La balena rossonera, larghe intese alle europee
Non so chi tracci il solco, ma è Dell’Aquila che lo difende ( o diffonde?).
La rubrica “la posta dei lettori” della Stampa è uno straordinario termometro del clima politico, l’area privilegiata in cui mandarsi messaggi. Dopo il ventennio berluskonista, cui hanno dato nerbo, uomini e ministri, ora i post socialisti sono in cerca di nuova definizione. Sul piano delle idee, materia che non impegna troppo le loro facoltà, in nome del Caimano sono diventati spietati alfieri del sistema liberale. Applausi persino ai “teo-con” in campo economico. In campo istituzionale?
Sparati per il sistema dell’alternanza e del presidenzialismo, per il bi-partitismo italico, ancorchè imperfetto.
La Sinistra? Da loro sprezzata come immobile, conservatrice, ma soprattutto consociativa. Noiosa, attaccata ad una vecchia Costituzione ( quella americana è del 1776…). Incapace di praticare il sale dell’alternanza, lievito di ogni sistema democratico.
In Valle, tutto il contrario: Dell’Aquila (in nome e per conto di….) propone un pateracchio consociativo da regime bielorusso. Al confronto, le “larghe intese” di Napolitano/Letta fanno ridere.
Alle prossime elezioni europee, Union e SA calmino gli appetiti e con gesto di lungimirante magnanimità si impegnino a candidare un UVP o un Alpe. Ossia candidino un membro dell’opposizione. E l’alternanza “liberale e liberista” con cui ci hanno frantumato gli zebedei per decenni? E l’antitesi maggioranza/opposizione, cuore pulsante di ogni democrazia? La Vallèe, c’est différent. E’ il momento di “lavorare per il bene comune”, anche se “ non si tratta di lavorare per nuove maggioranze”. In sostanza ormai la lotta è quella di tagliar fuori i 5 consiglieri su 35 che rappresentano partiti nazionali (PD e M5S), unificando elettoralmente le restanti frattaglie localiste. In primis l’elettorato della Fèdération e della disciolta Casa della Libertà, che non sente alcun bisogno di essere rappresentato da Forza Italia. In questi mesi infatti i berluscones valdotains stanno al coperto come caute marmotte, consci che dalla ricca tavola di mamma Union può cadere qualche osso.
Insomma le candidature di Laurent Vierin, di Caveri e di Nicco prendono corpo come “motu proprio” della Balena Rossonera. Soluzione geniale: il giovane Dauphin a Bruxelles potrebbe placare la faida tribale col clan di Jovençan, allontanando un concorrente dal vero potere, che è in place Deffeyes. Un’offerta difficile da rifiutare senza imbarazzo, soprattutto se proveniente dalla Balena, mortale nemico da soli 6 mesi.
Gli altri due candidati? Entrambi hanno il debole di presentarsi come “padri della patria” e un curriculum formidabile, cui manca solo l’Europa (Caveri l’ha già assaggiata, ma solo per un po’). Dunque, perchè no?
In sostanza: “larghe intese” significa “c’è pilu per tutti, perché litigare?”
Wait and see. (Roberto Mancini)
Tag: Elezioni europee 2014, Laurent Viérin, Luciano Caveri, Roberto Nicco
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
25 novembre 2013 a 08:04
Sarebbe assai difficile far eleggere un micronazionalista in una lista nazionale posto che ci vorrebbe un partito così autolesionista che lo accetti e soprattutto posto che le preferenze dovrebbero essere troppe: il PD, maggior teorico indiziato al masochismo, elesse con 45mila preferenze nel nordovest l’europarlamentare meno votato.
Tanto vale puntare alle 50 mila preferenze nella sola Valle con lista ad hoc, ma anche in questo caso sarebbe dura: astensionismo, voto in libertà, convergenza di Palazzo ma non di base.
Meglio così, perché il passaggio peggiore di tale socialista nel suo scritto è rinvenibile laddove parla di un “valdostano” in Europa: non è vero che con valdostano egli intende chi qui risiede, bensì chi a Strasburgo porterebbe le note pallonerie micronazionaliste, mettendo al primo posto la richiesta di contributi e regali di ogni genere e facendo fare ai residenti la figura dei soliti questuanti.
Palle etnolinguistiche ed elemosine: meglio nessun europarlamentare eletto in Valle, anche se Paron, in chiaro conflitto con l’ideologia del NCD che si appresta a sposare, inviterà a votare il micronazionalista per rimanere nella comoda greppia che ha impallinato Zuccanzi.
25 novembre 2013 a 10:37
Io cinque anni fa volevo lanciare l’idea di proporre un candidato unitario per le elezioni europee. Chiesi consiglio a un politico che mi rispose : i tempi non sono ancora maturi .Facendo un paragone terra-terra sarebbe come se le regionali fossero il campionato italiano e le prossime elezioni il campionato europeo in cui partecipa la nazionale. Tutti dovremmo essere uniti su un SOLO nome. Ho sentito dire che dovrebbe essere un candidato scelto dalla minoranza; io non sono d’accordo. Penso che alcune caratteristiche del candidato/a dovrebbero essere :
1) Forte personalità.
2) Aver dimostrato le proprie capacità nel lavoro.
3) Non essere mai stato/a in politica.
4) Conoscere PERFETTAMENTE oltre all’italiano ,il francese e l’inglese anche , possibilmente , una sufficiente conoscenza di qualche altra lingua.
Nel caso i partiti decidessero di IMPORCI la persona scelta da loro,
con il solito sistema , i valdostani probabilmente e giustamente non accoglierebbero l’invito.
P.S. io ho individuato una persona che ha tutte queste caratteristiche , ma probabilmente non accetterebbe la candidatura.
25 novembre 2013 a 11:30
prima di parlare di persone, forse sarebbe opportuno chiedersi che cosa dovrebbe fare a Bruxelles l’eventuale rappresentante di tutto il popolo valdostano: con il cappello in mano a pietire i buoni benzina o a chiedere la zona franca oppure con le idee chiare (?) a rappresentare e difendere le differenze tra le necessità ed i bisogni degli abitanti delle zone di montagna in contrapposizione all’Europa delle metropoli e dei grandi gruppi economici?
E poi: a che gruppo parlamentare si iscriverebbe? Ai Popolari? ai Socialisti? ai razzisti?.
Non ci sono i presupposti, al di là della naturale antipatia che ispira l’autore della proposta.
25 novembre 2013 a 12:35
oggi sono particolarmente soddisfatto e devo ringraziare Roberto Mancini e i vari commentatori che, sia pure da un loro particolare punto di vista, affrontano un problema serio e delicato come quello delle prossime elezioni europee.. Mi auguro, al di là delle rispettive posizioni, che il dibattito continui. Condivido, ad esempio, l’opinione di chi dice che oltre alla persona bisogna pensare ai contenuti e alla collocazione dell’eventuale candidato unico alle europee e mi dispiace di risultare “naturalmente” antipatico a qualcuno, ma tant’è. Romano Dell’Aquila
25 novembre 2013 a 13:41
il buon Césal, magari stavolta ci ridanno i buoni benzina, a cui ci eravamo tanto affezionati! Mi piange il cuore solo a ripensarci!
25 novembre 2013 a 16:56
@ romano dell’aquila.
A me risultano “naturalmente” antipatici quanti ritengono legittima in politica l’imitazione di Pinocchio: tra costoro va annoverato chi vorrebbe far passare l’ubriaca equazione secondo cui la Valle d’Aosta starebbe all’Italia come l’Abkhazia alla Georgia.
Sono qui intervenuto, ma non considero quello dell’europarlamentare eletto in Valle un “problema serio e delicato”. Sarà tale per i micronazionalisti valdostani che vorrebbero portare le loro visioni dissociate dalla realtà a Strasburgo: gli europarlamentari di qualunque confraternita politica, eletti in altre regioni, rappresenterebbero ogni realtà italiana per quello che effettivamente è, senza necessitare di indottrinamenti sulla Valle da parte di coloro per i quali oggi batte il cuore di Romano dell’Aquila già socialista e per l’eternità originario del profondo sud.
Quest’ultimo mi è “naturalmente” antipatico perché inventa la sciocchezza secondo cui un residente in Valle sarebbe un valdostano con caratteristiche particolari che sarebbero difese in sede europea da unionisti e loro schegge.
Chi abita in Valle non necessariamente è una persona che rinnega le proprie origini (friulane nel mio caso), né una persona che ritiene cosa “seria e delicata” essere difesa dai dissociati preindicati a Strasburgo, ove oltretutto ci deve andare un eletto ogni 820 mila italiani, mentre quelli residenti in Valle d’Aosta sono solo 125mila.
25 novembre 2013 a 17:03
Un rappresentante per ogni Regione italiana nel Parlamento Europeo non servirebbe certo a pietire buoni della benzina o altri anacronismi del genere.
Dovrebbe invece essere un “riferimento” capace e informato sulle politiche europee in ambito regionale. Ciò per fare in modo che le Regioni non “subiscano” passivamente e tardivamente le scelte europee, ma siano vigili, attive, propositive.
Capire in primo luogo e poi agire con responsabilità e respiro europeo: questo dovrebbe essere l’atteggiamento dello Stato e delle Regioni con riferimento al ruolo del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles.
Niente a che vedere con il nazionalismo, macro o micro che sia.
25 novembre 2013 a 17:15
@ exit paul.
Le regioni italiane sono 20, ma solo 14 hanno espresso europarlamentari.
Le “scelte europee” riguardano i paesi membri, con, se del caso, specificazioni per zone marine o montane.
Ma la visione deve riguardare l’insieme di un paese o di una problematica, senza fingere, come caro a Dell’Aquila, che la Valle d’Aosta sia un Nagorno Karabah che si difende dal proprio Azerbaijan chiamato Italia.
25 novembre 2013 a 22:45
Come al solito Mancini , in preda al ruolo di salvatore della patria italica,non ha capito niente, i partiti nazionali centrano sempre…
l’alleanza sarebbe con il partito democratico tramite un apparentamento che farebbe del Pd il beneficiario dei voti.
Nessun complotto antinazionale anzi, il sostegno certo dei Violante di turno…
26 novembre 2013 a 04:42
Grazie mister Sancho,
Con la sua dotta dritta, lei mi ha rovinato la soddisfazione di far abboccare i merli all’esca…
26 novembre 2013 a 13:00
il miglior messaggio che si merita l’Europa sarebbe l’astensionismo da parte della maggioranza degli italiani. Senza uscita da Euro ed UE non c’è futuro né per l’Italia né per la VDA
26 novembre 2013 a 18:00
al signor Puccettone:
con il debito pubblico che abbiamo, un’uscita dall’Euro e dalla Comunità Europea da parte dell’Italia significherebbe in pochi mesi dover dichiarare “default” e fare la fine dell’Argentina.
Sul punto, meglio dar retta agli Economisti che ai ciarlatani populisti, mi creda.
26 novembre 2013 a 19:01
E se girassimo la questione? Che potere ha oggi il PE ? Agli europei e italiani interessano veramente? C’è ancora troppa ignoranza su questi temi e mi metto umilmente nel calderone… certo a Bruxelles dominano lobbies, burocrazia e interessi nazionali
26 novembre 2013 a 20:50
La proposta per me, e per il PD, è irricevibile. 1) con l’Uv e con Rolli abbiamo una idea di Europa opposta. 2) il “bene comune” oggetto dell’accordo che viene proposto è esattamente l’argomento sul quale siamo alternativi in regione. In altre parole a chi dovrebbe dare retta il suddetto parlamentare su sviluppo, ambiente, welfare, ecc ecc se sono gli oggetti quotidiani del conflitto politico regionale e di due visioni opposte? 3) dato che anche Rolli sà perfettamente queste cose è evidente che si tratta di uno specchietto per le …. e per far distogliere lo sguardo dallo sfacelo di un governo immobile e di una proposta di bilancio regionale senza idee e intriso da tagli lineari e da sovra-tagli a sanità e politiche sociali. Penso che l’alleanza progressista e di sinistra che si è presentata alle elezioni regionali lavorerà per una propria proposta, coerente con una impostazione programmatica e con una visione politica delle priorità. Il resto è “tuffa”…
P.S.
Rispetto al candidato da mettere i campo, francamente, di indipendenti, tecnici, personalità… ne abbiamo già visti a sufficienza. Io preferisco qualcuno con una identità politica chiara… credibile, autorevole e competente certo… ma anche con le idee chiare su cosa dovrebbe essere l’Europa e sui valori da rappresentare. Un “Politico” nel senso più ampio del termine. E se appartiene ad un partito… meglio.
26 novembre 2013 a 21:41
Fabio Protasoni;
la proposta consociativa inoltrata dal sig Dell’Aquila ( in nome e per conto di…) non è fuffa.
Indica una direzione strategica.
Vedremo se troverà orecchie attente e sensibili, oppure chiuse.
26 novembre 2013 a 22:03
I sinistri sono fatti con lo stampino: “stà” in un caso, “sà” nell’altro…
27 novembre 2013 a 09:08
@ Puccettone
Io dico sempre che prendersela con l’euro e’ come se in caso di un accoltellamento si facesse il processo all’arma e non alla persona.
27 novembre 2013 a 09:23
@ exit paul ed elio,
aprite gli occhi, per il bene di tutti non solo per il vostro.
I mistificatori politico mediatici perdono colpi, le loro frodi sono cosi’ colossali e infantili da muovere al riso anche i piu’ poveri di neuroni,mentre lo sdegno aumenta fra coloro che non hanno mai perduto lucidita’ e consapevolezza.Gli untori della menzogna seminano il loro veleno parlando di ripresa in Spagna,di miglioramenti economici in Grecia,mostrano immagini di un popolo Ucraino ansioso di entrare nella UE e conculcato dalle tirannie dell’est.Spargono a piene mani il loro veleno fatto di primarie ,di processi ,di maggioranze truffaldine,di casi giudiziari politici divenuti ormai truculento strame rifiutato anche dagli appetiti piu generosi.
Tutto pur di distrarre,tutto pur di arrivare alle elezioni europee con un congruo numero di elettori ammaestrati con le bandierine e le stelline.
Non si illudano hanno perduto cio’ che non e’ piu’ recuperabile,hanno creato un falso sogno e quando esso si e’ tramutato in incubo,hanno suscitato lo sgomento dei sognatori anche di quelli piu’ idioti.
Non dovremmo piu avere pace fino a quando questi tiranni non avranno arretrato, fino a quando non ci sentiremo nuovamente liberi, fino a quando non scompariranno dalla nostra esistenza i volti lividi che dittano dal nord e le marionette che eseguono i loro ordini.
27 novembre 2013 a 09:58
@exit paul Gli stessi “economisti” che ci hanno ridotti in mutande? Allora preferisco i populisti. E tanto per curiosità, dia un’occhiata al “caso Islanda”, ne resterebbe sorpreso.
27 novembre 2013 a 13:54
dalle considerazioni del buon Protasoni ho capito che la sinistra e il PD difficilmente perderanno la loro naturale vocazione… al suicidio. Romano dell’Aquila
27 novembre 2013 a 19:36
E’ divertente leggere Dell’Aquila perchè segue l’ameno principio secondo cui ” la mia ideologia è un must, la tua non è degna di considerazione”: questo si legge nella riga e mezza di risposta al buon Protasoni da parte del pugliese convertito al micronazionalismo valdostano dopo aver annusato per anni la rosa nel pugno.
Dimostrazione: Dell’Aquila si è schierato per il bizzarro europarlamentare espresso dai micronazionalisti valdostani (volere un europarlamentare per 125mila residenti in Valle anche se ne sono mediamente necessari 820mila indica la tendenza a svuotare la vescica sopra l’articolo 3 della Costituzione stessa) a seguito del suo sposalizio delle “balle della Valle” (etnicità, francese, federalismo, sovranità in barba allo Stato finanziatore), fatto indicante l’adesione a una ideologia, fondata su panzane ma comunque ideologia.
Il buon Protasoni ha evidenziato una sua ideologia ben diversa, da me poco condivisa perché informata a una demagogia tipica dell’area di appartenenza, comunque ideologia che va rispettata.
Cosa replica il neovaldostanissimo pugliese che giammai ho incocciato in montagna?
Che la coerenza del buon Protasoni sottintende la vocazione al suicidio politico perché egli doveva accettare di contribuire all’elezione di chi dovrebbe portare a Strasburgo le “balle della Valle”, senza afferrare che ciascuno possiede proprie visioni politiche e il suicidio consiste proprio nel collaborare al successo di quelle non condivise.
28 novembre 2013 a 11:32
non ho detto che l’ideologia del PD (ma qual è?) “non è degna di considerazione”, ho solo riscontrato nelle posizioni di Fabio Protasoni la conferma di una tendenza che, nel tempo, si è rivelata quasi sempre perdente ( con tutto il rispetto e la simpatia per i perdenti). Come dire una sorta di vocazione al masochismo di cui lo stesso Fabio, che stimo per la sua onestà e integrità, a livello locale ha fatto spesso le spese. Romano dell’Aquila
28 novembre 2013 a 21:27
Non so dire se Dell’Aquila c’ è o ci fa.
Egli ha scritto che Protasoni, in sintonia con il suo PD, dimostrerebbe la vocazione al suicidio in quanto non intende operare affinché i piddì dirottino i loro eurovoti sul candidato micronazionalista residente in Valle.
Ma Protasoni ha evidenziato di voler votare e far votare in linea con una visione dell’Europa opposta a quella di Augusto Rollandin. Conseguentemente, per coerenza con se stesso, non può appoggiare i micronazionalisti, che forse proprio a causa di ciò non avranno un loro esponente che racconta scemenze sulla Valle a Strasburgo.
Ma questo non significa che Protasoni si suicidi: è vivo e vegeto, sarebbe un suicida e non un vincitore se svestisse i panni della sua ideologia e vestisse quelli dei micronazionalisti da operetta nostrani.
Non è masochismo essere coerenti con se stessi.
Ma questo concetto appare incomprensibile a Dell’Aquila.
2 dicembre 2013 a 10:21
A Puccettone e Nemo (con ritardo)
Lei Puccettone è un giovane incazzato, con qualche ragione.
Ma a parte di sfoghi, pieni di proclami datati e di luoghi comuni “rivoluzionari”, non ho mai visto un incazzato risolvere un problema.
Lei invece Nemo confonde gli economisti (che possono essere seri o meno) con gli economicisti (ideologhi da cui stare alla larga).
Dopodiché, se le ricette di Grillo, Bossi e la Lepin le sembrano la soluzioni di tutti i mali, ascolti con piacere le loro urla nelle piazze e magari li voti. Se vincono vedrà che bello per i disoccupati, gli operai, i pensionati…senza lo scudo della moneta unica.
Si è mai chiesto perché tutti i Paese dell’Est fanno a gara per entrare nell’Eurozona e in Ucraina la folla inferocita è in piazza per obbligare il proprio governo filo-russo a stringere patti economici con l’Europa? Tutti scemi?
Quanto all’Islanda, ha fatto default principalmente per due ragioni: perché era amministrata da finanzieri-delinquenti e perché non faceva parte dell’Eurozona (perché se fosse stata in Europa nessuno avrebbe permesso ai delinquenti di fare operazioni finanziarie tanto spregiudicate e rischiose).
E infatti i critici dell’Eurozona lamentano troppo controllo da parte della C.E., non troppo lassismo!
Poi, i cittadini Islandesi hanno reagito alla grande e sono stati capaci di proporre un nuovo modello economico, democratico e partecipato, che li sta risollevando.
Ma è più facile credere a Babbo Natale che illudersi che il modello Islandese (un Paese di poche centinaia di migliaia di abitanti, serio e civile) sia esportabile in Italia (60 milioni di abitanti, poco seri e spesso incivili).
2 dicembre 2013 a 19:47
Lo scudo della moneta unica… sicuramente uscire oggi dall’euro sarebbe una catastrofe: ogni euro farebbe avere 1300/1400 lire, non certo 1936.27.
Se non fossimo entrati nell’euro, la lira si sarebbe svalutata meno di quanto varrebbe se domattina ci togliessimo dall’euro.
Complessivamente analizzato, l’euro ha comunque rappresentato una positiva scelta difensiva per l’Italia.
Non sono favorevole a questa Europa in cui si sono confuse operazioni economiche e politiche, illudendosi cioè che un accordo economico fosse la premessa per un’unione politica.
A causa di tale confusione si è optato per la logica dell’accesso indiscriminato o quasi, avendo anatre zoppe tra i quasi trenta paesi e mali di pancia sia da parte di chi sopporta controvoglia i “poveri”, sia di quest’ultimi verso i “ricchi”.
Resetterei tutto, ripartendo dai Trattati di Roma, includendo politicamente i paesi omogenei ai sei soci fondatori, mantenendo l’euro.
3 dicembre 2013 a 01:15
In Valle d’Aosta, non da ora, c’è una convinzione generalizzata per cui si crede che tutti possano fare tutto. Siamo dei dilettanti di talento, si parla della genialità valdostana, e ancora più spesso dell’arte di arrangiarsi, per cui ci si improvvisa qualsiasi cosa pur di sbarcare il lunario o fare il politico.
In tutto questo, si tace però il fatto che c’è anche una diffusa tendenza a non costruirsi una preparazione professionale duratura, a schivare le fatiche della cultura, a scavalcare i passaggi faticosi che temprano alle carriere più difficili.
E il campo della politica è una tentazione troppo vistosa per essere lasciata cadere dai tanti furbi senza un mestiere, che popolano la Valle. Ancora oggi sono costretto a leggere che per molti l’ideologia pervade ancora il Pd-Vda. L’importante è disprezzare e accostare questo pensiero al Pd come se fosse l’erede del pensiero marxista.
4 dicembre 2013 a 11:02
http://www.trentinolibero.it/politica/politica-e-societa/politica-locale/5671-accordo-svppd-scelta-reazionaria-e-conservatrice.html
Il petroliere texano George W.Brusch scrive nove righe piene di saggezza, ma poi scivola nell’imbonimento riferendosi al PD,
forza politica equiparabile a un oggetto misterioso che per definire una sua linea si affida agli umori di votanti domenicali che sceglieranno in base a look e parlantine di una terna di candidati non in eskimo ma bellamente incravattati che non hanno per nulla evidenziato una linea economica complessiva.
Comunque ci sono praterie tra Renzi (elegante pacco natalizio dentro al quale potrebbe esserci tanto il tesoro dei pirati quanto una fetta di polenta) che vende un bla bla fortunatamente non cigiellino e un Civati manifesto erede del pensiero marxista con il suo ok alla patrimoniale, metodo ineffabile per cancellare in parte gli errori della sinistra politico – sindacale dal dopoguerra e ridurre gli investimenti produttivi che creano lavoro (con tale bella pensata civatiana si mina alla base la fiducia nel sistema politico italiano).
Ci sono poi i PD delle regioni di frontiera: i capolavori di quello altoatesino lo si legge nel link sovrastante: i masterpieces del PD-VdA evincono nel fatto che prima tentò tre volte l’approccio alla greppia rossonera risultandone respinto (carta canta), poi ripiegò nell’aggregarsi all’ UVP dei Vierin e all’Alpe della Morelli.
Renzi ha sottolineato che i parlamentari PD sono 300 e quelli alfaniani 30, per cui devono accettare le decisioni dei più grossi, proprio come in Valle il PD nostrano deve sottomettersi al rapporto di 12 a fronte di tre.
Mentre la SVP ha motivazioni insite nelle specificità dei residenti in AA. l’UV e le schegge da lei fuoriuscite (ancora + estremiste dell’originale) rappresentano un’infrazione ai cui piedi un PD alla ricerca di identità si accoccola per trovare una motivazione esistenziale in quest’ Italia di frontiera che è la VdA: l’ideologia del posto al sole pervade il PD del petroliere texano.
4 dicembre 2013 a 15:40
@exit paul
stavo per risponderle, ma poi quando ho letto questo:
“Si è mai chiesto perché tutti i Paese dell’Est fanno a gara per entrare nell’Eurozona e in Ucraina la folla inferocita è in piazza per obbligare il proprio governo filo-russo a stringere patti economici con l’Europa? Tutti scemi?”
ho capito che è inutile in quanto fa parte di quella categoria che si beve tutto ciò che vede in TV o legge sui giornali senza rendersi conto del ridicolo teatrino messo in opera dai mass media.
Per quel che riguarda i previsti catastrofismi e minacciati quotidianamente sull’uscita dall’Euro, mi limito a segnalare la catastrofe attuale e reale della situazione economica del nostro paese.
Anticipo già la risposta cosi non perde tempo a rispondere:
“Ah ma se usciamo dall’Euro andrà ancora peggio!. L’hanno detto in TV…”
4 dicembre 2013 a 15:57
@Puccettone Uscire dall’euro è solo demagogia. Tutti i danni economici e occupazionali che stiamo subendo sono il frutto dei nostri problemi… non di altri. Il debito, l’arretratezza del nostro tessuto industriale, la burocrazia dello stato, l’evasione fiscale e la corruzione come l’arretratezza di certe parti del paese sono di nostra responsabilità. La crisi mondiale lì ha resi più evidenti ed ora stanno bloccando al ripresa ma l’Euro non centra nulla di nulla! A meno che non si voglia uscire dall’euro per truccare i conti, svalutare la moneta per drogare l’economia, privatizzare il debito e statalizzare gli utili..
4 dicembre 2013 a 16:25
@Fabio Protasoni
debito, corruzione, burocrazia ecc ci sono sempre stati, eppure non siamo mai arrivati a questo punto finchè eravamo padroni della nostra moneta.
Grecia, Spagna, Portogallo testimoniano che l’Euro centra eccome. Avere il coraggio di sostenere che “L’euro non centra nulla” mi lascia senza parole.
4 dicembre 2013 a 16:28
Più che altro… senza argomenti
4 dicembre 2013 a 16:31
e pensare che basterebbe aprire gli occhi e guardare quello che succede, senza il filtro di TV e giornali, ma mi rendo conto che non è facile per tutti