Les jeux sont faits
Tempo addietro Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, disse che la Valle d’Aosta viveva nel benessere senza sviluppo. In Italia non aveva mai trovato un’altra regione così rinserrata nell’agio. Aggiunse che “una società ha bisogno di traguardi, per mettersi in cammino, altrimenti rinuncia alla progettualità, alla ricerca di un futuro migliore. Non è mai nata, qui, una pluralità di soggetti che, in autonomia dalla Regione, avesse dato impulso alla crescita. Non esiste qualcosa di analogo agli artigiani di Prato, che si costituiscono come soggetti, e semmai, successivamente, interloquiscono con il settore pubblico e amministrativo, esprimendo una domanda di politica disegnata sulle loro esigenze. Al contrario, in Valle, dalla Regione non giungono solamente le risposte, ma addirittura le domande.”. Noi che difendiamo il concetto sacro di autonomia, abbiamo creato un sistema sociale-culturale-economico totalmente dipendente dalla Regione. Mai avuto altro obiettivo oltre quello di salvaguardare i nostri privilegi in totale sudditanza da Roma. L’assenza di un’autonomia reale è il nostro tallone di Achille. Il parassita, se muore il suo ospite, ne condivide il destino. Abbiamo vissuto da miopi un’abbondanza che credevamo essere eterna. La politica ha cullato questa illusione imbottendo gli uffici di impiegati non così necessari ai servizi, ma utili per mantenere il potere. Le persone sono state piazzate. Le persone si sono lasciate pigramente piazzare. E oggi tutti i ruoli vengono al pettine. Quello del politico che si trova nell’imbarazzo di non sapere come gestire l’esubero di personale che assorbe quasi la totalità delle risorse; quella dei cittadini-elettori-custodi delle clientele che vedono rischiare il loro posto di lavoro acquisito in cambio di un pacchetto più o meno ricco di voti. Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Solo Frigerio continua a sorridere dalle pagine della Stampa, nonostate gli incassi del Casinò siano crollati. (I suoi invece continuano a crescere: 72.000 euro di premio per gli ottimi risultati conseguiti.). Il Casinò aspetta una nuova iniezioni di liquidi per poter affrontare il futuro. Soldi nostri, ovviamente. Frigerio vorrebbe estendere l’orario di lavoro 24 ore su 24 per evitare i tagli del personale che conta 800 stipendi. Qualcuno ipotizza di ridurre il lavoro per poterlo distribuire…, come sempre si va avanti a tentoni. A conferma che la progettualità, non essendo mai stata necessaria, è una parola oscura. Sconosciuta. Licenziare non è popolare, assumere sì, così è stato per tutta la politica e fino a oggi andava bene. Ma adesso si deve scegliere: mantenere del personale inutile o tappare i buchi del tetto di una scuola?
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16 settembre 2013 a 19:18
Questo sistema è piaciuto a tutti e tutti ne hanno goduto chi più chi meno. Tutti i partiti sono ugualmente colpevoli e una buona parte degli elettori con loro. C’era la pacchia, soldi a secchiellate adesso le cose sono cambiate e ci troviamo a mantenere migliaia di persone assunte per via clientelare, molte delle quali non fanno niente. con un’altra politica, quella dello sviluppo queste sarebbero potute essere impiegate in piccole imprese artigiane competitive in qualità e oggi non temere il posto di lavoro. Era più facile chiedere votare e sedersi dietro a una scrivania che fare funzionare il cervello.
16 settembre 2013 a 20:24
La necessità aguzza l’ingegno. Se non c’è necessità…
16 settembre 2013 a 21:16
Allora è l’ora che i valdostani rispolverino il loro cervello e lo mettano in funzione, sindacati permettendo.
17 settembre 2013 a 07:12
L’alternativa? IL “Progetto Arpitania”…..,ormai diventato adulto e in piena forza, visto che ha 40 solidi anni di vita! Sembra che il progetto ha trovato seguaci e sta partendo. Informatevi e aderitevi.
17 settembre 2013 a 08:40
Che brutto vezzo: se si parla di Cipputi, si indica il suo netto mensile, se si parla di un dirigente si indica il lordo, che nella fattispecie di un premio va decurtato del 43% di tasse e andrebbe poi ripartito in tredici mensilità + tfr non riconosciuto nel contratto.
Non conosco Frigerio per il quale non tifo, dico però che il suo introito quale dirigente non è per nulla scandaloso (tiratemi pure banane e angurie); i risultati del casinò sono quelli di un divertissement in declino, oltretutto piazzato in una località priva di interesse.
Non può una persona muovere gente affinché si sposti a Saint Vincent con tutte le alternative di gioco che si moltiplicano.
Se poi una persona del nord-ovest italico volesse recarsi in un casinò, non dovrebbe venire in Valle, ma soggiornare nella ben più stimolante Lugano o anche a Mendrisio, bypassando pure l’elefantiaca quanto caotica struttura di Campione.
Trovo viceversa giusto criticare le nuove costruzioni funzionali a un casinò valdostano allo stadio terminale del suo esistere.
17 settembre 2013 a 12:01
Commento amaro e perfetto quello di Patuasia.
A “libero”: tutti i politici, nei decenni scorsi, ugualmente colpevoli?
Non direi: ricordo i Verdi, vituperati e inascoltati, dire quindici o vent’anni fa le cose chi oggi molti osservano, tardivamente.
Scritti e interventi che sono tutti documentati, ma che nessuno ha l’umiltà di rileggere, magari con un po’ di autocritica
Riccarand e compagni sono stati dei perdenti. Eppure oggi i veri perdenti siamo noi, l’intera comunità valdostana, priva di spina dorsale e con un’economia d’argilla.
17 settembre 2013 a 21:21
Ma va ben bene… che problemi ci sono? Adesso tolgono il limite dei 1000 euro e tutto va a posto.
17 settembre 2013 a 22:35
e in più la regione presta altri (nostri) 10 milioni al casinò, il quale non li renderà ovviamente mai. qual è il problema? poi non ci sono i soldi per la cultura, per la salute, per una baeta mazza, ma per le svariate società partecipate uuuh sì cerrrrto che ci sono!!