Stella , stalla, stallo
Leggo sulla stampa le dichiarazioni dei consiglieri del PD: “… meschino tentativo dell’Uv e di Stella Alpina che, non avendo più i numeri per essere maggioranza, cercano di gettare discredito su di noi facendo trasparire l’ipotesi di un possibile accordo per il salvataggio della giunta… Questa giunta deve dimettersi: punto! O si fa un governo di cambiamento o si va ad elezioni”. Perché meschino? A me sembra normale che la maggioranza cerchi di salvare se stessa, dopotutto non è lì per caso, ma è stata eletta da una bella fetta di elettorato. Invocano con un refrain ormai logoro, il Governo di cambiamento. Ma un simile Governo non può prescindere dall’appoggio di qualche unionista o stellalpino. Dunque la trasformazione rivoluzionaria di un sistema avverrebbe, secondo loro, grazie a uno come La Torre? Un Perron? Un Fosson? Mi chiedo se non si rendano conto di quanto risultino poco credibili, usando un linguaggio roboante e veramente fuori luogo. I consiglieri di Alpe rincarano la dose: “Escludiamo che vi possano essere convergenze di visione e di metodo con chi ha governato la Regione in questi ultimi sei anni”. Scusate, ma in questi sei anni Laurent Viérin dov’era? Quindi le convergenze di visione e di metodo con qualcuno le hanno imbastite, perché non credo che il figlio di papà Dino sia profondamente cambiato nel frattempo. Alessia Favre, presidente dell’UVP, espone con la sicurezza di chi ha in mano le redini dell’opposizione, il concetto di fondo: “Finalmente è chiaro a tutti che siamo noi gli oppositori al sistema”. Se i mal di pancia ci sono stati a causa di questa affermazione, non sono trapelati all’esterno, ma sono facilmente intuibili. La minoranza nasconde, come è logico, la sua debolezza e mostra i muscoli, che però risultano piuttosto flaccidi. Più palestra in Consiglio avrebbe dato il tono giusto, ah la fretta! E’ convinta di essere in 17 e fa male i conti, perché li voglio proprio vedere i due pentastellati che danno l’appoggio esterno a una Giunta con Fosson come Presidente o con qualsiasi altro unionista appena fuoriuscito dal sordido sistema. Sarebbe una scelta piuttosto imbarazzante e difficilmente giustificabile verso il loro elettorato. Incolpa Rollandin di questo stallo, ma è ingiusto. Lo stallo non lo ha creato lui: ma davvero pensava che si sarebbe dimesso dall’oggi al domani? Scorretto quindi attribuirgli questa responsabilità che invece è tutta della minoranza. Dell’urgenza di fare non si è capito ancora che cosa. Mi auguro che sia il PD sia Alpe si smarchino al più presto dai disegni di onnipotenza espressi dalla leadership dell’UVP e decidano per il bene dei valdostani che non si crea con le posizioni ideologiche (per essere generosa), ma con senso della realtà.
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Tag: ALPE, Antonio Fosson, Augusto Rollandin, Consiglio Regione autonoma Valle d'Aosta, Ego Perron, Leonardo La Torre, M5s valdostano, PD valdostano, Stella Alpina, Union Valdotaine, UVP
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6 aprile 2014 a 03:06
Il rischio che sta correndo il PD è di farsi neutralizzare giorno dopo giorno dall’abbraccio mortale di Viérin. Per poter reagire in modo credibile, però, il PD dovrebbe avere almeno le sembianze di un partito progressista, una leggera nuance di centro sinistra, non so… basterebbe anche una velata “allure” da partito di opposizione autentico, che attenui qull’immagine che si è creato negli anni, ossia di un partito di fatto subalterno, gregario della principale forza autonomista e identitaria.
Prevedo invece che non supererà questa condizione di subalternità, questa volta nei confronti dell’UVP. Perché malgrado l’analisi ineccepibile fatta nell’articolo in merito ai Viérin e agli ultimi sei anni, credo che a qualunque valdostano medio – anche solo velatamente progressista – pensando al PD degli ultimi sei anni verrebbero in mente, per associazione di idee, solo le giacche di velluto marron di Protasoni, i tailleurs color pastello di Carmela Fontana e i discorsi color grigio fumo di Londra di Donzel. Un po’ pochino.
Non sono un esteta, so riconoscere il marketing applicato alla politica. Ma temo che il caschetto biondo e sbarazzino della Favre e le dichiarazioni un po’ roboanti ma assertive di Viérin verranno accolte dagli elettori molto più dei discorsi malmostosi di questa sinistra valdostana francamente provincialotta e non priva di scheletri nell’armadio.
Soprattutto credo di conoscere la vera indole dell’elettore medio. abituato da decenni a scommettere, a prescindere, sul cavallo vincente per mero calcolo personale. Elettore medio che, tuttavia, non ha forse ancora chiaro che quando si parla del declino dell’impero, non ci si riferisce ad un solo Augusto individuo, ma alla collettività valdostana tutta.
Il timore vero è che a non averlo ancora capito, siano gli stessi politici che governano le nostra regione ( quando vedo lo sguardo di un La Torre e di un Marguerettaz ho proprio la piena certezza che sia così). Poveri noi.
E.T.
6 aprile 2014 a 11:16
Una nuova maggioranza fondata sul tradimento di alcuni attuali consiglieri di maggioranza può essere credibile? Può ragionevolmente rappresentare l’alba di un nuovo giorno per la valle d’Aosta?
I lavoratori del Casinò, ai quali la minoranza ha chiesto mandato per pretendere le dimissioni della giunta, possono essere ritenuti rappresentativi della volontà popolare? Sono loro la voce del popolo? Di quel popolo che ha magari perso il lavoro, che ha chiuso l’attività o che si accontenta di un lavoretto a termine per arrivare a fine mese?
Io non credo.
6 aprile 2014 a 22:22
« Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano in una tuta. »
(Steven Spielberg)
Ps.
Per cortesia, esca da quella tuta e si faccia riconoscere per il nano che è….
6 aprile 2014 a 22:44
Sig. Bruscia,
sarei tentato di usare altre parole, ma nonostante io sia un alieno faccio lo sforzo di usare termini propri della civiltà a cui lei dovrebbe appartenere. Pertanto mi dica, perchè mi insulta deliberatamente? Non ho il piacere di conoscerla e continuerò volentieri a privarmi di questo piacere, ma non mi pare di aver insultato nessuno. Gradirei una spiegazione. Grazie.
7 aprile 2014 a 01:06
Esimio E.T,
lei si contraddice. Le chiedo: come fa a privarsi della possibilità di non conoscere il sottoscritto, se sul messaggio ho apposto il mio nome e cognome? Piuttosto sono io che dovrò continuare a risponderle senza sapere cosa c’è dentro la tuta dell’alieno E.T. Lei ritiene di essere stato insultato dal sottoscritto, ma prima di inviare il suo messaggio si è preoccupato di rileggere ciò che aveva scritto? Penso di no.
Vorrei informarla che il Pd non ha mai partecipato ad alcun accordo con le variegate maggioranze di questi ultimi sette anni. Come lei naturalmente ben saprà, il Pd è nato nel 2007 e da allora, è sempre stato strenuamente all’opposizione proprio per cancellare, non attenuare, quell’immagine di subalternità, che la Gv-Ds si era creata negli anni che furono. Un minimo d’informazione, almeno quella basilare, non guasterebbe da parte sua.
Vorrei anche informarla che non si è allontanata da quella deleteria chiave gossippara, alla Alfonso Signorini, che Brachino direttore di Mattino Cinque esaltò con il giudice Mesiano. Lui del giudice Mesiano disse: “O è pazzo o si droga. Chi mai oserebbe mettere dei calzini turchesi al giorno d’oggi? A fatica ora cercherò di recuperare la mia serietà”.
Spero che lei sia consapevole di aver toppato: ridicolizzare, o almeno provare a fare altrettanto, non lascia trasparire nessuna gradevole allure. Lei di fatto pensando di essere spiritoso scrive che per il Pd degli ultimi sei anni nulla verrebbe in mente se non per associazione di idee, solo quelle giacche di velluto marron di Protasoni, quei tailleurs color pastello di Carmela Fontana e quei discorsi color grigio fumo di Londra di Donzel.
Infine facendo parte di questa sinistra valdostana da lei descritta come francamente provincialotta e non priva di scheletri nell’armadio, il sottoscritto non riesce accettare di essere paragonato da lei emerito alieno, come una persona intrattabile, sgarbata e scorbutica, insomma un malmostoso…
7 aprile 2014 a 06:56
Devo dire che non ho mai notato (se fossi stato all’interno del contenitore politico dal nome cangiante in cui si è mosso George W. Bruscia forse mi esprimerei diversamente) una variazione di metodologia nella ricerca di un buon posizionamento da parte delle sigle che si sono in sequenza succedute nella sinistra valdostana.
Ora l’UV è stato sostituita da una sua scheggiona, l’UVP, quale strumento utile per piazzarsi in un posto al sole, ma questo è sempre stato identificato nell’accoccolarsi all’ombra di un partito dal peso elettorale maggiore.
Indubbiamente, a lato di una volontà propagandistica palesissima, G.W.B. sarà animato da un’onestà intellettuale di fondo quando parla di variazioni tra Gv-Ds e PD, ma queste non appaiono coram populo.
Anzi, per l’ennesima volta ripeto (la mia memoria è sopraffina): prima di “mollare” l’UV il PD mostrò in ben tre faccende la sua disponibilità verso quanto sta a cuore al Leone, due volte con Donzel e una con Fontana.
Non considerato, rivolse allora i propri sguardi verso l’UV rafforzata chiamata UVP.
L’immagine del PD è questa, concordo con E.T.
A me piacerebbe che PD e M5S agissero da partiti italiani in questo monocorde scenario valdostano.
7 aprile 2014 a 13:52
Aspettando La Torre e Perron, vacanziere in Congo … . Dai, fate i bravi, tornate, Rollandin vi accontenterà. Una caramella per ciascuno. Se no lo dico alla mamma, se continuate a fare i capricci.
7 aprile 2014 a 21:14
Egregio sig. Bruscia,
nonostante si firmi con nome e cognome, io continuo a non sapere chi lei sia, ma non mi permetto per questo di appiopparle appellativi offensivi come ha fatto lei. Quindi, tanto per ripristinare la giusta equidistanza, «nano» lo vada a dire a sua sorella.
Si rallegri invece del fatto che, senza approfondire, io mi sia limitato a ironizzare sul colore dei tailleurs indossati dalla «strenua oppositrice» e che abbia usato termini innocui e generici come «provincialotta» per definire questa sinistra valdostana che lei difende con tanta sicumera. Sono abbastanza vecchio, di sinistra e disilluso da sentirmi libero di esprimere il mio dissenso nei confronti di questa dirigenza con l’ironia, lo sdegno o la leggerezza che più mi aggrada, senza bisogno di ricevere per questo le sua tiratina d’orecchie. Se oggi esiste il PD è perché esistono tante persone che come me hanno sempre creduto che fosse giusto votare per una certa parte. Lo hanno fatto per anni, per decenni. Oggi come oggi, dopo aver apposto tante «x» su quella scheda, mi sento libero di dirle che le sue lezioni di stile può andare a impartirle a qualcun’altro, magari un po’ più giovane e sprovveduto.
E non prenda la prima definizione di malmostoso che trova sulla Treccani online. La informo sommessamente che Il termine è di origine dialettale, un po’ desueto e certo non molto usato a queste latitudini. Significa letteralmente «senza sugo», concetto che ho associato ai «discorsi» e non alle «persone» di questa sinistra. Si rilegga lei quello che ho scritto. Evidentemente non sa discernere tra un attacco personale e una valutazione di carattere politico fatta su un blog di carattere tendenzialmente satirico e un po’ generalista.
Stia sereno, non siamo a Ballarò.
La saluto e me ne torno sulla mia navicella.
E.T.
8 aprile 2014 a 15:28
Non nutro alcuna ambizione di avere un posto di rilievo nei suoi giudizi. Mi limito ad esprimere i miei, senza voler stilare alcuna graduatoria nei confronti dei giudizi degli altri. Questo è un metodo di discussione ampiamente sperimentato nelle società più evolute, e che consente una piacevolezza di toni che aiuta la comprensione tra le parti. Glielo raccomando con fraterna sollecitudine, perché anche la varietà e la profondità degli argomenti ne trarranno beneficio.
Poi, con calma, E.T. ci spieghi cosa è stato costruito in questi venti anni, mentre si distruggeva una Regione! Io sono stato testimone, non artefice, che le uniche cose costruite…è sotto gli occhi di tutti, sono state intese scellerate e carriere infinite. Tutto questo è stato permesso come contraltare dell’immobilismo concordato. La avverto che anche la sua sinistra, quella da lei vissuta, si era accodata “all’uomo solo al comando”, identificando in un nuovo Migliore…. visto che il culto della personalità non è cosa estranea alla tradizione della sua sinistra, non della mia! Anche il partito come totem democratico smette di essere un investimento per noi e per la nostra Regione quando i suoi interessi contrastano con quelli della comunità. Il Pd come lei ben sa non ha mai governato.
Un pragmatico come lei dovrebbe prima o poi ammettere che il bilancio della vecchia dirigenza Gv-Ds è stato in profondo rosso, e che il bilancio si traccia sulle fortune della nostra terra, non su quelle del suo disilluso partito. Questa è una differenza di prospettiva che può svelarle un mondo. Purtroppo sempre più spesso si identifica la politica con l’attività dei partiti e specie per coloro che il partito lo frequentano attivamente. Tutto ciò che esce dagli schemi è fonte di critica e disapprovazione. Dunque mi lasci dire di lasciare perdere lo sport da lei praticato di affossare il Pd-Vda Sinistra indipendemte. Riserbi le sue critiche all’ uomo solo al comando, che è un uomo che si è servito del suo Movimento per arrivare dove la sua ambizione lo ha spinto.
Ps.
Intanto chiariamo che se uno mi chiama “malmostoso”, io mi convinco che è un cretino. Ma poiché l’epiteto non lo ha rivolto direttamente a me, mi sono limitato a farle una critica pacata.
8 aprile 2014 a 18:10
Quante code di paglia vedo, da riempirne un fienile
11 aprile 2014 a 00:16
“Malmostoso
dal milanese: [malmostós], composto di [mal] male, malamente e [mostos] sugoso. Che dà poco sugo.
L’indisponente per antonomasia è quello che sta stretto con il sugo. Figura quindi spiacevolissima, ma evidentemente ironica: il malmostoso non è una persona insipida in sé, è una persona che rende insipido qualcosa e lo rovina col proprio carattere e i propri atteggiamenti – così come un buon piatto è rovinato dalla penuria di sugo.
Il bambino malmostoso, facendo i capricci in cerca di attenzione – e concentrandosi su questi piuttosto che sul gioco -, finirà con lo sciupare un pomeriggio al parco con gli amichetti; l’intervistato malmostoso che navighi in cattive acque eviterà le domande più interessanti ed intelligenti dei giornalisti e baderà di mostrarsi indecifrabile.”
Per la serie, quando “Le parole sono importanti!” era una battuta di sinistra.