono!perchè? perchè in quel mondo parallelo per essere seduto li devi mandare giu polli interi con le piume e essere decisamente “elastico”,poi mica roba non da tutti.
24 gennaio 2015 a 18:53
Tranquilli tutti…quando nascerà LIMONTE ci sentiremo tutti piu uniti e li si che faremo ambrassons nous! un po tardi? poi vedremo le schiene dritte e i c… a 90 sfilare in pzza chanoux!e non noteremo piu la differenza, andiamo avanti cosi che va bene…tutti a darsi poi la colpa l un l altro.
25 gennaio 2015 a 16:06
Decisamente interessante lo scontro dialettico fra Patuasia e Fedi. Personalmente ritengo che entrambi, in linea teorica, hanno ragione: le loro esternazioni, sebbene contrapposte, denotano una corretta analisi e, soprattutto, conoscenza della situazione politica regionale. Però io vorrei andare oltre, vorrei mettere in rilievo la situazione locale sia sul piano morale che su quello dell’onestà intellettuale di certe forze politiche e di alcuni dei suoi esponenti. Allora sì avrebbe senso parlare di rendere conto ai propri elettori, aver la schiena dritta e metterci, o meno, la faccia in certe scelte ed alleanze politiche