E se non nevica?


Leggo sul Sole 24Ore che il Museo delle Scienze di Trento è diventato uno dei dieci musei più visitati d’Italia. In poco più di un anno è stato frequentato da oltre settecentomila persone. Trento è una città piccola e autonoma con una Università storica, un’identità chiara, un turismo vivace e di qualità. E’ una città bella e curata che investe in cultura. Il festival dell’Economia attrae migliaia di curiosi e l’attenzione dei media, grazie alla cura e all’ottima selezione degli ospiti e degli argomenti. Ora il nuovo Museo progettato da Renzo Piano offre nuova linfa alla comunità. Nel 1988 vi lavoravano 24 dipendenti, oggi ce ne sono 120, tutti giovani e molti laureati. “Secondo stime prudenziali, dall’apertura ha generato un impatto economico nel territorio provinciale di oltre cinquanta milioni di euro.”. Il confronto con la nostra città è impietoso. Noi abbiamo l’ardire di presentarla come Città europea della Cultura senza uno straccio di niente da offrire se non un brutto logo. Perché in realtà noi non vogliamo offrire niente! Come ho già più volte detto: i turisti siamo noi, tutto ruota intorno a noi salvo qualche eccezione che, appunto, conferma la regola. Aprirsi significa perdere il controllo o perlomeno, renderlo più faticoso e insicuro. Meglio “fare le cose tra di noi” e per noi. E così eccoci con una Porta Pretoria devastata, ma che ha dato soldi agli impresari locali che gradiscono e sanno chi votare. Con un Museo archeologico che è un nano quando potrebbe diventare gigante. Un Forte di Bard che si barcamena e sopravvive grazie alle trasfusioni pubbliche e così per tutti gli altri musei, quei pochi che abbiamo. Per forza, la gestione clientelare, tipica di un sistema mafioso, non favorisce l’economia e lo sviluppo, anzi lo frena, lo domina. Secondo il Piano di Marketing Strategico della Valle d’Aosta i prodotti star ruotano tutti intorno allo sci e alle montagne. Non una voce che includa i Beni culturali eppure ne abbiamo e non sono secondari a nessuno. Lo stesso Sovrintendente disse, in occasione di una conferenza stampa sul Bimillenario della morte di Augusto, che dal punto di vista dell’offerta turistica l’archeologia romana era da considerarsi come un semplice corollario della montagna. Non ne abbiamo dubbi è così, ma è follia! Giusto per farvi capire con quali dementi abbiamo a che fare: tra i prodotti star c’è anche il volo libero, peccato che l’aeroporto lo hanno fortemente voluto commerciale nonostante le proteste dell’Aeroclub, se ancora non lo è diventato è solo per la stupidità e l’incapacità di chi ci governa. Siamo o non siamo pazzi?

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14 commenti su “E se non nevica?”

  1. soudaz Says:

    L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 ( un pochino)e ha commentato:
    Purtroppo tutto vero!

  2. Plucio Says:

    tutto vero e triste, a ottobre ero a Trento e circondario e non ho potuto fare a meno di constatare l’abisso che separa il Trentino e l’Alto Adige dalla VdA. Da piangere o da incazzarsi seriamente
    Bisognerebbe che i valdostani uscissero un po’ piu’ spesso e si togliessero la pelle dei “bodeun” dagli occhi per vedere oltre all’ombelico

  3. Roberto Mancini Says:

    Plucio,

    il dramma della “valdostanidad” è proprio questa: che è valdostano-centrica….
    A furia di overdose identitarie, le comunità diventano autistiche.

  4. libero Says:

    Non credo che sia la consevazione dell’identità il motivo della chiusura, ma quello della conservazione del potere.

  5. Luisa Says:

    Appunto cara Patuasia parliamo di Trento …altro mondo 🙂

  6. Luisella Says:

    Tutto verissimo purtroppo!

  7. Plucio Says:

    @ Bob
    d’accordo e sottoscrivo

  8. libero Says:

    La cultura in Valle vede la coppia Giuliana Cuneaz e Alberto Fiz tra gli affezionati del potere regionale. Ogni anno l’artista sforna una mostra a spese nostre e ogni anno il suo compagno ne cura una sempre a spese nostre. L’amico Fiz ha trovato un bel posticino alla biondina e naturalmente contraccambia. Possibile che non possiamo permetterci di meglio?

  9. TanZen YanZan Says:

    lo scorso week-end sono stato per la prima volta in Alto Adige, alloggiavo in un B&B di Brixen (Bressanone), al mio arrivo mi è stata data la brixen-card che mi dava diritto a ingressi gratuiti a tutti i musei della vallata (altrimenti a pagamento 7euro), ingresso libero in piscina a brixen escluso domenica, tutti i mezzi pubblici gratuiti nel comune, una corsa and/rit in funivia e una miriade di sconti. In un opuscolo/libricino consegnatomi insieme alla brixen-card c’erano tutti i musei della regione con costi e orari.
    Bolzano-Brixen 42km di autostrada costo1,90euro, treni ogni 2 ore.
    Sono stato ai mercatini di Brunico, Vipiteno, Bressanone, Bolzano e Merano; c’era tantissima gente.. Bolzano sembrava la fiera di Sant’Orso dalla gente che c’era, gli altri posti erano più piccoli ma strapieni di gente anche loro.. Organizzazione perfetta: parcheggi per auto e camper fuori dal centro, navette per raggiungere i mercatini.
    Dall’ultimo week-end di novembre al 6 gennaio mercatini aperti e strapieni di gente, con pullman organizzati che arrivano da tutta Italia e estero, alberghi e ristoranti pieni tutto il mese.
    Parlando con gente di lì: alberghi pieni da fine novembre a Pasqua, da inizio giugno a inizio ottobre.
    Non ci sarebbe niente da inventare, basterebbe andare lì a vedere come si fa turismo e copiare spudoratamente!! L’offerta turistica e l’organizzazione tra loro e noi non sono minimamente paragonabili, c’è un abisso e secondo me le nostre montagne sono anche più belle delle loro…

  10. Elio Says:

    Diversi anni fa un trentino mi disse : se noi avessimo le vostre montagne da voi non andrebbe più nessuno. A Bolzano o a Trento il cliente é sempre contento.

  11. bruno Says:

    Se ho ben capito, c’è chi il turista lo accoglie a braccia aperte e c’è invece chi lo aspetta solo per spennarlo. Forse la differenza sta tutta qui.

  12. trasmigrato altrove Says:

    quest’anno han detto “la stagione salvata da chi non cerca solo sci” visto che neve per ora non ce ne è . Oh, si son svegliati , ho pensato. puntare solo sullo sci con lo sci che è sempre meno attraente, a costo di grandi investimenti e devastazioni ambientali (a cui si aggiungono quelle fatte per altri motivi) in un’epoca in cui il turismo cerca altre cose, soprattutto il contatto cpon la natura, è un suicidio commerciale a meno che non vi sia dietro un mero sostegno pubblico. a ciò si aggiungono certe abitudini degli operatori nei confronti dei turisti: ho mandato gente in un albergo che conoscevo e han triovato scritto “tutto esaurito” per garantire posti a clienti abituali che poi non si son fatti vedere. ergo se il turista lo fuggiamo o lo incoraggiamo a non venire, andrà in altre montagne più ospitali (ovviamente non a sciare). poi quando lo faccio notare all’albergatore lui risponde “siamo autonomi”, ovviamente 😦

  13. patuasia Says:

    Infatti, lo sci non sarà più il volano del turismo in Valle, ma bisogna capirlo in tempo. Qui arriviamo sempre per ultimi… chissà perché?


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