Mafia di casa mia!
Inquietanti sono le minacce che l’avvocato, Gianpaolo Zancan, ha fatto emergere durante l’arringa difensiva in favore del suo cliente, Riccardo Orusa. Intimidazioni pesanti, ricevute dal direttore dell’Istituto zooprofilattico da parte di alcuni allevatori valdostani (il mitico mondo pastorale des nos-atre!). Si direbbe il classico metodo mafioso: se fai qualcosa che ci può danneggiare, in questo caso la richiesta d’impiego del gamma test interferone per rilevare la presenza della TBC, noi te la faremo pagare. Ipotesi credibile basta associarla agli incendi di fienili, alla tradizionale legnata dentro al sacco (ha un nome preciso, ma al momento mi sfugge potreste ricordamelo?) e ad altri fatterelli che provano, anzi consolidano, la teoria di una mafia autoctona e autonoma.
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22 ottobre 2014 a 16:40
Forse ti riferisci a “ensabloué” (insabbiare), riempire di botte, a viso coperto e ovviamente notte tempo, con sacchi ripieni di sabbia. C’è chi, nel tempo, “insabbiato”, ha passato mesi e mesi a letto.
22 ottobre 2014 a 16:42
E brava patuasia! Ho avuto la stessa impressi o e leggendo l’articolo di stampa. Minacce, intimidazioni ma non sono cose solo da meridionali?
22 ottobre 2014 a 17:17
Grazie Bruno, la domanda era diretta a lei! 🙂 Sì era proprio quello il termine che non mi veniva.
22 ottobre 2014 a 18:44
I grossi allevatori sono sempre stati temuti, anche dal popolino valdostano che aveva 4 mucche, o anche meno, da inviare in alpeggio e stentava a campare. Non stento pertanto a credere alle parole dell’avvocato Zancan: arroganza e prepotenza li contraddistinguevano, probabilmente è anche per questo che il potere politico li ha sempre coccolati e amati.
22 ottobre 2014 a 19:27
p.s. sarà un caso, ma le minacce di morte che a suo tempo sono pervenute a me, ai miei figli ed ai miei familiari provenivano proprio da un allevatore locale che si era improvvisato amministratore ed era convinto di poter fare impunemente il bello ed il cattivo tempo con questi metodi. Il sindaco approvava. E’ ovvio che su questo terreno locali e meridionali si siano trovati,si trovino, e sempre più si troveranno in perfetta sintonia. Il mondo politico favorisce e benedice questo incontro.
22 ottobre 2014 a 20:47
Bruno, lei conosce molto bene il mondo valdostano: le credo.
22 ottobre 2014 a 21:59
chi conosce l’ambiente zootecnico, sia dalla parte degli allevatori che da quello dei controlli (veterinari, regionali e quant’altro) sa bene che non è stato certo Orusa a proporre il Gamma-interferon come metodica di controllo della TBC, per altro materia fin troppo regolamentata da leggi e regolamenti vari assolutamente indipendenti dalla volontà di una singola persona, direttore o dipendente che sia. Le minacce ci saranno anche state (?) ma i prelievi venivano fatti dall’Usl e le analisi effettuate a Torino ed il ruolo dell’IZS erano di puro tramite per cui sarebbe stato inutile minacciare il dr. Orusa. Altra cosa è poi la strategia difensiva durante un processo in nome della quale si può affermare qualsiasi cosa
23 ottobre 2014 a 10:18
Scusate!!! con tutte le riserve del caso, perche’ chiamare sempre in causa i meridionali?? A me sembra che tutta questa faccenda riguardi pressoche’ esclusivamente gente “de inch”. Non mi sembra corretto chiamare in causa i meridionali anche quando non c’entrino nulla. Questo sta a significare che gente di m…..e’ presente ovunque, e la Valle non e’ esente!!!!!
23 ottobre 2014 a 13:36
Mi scusi signor nicola69, ma l’ha letto il post? Perché, se l’avesse fatto, avrebbe capito che la tesi è appunto quella di una mafia nostrana autonoma da qualsiasi inquinamento esterno: il titolo la riassume. Leggere prima di commentare! 🙂
23 ottobre 2014 a 21:09
La mafia calabrese si chiama n’drangheta quella valdostana si chiama “mafietta de inchie” che colpisce comunque chi non si allinea e ti colpisce ovunque: sul posto di lavoro, sugli affetti, sugli amici e non ultimo sul fatto che ti tagliano i viveri per il tramite del potere che gestisce grazie ad un fracco di yes man messi da loro nei posti chiave anche se non capiscono una beata minchia.
E’ chiaro stu fattu!