Resto in attesa
Continuo a non leggere comunicati ufficiali, da parte della Comunità islamica valdostana, che condannino la strage del libero pensiero nel vile eccidio di Charlie Hebdo. Non solo. Non ho ancora letto a livello nazionale, una difesa da parte del mondo mussulmano moderato, verso la libertà di critica anche della religione. Perché non può esserci democrazia se l’espressione non può essere totalmente libera. Sarebbe un segno importante di apertura e di integrazione se la comunità islamica riconoscesse la legittimità di quanto Charlie praticava: il suo diritto di criticare Dio nelle sue multiformi confessioni. Troppo deboli sono state le reazioni. Tanto deboli da solleticare il dubbio che dietro a tale prudenza si nasconda il pensiero già in alcuni casi esplicitato, che Charlie se la fosse cercata. Legittimando così l’azione degli assassini. Rimango fiduciosa. (Ricordo una manifestazione in piazza per solidarizzare con i palestinesi, perché ora gli islamici non si fanno sentire o vedere?).
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9 gennaio 2015 a 15:00
Esattamente come le BR sono state sconfitte quando la sinistra ha espresso in maniera esplicita la sua distanza dall’estremismo, così bisogna che le organizzazioni islamiche prendano le distanza dallo jaidismo.
9 gennaio 2015 a 15:31
Una distanza rimarcata con chiarezza, senza parole vuote e demagogiche di condanna. Ci vuole una dichiarazione di accettazione della libertà di critica verso tutte le religioni compresa la loro. Qui siamo in Occidente e la libertà di espressione è il fondamento della nostra democrazia. Altrimenti si rischia che i rapporti possano deteriorarsi ancora di più. Già abbiamo un Salvini che cavalca l’onda…
9 gennaio 2015 a 16:34
Scusate, ma se il dichiarare una “presa di distanza” dal terrorismo si pretende perché altrimenti se ne deduce la connivenza, allora fanno bene le comunità islamiche a non dichiarare niente. Il terrorista non fa parte della comunità che cerca con fatica, soprattutto in Italia, di tirare avanti e convivere e adattarsi e sopportare una società razzista come la nostra. Il terrorismo non fa parte di nessuna comunità civile, il terrorismo è una comunità a sé stante. Ma le BR facevano parte della comunità del proletariato? O erano e sono rimasti terroristi e basta? O spesso solo semplici assassini.
9 gennaio 2015 a 16:37
Ho l’impressione che tale dichiarazione non arriverà, o sarà poco credibile, visto il suo ritardo. I tempi forse sono lungi dall’essere maturi, anche in VDA. Prendiamone atto. C’è da preoccuparsi.
9 gennaio 2015 a 17:31
Temo che lei abbia ragione Bruno. Cercherò di informarmi meglio.
9 gennaio 2015 a 17:37
Attenzione signora Gianna, siamo tutti parte di una comunità che cerca con fatica di tirare avanti, ma abbiamo condannato la barbarie, strano che coloro che hanno tutto l’interesse a farlo visto che sono il bersaglio numero uno, non lo facciano. Mi sembra un atto normale oltre che dovuto che esprime solidarietà verso quei valori portanti della società nella quale abitano e vivono e nascono. Il silenzio fa male, e alimenta dubbi insani che però possono diventare legittimi.
9 gennaio 2015 a 19:31
OT.
“… non può esserci democrazia se l’espressione non può essere totalmente libera ” + ” libertà di critica anche della religione ” : così parlò Patuasia.
Localisti e sinistri valdostani ritengono i non localisti e non sinistri valdostani autorizzati, in base ai principi di democrazia e libertà preindicatI, a mimare le metodiche dissacratorie di Charlie Ebdo nei confronti di Chanoux e sindacalisti cigiellini?
9 gennaio 2015 a 20:48
Io invece non avevo dubbi sul silenzio…ultimamente la vda pare nasconda parecchi punti interrogativi inquietanti in generale,e prima o poi salterà il coperchio,e come al solito sarà tardi,bei ricordini lasceremo ai nostri figli. Assistenzialismo a manetta incontrollato, buonismo ingiustificato,regole praticamente a zero o solo per alcuni. Percarità sono scelte anche queste,ma alla fine tutto ha un prezzo,quindi non lamentiamoci poi..
10 gennaio 2015 a 00:17
Signor Borluzzi, lei si è perso un sacco di vignette strepitose pubblicate su Il Cittadino valdostano,il primo giornale anche di satira in Valle d’Aosta. Lo cerchi ne vale la pena.
10 gennaio 2015 a 07:48
Patuasia è una unidentified flying star nel cielo valdostano, non è catalogabile come sinistra o come localista, per cui quanto da tale stella partorito sul giornale di Calì non risponde minimamente al quesito da me qui sopra posto.
10 gennaio 2015 a 11:20
@poudzo
nutrire dubbi significa avere un atteggiamento libero da preconcetti e saper leggere la realtà sulla base degli accadimenti.
Bene ha fatto Patuasia ad interrogarsi/ci circa la posizione della Lega islamica della Valle d’Aosta rispetto a quanto accaduto a Parigi. Ebbene, seppur con un po’ di ritardo, constato con piacere che il suo Presidente ieri ha fatto delle dichiarazioni di ferma condanna ed ha comunicato l’adesione della Lega Islamica al presidio organizzato domani in piazza dallo studente valdostano Ismail Fayad. Il Presidente Chaib afferma che “personaggi come gli attentatori nulla hanno a che vedere con l’Islam, anzi, causano un danno grave ai musulmani” e ancora che è “intollerabile uccidere persone per l’espressione delle loro idee, anche quando queste sono in contrasto con le nostre” ed infine “a nessuno sia permesso togliere la vita ad un altro uomo”. Immagino che ieri, essendo il giorno di ritrovo per la preghiera in moschea, ci sia stato un confronto tra i cittadini valdostani di fede islamica circa le modalità di comunicazione del loro pensiero evitando appunto strumentalizzazioni da parte di chi specularmente ai terroristi incita ad uno scontro tra civiltà (Salvini docet).
La storia italiana recente dovrebbe insegnarci a non generalizzare e a cercare di studiare passato e presente per conoscere meglio i fenomeni della contemporaneità ( iniziative come quella proposta da Roberto Mancini offrono un importante contributo in tal senso). La realtà è complessa ed ha molte sfaccettature, chi lo nega lo fa in cattiva fede. Bisogna fare attenzione ad “allungare” troppo i brodi di coltura del terrorismo, si finisce per aumentare a dismisura la paura e la diffidenza, alimentando così la cultura del sospetto ed infine si cede all’odio. Lo scopo precipuo dei terrorismi è proprio quello di creare un solco profondo nelle società in cui operano, portare gli stati alla repressione indiscriminata e fare così proselitismo. Come le BR hanno contribuito ad indebolire le istanze del movimento operaio e studentesco degli anni ’70, i “misteriosi” black block con le loro improvvide azioni hanno messo in ombra i contenuti dei Social forum nei primi anni del millennio. I terroristi di Parigi con le loro azioni minano la costruzione di una società aperta e capace di far convivere le differenze. Mi rendo conto di aver fatto degli esempi forse non completamente appropriati (come dicevo prima appunto tante sono le sfaccettature, diversi i contesti e le dinamiche che li regolano), ma rimango fermamente convinto che se si desidera capire come si sta trasformando la nostra società (e questo sì che lo dobbiamo ai nostri figli!) è importante essere vigili per poter cogliere e interpretare i segnali che ci giungono dal mondo. Purtroppo questi segnali ci dicono inequivocabilmente che le prime vittime di guerre e terrorismi sono sempre cittadini inermi, siano essi cristiani, mussulmani, animisti, atei…Non sono le religioni ad uccidere, bensì la cultura della violenza e la scarsa o nulla considerazione della vita umana.
10 gennaio 2015 a 13:59
Grazie per l’informazione che non può che darmi sollievo e grazie al Presidente della Lega islamica per la ferma condanna verso atti di intolleranza verso la più alta forma di libertà che l’Occidente ha nel suo bagaglio culturale.
10 gennaio 2015 a 21:46
Sig.Janko. Grazie per la risposta direi ampia e a mio avviso soddisfacente. La Saluto.