‘ndrangheta rossonera


La Stampa di Torino in pagina regionale rivela che le armi della strage di Duisburg (6 morti) sono passate dalla Vda grazie ai Nirta di Quart, condannati per traffico internazionale di droga. Sono gli stessi che hanno donato alla parrocchia del quartiere “de la Doire” una statua della madonna di Polsi. Intanto il vescovo di Aosta è occupato a biasimare il “materialismo degli atei”.Le vie del Signore e delle pistole di ‘ndrangheta sono infinite. Dunque la chiesa valdostana è connivente?
Connivente no: vecchia, distratta, con riflessi da Guerra Fredda, impaurita dalla religiosità calabrese, che è un carnevale magico e pagano degno di Fra’ Diavolo.
Evangelizzarli, una fatica improba. Meglio civettare acriticamente con le loro pratiche superstiziose e tribali, camuffandole da “religiosità popolare…”. Intanto si è concluso giorni or sono il processo di primo grado contro la famiglia Taccone, il padre Claudio, i figli Ferdinando, Vincenzo e Alex. Imputati di lesioni, danneggiamento e violenza privata nei confronti di una famiglia di St Marcel, i tre fratelli sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi, il padre a 2 mesi. I Taccone sono in attesa di altro giudizio presso la DDA di Torino (operazione “Hybris”) con le imputazioni di: Tentato omicidio, tentata estorsione, rapina, lesioni, danneggiamento con incendio, il tutto con l’aggravante del metodo mafioso. Sospettati di essere in contatto con la cosca Pesce di Rosarno, come rivelano le intercettazioni, le indagini a loro carico ebbero origine dal triplice rogo doloso di tre auto al quartiere Dora.

Chicca aostana: durante il processo ai Taccone, l’Arma ha predisposto un discreto dispositivo di sorveglianza in aula. Si temevano manifestazioni di simpatia verso i giovani imputati da parte dei Calabria-boys, un gruppo giovanile presente in Aosta e forse permeato da ammirazione verso i comportamenti oggetto del processo. Fortunatamente non è successo nulla, speriamo che quel “brodo di cultura” non sia presente.

Per capire cosa succede.
Utili e di grande intelligenza e perspicacia le parole di Nando Dalla Chiesa al convegno “Psicologia dei fenomeni mafiosi al Sud e al Nord”, organizzato dal prof Maurizio Gasseau, docente presso l’ateneo aostano di “dinamiche di gruppo”: “l’opinione pubblica continua a pensare al mafioso come ad un uomo ricco, che arriva a Milano con la valigetta piena di euro da riciclare o da investire in Borsa. E’ un’ autoimmaginazione che dobbiamo smettere di avere. Lo ‘ndranghetista è spesso di umili origini, fa un lavoro manuale, non sceglie grandi città ma piccoli comuni”.

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5 commenti su “‘ndrangheta rossonera”

  1. più prudenza Says:

    La Chiesa come i movimenti politici è miope e a volte si attornia di persone con un passato non proprio immacolato, semplici opportunisti che, grazie alle loro entrature, riescono a entrare nel tessuto delle organizzazioni della Chiesa.Tante volte i ministri della Chiesa, preposti alle scelte, non vedono oltre il proprio naso, perchè non c’è bisogno di scavare tanto nel passato di queste persone, tante volte la realtà è nota a tutti o quasi, meno che a loro. Forse un po’ più di cautela sarebbe necessaria.
    Non bisogna guardare solo al denaro, lo dice anche il Vangelo, e questa dovrebbe essere la strada da seguire. Mi sembra, purtroppo, che anche la Chiesa valdostana stia sulla strada del materialismo, forse, senza neppure rendersene conto, e questo porta all’ateismo. Un mea culpa di quello che succede nella realtà valdostana dovrebbe essere fatto.

  2. roberto mancini Says:

    A proposito di denaro:
    Spero che M5S pubblichi un dossier sui finanziamenti regionali degli ultimi 10 anni per rinnovo chiese e fabbricati affini.
    Credo siano cifre imponenti.
    Dove l’aggettivo “edificante” forse è stato interpretato più in chiave edilizia che morale……

  3. bruno courthoud Says:

    ci aspettiamo tutti che questo mea culpa, quanto mai opportuno e necessario, la chiesa cattolica valdostana lo faccia pubblicamente e ufficialmente. Oltre al mea culpa ci aspettiamo anche, insieme alla prudenza, azioni concrete e forti, in particolare nei confronti di quella “religosità popolare” che tutti sappiamo essere contigua al malaffare. Prima di affidare sedi e locali a dubbie associazioni occorrerebbe esercitare tale prudenza, e certe manifestazioni pseudoreligiose (es. processioni dal sapore più etnico-tribale che religioso) andrebbero fin da ora disciplinate come la protezione civile sta cercando invano di fare al sud. In poche parole la chiesa ha il dovere non solo di dire, ma di dimostrare inequivocabilmente coi fatti, da che parte sta. Analogo discorso occorrerebbe fare per quanto concerne il rapporto chiesa – potere politico. Sarebbe ora, per non dover arrivare alla conclusione, sufficientemente realistica e provata, che, per governare in questo paese è necessario e sufficiente avere l’appoggio e il nullaosta di due insigni poteri neanche tanto occulti: la chiesa cattolica e le mafie varie (Berlusconi docet, per rimanere nel presente: anche qui la chiesa avrebbe un doveroso mea culpa da fare subito, e non fra un centinaio di anni).

  4. Paul Says:

    wow che bella gente che abbiamo in valle!

  5. Ya basta Says:

    La chiesa valdostana connivente? Non credo. La chiesa valdostana é lo specchio della società in cui è imperniata. E’ una società che fatica ad ammettere che qui in Valle se non c’è la mafia quanto meno ci sono i mafiosi e questo è stato accertato. E’ una società e una chiesa prudente che teme di dire per poi essere magari un giorno essere smentita. E’ la stessa paura della politica, è la stessa paura di un malato di cancro che si illude che quella massa non è un cancro ma magari una ciste fino a quando uno dei tre o quattro specialisti gli che lo hanno visitato, dice con chiarezza che quello che lui pensava essere una ciste in realtà è un cancro e sta morendo. Dietro la madonna di Polsi e dietro i santi San Giorgio e Giacomo c’è una minoranza che prega la madonna o i santi perché ci credono o magari chiedono una grazia. Andate a leggere il libro di Gratteri, “Acqua Santa” vi sono anche i documenti della Chiesa che proibiscono e invitano i suoi ministri a non alimentare queste pseudo manifestazioni religiose più pagane che cristiane cattoliche. Vorrei vedere voi, che lanciate per primi le pietre al posto dei don Abbondio che non hanno il coraggio di dire no perché laggiù sparano, minacciano, bruciano sono feroci. Li giustifico? Non li capisco. In Valle esiste la Mafia? Non lo so. Esiste un locale della ‘Ndrangheta? Non lo so. So però che son residenti i mafiosi. Il concetto di mafia è astratto mentre il mafioso è una persona fisica rappresentante di una cultura arcaica fondata sulla paura, sulla gestione del potere. Non ha importanza se quel potere non porta ricchezza l’importante è che quel potere mi permette essere salutato in piazza da politici e notabili io piccolo cafone che senza di me tu piccolo politico, inteso come piccolo uomo, non saresti nessuno e allora mi devi il “rispetto” dovuto a chi ha il potere. Quanti mea culpa si dovrebbero dire? L’unico mea culpa solenne che ho sentito fu quello di San Giovanni Paolo II nell’ultimo giubileo che ha chiesto scusa a tutta l’umanità ma di questi gesti abbiamo memoria corta.


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