La giusta distanza
Nel suo discorso per l’anniversario del 25 Aprile, la presidente del Consiglio regionale, Emily Rini, ha preso del distanze dalle affermazioni del suo compagno di partito ed ex assessore alla Cultura e Istruzione, Joel Farcoz. Disse la Rini: “Gli eventi legati alla Resistenza influenzarono quindi la storia dell’immediato dopo-guerra. A partire dal 1945, una nuova fase cominciava. La rinascita non fu soltanto ricostruzione fisica di case, villaggi e strade, ma da qui nacquero le nuove istituzioni democratiche, quali il Consiglio Valle che mi onoro di rappresentare, così come vi fu un’opera di recupero della nostra cultura, delle nostre lingue, del nostro particolarismo che vent’anni di dittatura avevano tentato invano di annientare. È bene quindi prendere le distanze in maniera inequivocabile, e lo faccio oggi qui in maniera puntuale, da certe affermazioni fatte nei giorni scorsi che tentano di attualizzare politicamente la Resistenza paragonandola ad eventi dei giorni nostri, banalizzando così la storia terribile vissuta da un popolo, dal nostro popolo! “. Non ho ancora letto nulla al riguardo da qualche vip di Alpe e di UVP, eppure la dichiarazione fatta da Farcoz è stata di un certo peso politico e implica i nostri rapporti con lo Stato, devo quindi dedurre che questi partiti la condividono?
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26 aprile 2014 a 19:29
Prendo le distanze da una boiata di un mio ex assessore, caduto in irrimediabile (e meritata) disgrazia. La prendo proprio al momento giusto eh, la distanza dall’ex assessore. Magari dimostro lungimiranza, se non coraggio. Chissà.
27 aprile 2014 a 09:00
Gentile Patuasia,
penso di fare opera di corretta informazione postando di seguito qua sotto le principali dichiarazioni separatiste ad anti-italiane di dirigenti Union.
Lo faccio per dimostrare che le scemenze storiche del povero Farcoz non sono isolate, ma rappresentano, da sempre , il cuore dell’ideologia localista della Balena Rossonera.
Se pensi che sia eccessivo, ti autorizzo a cancellarle.
Però è importante che resti documentazione ordinata di quanto i partiti nazionali, di Destra e di Sinistra, hanno finto di ignorare per 50 anni.
La notte del 24 Aprile 1994, nei pressi della Cattedrale di Aosta, una pattuglia dei carabinieri intercettò Michel Martinet (attuale sindaco di Gressan) e Laurent Bionaz, entrambi membri dell’esecutivo UV.
I due affiggevano manifesti inneggianti all’indipendenza della Vda e alla Liberazione dall’immonda Italia.
In sintesi?
“Merde à l’ Italie“, of course in patois e francese.
Dopo una strenua resistenza ( durata circa 30 secondi…), i due eroici salassi fecero i nomi del complici, ovviamente dileguatisi “comme la foudre”.
Si trattava di Fulvio Gastaldo, Fabio Tréves e di Laurent Viérin, “animateur” della Jeunesse, figlio dell’allora prefetto Dino Viérin.
Dunque non un semplice ragazzino, ma un dirigente politico già insignito di una carica di portata regionale.
Che fece l’Arma?
SI rivelò saggia, ma sopratutto prudente, forse consapevole che si trattava del figlio del Prefetto della Repubblica.
Dunque solo contravvenzione per “distribuzione abusiva di scritti”, e via andare.
Ancora più prudente dell’ Arma, la stampa valdostana dell’epoca “bucò” compattamente la notizia.
27 aprile 2014 a 09:01
Intervento di on Caveri, deputato al parlamento italiano, il 19 dicembre 1993, al congresso dell’Union:
“ l’Europa dei popoli deve prendere in considerazione i valdostani, vogliamo un parlamentare europeo eletto in un collegio uninominale per la Vda…
il pays d’Aoste, oggi regione autonoma, è un popolo senza Stato, sopratutto se l’Italia non sceglierà il federalismo. Parlare di Nazione valdostana (maiuscolo nel testo, ndr) non deve spaventare nessuno.
Oggi una repubblica della VDA ha un senso se è inserita in un Italia federale, in un Eu federale. E’ chiaro che se l’Italia e l’Eu non seguiranno il cammino federale, ci saranno dei problemi. La Vda è viva e bisogna gridare forte che c’è una questione valdostana. Come nel 1945.”
27 aprile 2014 a 09:03
Intervista di Guido Grimod, segretario dell’Union valdotaine, alla Stampa di Torino di lunedì 2 Settembre 1991.
Titolo:
“si voti per l’indipendenza, l’Italia unita non esiste”.
“ quest’ Italia non esiste, è stata costruita con la forza e in modo artificiale.
Non appena ci sarà il riconoscimento di Slovenia e Croazia, dovrà affrontare anche le nostre richieste di indipendenza e quelle di veneti, piemontesi friulani, tutte le etnie.
Aspettiamo il momento per dichiarare l’indipendenza dei popoli, quindi anche la nostra, l’autodeterminazione è la cosa più ovvia.
Ci vuole una nuova Yalta, bisogna ridisegnare i confini degli Stati, sono tutti fasulli.”
27 aprile 2014 a 09:14
Lunedì 4 marzo 2002,
Sulla Gazzetta-Matin appare un servizio firmato RG (redaz Gazzetta ) perchè alcuni presenti hanno rivolto minacce all’articolista, colpevole di registrare pubblicamente i discorsi ufficiali degli oratori.
La serata, organizzata dalla JV e presieduta da Laurent Vierin, si svolge nella sala- conferenze del municipio di La Salle.
Vi partecipano Adophe Clos, storica figura di allevatore di Jovencan, il partigiano separatista Vincent Treves e Laurent Vierin, “animateur” della Jeunesse.
Clos: “ questa sera sono ammesse due sole lingue, francese e patois.
La nostra lingua, la nostra identità vanno difese dallo spirito sfruttatore degli italiani.
Gli italiani distruggono il nostro territorio, utilizzano le nostre risorse, svuotano le nostre miniere. Dobbiamo reagire vigorosamente contro lo straniero.
Abbiate coraggio di essere intransigenti. Puntate i piedi contro la porta, resistete agli oppressori della vostra identità”.
27 aprile 2014 a 09:18
Riassumiamo:
un segretario regionale Union.
Un parlamentare Union che poi sarà prefetto.
Due “animateurs” della Jeunesse.
Uno storico presidente degli amici della bataille des reines.
Dirigenti di prim’ordine, mica bau bau e micio micio…..
27 aprile 2014 a 10:20
Attenzione, siamo al limite della lotta armata indipendentista. Non ci sono annedotti più recenti?
27 aprile 2014 a 11:11
Reginadiquadri,
Una continuità quasi cinquantennale di stronzate separatiste ad anti-italiane non basta?
Non fa abbastanza curriculum?
Le elenco per dimostrare che le “racines” delle boiate del povero Farcoz non risiedono nella sua assoluta mediocrità culturale, ma in un preciso indirizzo politico.
Quello della Balena Rossonera.
27 aprile 2014 a 11:39
Ma il problema è solo Rollandin! Balle, il problema è la testa dei dirigenti unionisti tutti quanti che siano di Alpe, Union o UVP!
27 aprile 2014 a 12:31
concordo pienamente con libero.
27 aprile 2014 a 22:39
La Rini mi piace sempre più!lungimirante o coraggiosa poco importa!!lo ha fatto e questo mi basta!!
28 aprile 2014 a 09:45
Quanti vorrebbero la Rini santa subito devono prendere atto del sondaggio apparso oggi su La Stampa.
Alla richiesta se si sentissero più cittadini del mondo o dell’Europa o dell’Italia o della regione di residenza o della città in cui abitano, solo l’8% degli intervistati ha detto di riconoscersi nella regione di residenza. Il triplo, 24%, si sente cittadino del mondo e il quadruplo, 32%, dichiara di sentirsi italiano. Il 28% si sente innanzi tutto europeo (io me in primis cittadino del mondo e in secundis italiano).
Questo sondaggio ridicolizza il concetto di “popolo, il nostro popolo” qui espresso dalla Rini fortunatamente giammai santa: è inutile che l’UV tenga un giornaletto carbonaro chiamato “il popolo valdostano” per far passare la balla dell’esistenza di un tale popolo.
In Valle ci sono 125mila residenti, in maggioranza originari di altre regioni e molti con l’intelligenza atta a capire che una Rini può fingere l’esistenza di qualsivoglia aggregato umano in regione, ma sulla base dell’accettazione degli inglobati di farne parte.
Altrimenti inferno e non paradiso.
Potrei continuare sottolineando l’insensatezza della glorificazione del Consiglio regionale, luogo di baruffe chiozzotte ove ci si entra generalmente con gastropreferenze e promesse o sull’onda lunga di partiti nazionali, comunque non in base alla bontà di programmi che il non-popolo valdostano manco legge.
Su “cultura, lingue e particolarismo”: negli ultimi 70 anni il mondo è cambiato ma la Rini non se n’è accorta.
Non sugli altari, la Rini, ma in una scuola ove si insegna la realtà planetaria nel 2014, senza integralismi medioevali.
28 aprile 2014 a 11:34
Il mio bisnonno materno era un calabrese, e il mio trisnonno paterno era piemontese (mi ha trasmesso il cognome non valdostano che ho). Eppure parlo ben due patois (Morgex e Fénis) correttamente. Mi sento valdostana, ma prima di tutto italiana. Mi piace saper parlare patois e francese, ma sono anche fiera di essere italiana: tutti questi aspetti mi rendono la persona che sono oggi.
Quei pochi valdostani che possono ancora ”vantarsi” (come se fosse un vanto) di avere radici pure e lontane dalle contaminazioni, sono davvero pochi e spesso sono quelli che delle proprie origini conoscono solo ed eslusivamente le tradizioni che i loro genitori sono riusciti a trasmettergli (e che si limitano, in genere, a ricordare quanto ai valdostani piaccia ubriacarsi e annusare il letame delle reines).
Forse il mio è un pò un discorso contro corrente, ma non pretendo che sia lo Stato a tutelarmi: se voglio che i miei figli imparino il patois, devo essere io a farmi carico di questi insegnamenti. Le nostre origini, tradizioni e particolarità sono prima di tutto un fattore privato e famigliare, e se siamo arrivati oggi ad avere pochi giovani che non parlano il dialetto e non conoscono la tradechon (uno scandalo, secondo i nostri politicanti), forse la colpa è delle famiglie stesse che non reputano così importante questa trasmissione culturale. Altro che Stato.
30 aprile 2014 a 15:49
Schiscèta,
perfetto! Chi vuole la scuola confessionale-identitaria, se la paghi privatamente. Quella pubblica deve guardare all’interesse pubblico degli studenti.
12 Maggio 2014 a 15:01
@Mancini
in ritardo, ma perfettamente d’accordo con lei!
12 Maggio 2014 a 20:59
In ritardo per motivi tecnici dico con enfasi che condivido il discorso di Emily Rini,…….
il 25 aprile son si tocca!!!!!
nessuno può permettersi di mettere in discussione il valore della lotta per la libertà dal fascismo della nostra Valle, di chi ha perso la vita per difendere la dignità di un popolo oppresso. Io sono figlia di 2 genitori che hanno partecipato attivamente alla lotta partigiana; madre staffetta partigiana con tanto di certificato di patriota e padre decorato con medaglia al valore .
Chi vuole attualizzare la lotta di resistenza non fa altro che ridicolizzare quel passaggio storico doloroso che diede identità e rispetto alla nostra diversità, alla nostra cultura alle nostre tradizioni.
I veri europeisti parlano di un’Europa dei popoli….cosa vuole dire se non un’insieme di identità dei popoli??