L’ignoranza al potere
Volevamo l’immaginazione al potere, ci siamo beccati l’ignoranza. Il Soprintendente, Roberto Domaine, esperto internazionale di archeologia romana, si incazza con chi scrive (chissà chi è?) che la Sovrintendenza ha raccattato in fretta e furia un programma per il bimillenario della morte di Augusto. Non è vero! Ci hanno pensato molto prima! L’affermazione è ancora più grave, in quanto per stilare un programma di quel genere occorre una settimana circa. Cosa c’è infatti di notevole? Niente! Le visite guidate già si fanno. Il Teatro aperto nelle ore serali già si fa. Le animazioni al museo per i bambini già si fanno. Le mostre di Francesco Corni, bravissimo, sono un appuntamento fisso da qualche anno. E per organizzare un concerto per pianoforte sotto all’Arco non credo siano necessari mesi. L’iniziativa di spicco: l’inaugurazione del ponte d’Ael, sarebbe stata fatta ugualmente. Ci tiene la Rini, nuova assessora alla Cultura, a sottolineare la tempestività dell’evento, ci vuole fare credere che l’inizio lavori (quattro anni fa) sia stato programmato per arrivare puntuale nel 2014, suvvia… che non ci faccia più stupidi di quel che siamo. Naturalmente in assessorato Cultura tutti erano a conoscenza del centenario della nascita del più illustre valdostano, Marcel Bich, vero? Infatti hanno chiuso il castello, quello che lui aveva regalato con tanto di assegno per il suo restauro e finalizzato, secondo le sue volontà, all’uso museale. Bel modo di ricordarlo. Sarà felice la vedova e saranno felici i figli! Ah, non c’è come l’ingratitudine. Peggio ancora, non c’è come l’ignoranza!
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31 luglio 2014 a 22:47
Ho qualche dubbio che Bich venga annoverato tra i valdostani, così come Anselmo di Aosta. Lasciamo poi perdere Ottaviano Augusto, che ha distrutto la fiorente civiltà salassa!
1 agosto 2014 a 14:57
Al potere locale hanno sempre dato fastidio i grandi valdostani e questo, credo, perchè oscurano quelli prediletti dal “regime”. Cominciando con Anselmo d’Aosta passando per Bich e terminando con Chabod, “l’intellighenzia nostrana” ha sempre ignorato quelle figure di cui andarne fieri per promuovere, da fin troppo tempo, quelle “mezze figure” che non hanno brillato in nessun firmamento. L’ingratitudine verso Bich non dovrebbe stupire più di tanto se pensiamo all’onore che i valdostani tributarono, in quel di Sarre, alla Regina Maria Josè che checchè se ne dica è sempre, comunque, stata una Savoia.
2 agosto 2014 a 09:38
Come giustamente scrivi: se non è stata un’improvvisata è ancora peggio visto che un evento simile quanto meno dovrebbe essere pubblicizzato su giornali nazionali con mesi d’anticipo (ma anche settimane… Ma anche giorni…).. Cosa che non mi sembra sia avvenuta.
Personalmente irrita essere preso per deficiente
5 agosto 2014 a 17:46
Caro Bruno, soltanto oggi ho potuto prendere visione del tuo stringato e condivisibile commento su quanto fece Ottaviano Augusto nei confronti della civiltà dei Salassi. Se i miei ricordi del Liceo Classico (circa 60 anni fa) non sono del tutto sbiaditi, voglio riportare, in merito, un passaggio dello storico greco Strabone (66 a.C.- 24 d.C:) tratto dall’opera De Situ Orbis: “Cesar Augustus eos funditus delevit, et universos, ad Eporediam deportatos, sub corona venumdedit….et extinta eorum natio est.” Traduzione mia approssimativa): “Cesare Augusto li distrusse tutti e deportatili li vendette all’incanto sul mercato di Ivrea…e così la loro nazione si é estinta” Nota. trattasi di circa 8 mila guerrieri e 36 mila tra uomini, donne e bambini.) Chiedo scusa per questo mio intervento e concludo. Le controverse celebrazioni del bimillenario della morte di Ottaviano Augusto, qui, in Valle di Aosta, mi lasciano alquanto indifferente.Cordialità. Luigi Martin.
5 agosto 2014 a 19:54
Signor Luigi, se i salassi sono stati sconfitti e annientata è stata la loro progenie, dunque il valdostani doc provengono dai conquistatori romani che hanno lasciato il seme. E da tutti gli incroci che si sono susseguiti. Quindi questo attaccamento affettivo verso gli ex autoctoni è solo una romanticheria senza fondamento. Perché?
5 agosto 2014 a 21:23
Signora Patuasia, il mio intervento, riferito a quanto scritto da Bruno Courthoud, sulla sulla fine della nazione dei Salassi, come tramandatoci dallo storico Strabone, non mi sembra un attaccamento affettivo verso gli ex-autoctoni e neppure una romanticheria senza fondamento. A me pare una considerazione realistica.Buon lavoro.Luigi Martin.
6 agosto 2014 a 00:14
Comunque siano andate le cose, i romani rappresentavano allora l’imperialismo vincente, erano gli americani di quei tempi. Personalmente ho sempre avuto più simpatia per i più deboli e i più indifesi.
6 agosto 2014 a 01:28
Simpatia o meno, i valdostani discendono dai romani ah ah ah!
6 agosto 2014 a 12:18
i quali discendevano da Adamo ed Eva.
6 agosto 2014 a 15:27
Il 28 febbraio del 1536 il Conseil des Commis, condannava e metteva in fuga un giovane monaco di nome Calvino per le sue teorie bislacche sulla predestinazione.
E se il prossimo 28 febbraio il popolo valdostano decidesse di mettere in fuga questa manica di politici incapaci ed ingordi voi che ne dite?
Si accettano riflessioni sull’idea.
6 agosto 2014 a 18:39
A quali politici si riferisce, signor Il Pretoriano? La scelta è imbarazzante.
6 agosto 2014 a 20:52
Aspettiamo gli esiti della Procura poi i valdostani sceglieranno a cui correre dietro..!