Giù le mani dalla 194!
Patuasia solidarizza con l’Associazione “Dora Donne Valle d’Aosta” che ha espresso, insieme a numerose altre associazioni femminili in Italia, il proprio disappunto nei riguardi della veglia di preghiera per le vittime degli aborti voluta e organizzata dall’associazione “No 194“. La 194 è la legge approvata nel 1978 che sancisce la possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza nei primi mesi di gestazione. Una legge sempre osteggiata dalla comunità cattolica come se tutti al mondo vi facessero parte. Non è così. E non siamo più nel medioevo, pertanto, come dice giustamente Viviana Rosi nell’intervista pubblicata dalla Gazzetta matin ” … è ora che queste persone se ne facciano una ragione!”. Abolire la legge non significa difendere la vita come sostiene con l’arroganza tipica dell’integralismo cattolico, la referente per la Valle d’Aosta della “No 194“, Ombretta Rainero, significa solo ritornare all’esercizio clandestino dell’aborto e alla speculazione dei privati, magari gli stessi che oggi si dicono obiettori di coscienza e non svolgono il loro dovere nelle strutture pubbliche dove la 194 è legge.
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7 gennaio 2014 a 15:41
la solita ipocrisia: nessuno obbliga nessuno ad abortire, tanto meno chi si ritiene cattolico!
7 gennaio 2014 a 15:46
Ma non penso che sia un crimine non essere d’accordo su una legge e manifestarlo all’interno di una chiesa senza importunare nessuno. Alla faccia della libertà di pensiero!
7 gennaio 2014 a 16:46
Signor Gelindo, probabilmente non sono stata chiara. La questione è l’esatto contrario di come la pone lei, non si tratta infatti di non accettare una posizione contro l’aborto, si tratta di difendere una legge che garantisce la libertà di scelta, una libertà che vuole essere negata dai cosiddetti difensori della vita. Nessuno è obbligato ad abortire, quindi chi è contrario non lo faccia, mentre secondo la posizione di un certo integralismo cattolico si vuole obbligare a non farlo. Nota una certa differenza? E, per finire, la veglia non si è svolta all’interno di una chiesa, ma in un ospedale che dovrebbe essere, come le scuole, luogo laico.
7 gennaio 2014 a 17:39
Ah beh certo, in un ospedale non è corretto.
7 gennaio 2014 a 17:44
Ho letto anch’io l’articolo sulla gazzetta matin e le argomentazioni date dalla Rainero sono da Inquisizione. Lei è per la vita e chi non lo è? Certo che la sua interpretazione è una e ce ne sono ben altre, ma da brava integralista il suo Dio è il Dio di tutti e le sue regole sono regole che valgono per tutti, non c’è altra legge se non quella divina e cioè la sua. e poi ci lamentiamo degli integralisti islamici, quelli cattolici non sono diversi!
7 gennaio 2014 a 17:46
ll discorso è complicato, perché confliggono due diritti, quello del nascituro (embrione) a vivere e quello della madre a disporre del proprio destino.
7 gennaio 2014 a 18:14
No il discorso non è così complicato. La legge in questione non sancisce il diritto ad abortire, bensì rende legale la medesima pratica. La differenza sembra sottile ma così non è. La legge, semplicemente, ha sancito il diritto di scelta. Opzione per la madre, titolare del corpo ove cresce l’embrione, di disporre del medesimo come meglio crede. Questo sì è un diritto inviolabile; il diritto dell’embrione, con tutto il rispetto, non è ancora stato codificato da alcun giurista serio (per tale intendo non pregno di dottrina cattolica).
Ma davvero stiamo ancora parlando di aborto??? Mah…
7 gennaio 2014 a 18:51
Quoto il sig Libero!
Proporrei di chiedere un parere alla mano ambulante di don Bosco, che presto ci verrà a trovare.
Ha ragione Vattimo: per essere credenti bisogna essere anti-clericali.
Che vergogna, povero Cavour…
7 gennaio 2014 a 21:18
L’embrione dell’homo sapiens non è una persona, è vero, ma è un essere umano o no? O è una cosa? O un essere a metà tra l’umano e qualcos’altro? Comunque la si veda porta in sé elementi “umani”, mi sembra, non è una cosa tout court no? Allora, la domanda è: è giusto o ingiusto sopprimere scientemente un organismo (elemento destinato a svilupparsi) che porta in sé caratteri di umanità? E’ una domanda, che mi pongo. Mi sto e sto interrogando
7 gennaio 2014 a 22:21
E’ una domanda legittima, non è legittimo dare un’unica risposta e imporre una restrizione che comunque non risolverebbe il problema, ma lo trasformerebbe in clandestino. Etica e buon senso vanno a braccetto.
8 gennaio 2014 a 08:26
La mia posizione è molto vicina a quella del sig. o sig.ra zazzak sul tema. Tuttavia sono anche propenso a difendere sempre e dovunque la libertà di manifestare civilmente .
8 gennaio 2014 a 10:02
Se l’aborto clandestino è una piaga, l’aborto legalizzato è la soluzione degli incapaci. Mancano le informazioni: da come si fanno/non fanno i bambini (e qui il mondo cattolico ha precise responsabilità) al fatto che, dopo il parto, anche le madri possano non riconoscere il nascituro, destinandolo all’adozione (qualche mese di pazienza per la madre in cambio di una vita intera per il figlio).
L’aborto è la soluzione impietosa e semplicistica di una società irresponsabile nei confronti degli embrioni umani (che, come ha ricordato zazzak, non esistono a livello normativo) e, soprattutto, delle donne (a cui offriamo soluzioni disumane, le cui traumatiche conseguenze si portano dietro per anni, indipendentemente dal credo religioso).
Relativamente alla specifica iniziativa, secondo me:
1-L’abolizione tout-court della 194 non è la soluzione del problema;
2-Chi invece lo ritenesse, deve comunque avere la possibilità di manifestare, in modo pacifico, il proprio parere.
8 gennaio 2014 a 10:05
Signor redwolf, pienamente d’accordo: ognuno è libero di manifestare il suo parere, ma in modo civile. Pregare in un luogo dove si partoriscono i bambini o dove si abortisce sa di morboso (molto cattolico), criminalizza una scelta e condanna le donne. Un modo di esprimere il proprio disappunto che sa di Inquisizione. Per le preghiere ci sono i luoghi adatti.
8 gennaio 2014 a 18:59
Ma la legge che vieta la prostituzione, risolve il problema del meretricio clandestino? in questo caso dov’e’ il buon senso?
9 gennaio 2014 a 09:37
@Gelindo
Cosa vuol dire “meretricio clandestino”? e legge che “vieta la prostituzione”?
Dipende dalla legge e dalla volontà di applicarla. In Tailandia la prostituzione è illegale (ma è legge ampiamente disapplicata). In Svezia si sanzionano i clienti e (pare) le statistiche evidenziano una drastica riduzione del fenomeno. In Germania è legale e regolamentata ed il numero di prostitute è impressionante. In Italia la prostituzione non è vietata e non è regolamentata: il meretricio clandestino, quindi, non è considerato un problema.
Come per l’aborto, in Italia, paese degli struzzi, si individua una soluzione tampone che non risolve il problema. Come le macchinette nei bar per “risolvere” le bische clandestine, come l’elevata tassazione sulle sigarette e sugli alcolici, che limitano gli abusi (e riempiono le casse dello Stato).
L’aborto è un diritto imprescindibile della donna, allora riduciamo sensibilmente lo stipendio ai medici obiettori.
L’aborto è la triste soluzione a problemi di concepimento indesiderato, allora investiamo in informazione ed educazione civica e sessuale (imponendo, con il finanziamento, l’educazione sessuale anche agli istituti religiosi), detassiamo ed incentiviamo gli anticoncezionali, creiamo forme di reddito garantito per le mamme.
Invece no, soluzione a metà, problema non risolto.