Il rottamatore valdostano
In un’intervista su Italia-oggi, il nostro Laurent Viérin viene paragonato a Renzi e definito il rottamatore della Valle d’Aosta. Mi sa che tutto sommato è l’aggettivo giusto. Allora… ha rottamato il fascino del Teatro romano facendogli costruire accanto una gigantesca gabbia di ferro che, seppur in parte smantellata, umilia il monumento. Ha rottamato la monumentalità della Porta Pretoria, imprigionandola in un groviglio di ferraglia. Ha restituito un teatro Splendor che non funziona: scena troppo piccola, qualità del suono scarsa, gestione incomprensibile e comunque che non soddisfa le imperanti esigenze economiche rivolte al risparmio (siamo costretti ad affittare una sala privata per la visione dei films) e quelle degli utenti. Magari come gestore di una brasserie sarà più bravo (consiglio di servire anche le salse insieme alla pierrade), ma come assessore alla Cultura non è stato granché diverso dai suoi predecessori. Poteva rottamare il vecchio stile clientelare, l’antica spocchia del potere. Poteva davvero dare un segno di cambiamento nella gestione della Cultura, indicare degli indirizzi specifici sulla valorizzazione del territorio senza asfissiare la Cultura entro confini troppo ristretti e ottusi. Giovane e intelligente poteva farlo, quando poteva, ma non l’ha fatto. Ora mi viene difficile credergli.
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9 gennaio 2014 a 19:01
Quello che vuole rottamare è l’opposizione! La sua gestione del potere è stata la vecchia gestione del potere. Si è creato una corte di servi e ha elargito benedizioni solo agli amici. Non ha programmato nulla di nuovo e ha diretto ogni scelta anche senza conoscerne il soggetto. Un vecchio politico che gioca il ruolo vincente del nuovo. Il Renzi di nos-atre? Ma per favore!
9 gennaio 2014 a 23:10
più furbo che bello….