Digressione 46
Cari amici immigrati, proverò a spiegarvi il mio Paese, quest’Italia in cui vi trovate di passaggio, oppure in cerca di salvezza, di stabilità e di lavoro. L’Italia e gli italiani sono come il cinema: raccontano belle storie, ma la realtà è un’altra cosa, guai a chi crede a questi film. Gli italiani di se stessi amano dire “italiani brava gente”: amano rappresentarsi come persone di buon cuore, generosi, amichevoli, solidali. Una volta forse, quando noi italiani eravamo i pezzenti d’Europa, ed insieme agli irlandesi abbiamo inondato di emigranti le due Americhe e l’Australia. Si calcola che dal 1880 al 1930 circa 20 milioni di italiani abbiamo abbandonato la Penisola. In cerca di cosa? Di lavoro, di pane e di dignità, quello che mancava a casa loro. Però adesso la situazione è cambiata, noi italiani siamo famosi per la smemoratezza, che da noi non è naturale o innata: da secoli viene coltivata dai governi, che così possono comandare su gente distratta ed ignorante. E poi a noi non piace leggere né ascoltare i vecchi: circa il 70% degli italiani trae ogni informazione sul mondo dalla Tv. Guardare le immagini non richiede cervello, ma solo occhi. Voi vivete in un’Italia fatta di guardoni senza memoria. Non aspettattevi da loro che vi “vedano”, sono intossicati dai talk show. Noi italiani dunque ci siamo dimenticati del nostro passato di emigranti, scacciati, sfruttati e perseguitati da odi razzisti in tutto il mondo: ci fa comodo dimenticare i libri di un grande giornalista come Gianantonio Stella, che nell’ “Orda” scrive di come eravamo trattati. Poi l’invenzione della bontà degli italiani è stata utilissima, nel dopoguerra, per far dimenticare che il nostro Parlamento nel 1938 aveva votato le leggi razziali anti-semite e che Mussolini aveva aggredito mezza Europa insieme ad Hitler. Ci consoliamo con le nostre invenzioni del cinema e delle fiction, quando tutto il mondo ci disprezza. Questo non è mai stato un Paese dolce e facile: la sua storia vera è tragica, piena di misfatti e di sangue, di intolleranza, di stragi e di soprusi, quasi tutti rimasti impuniti. Non credete che l’Italia sia in pace: non ci può essere pace senza giustizia, e giustizia non ce n’è, nemmeno fra gli italiani. Adesso la crisi mondiale minaccia il nostro labile benessere, dunque siamo diventati ancora più arroganti, ignoranti e spaventati: quindi cercheremo di inventarci un nemico esterno a cui dare tutte le colpe di quanto ci accade.
Voi siete in pole position come capri espiatori, inseguiti a ruota dalla Merkel. State molto attenti, siete in un Paese da sempre ostile ai più poveri, non abituato alle differenze culturali e religiose, pieno di poveracci che non hanno alcun merito, tranne quello di essere nati in Italia.
Questa gentuccia, pronta a tramutarsi in gentaglia, sarà il vostro nemico peggiore. (roberto mancini)
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18 dicembre 2013 a 17:01
Al massimo i più caritatevoli vi mettono nudi al freddo e vi disinfestano con la pompa.
18 dicembre 2013 a 17:08
Complimenti, signor Mancini!
Pagina da cui emergono testa e cuore. Che dovrebbe far meditare chi ragiona solo con la pancia.
18 dicembre 2013 a 18:25
grazie!
18 dicembre 2013 a 18:49
Ce lo dimentichiamo sempre, che una volta eravamo noi i negri per gli altri, e continuiamo ad esserlo: ho letto di recente che un povero ragazzo italiano che cercava di pagarsi gli studi nella “civilissima” Gran Bretagna con un lavoretto da cameriere è stato ammazzato a suon di botte dagli “ancor più civili” britannici perché “fregava loro il lavoro”. Ricordiamocelo, che all’estero valiamo meno di niente, e cerchiamo di dimostrarci migliori almeno in questo. (Parole al vento…)
19 dicembre 2013 a 00:08
Reblogged this on kontrotendenza.
19 dicembre 2013 a 00:09
Bellissimo intervento! Consiglio a tutti la canzone “Cigarettes” di Cristicchi. In questa canzone viene esposta una relazione del congresso americano sugli immigrati italiani negli USA
19 dicembre 2013 a 07:47
Bravo roberto, hai fatto, in assoluto,, uno dei tuoi migliori interventi.Esserti amico è un piacere ed un onore.Bravo !
19 dicembre 2013 a 09:12
“Labile benessere”? Provate a chiedere ad un vero povero, magari uno di quelli che lotta ogni giorno contro la povertà, le malattie e la fame, come vede noi italiani. Vi risponderà: siete grassi, grossi, lagnosi e inspiegabilmente tristi. E allora!! Abbiamo finito di lamentarci sempre? Fatevi un giro in Burundi, in Sierra Leone, nello Zimbabwe e provate a vivere come vivono loro. Poi tornate qui e vediamo se avete ancora il coraggio di lamentarvi…
19 dicembre 2013 a 09:15
Come noto a tutti i saggi dimoranti dal Manzanarre al Reno, Bob Mancini possiede un doppio cervello: uno disbriga le questioni valdostane con estrema lucidità e l’altro ragiona in generale ed è purtroppo penalizzato dall’adesione all’ideologia della sinistra.
Quanto il Nostro qui scrive soffre della penalizzazione preindicata: suppergiù approvo ogni concetto da lui espresso, ma l’unico messaggio operativo che ci leggo è: non razionalizziamo la situazione, elevando il problema da italiano a europeo e per certi versi occidentale, e voi immigrati sopportate perché gli italici hanno (vero!) i loro difetti.
Qui c’è una diagnosi, non leggo indicazioni terapeutiche.
19 dicembre 2013 a 09:37
Aggiungerei un’altra differenza, signor Supremo: loro sono inspiegabilmente sorridenti.
19 dicembre 2013 a 11:03
Sig Supremo Giupremo,
col termine “labile benessere” volevo significare basato su basi economiche labili (debito pubblico elevatissimo, fragilità produttiva, pubblica amministrazione indecente, giustizia civile e penale inceppata).
Non mi riferivo certo al paragone con altre realtà. Odio quanto lei l’eterna propensione italica alla lamentazione.
19 dicembre 2013 a 12:24
signor Giupremo, perche’ non fare un viaggio in Svezia? dopotutto siamo europei o no?
19 dicembre 2013 a 14:25
Gelindo, io in Svezia ci sono stato per lavoro più volte. Mi raccontavano che in quelle zone hanno gravi problemi di alcolismo e di suicidi. Sono stato anche in altre regioni d’Italia, e devo dire che di brontoloni come noi Valdostani in giro ce ne sono ben pochi… Grassi, ricchi e brontoloni…
19 dicembre 2013 a 16:12
Io preferisco guardare alla Svezia. Anche in Valle ci sono suicidi e alcolisti, se è per quello, però qui il welfare non è quello svedese, caro il mio Giupremo. Se lei è abituato a fare una sola o nessuna settimana di ferie all’anno, come capita a molti, mi felicito con lei per la sua abnegazione.
19 dicembre 2013 a 16:13
Alcolismo e suicidi ?
in materia andiamo forte pure noi! Saremo mica svedesi anzichè celti?
Finiamola in ridere, vah…
Anche in Svezia le piscine da 25 metri le costruiscono da 24,80?
19 dicembre 2013 a 16:16
No ma il discorso di Giupremo è interessante, perché impone anche a chi si spacca la schiena alla catena di montaggio di essere felice e beato. Guarda laggiù in Africa come soffrono! Lavora e taci, che tu sei fortunato. Anzi domani passi a 10 ore, così poi c’hai due soldi in più.
22 dicembre 2013 a 12:27
@Roberto Mancini
La piscina incriminata è lunga 24,94 per l’esattezza..!
Una massa di incompetenti ed arroganti tecnici e politici tutti che ci governano e ci appioppano norme e manufatti ridicoli e ingovernabili.
La rivoluzione è sempre più vicina a noi..!
8 gennaio 2014 a 10:50
Gelindo de Cogne sta evidentemente subendo gli effetti della rarefazione dell’aria in alta quota… A differenza di molti piagnoni de nohtra tera che non sono mai usciti dalla Valle se non per andare una settimana a Bordighera a metà giugno, io fuori Valle ci ho lavorato per più di 10 anni, andando in trasferte di lavoro di 15+ giorni in molti Paesi europei e Nordafricani. Vi posso dire che secondo me noi italiani e ancor più noi valdostani ci piangiamo troppo addosso e siamo troppo brontoloni, non rendendoci conto di quanto realmente abbiamo. Non dico che ci dobbiamo accontentare, ma suggerisco di frignare meno e darsi da fare di più, magari con il sorriso sulle labbra così risultiamo anche più simpatici a chi passa da queste parti.