Il futuro che non c’è


E’ ufficiale: le vacche grasse sono dimagrite al punto tale che non potremo più mungerle come prima. Lo dice l’Union tramite il suo sito internet: “A questo punto, diventa anche inutile appellarsi alla crisi e bisognerà prendere rapidamente e lucidamente atto che ci si trova di fronte a una definitiva, radicale e irreversibile modificazione del sistema economico e sociale al quale eravamo abituati”. Grazie ce ne eravamo accorti. La cosa che fa girare le palle è che, come sempre, la causa di questo declino di ricchezza debba essere imputato allo Stato. Un capro espiatorio che somma in sé tutta la responsabilità della politica regionale, vera causa del disastro economico valdostano. “Queste progressive riduzioni non sono però frutto di una cattiva gestione della Regione, bensì delle continue trasfusioni finanziarie che la Valle d’Aosta, così come le altre realtà regionali, è stata costretta a fare a favore dello Stato”. Roma cattiva e ladrona sempre, Valle d’Aosta esempio di virtù e saggezza amministrativa. La stragrande maggioranza del bilancio è sempre stata usata, anche in tempi di vacche grasse, per coprire le spese correnti, solo una minima parte veniva destinata agli investimenti e questo a causa di una visione miope e clientelare della politica. Acquisti inutili, assunzioni non necessarie, sprechi spaventosi… ci hanno accompagnati lungo questi trent’anni di lusso. Si è sempre pensato a consolidare il potere più che allo sviluppo economico; al controllo capillare più che alla libertà imprenditiva e adesso, parassiti quali siamo sempre stati, ce la prendiamo con chi ci ha abbondantemente foraggiati, reo di non poterlo più fare. Beh, se è questa l’analisi facilona, irresponsabile, idiota che i nostri politici unionisti sanno fare: è colpa dello Stato, c’è da disperare per il futuro.

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7 commenti su “Il futuro che non c’è”

  1. significaneve Says:

    mamma mia! se se ne sono accorti loro e lo hanno detto pure pubblicamente vuol dire che stiamo messi peggio di quel che pensavo!
    Almeno questa “crisi” porterà qualcosa di buono: moooooolti meno voti a quel branco di caproni opportunisti

  2. Bisker One Says:

    Purtroppo il sistema imprenditoriale in Valle d’Aosta è definitivamente rovinato. Se non potranno avere “lo contributo” qui chiuderanno baracca e burattini e andranno ad aprire da un’altra parte; nessuna impresa qui da noi (e intendo proprio NESSUNA) è in grado di muoversi sulle proprie gambe.
    Meno voti a questi caproni? Illusione. La gente è stupida, e la benedetta X la metterà SEMPRE sullo stesso simbolo.

  3. fausta baudin Says:

    Quando lo diceva e lo scriveva Elio Riccarand, dieci e più anni fa, nessuno, o quasi, lo ascoltava. Adesso devono arrendersi all’evidenza. Ma cercano ancora di far bere la storiella dello Stato padrone… Senza i generosi trasferimenti dello Stato saremmo già in braghe di tela da decenni..

  4. patuasia Says:

    “… che abbia il coraggio di costruirsi un vestito nuovo – su misura – per un’autentica rinascita valdostana.” E’ così, caro signor Centoz, ma come potrà essere possibile con la vecchia classe dirigente?

  5. Elio Says:

    Il lento ma inesorabile declino della VDA e’ incominciato nel 1992 con causa esterna (tangentopoli e caduta del muro di Berlino) e interna (chiusura delle frontiere doganali con la Francia) quasi contemporanee. Noi siamo diventati come un’ automobile che è’ rimasta senza benzina e va ancora avanti per forza d’inerzia. L’ultimo bilancio può destinare ancora qualche spicciolo agli investimenti , ma dall’anno prossimo , se il trend della diminuzione delle entrate continua , non ci saranno più neanche i soldi per tutte le spese correnti.

  6. giancarlo borluzzi Says:

    Quando penso alla politica valdostana … toc+ toc, mi cadono perché i locali non sanno centrare le problematiche.

    Parlo dell’exploit di Elio e di Centoz in questa discussione, anche se quest’ultimo potrebbe essersi espresso così due anni fa quando il PD, cui apparteneva senza l’attuale ruolo di anatra zoppa (è solo formalmente sul ponte di comando in quanto in balia dei consiglieri regionali già Cgil che lo hanno spinto a far bivaccare il PD all’ombra dell’UVP anziché a quella dell:UV come egli inizialmente prediligeva, accantonando comunque già la doverosa posizione di fustigatore solitario delle locali insensatezze), faceva le moine a quell’UV cui oggi pare guardi Alpe, lasciando forse prossimamente il PD da solo a seguire le direttive dell’UVP.

    Elio: pare che costui abbebiti il declino della Valle anche a quella che impropriamente definisce “chiusura delle frontiere doganali con la Francia” e che avrebbe ridotto la “benzina” alla regione.
    Informo che a causa di tale fatto il Governo italiano, dopo il cappello in mano specifico mostrato a Roma dal deputato dell’UV, ha regalato alla Valle un contributo annuo indicizzato pari a quasi 4 milioni di lire per ogni residente.
    Quindi l’uscita di Elio è, sotto questo aspetto, errata.

    Centoz: egli parlava (nel 2012) di 29 milioni di euro in meno per tale anno, 58 per il 2013 e 87 per l’attuale.
    Ovviamente nessun riferimento al privilegio dell’Iva da importazione, regalo elargito dal 1993 alla Valle anche se al Governo l’importo per questo privilegio non arrivava più.
    Tale regalo ammontava a circa 335 milioni di euro nel 2010 e deve terminare nel 2017 scendendo proporzionalmente.
    Quindi il taglio di 29 milioni nel 2012 è compensato dal privilegio Iva che in tale anno era di 240 milioni; quello di 58 milioni nel 2013 è compensato dai 195 milioni dal privilegio Iva calante; gli 87 milioni in meno nel 2014 sono ampiamente coperti dai 150 milioni del privilegio Iva.
    I numeri di questo privilegio potrebbero essere qualche briciola diversi, ma il prode Baccega, a suo tempo e su mia richiesta, non li volle esplicitare, contribuendo così a perpetuare la non conoscenza di questo privilegio statale, uno dei tanti che hanno contribuito a mandare lo Stato in rovina.

    Per Patuasia: non sono pedante io, lo sono le tiritere di chi reitera la non conoscenza di un importante dato di bilancio.


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