N’hésitez pas? N’hésitez plus?


Al Congresso dell’Union valdotaine si è parlato soprattutto in francese. Donzel del PD- Sinistra VdA e anche Ferrero del M5s si sono espressi unicamente nella lingua d’oltralpe. Più del primo stupisce il secondo. Perché? Perché da un grillino-ribelle-rivoluzionario-anticasta ci si sarebbe aspettato un comportamento, appunto, ribelle-rivoluzionario-anticasta. Mi piace pensare che il consigliere pentastellato abbia voluto dare agli unionisti un messaggio di questo tipo – non siete i soli depositari del francese e io lo parlo meglio di voi –  ma perché allora dopo aver esternato le sue virtù linguistiche non ha anche parlato in italiano? (La stessa domanda la rivolgo a Raimondo Donzel.). Il messaggio sarebbe stato più trasparente, aggettivo tanto gettonato dai grillini, invece l’esclusione della lingua di Dante da parte degli unici esponenti di partiti nazionali, lascia spazio al dubbio. Perlomeno giustifica l’integralismo etnico-linguistico di fasce consistenti nei partiti regionalisti. Al Congresso dell’Uv Stefano Ferrero dice che essere valdostani è una questione di cuore e Domenico Chatillard, sindaco di Valtournenche, afferma che l’Union bisogna averla nel cuore e non nel portafoglio. Il cuore sta al centro così come l’autonomia. Fuori e intorno ci sono i nemici: lo Stato e l’Europa. Il nemico, come ha detto il presidente unionista uscente, Ego Perron, non è tra noi ma fuori dalla Valle, parole che secondo Stefano Ferrero sono state “oneste, responsabili e coraggiose.(aostasera.it) Nessun pregiudizio nei confronti della Balena rossonera. Un’apertura che lascia interdetti: fino a ieri Stefano non si mescolava tra gli altri politici per non esserne contagiato. Nessuna stretta di mano. Oggi parole di augurio e attestati di stima nei confronti del nuovo presidente Ennio Pastoret, assessore per lunghi anni e senza dubbio, come ha  ricordato Osvaldo Chabod, uomo di casta.  Dunque, se Ferrero vuole cancellare la malfidenza che intercorre tra il suo e l’altro movimento, viene da pensare che la scelta di non parlare in italiano più che provocatoria sia stata una scelta politica. E se così fosse dobbiamo aspettarci un restyling in stile rustico del M5s? E quindi legittimato dall’embrassons-nous?

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19 commenti su “N’hésitez pas? N’hésitez plus?”

  1. aldo Says:

    Attenta, Patuasia, c’è un ValtournAnche con una a invece della e. Quelli, credo, che non lo sappiano scrivere, ma certamente sarebbero disposti a chiedere una consulenza…

  2. Gelindo de Cogne Says:

    Ma Ferrero ci fa o ci è?

  3. patuasia Says:

    L’avevo corretto dopo la prima rilettura, ma ahimé la condivisione automatica su FB non tiene conto delle correzioni. Grazie comunque.

  4. roberto mancini Says:

    Nemici lo Stato e l’Europa?
    Bakkanistan libero!!
    Che palle, sono sempre uguali. Mastella di montagna…..

  5. Gennaro Sportelli Says:

    .Ma queste non sono congetture ?

  6. orsobruno Says:

    Ho visto l’intervento di ferrero su fb e ho trovato molta differenza con quello di qualche mese fa in Consiglio. Al Congresso nessun riferimento ai guai giudiziari di Rollandin, mentre ha apprezzatio i big del mouvement, pastoret e perron. Non mi è piaciuto che non abbia parlato in italiano, ha avvallato la tesi errata che in valle d’Aosta la lingua di riferimento è il francese. Sono passati pochi mesi e già abbiamo politici di lungo corso. Ben bravi nè!!!!!

  7. lilli Says:

    Congetture…interpretazioni e altro. Aggiungo la mia; Ferrero, in quanto ospite, si è rivolto al “padrone di casa” parlando la sua lingua. Bravo Stefano. Quindi fino ad ora posso dire,.,MI PIACE In Consiglio , mi pare proprio che intervenga in italiano. Per altre considerazioni, francamente, mi sembra troppo presto
    Non ci fa certo bene fasciarci la testa adesso. Conclusione… quando U V invita
    a casa propria…si parla francese. ET VOILÀ…(detto.fra noi a me I GRILLI. VALDO-STRANI. piacciono un sacco!!!)

  8. lilli Says:

    -Orsobruno sarebbe come se TIZIO , invitato a cena dai VICINI , confidasse a CAIO le doti nascoste della di lui (CAIO). moglie..,poco delicato non ti pare ?(caio si risentirebbe moltoMOLTISSIMO)

  9. Bisker One Says:

    La questione è semplice, prosaica: il Partitone sta cercando di allargare la maggioranza in vista dell’adunanza del consiglio dei primi di dicembre, per non finire sotto con il bilancio; i grillini – o grUllini, come sono chiamati in giro per blog – dimostrano la loro solita incoerenza, prima di tutto partecipando a un congresso del Partitone, e poi mostrandosi accomodanti nei loro confronti. Vedrete che al consiglio di dicembre la maggioranza sarà di 20 a 15, non più 18 a 17.

  10. orsobruno Says:

    Lilli è naturale che le mie sono interpretazioni che altro dovrebbero essere? ne aggiungo un’altra se non ti dispiace, che differenza fa nella sostanza il discorso di ferrero con quello della favre? solo una che il grillino è stato applaudito calorosamente. Uno che fa il duro e puro e che non vuole mescolarsi con gli altri politici tutti uguali e infetti per coerenza al congresso dell’union, il partitone più infetto di tutti, non avrebbe dovuto andarci. Invece eccolo lì che sbrodola complimenti a destra e a sinistra in perfetto stile democristiano. Mi sembra che abbia capito molto presto cos’è la politica. quella vecchia intendo.

  11. chiquélo Says:

    Scusate… Ma l’ipotesi dell’unico candidato alle europee non lo prendiamo in considerazione? Mi sembra che sia quello il centro di qualsiasi eventuale apertura di chiunque nei confronti di chiunque (volendo ovviamente escludere interessi personali).

  12. cittadinanza reattiva Says:

    Se vado ospite a casa di n’importe qui se la conosco parlo la sua lingua, è una questione di banale rispetto; poi evito di parlare degli atteggiamenti libertini della moglie o del marito è una questione di buon gusto.
    Altro sarebbe stato non aver accettato l’invito e con un bel telegramma aver comunicato n’importe quoi.
    Concordiamo con la linea scelta a maggioranza del M5S vda

  13. giancarlo borluzzi Says:

    @ chiquèlo.

    Candidato unico alle europee: la legge elettorale, posto che esclude nei fatti la possibilità di correre da soli da parte dei micronazionalisti valdostani, impone, per essere eletto, 50mila preferenze a un micropallonaro etnolinguistico nostrano annidato in un partito a prova di firme e sbarramento.
    Di fatto, con le 50 mila preferenze subentrerebbe all’ultimo degli eletti nel partito in cui il pallonaro si va a piazzare.

    Due dubbi: chi è così autolesionista (solo il PD, verrebbe da dire) da correre il rischio di perdere un eletto utile per favorire un pallonaro etnolinguistico che in Europa sciorinerebbe solo le sue amenità? Inoltre, come arrivare a 50 mila preferenze, posto che queste si raccolgono praticamente solo in Valle + c’è assenteismo + manca il porta a porta delle regionali per cui sfioreranno il 20% quei grillini che mai sosterrebbero un candidato non M5S anche per non essere impallinati dal Beppe?

    Eppoi chi scegliere come gradito a tutti? I micronazionalisti sanno che a livello di facciata tutto si può sostenere, ma nell’urna uno non voterebbe chi viene ritenuto non collimante coi propri gusti.
    Eppoi ancora, chi è disposto a sconvolgere la propria vita per 5 anni?

    Meglio così, meglio nessun valdostano che un contapalle col cappello in mano a Strasburgo.

  14. exit paul Says:

    Non sarebbe più semplice affermare che ognuno parla la lingua che preferisce, quanto e come gli pare, a condizione che l’interlocutore lo capisca. Che palle la diatriba Italiano/francese!
    Quanto ai grillini, Patuasia è fra coloro che non hanno ancora capito che si tratta di apprendisti politici che manifestano una disarmante incapacità, costretti come sono, fra l’altro, ad obbedire a due ricchi padroni, un po’ esaltati, un po’ populisti e un po’ razzisti (i due padroni, non Ferrero…spero)

  15. Reginaquadri Says:

    Se io fossi stata un’unionista al congresso, che crede nella strategia politica portata avanti dall’UV, non avrei certo applaudito Ferrero.
    A parte le parole di stima personale per Perron e Pastoret (che, come dice, rappresenta ancora l’ancien régime) e gli “auguri finali di circostanza”, piuttosto banali, il discorso è stato molto critico (mi è rimasto in mente: grandi opere fallimentari, nessun sviluppo economico ma distribuzione delle risorse senza criterio -avete dato il latte, ma non avete insegnato a mungere-, perdita di vista degli obiettivi del Mouvement).
    Insomma: il caloroso applauso sta a significare che gli unionisti o non l’hanno ascoltato o sono d’accordo che il sistema politico unionista abbia fallito tattica.
    Ferrero ha voluto dimostrare che il francese lo può utilizzare anche chi non è unionista (tra l’altro, per chi non l’avesse notato, all’inizio del discorso ha anche usato l’italiano). Oggigiorno in Valle si è sicuramente più ribelli e controcorrente a voler usare il francese, soprattutto se non si appartiene all’UV. Chi sbaglia è chi riesce a vedere solo un uso strumentale della lingua francese (e del patois).
    Dal mio tablet un caloroso applauso a Ferrero.

  16. giancarlo borluzzi Says:

    Il caloroso applauso da parte di unionisti può anche significare un battimani di routine da parte di chi non conosce il francese.

  17. patuasia Says:

    Ricordo agli utenti che la sottoscritta non ha tessere e non fa da megafono per nessun partito. Esprime il suo esclusivo punto di vista senza i vincoli di una iscrizione. In questo caso ribadisco la mia sorpresa verso un Movimento che fino a poco tempo fa si teneva rigorosamente da parte per, come ha scritto qualcuno, non venire infetto. Può essere interpretata come una maturazione che però non esclude lo stupore. La scelta del francese, in una regione dove solo il 2% della popolazione lo parla, la interpreto come una scelta squisitamente politica che non apprezzo per intero, per il semplice motivo che legittima un teatrino linguistico che non ha nessuna attinenza con la realtà.

  18. Ugo Says:

    Tra l’altro usare il francese in un congresso che si è definito “nazionale” mi sembra un’idiozia… A meno che la “nazione” in questione non sia la Valle d’Aosta: SECESSIONE!!!

  19. gloria84 Says:

    Sono convinta che la lingua usata fra gli invitati seduti al di sotto e al di sopra del palco sia stata l’italiano per qualcuno il patois. Il francese usato solo per leggere e per parlare davanti all’assemblea, una lingua per una parte recitata in un teatro. I grillini hanno accettato questo teatrino e lo hanno condiviso. Loro! Quelli dell’antipolitica, quelli che sbraitano contro tutto e tutti che vogliono far fuori il Parlamento, eccoli lì puliti e profumati che accettano le regole del gioco per buona creanza. Io non li capisco.


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