Per fortuna che c’è la Magistratura!
Il Comune di Aosta ha perso un’occasione per dimostrare ai cittadini che la politica cambia finalmente faccia. Al contrario ha saldamente riaffermato che da noi la politica è e sarà sempre, quella solita: clientelare, che fa gli affari propri, che non sa parlare l’italiano. Grazie ai politici della maggioranza (escluso Paolo Scoffone che ha votato contrariamente ai compagni di partito, la Stella alpina). A riempirisi la bocca di paroloni come: cambiamento, rinnovamento e responsabilità questi sono sempre pronti, nei fatti diventano timidi e belanti. Pure Caminiti ‘u ribbelle! La parola responsabilità è stata più volte profferita durante la recente Festa dell’Autonomia, oggi è stata ancora una volta tradita. Dove consiste la responsabilità politica nell’accettare un amministratore che trova del tutto naturale “aiutare la gente” secondo modalità private che nulla hanno a che fare con le regole dell’amministrazione pubblica? E che, inevitabilmente, sono indirizzate verso il proprio consenso? Sorbara, nel suo breve intervento, ha chiesto scusa. (Dopo l’archiviazione.). Scusa per aver querelato il collega Gianpaolo Fedi (io ancora non le ho ancora ricevute). Nessun riferimento alla particolare telefonata che fece al pregiudicato Roberto Raffa e alla sua altrettanto particolare inclinazione alla beneficenza con i soldi pubblici. Silenzio. Eppure il nocciolo della questione era quello! Nell’intervista che ha rilasciato per la Gazzetta matin una sua foto lo ritrae in atto amorevole verso un gruppo di anziane. Le sue mani poggiate su altre mani. Il viso assorto. Doveva fare il parroco non l’amministratore pubblico! Rivela che lui ascolta i cittadini in difficoltà (nella telefonata intercettata chi stava ad ascoltare era però il pregiudicato, come mai tanta premura?); dice che la brutta vicenda ha portato sofferenza a lui e alla sua famiglia (anche la mamma di Sorbara piange!)… e la rottura di scatole alla sottoscritta? Al danno di immagine per un’indagine in corso su di me? Al mio tempo perso? Eh, signor assessore-tanto-buono, chi mi ripaga di questo, lei? Sempre nell’intervista il buon-assessore, interpreta a suo modo la realtà dei fatti, se ha sbagliato è solo nell’uso del linguaggio, chissà dunque cosa voleva dire con quel “lascia un po’ parlare la gente e poi rifacciamo di nuovo…“? Anche in Consiglio, oggi, ha detto di aver sbagliato. Ha sbagliato a querelare un collega (io sono diventata un tabù), non certo ad “aiutare la gente”! Le sue scuse hanno toccato le anime sensibili di quelli del suo partito e loro alleati a esclusione del consigliere Scoffone che, come i colleghi di minoranza, ha dimostrato di non farsi “commuovere” e di privilegiare l’etica ai sentimentalismi (i sentimenti sono altra cosa). Sorbara ha tirato in mezzo la mamma, il buon cuore, le persone afflitte dalla povertà, la sua ingenuità, la sua sofferenza… e gli italiani sappiamo tutti che hanno un cuore grande così! Rimarrà così al suo posto. La sua intimidazione, perché altro non poteva essere, è passata inosservata. Il suo modo clientelare di fare politica pure, in fondo non sono tutti dei Sorbara? E allora … checché ne dica il Sindaco, finisce a tarallucci e vino e chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, scurdammoce ‘o passato.
This entry was posted on 26 febbraio 2014 at 20:29 and is filed under 'ndrangheta, Affari, Amicizia, Brutto esempio, Casta, Clientelismo, Criminalità, Cultura morta, Degrado morale, Denuncia, Domande, Favori, Folclore valdostano, Irresponsabilità, Magistratura, Mala politica, Pessima amministrazione, Politica valdostana, Uomini politici. You can subscribe via RSS 2.0 feed to this post's comments.
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26 febbraio 2014 a 22:42
Non sono scuse sincere, le scuse sincere non hanno bisogno di contropartite (il voto in aula che gli mantiene il posto) e non aspettano il momento del giudizio. Sono scuse interessate, e quindi non sono scuse. Quanto sopra è dimostrato anche dalle mancate scuse nei tuoi riguardi, Patrizia. E’ la solita ipocrisia politica. E anche una figuraccia pubblica nei tuoi confronti (il cittadino comune può essere trattato come una pezza da piedi)! Dovrebbero piangere su sé stessi.
27 febbraio 2014 a 06:34
Grazie per l’attenzione.
Purtroppo si è persa un’occasione per dare un segnale di trasparenza. Personalmente ritengo la politica un servizio per il quale tutti possono essere utili ma nessuno indispensabile. Ieri si è data una sensazione diversa.
27 febbraio 2014 a 09:29
Ambienti della parrocchia dell’Immacolata mi dicono di non essere molto persuasi dall’attivismo caritativo dell’assessore Sorbara, in questo periodo particolarmente sensibile alla sua visibilità religiosa.
E’ vero che le vie del Signore sono infinite, ma spesso le sceneggiate di devozione a buon mercato servono solo a riparare immagini deteriorate.
Turismo religioso, insomma….
Per chi volesse approfondire l’argomento ( in generale, non riferito a Sorbara…) consiglierei l’ultimo libro del procuratore Gratteri: “Acqua santissima”, Mondadori.
Cercasi Lutero, anche usato….
27 febbraio 2014 a 09:41
Ricordate il film “I giorni della civetta”? Il boss con grande senso di carità regalava alla protagonista, povera contadina bisognevole, vasetti di marmellata e un cappone. Ai ringrazoiamenti della donna, il boss, mi sembra che si chiamasse Don Mariano, rispondeva con il solito “è un piacere” striungendo le mnani della poveretta commossa. E’ un copione già visto, il politico che si inchina alla gente con fare magnanimo spargendo carità ma facemndo attenzione cje nelle vicinanze ci siano fotografi e telecamere perchè la carità senza pubblicità è una stupidaggine evangelica. Quale vetrina migliore aiutare a vendere tortte fuori dalla chiesa per una giusta causa!
27 febbraio 2014 a 14:50
Con la differenza che almeno i vasetti di marmellata e il cappone erano di Don Mariano. I lavori a Raffa invece il buon Sorbara li avrebbe pagati con i soldi nostri.
27 febbraio 2014 a 20:13
Marco hai ciccato. Dimettiti.
2 marzo 2014 a 12:48
Tana per Marco.