Dalla Renaissance alla Constituante passando per…


Dal giornalista Roberto Mancini.

Dunque sembra ufficiale: dalla Renaissance e dalla Costituente nasceranno due risultati (più altri corollari, in corso di definizione): Laurent Viérin alla presidenza del Consiglio regionale, un candidato sindaco espresso dal Pd nelle prossime comunali di Aosta. Fuori dalla porta restano Alpe e M5S, la nuova maggioranza regionale ricompatta sotto un tetto comune i due clan tribali di Vierin e Rollandin, Cozza Alpina e i presunti rottamatori renziani del PD. Perché “presunti”?
Perché in realtà Centoz si comporta esattamente come i suoi predecessori, fin dalla preistoria, del PCI-PDS-Ds- Gauche valdotaine, PD. Se l’Union si rompe, ci pensa la Sinistra a ricompattarla!

Dal 1970, fin dai tempi del Pci, esiste una coazione a ripetere, probabilmente dovuta ad una lettura a rovescio dell’apologo degli Orazi e dei Curiazi. Nati i DP, straordinario esperimento frutto del clima culturale del Vaticano II, immediatamente si pose il problema di un asse privilegiato con questa nuova compagine. All’interno del Pci immediatamente forze poderose (e culi ministeriali…) si misero in moto per riportare al potere l’Union, frantumare i Dp e ricompattare le frattaglie unioniste.
Così, anziché confrontarsi culturalmente con le straordinarie novità conciliari, si scelse il gregariato politico-culturale verso le baggianate etniche di Bruno Salvadori e dei suoi amici della Lega (che stava elaborando le sue minchiate celtiche verso la fine degli anni 70). A metà degli anni 10 del 2000, stessa musica: non appena l’Union si spacca, nascono Aosta viva, poi Vda-vive, poi Renouveau, poi la coalizione che porta Nicco e Perrin in Senato. Si pone allora il problema di applicare la stessa formula in Comune ad Aosta. Giochi fatti? Col cavolo, il vicesindaco Guglieminotti e l’assessore Ferrero non danno le dimissioni, Union ancora a cavallo, la maggioranza del Galletto non decolla. Ora stessa musica: i renziani (ma forse non solo loro, all’interno del PD…) scelgono di ricompattare i clan tribali unionisti.
Riemerge la tradizionale diffidenza, tipica dei riformatori da salotto, verso idee nuove, gruppi dissidenti coerenti, ipotesi culturali stimolanti: anche i sassi sanno che le pretese novità vieriniane sono boutades per polli.
Finiamola in ridere: Il clan Vierin è fantastico, riesce a stare in maggioranza convincendo gli altri che fa opposizione dura. Da da circa 30 anni scrivo che, se qualcuno dall’interno della Sinistra simpatizza per i Viérin, non legge le loro analisi, ma sopratutto cerca lavoro. Conosco centinaia di fessi di Sinistra che si sono (tuttora…) commossi e mobilitati per ipotesi indipendentiste, linguismo integrale e piccole patrie pure, immacolate e auto-governate… I Vierin sono seducenti perché propongono la rivoluzione stando al governo, e con l’auto blu di servizio. La “lunga marcia”, ma in Suv… (roberto mancini)

 

 

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4 commenti su “Dalla Renaissance alla Constituante passando per…”

  1. roberto mancini Says:

    Un tempo in tutto il IV Alpini si narrava la leggenda di un verbale di punizione verso un soldato, redatto in questi termini da un volenteroso caporale:

    ” usciva camminando all’indietro dal corpo di guardia , sostenendo che stava entrando.
    Alle contestazioni del capoposto rispondeva “attaccati al cazzo” dandogli del tu, mentre io, per lui, ero lei”.
    Firmato: il capoposto.”

    Non ho mai letto un migliore descrizione della linea politica del clan Vierin…

  2. roberto mancini Says:

    Sarà interessantissimo vedere le primarie del PD per scegliere il candidato sindaco.
    Dopo il precedente delinquenziale ( politicamente, e forse penalmente….) di Genova, la strategia dei renziani è chiarissima:
    il consiglio d’amministrazione della Coca-Cola lo elegge il presidente della Pepsi ( cit Alessandro Robecchi)
    Noi valdostani siamo però degli ante-marcia:
    Le avvisaglie di questo metodo si erano avute quando Laurant Vierin si era precipitato a votare Centoz e a dichiarare la sua inconcussa fede renziana.
    Nei trucchi sporchi sottobanco, il clan Vierin è sempre sveltissimo…
    Ora dunque attendiamoci falangi Union-progressiste che si precipitano a votare il sindaco PD di Aosta che fa loro più comodo.
    Attendiamo in proposito virtuose indicazioni dei renziani valdostani.
    Sostenere le primarie “aperte” è da avventurieri della politica.
    Bandidos….

    PS:
    Quando saremo finalmente liberi e l’Italietta riformata?
    Quando il direttivo del Rotary lo eleggeranno gli iscritti di Rifondazione….
    Mi esimo dal turpiloquio, ma a fatica.

  3. giancarlo borluzzi Says:

    Quanto argutamente Mancini scrive è incontestabile, ma mi permetto due sottolineature.

    Non sono critico verso i Vierin: loro fanno il loro gioco e colpevoli sono i piddini che lo permettono.

    Ma, più in generale ancora, non metterei neppur troppo in croce i piddini stessi: ritengo forzato illudersi che ci potrebbe essere una logica nei comportamenti dei partiti nazionali in Valle, perché l’aria di questa regione toglie il bene dell’intelletto politico a ogni forzina e forzetta, locale o nazionale, che gigioneggia sotto il monte Emilius.

    Da ultimo: le primarie a me fanno ridere come le preferenze al momento del voto. Con le primarie si anticipa solo il tempo del cammellamento indotto: chi pensa il contrario è un ingenuo.

  4. bruno Says:

    I partiti nazionali sono destinati a sparire dalla VDA? Si ha l’impressione di sì. In VDA è quindi totalmente inutile appellarsi alle categorie (destra, sinistra, conservatori, progressisti) che altrove possono ancora avere un certo peso. Vince chi ha localmente più interessi da difendere, punto e basta. Speriamo che stavolta si distribuiscano le poltrone in modo tale che ognuno possa stare per un bel po’ a suo agio, comodo, comodo, e ci lascino tranquilli e indisturbati per un bel po’ di tempo.


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