Solo una questione di firma
La Giunta di Governo valdostana capitola sempre sulla faccenda Casinò. Oggi la minoranza vuole la testa dei dirigenti perché incapaci di gestire un’azienda che da tempo è solo un debito per la comunità. Ha perfettamente ragione. Assumiamo il più grande, capace, meraviglioso, specializzato manager del mondo per salvarla, sapete che farà per prima cosa? Taglierà il personale! Già, proprio così, licenzierà l’enorme esubero. La politica ha creato il problema, la politica non vuole risolverlo e sapete perché? Perché i numeri sono tanti, appetibili voti per tutti. L’economia non c’entra. Se mai avesse avuto un ruolo, la politica sarebbe stata ai margini e non avrebbe sfruttato l’azienda in termini prettamente clientelari. Un contenitore di assunzioni senza fine per saziare l’insaziabile fame di consenso. Paradossalmente oggi è chi vuole cambiare le cose a difendere questi lavoratori e per lo stesso motivo: sono voti! Quindi intoccabili. Ma una politica che si fa condizionare da una lobby e quindi non libera di esercitare il suo ruolo non è buona politica. Alla pari del manager incapace va licenziata. Ecco perché non credo in questa minoranza guidata dall’UVP e dal clan dei Viérin, perché ripropone le stesse logiche clientelari finalizzate alla conquista del potere. Perché nella retorica da oratorio che stuzzica i sentimentalismi più stucchevoli, non dice che per mantenere la lobby del Casinò sarà costretta a tagliare sui servizi destinati ad altre fasce di lavoratori. Fino a quando lo Stato ci copriva d’oro potevamo permetterci di mantenere il baraccone, oggi non più. Non ci sarà nessun manager che risolverà la questione senza tagli, ma questo non si dice. Non fa fine e impegna troppo. L’UVP preme per andare a elezioni anticipate perché sa che porterà a casa il ricco bottino del Casinò. Allora ditemi cosa c’è di diverso in questo modo di agire se non la firma? Come si esercita il tanto sbandierato cambiamento? Forse siamo condannati a causa dei pochi numeri, dei privilegi che ci hanno ovattato il cervello, dell’illusione di un benessere eterno. Quattro stupidi gatti imbottiti di soldi, incapaci di trovare soluzioni che non siano contributi, perché protetti da un diritto storico ormai obsoleto sempre più pallido. E la crisi non ci sta aprendo gli occhi.
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29 marzo 2014 a 08:49
10 e lode a Patuasia per il concetto di fondo espresso, ovvio ma che chi vive di voti non vuole ammettere: i posti di lavoro nel settore pubblico devono esistere solo se effettivamente funzionali alla struttura in cui il “lavoratore” si trova.
Non devono quindi esistere i “lavoratori dell’inutile”, cioè coloro cui dovrebbe essere pagato da tutti un posto di lavoro per un’atttività inutile alla struttura che lo ospita e utile solo al “lavoratore dell’inutile” affinché sbarchi il suo lunario.
Le parole di Patuasia racchiudono un concetto generale che va oltre la questione Casinò e suonano sberleffo alla sinistra che se ne fotte dei bilanci e ai sindacati, casta di dannosi nullafacenti che rovinano l’economia e quindi proprio chi li mantiene con i tesseramenti.
Renzi: i concetti li comprende, sguinzaglia Cottarelli, ma i tagli devono essere assai più radicali, liquefacendo le strutture pubbliche inutili e tenendoci dentro solo il personale strettamente necessario.
Aggiungo: per le regionali piemontesi del 25 maggio Tsipras candida un sindacalista della Cgil. I commenti conseguenti sono intuibili.
29 marzo 2014 a 10:37
Signor Borluzzi, se per i commenti conseguenti… intende una mia contraddizione in quanto io sostengo l’utilità della raccolta firme per la lista Tsipras, le farei notare che il mio impegno sia civile sia lavorativo si rivolge alla ricerca di firme e non di voti. La differenza è sostanziale. Per democrazia intendo una pluralità di voci (escludo quelle che vogliono zittire le altre) e quindi mi sembra doveroso dare il mio contributo.
29 marzo 2014 a 11:04
Uffà, dovevo tacere sulle regionali piemontesi.
Forse così avrei ottenuto un commento sul 10 e lode cui tenevo ben di più.
29 marzo 2014 a 11:14
Grazie per il 10 e lode, post scritto alle 03.00 con la benedizione di mio marito che si è dovuto alzare perché lo schermo era spento e non sapevo dove pigiare il bottone (con Patuasia non ci si annoia mai!). Detto questo mi piace Renzi perché non insegue la retorica ormai stantia della sinistra, ma sa dare dei segnali concreti che hanno a che fare con la realtà contemporanea che è molto più complessa di quello che ci si immagina. Per affrontarla sono certa che occorra seppellire i vecchi ostacoli ideologici per abbracciare una visione più adatta alla risoluzione dei problemi. Non è con il populismo-conservatore sia di destra che di sinistra che si costruisce.
2 aprile 2014 a 19:36
Ottima analisi, molto benda piacere leggere articoli intelligenti. Grazie