Furrrrbi!
Da Roberto Mancini.
Riassumo la pensata? Siccome in Vda si fa una miseria di inglese, che serve tanto, e troppo francese, che non serve una beata minkia (se non alla politica come testimonianza di “specificità” per mungere soldi a Roma…), si riequilibra il peso fra le due lingue? No, si aumenta il francese e si insegna più inglese, ma in francese. E l’italiano? Si riduce… Dei deficienti? No, dei fanatici integralisti identitari che, finalmente, vogliono imporre il francese come “lingua veicolare”. Naturalmente l’assessora aderisce: proviene dalla Fédération, dunque deve fare la super-unionista per dimostrare purezza ideologica. E i genitori? Permettono gli esperimenti ideologici sulla pelle dei loro figli, e loro zitti?
Risultato del progetto: Italiano 5 ore. Francese 13 ore. Inglese 12 ore. Dunque vorrei fosse chiaro il truschino: siccome i francomani integralisti hanno dovuto rinunciare alla “double filière”, perché vietata dallo Statuto e dal fatto che non c’erano i soldi per realizzarla, ora ripropongono il francese “langue véhiculaire” servendosi della scusa dell’inglese. Io non voglio complicati esperimenti pieni di supercazzole: voglio che la scuola (pubblica)!valdostana insegni più inglese. Punto. Insegnino più inglese senza rompere tanto i coglioni. Tolgano un po’ di ore al francese, che ne ha troppe, e un po’ all’ l’italiano che ne ha poche.
Miiinkiaaaa cheppalle… (Le palle sono di Roberto Mancini).
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23 gennaio 2015 a 11:15
L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 ( un pochino).
23 gennaio 2015 a 11:29
senza parole (in nessuna delle tre lingue, per par condicio)
23 gennaio 2015 a 12:38
grazie Tino!!
23 gennaio 2015 a 14:54
Intanto, visto che i nostri politicanti, oltre a parlare un francese alla “nom et cognom”, non riescono nemmeno a mettere in piedi una frase di senso compiuto in italiano, punterei sul fatto che le scuole valdostane insegnino innanzi tutto a parlare italiano, con francese e inglese (e qualsivoglia altra lingua) come lingue FACOLTATIVE, a scelta dello studente. Perché non anche arabo, rumeno e cinese? Qui in valle servono forse più dell’inglese, ma sicuramente moooooolto più del francese.
23 gennaio 2015 a 16:38
Nella presa di posizione degli insegnanti c’è una demenziale premessa: che il plurilinguismo sarebbe un dato positivo.
Astrattamente è vero, meglio conoscere uzbeko e inglese anziché il solo inglese; però la scuola tocca varie materie e il tempo va ben calibrato affinché lo studente esca dalla scuola capendo l’inglese e parlandolo in modo sciolto.
Il francese è elementare, lo si maneggia ascoltandolo con attenzione e se lo si studia a fondo (per usarlo quando? Non certo in Valle e nelle ex colonie francesi ove uno mica ci va) si ruba stupidamente tempo all’inglese con cui si parla nel mondo.
Non ho in linea generale gran considerazione degli insegnanti e di fronte a questa assurda leccata al deretano dei localisti (cui non interessa che i giovani si inseriscano linguisticamente nel mondo, ma puntano solo alla finzione di carnevaleschi “trilinguismi” per innestarci sopra le fesserie etnolinguistiche) mi convinco sempre di più che l’istruzione dei giovani è figlia dell’ambito familiare e non di iter scolastici con insegnanti col diffuso hobby del perorare posti fissi e leccare i partiti dell’altro ieri con un servilismo da non insegnare agli studenti.
23 gennaio 2015 a 19:05
grazie Patuasia per l’attribuzione di gonadi!
Farò il possibile per non sconfessare il tuo riconoscimento…
25 gennaio 2015 a 16:44
Credo che l’obbrobrio stia nel calendario che indica il numero di ore delle diverse lingue: ma siamo matti? Non so cosa si propongono di raggiungere i geniali ideatori di tale programma, certo è che sconvolgerebbero l’assetto linguistico della Valle d’Aosta. Se non vado errato, poi, andrebbe contro lo Statuto il quale equipara la lingua francese a quella italiana ed in questo caso l’italiana sarebbe subalterna alle francese ed inglese. Per quale utilità, poi? D’accordo che l’inglese è l’idioma più spendibile nel mondo del lavoro, e che in passato si è commesso l’errore di insegnarlo pochissimo nelle nostre scuole, e solo in certi indirizzi di studio, ma dal studiarlo al renderlo “egemone” ce ne passa…….
Riguardo al francese, poi, la spendibilità in uno scenario internazionale è ancora minore poiché esso è parlato solo nei paesi di lingua francese e nell’area della “Francophonie”, nata per raggruppare i paesi delle ex colonie francesi estesa ad altri ancora, fra cui anche paesi nei quali tale lingua non è mai stata presente, ma soprattutto per contrastare il diffondersi della lingua inglese nel mondo.