Palloni gonfiati!


Tale e quale e costato 14.000 euro.

Tale e quale e costato 14.000 euro. Copiare costa caro e fortuna che c’è la crisi!

Dopo il leone dell’UVP copiato da quello di Archeos che era copiato da quello di Singapore (ve lo ricordate? Cercate l’articolo di Patuasia: Singapore. Il copione è un noto grafico aostano), abbiamo un’altra chicca che riguarda il mondo della grafica locale. Questa volta la scoperta l’ha fatta lui, Zentabaga, e me ne compiaccio molto: quattro, sei, otto occhi sono meglio di due. Non male come procedimento creativo: si compra un’immagine ad alta risoluzione su uno dei tanti siti che si trovano su internet, il costo si aggira intorno ai dieci/quindici euro, la si rivende con una variante, in questo caso la 3bite ci ha aggiunto le sue palle (colorate e piene di aria) e il gioco è fatto. La giuria composta da emeriti esperti del mondo della comunicazione non si è accorta di nulla e poi, se qualcuno l’avesse fatto avrebbe avuto l’ardire di puntare l’indice contro gli amici dei potenti? Non avrebbe potuto. Niente di illegale, tutto nella norma e la norma è l’assenza di idee.

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13 commenti su “Palloni gonfiati!”

  1. patuasia Says:

    Quelli della 3bite non capiscono l’accanimento e difendono la copiatura! Marques parla di polemiche pretestuose, sospetta un gomplotto ai suoi danni: la gestione della Cittadella in pericolo? Patetici palloni gonfiati dalla politica!

  2. anna Says:

    Anche il simbolo di ALPE, il galletto per intenderci, ha molte aanalogie con il simbolo del CHIANTI CLASSICO. Non so chi sia l’autore del simbolo di ALPE però anche lì all’originalità non è stato dato molto spazio.

  3. lilli Says:

    in buona sostanza – a che PRO – vengono commissionati e pagati lavori alla 3 B ?
    Di -cosa si occupano? o meglio… cosa sanno fare? o meglio…COSA DOVREBBERO FARE? (e fare BENE)!
    Grazie -!

  4. Curvàss Says:

    Se non sbaglio il grafico del logo Alpe e quello dell’UVP dovrebbe essere lo stesso, galletti e leoni presi in prestito!

  5. Plucio Says:

    l’utilizzo di foto acquistate è una pratica vecchissima e consolidata , basta pensare a tutte le agenzie famose che sono vissute su questa pratica, basta che la fonte sia riconosciuta e il balzello pagato;
    che l’ispirazione sia , quello che è, è un altro paio di maniche.

    Noi abbiamo avuto la fortuna di avere un Franco Balan, grande artista e amico, che pero’ ha monopolizzato ( e lo meritava) il mercato del manifesto in Valle per decenni, o mi sbaglio?

    Questi non sono Balan, il procedimento di attribuzione dell’incarico non è forse chiaro (non lo so di certo) e tutta la procedura di attribuzione meriterebbe una revisione, questo è sicuro.

  6. Rasputino Says:

    Non vi é nessuno scandalo nel comprare i diritti di un’immagine, se necessario modificarla, e pubblicarla. Le banche dati immagini sono lì per questo è, da che mondo è mondo, si é sempre fatto a partire dalle riviste cartacee.
    Che l’immagine sia esclusiva anche questo dipende dalla banca dati: quelle popolari (da 1 euro fino a 100 tipo Fotolia e Shuttershock) non forniscono l’esclusiva del prodotto e chi le adopera lo sa. Quelle più professionali hanno ben altri prezzi e regole.
    In ogni caso occorre seguire queste regole e pubblicare i “credits” come la licenza acquistata indica e impone.
    Quello che invece andrebbe approfondito é quanto viene pagato un professionista per questo lavoro. Chiaro che se compra i diritti per l’immagine a 10 euro, mette per esempio dei palloncini colorati e la rivende a 10.000 euro (tanto per indicare una cifra elevata e non entro nel merito di questo caso) non é usuale. Se il committente accetta questo o é un p…. oppure la ragione é da ricercare altrove.
    Se qualcuno conosce quanto é stato pagato questo lavoro può farlo conoscere ed ognuno trarrà le proprie considerazioni.

  7. Rasputino Says:

    La banca dati è ShutterStock e invece di considerazioni leggete conclusioni…

  8. AostaCapitaledellaGrafica Says:

    Il manifesto è semplicemente brutto per estetica e insignificante per contenuto. Punto e basta. Ce lo teniamo come ci siamo tenuti in questi anni le imprese imprenditoriali da terzo mondo di trebite. Però segniamoci nella memoria i nomi di sti geni di giurati: http://tinyurl.com/namxosf Elmo Domaine, Isabelle Godecharles, Emanuela Lagnier e Christine Valeton (oltre il membro esterno sulla cui testa evito le battute da terza media). Dobbiamo ricordarli mica per chissà che cosa: incontrandoli per strada sarà utile aver presente cos’è la bellezza per sti quattro bacan.

  9. AostaCapitaledellaMemoria Says:

    Remembering 3bite….

    “I politici c han creduto e si sono pure presi delle critiche ma han dato da lavorare con quest evento a 174 persone! Dietro a una manifestazione c e un mondo di lavoratori, facchini, service, ingeniere, pr, elettricisti, addetti alla sicurezza, baristi ecc ecc oltre che chi ci lavora indirettamente come ristoranti alberghi lavanderie. Quindi grazi Bruno Giordano ,Patrizia Carradore, Andrea Paron ed Emily Rini per aver creduto in questo proggetto.”

  10. AostaCapitaledegliIgnoranti Says:

    Ignoranti alla riscossa… http://www.3bite.it/3bite/?p=755 Non ce la fanno proprio ad attivare il correttore di Windows…. E nemmeno il cervello….

    Sito Internet Inva spa

    Ideazione , creazione e sviluppo del nuovo sito Internet dell’ Inva Spa reallazzato grazie alla intesa collaborazione con la stessa società. INVA, società inhouse della Regione Autonoma Valle d’Aosta, del Comune di Aosta e dell’Azienda USL Valle d’Aosta, opera nel settore ICT (Information and Communication Technology) e progetta e realizza sistemi informativi per i propri azionisti.La società è a servizio dei suoi soci, verso cui eroga servizi tecnologici e servizi al cittadino, cercando il più possibile di replicare soluzioni compatibili e condivise.
    Ha maturato, nel corso del tempo, una buona conoscenza delle esigenze e delle logiche di trasformazione dei propri clienti nel settore pubblico, oltre a competenze negli ambiti organizzativi, progettuali, implementativi e gestionali dei sistemi informativi pubblici e dei nuovi servizi al cittadino, anche e soprattutto in ambito socio-sanitario.Negli ultimi anni ha potenziato la propria offerta nella progettazione e realizzazione di sistemi informativi; nell’assistenza e gestione di reti, apparecchiature e infrastrutture tecnologiche; nella gestione dei programmi complessi e nella predisposizione di interventi di consulenza direzionale, oltre che nella manutenzione dei sistemi informatici e nell’erogazione di servizi innovativi al cittadino.
    All’inizio del 2007, inoltre, ha vissuto una importante svolta dettata dal mutato quadro normativo di riferimento, diventando una società organizzata secondo il modello denominato “in house providing (capitale sociale di Euro 5.100.000,00).

  11. AostaCapitaledegliIncompetenti Says:

    Sono così bravi nella “consulenza, nella realizzazione e nella gestione di soluzioni e di servizi integrati nel campo della comunicazione, della grafica tradizionale e delle nuove tecnologie” che nella loro Homepage non ci sono alcuni dati considerati fondamentali (la partita iva poi c’è, ma non è in Home Page).

    Agenzia delle Entrate http://tinyurl.com/klmos7x

    Dati da pubblicare: ragione sociale, sede legale, Codice Fiscale e Partita IVA, posta elettronica certificata (PEC), Ufficio del Registro dove si è iscritti, numero Repertorio economico amministrativo (Rea), capitale in bilancio (società di capitali), l’eventuale liquidazione in seguito a scioglimento, eventuale stato di società con unico socio (Spa e Srl unipersonali), società o ente alla cui attività di direzione e di coordinamento la società è soggetta (art. 2497-bis c.c.).
    Partite IVA
    L’obbligo di pubblicare la Partita IVA sulla home page del sito per i soggetti passivi è confermato anche dall’art. 35, D.P.R. 633/1972, modificato dall’art. 2, D.P.R. 404/2001, mentre la R.M. 16 maggio 2006, n. 60/E sottolinea che l’onere di pubblicazione riguarda anche siti web utilizzati per motivi pubblicitari.
    Sanzioni
    Per il mancato rispetto delle disposizioni dell’art. 2630 c.c., modificato dall’art. 42, co. 1, L. 88/2009, sono previste sanzioni pecuniarie: per il mancato adempimenti degli obblighi di cui all’art 2250, co. 1, 2, 3, 4, c.c. (amministratore, sindaco, liquidatore, amministratore giudiziario e commissario governativo) tra 206 e 2.065 euro da parte della Camera di Commercio;
    per le inadempienze di comunicazione imposte dalla legge tributaria tra 258,23 e 2.065,83 euro.

  12. bruno Says:

    ma davvero pensate che 14.000 euro in più o in meno, amico o non amico, a Tizio, Caio o Sempronio, bravo o incapace, con o senza iniziativa personale, portino un abbonamento in più o in meno alla Saison Culturelle? Illusi. Per il momento diversi habitués rinunciano per il prezzo aumentato, per la scarsa visibilità (o nulla) del palco da diversi posti a sedere, ecc. Cioè per il peggioramento del servizio e l’aumento dei prezzi rispetto a quando la Saison era al Giacosa ! Altro che palloncini copiati o non copiati! La ristrutturazione dello Splendor è stato l’ennesimo fallimento (facilmente prevedibile, peraltro)! Non ci sappiamo proprio fare. Torniamo alle nostre mucche.

  13. patuasia Says:

    Questi non pagheranno un euro di sanzioni per il mancato rispetto delle disposizioni: hanno i santi patroni da rispettare e questo basta e avanza per assicurarsi un posto al caldo.


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