Io amo Aosta…
Riprendo la prima parte di una lunga riflessione di un utente patuasiano. Mi sembra che dica tutto sulla Candidatura di Aosta a Capitale europea della Cultura.
Io amo Aosta. Ma l’unica cosa di cui mi rallegro in questa paradossale storia è che non ha assolutamente possibilità di vittoria. E’ un sollievo! Perché non deve vincere. Il giorno in cui una città provinciale ed isolata come Aosta diventerà Capitale europea della Cultura, allora la cultura sarà morta.
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10 settembre 2013 a 19:36
Anch’io amo Aosta, senza retorica e senza lacrime. Vorrei che avesse il coraggio di aprirsi al mondo; liberarsi di quei complessi di inferiorità che l’affliggono da sempre e che se da una parte alimentano una distorta forma di orgoglio dall’altra la pongono alla mercè di chiunque.
13 settembre 2013 a 10:56
Anch’io amo Aosta, senza retorica e senza lacrime. Ma vorrei che avesse l’opportunità di allinearsi alle altre città europee anche nei servizi. Ieri ci è stata fatta una diagnosi dal medico di base e questa parlava di sospetta broncopolmonite. Questa mattina, alle ore otto, ci siamo presentati urgentemente in reparto radiologico per una lastra toracica. Appena saputo il risultato avrei dovuto telefonare subito al medico di base per renderlo edotto del risultato, vista la problematica e agire di conseguenza.
Ebbene l’ho chiamato subito, ma gli ho fatto sapere, che oggi venerdi 13 le “macchine” – secondo gli operatori responsabili – erano rotte…sic, e che saremmo dovuti ritornare lunedi…come del resto faremo! Ora se si fosse presentato un paziente con sospetta embolia polmonare anche lui sarebbe tornato a casa? Come avrebbero risolto il caso? Ma una città come Aosta, con un ospedale così chiacchierato potrebbe presentarsi davanti all’Europa con la prosopopea di essere una capitale? Capitale de che?
17 settembre 2013 a 10:25
La candidatura è stata presentata in conferenza stampa e, a quel che leggo, già le dichiarazioni dimostrano ignoranza, assenza di valori e di idee, pressapochismo, populismo, incapacità, totale assenza di conoscenza del territorio dal punto di vista culturale. A leggere i virgolettati di aostasera.it la Valled’Aosta sarebbe una sorta di Bignami europeo: e questo sarebbe un credito? Un altro virgolettato riporta le parole del sindaco Giordano secondo il quale
“Aosta Capitale della Cultura 2019 non è utopico e sarebbe il giusto riconoscimento di un percorso che ci porterebbe ad aprirci ulteriormente alla cultura, al turismo e al mondo.”
Se fosse vero sarebbe un grande pezzo di politichese. Se non ho capito male (e se non ha capito male il giornalista) il sindaco filosofo vorrebbe un riconoscimento per un risultato futuro. Come uno studente che all’esame dicesse al docente: mi dia oggi 30 e lode che il mese prossimo farò un esame brillante.
Fantastiche le parole di un altro (se il giornalista non ha capito male) secondo cui ad Aosta si fonderebbero espressioni culturali multiformi: ma che cazzo sono le espressioni culturali multiformi?. “Espressioni culturali multiformi” non vuol dire niente. Un niente fatto di nulla. E inoltre sempre lo stesso pare che dica che questa è una città che vuole avere una vocazione culturale (…) come punto di interazione fra culture diverse.
Capito? È tutto un parlare al futuro. Quello che sarà. Quello che faremo. Quello che diventeremo. Perché? Perché qui una politica culturale non c’è mai stata. Perché qui la cultura non interessa. Non interessa politicamente perché qui non porta consenso. Perché, per avere una politica culturale, devi averi dei politici sensibili e/o acculturati. Alla cultura a Milano c’è Flippo del Corno, a Bologna Alberto Ronchi. Sapete chi c’è a Ravenna (a proposito di “Espressioni culturali multiformi”)? A Ravenna (candidata a Capitale Europea della Cultura 2019) c’è Ouidad Bakkali, marocchina, data di nascita 1986, parla inglese, spagnolo, francese e arabo.
Ma che state a dì….