Pasticcio Regione
Causa demansionamento di una dirigente regionale la Corte dei Conti ha contestato all’ex assessore regionale al Bilancio, Gino Agnesod, e all’ex coordinatore regionale, Cesare Gerbelle, un danno erariale di 62 mila euro. La notizia mi stuzzica la memoria…, nella nebbia dei ricordi emergono altri danni economici e questa volta subiti dalla Regione e cioè da noi tutti. Roba del tipo dirigenti che diventano direttori per pochi mesi giusto il tempo di un trasloco in sindacato per percepire uno stipendio più alto. O altri che diventano dirigenti di uffici inesistenti sempre per veder lievitare il loro portafoglio, insomma credo che di questi pasticci la Regione sia zuppa e sarebbe carino saperne di più.
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25 giugno 2014 a 20:43
però che ci vogliano 13 anni per contestare questa fatto vuol dire che nel sistema c’è qualcosa che non funziona, in questo caso la cosa che non funziona è proprio la Corte dei Conti, ma cosa hanno fatto per 13 anni (visto che anche loro penso siano pagati lautamente), perchè nessuno gli chiede questo?
26 giugno 2014 a 12:27
Signor Pierre,
subito dopo aver abbandonato, sbattendo la porta, l’Amministrazione regionale, nell’ormai lontano 2004, mentre preparavo la mia causa di demansionamento, ho preso in esame la deliberazione di Giunta regionale che conferiva gli incarichi dirigenziali. Prima osservazione:
la deliberazione (un volume!) era totalmente illegittima in quanto ogni incarico mancava di qualsiasi motivazione (requisito minimo indispensabile per la legittimità di un provvedimento amministrativo), limitandosi, per ogni designazione, a ripetere ossessivamente ” …. il quale possiede i requisiti richiesti per ricoprire l’incarico” o frase similare.
Seguivano una dettagliata e circostanziata analisi dei singoli incarichi, in cui venivano evidenziati, in particolare:
– tutti i casi di direzioni (con rispettivo direttore) a cui non corrispondeva nessun servizio, e ai quali, al massimo, l’incarico doveva essere affidato ad un capo-servizio, con notevole risparmio per l’ente pubblico;
– tutti i casi di direzioni a cui corrispondeva un unico servizio, con nomina di direttore e caposervizio, quando era invece sufficiente e giustificata la nomina di un solo caposervizio, con notevole risparmio per l’ente pubblico. (La creazione di un direttore era giustificata solo nei casi in cui fossero presenti almeno due servizi).
– tutti i casi di creazione di servizi “vuoti”, non coperti dalla nomina di un caposervizio, e quindi creati ad arte per giustificare la presenza di un direttore.
– tutti i casi di affidamento di incarichi come “collaboratore di servizio, direzione o coordinamento”, incarichi NON previsti dalla legge e non giustificati dalla mancanza di posti in organico in quanto i servizi e anche le direzioni non ricoperte sovrabbondavano. Ovviamente tali incarichi, equiparabili a demansionamento, oltreché illegittimi, avevano motivazioni non confessabili.
– tutti i casi, in particolare i casi di Direzione, a cui l’incarico non era stato affidato ad alcuno, anche qui per motivi non confessabili. Porto ad es solo la Direzione tutela delle acque, o qualcosa di simile, prima gestita dall’ing. Rocco, nominato coordinatore.
Può bastare? Secondo me poteva bastare per mettere sotto accusa tutta la Giunta regionale per danni erariali multipli.
Ho trasmesso il tutto alla Corte dei Conti con raccomandata A.R.. Ma visto che il sottoscritto è un signor nessuno, aspetto ancora ora uno straccio di risposta e di giustificazione. Intanto il signor Viérin nominava ai massimi vertici amministrativi un tal Maccari, e il signor Minelli, segretario CGIL, veniva nominato segretario generale del comune di Aosta.
P.S. Del tutto ho portato a conoscenza le forze di opposizione in Consiglio, che erano allora costituite dai Verdi (o meglio dal signor Riccarand) e dai DS, ora PD (o meglio dal signr Sandri). Promesse, ma ho poi subito capito che gli interessi dei politici erano altrove. Scusate, ma la Valle di Aosta, la mia Valle di Aosta, è un muro di gomma impenetrabile, in tutte le sue rappresentazioni, locali e nazionali, politiche ed amministrative.
26 giugno 2014 a 13:24
Grazie signor Courthoud, per la sua preziosissima testimonianza, sono certa, anzi certissima, che prima o poi tutto il marcio verrà fuori anche grazie a persone come lei. Purtroppo la nostra intera classe politica non brilla e ancora troppi legami con il vecchio sistema ne condizionano la parte migliore, veda alla voce Laurent Viérin. Speriamo che Alpe, PD, M5s e una buona fetta dell’UVP riescano a recidere il cordone che li unisce al clan Viérin/Caveri, solo così potremo avere una sana opposizione e credere in un effettivo cambiamento di verso.
26 giugno 2014 a 17:04
In merito ai tempi lunghi della Corte dei Conti, va rimarcato che essa ha dovuto aspettare che si concludessero tutti i gradi di giudizio davanti al giudice del lavoro, prima di contabilizzare una responsabilità erariale soggettiva. La causa di questo ritardo va semmai imputata alla Regione che si è sempre opposta in ogni sede a veder riconosciute le giuste lagnanze della sua dirigente a svolgere il mestiere per il quale era stata assunta (tanto gli avvocati della Regione in primo, secondo grado e finanche in Cassazione li paghiamo noi contribuenti).
Riguardo al sistema dello spoil system “à la Valpellinentze” così ben descritto da Courthoud già in precedenti post ed ancora una volta citato qui sopra, è tutto vero. La Regione negli ultimi 15 anni è stata infarcita di dirigenti con la creazione di strutture fittizie per le quali sono stati banditi appositi concorsi, anche se non avevano nulla da dirigere, a scapito col passar del tempo di chi non era “collaborativo” e che così è finito lui a non aver niente da dirigere. Questo giochino di avere una classe dirigente ridondante, nella quale poter premiare con incarichi apicali e punire con demansionamenti, ha fatto e fa gioco a tutte le forze politiche presenti in consiglio. Confermo che tutti sanno, compresi i sindacati, ma nessuno si adopera affinché prevalga la competenza e l’onestà. Naturalmente sono invece tutti molto attenti alla cosiddetta “trasparenza” della pubblica amministrazione, che però si traduce in un sostanziale rispetto della forma ma non della sostanza.
Lei, signora Patuasia, mi sembra molto ingenua al riguardo. Le cose non cambieranno più, né con questi né con altri amministratori. La politica, almeno qui da noi, ha troppi scheletri ed interessi per potersi permettere dei dirigenti capaci, con autonomia amministrativa ed indipendenza partitica. La situazione da questo punto di vista, è messa peggio di vent’anni fa (leggasi Tangentopoli). Amen.
26 giugno 2014 a 22:05
E del Capo del Cerimoniale che mi dite? Ce n’è bisogno in Regione di questa Dirigenza dove fu fatto un concorso specifico per qualcuno?
E poi, quando alcuni anni orsono i nostri Politicanti andarono dal Papa , il defunto Albert Cerise si vergognò, e non poco, nel vedere la “rappresentante del cerimoniale” vestita di bianco al cospetto del sommo Pontefice Karol Woytila. Tutti risero ma nessuno fu rimosso per incompetenza o demansionato..!
26 giugno 2014 a 22:10
Funzionari ubbidienti al servizio di singoli partiti, o meglio dei singoli assessori. De profundis per il funzionario “al servizio del cittadino”, quale preconizzato nella nostra agonizzante costituzione. Questo in due parole lo spoil’s system nostrano (“un incentivo alla prostituzione”, l’ottima definizione di un vecchio dirigente), giunto ad una situazione di tale compromissione e degrado da doversi considerare, come giustamente affermato da chi mi ha preceduto, ormai irreversibile e destinato esclusivamente a peggiorare. Al peggio non c’è mai fine, una volta imboccata la strada sbagliata. E non venitemi a raccontare che nel resto d’Italia è peggio. La cosa non ci rallegra né ci giustifica.
27 giugno 2014 a 08:37
la mia riflessione non era sulla validità o no dell’azione ma era sul fatto che uno Stato che ci mette 13 anni ad avviare una contestazione di questo titpo non può essere uno Stato moderno. Nel mondo moderno tutto è molto veloce, salvo la pubblica amministrazione e peggio ancora la giustizia, bisogna intervenire.
27 giugno 2014 a 08:46
Se io mi mettessi a parlare della giustizia in Italia farei sgranare gli occhi (nessun riferimento alle contestazioni berlusconiane in merito).
27 giugno 2014 a 13:08
noto, non con stupore, ma come conferma di quanto mi sembra intuire, che del “pasticcio valdostano”, come del “pasticcio italiano”, pochi, al di là degli addetti ai lavori, sembrano essere consci. Eppure leggiamo ogni giorno sconcezze di ogni tipo, frutto di tali “pasticci”. Gli arresti, o inchieste, per abusi in campo politico-amministrativo avvengono a grappoli. Tornare indietro sarà praticamente impossibile. Anche Renzi ha imboccato a piene mani la stessa strada, lo stesso dicasi per Chiamparino. Oggi a me, domani a te, e intanto la barca affonda.
28 giugno 2014 a 19:17
Sulla scarsa professionalità che si nutre dei nostri soldi siamo a conoscenza così come sappiamo bene che ci sono gli intoccabili.
28 giugno 2014 a 19:30
Signor Teddybear, mi sforzo di essere ingenua, perché mi sforzo di vedere oltre la siepe. Trattasi di arma di difesa dal presente buio. Arma spuntata, è vero, infatti credo poco nella sua efficacia, però mi lasci provare.
29 giugno 2014 a 11:22
Sig. Teddybear, ormai la maggior parte di noi pensa che non cambierà mai nulla, però se nessuno denuncia le ingiustizie e i pasticci volti a favorire qualcuno a scapito di altri, coma fa Patuasia, e come dovremmo fare tutti, sarà sempre peggio. Se tutti ci giriamo dall’altra parte, senza alcun senso civico, cosa sarà in futuro per la nostra società, per i nostri figli?
Sig.ra Patuasia, io l’ammiro per questo suo coraggio!