La musica non crede alle lacrime
Tempo fa pubblicai la lettera di un certo signor André che trovava clamorosa quella pubblicata sulla Stampa a firma dei Trouveur Valdotèn, che lamentavano di non aver potuto terminare, come tradizione e con un finanziamento pubblico, la Fiera di sant’Orso. Oggi a Etétrad concluso e, a detta degli organizzatori, con un bilancio positivo, ecco che torna l’ancestrale crisi di astinenza: voglia di mamma Regione! “Tutto ha funzionato alla perfezione“, afferma Vincent Boniface. La gente è arrivata in massa e ha pagato il biglietto; la nuova edizione ha ricevuto l’entusiasmo del pubblico… dunque perché per i Trouveur è “indispensabile riallacciare i rapporti con la Regione?” (aostasera.it). A cosa servono “il bagaglio di esperienze, di conoscenze e di amicizie accumulato in trent’anni di attività”, se ancora quei musicisti sentono il bisogno del sostegno pubblico? Hanno dimostrato di farcela da soli e non è questo che importa a un professionista? Sono convinta che la cultura debba essere aiutata dall’amministrazione là dove non è possibile altro tipo di finanziamento; che è doveroso aiutare gli esordienti talentuosi e quando si affrontano temi di interesse sociale…, insomma mi pare che gli esordienti Trouveur non siano più tali, che abbiano dimostrato di aver imparato a camminare da soli, quindi, è giusto oltreché ovvio, che lascino ad altri quel sostegno che oggi non si può distribuire con l’abbondanza di ieri.
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27 agosto 2013 a 16:34
D’accordo sul fatto che per il concerto di Sant’Orso tutto sommato i Trouveur potevano fare a meno dell’aiuto pubblico, però è anche vero che la Regione poteva benissimo spendere 1000 euro per favorire la realizzazione dello spettacolo. Dopo tutto il concerto era a complemento della Fiera stessa e non per esaltare l’arte dei Trouveur. Dicendo: “vogliamo risparmiare 1000 euro” la Regione ha fatto una ben misera figura, sapendo come poi vengono buttati al vento centinaia di migliaia di euro (vedi St.Vincent-Biennale giovani artisti europei, 500.000 euro, non smetterò mai di dirlo!).
27 agosto 2013 a 16:44
ma no, si tratta delle solite beghe e dispetti all’interno dell’UV!
27 agosto 2013 a 17:35
I Trouveur in cerca di un nuovo mecenate? Hanno già presentato il progetto per l’anno prossimo, via un assessore se ne cerca un altro!
28 agosto 2013 a 15:13
Quando ero ragazzo, dalle mie parti, girava la voce fosse esistito un gruppo musicale che era andato a cantare “Bandiera Rossa” alla festa tricolore dell’MSI e “Faccetta nera” alla festa dell’Unità, prendendo un sacco di botte in entrambi i casi.
Doveva trattarsi di una semplice leggenda metropolitana, perché credo non possa esistere qualcuno tanto scemo. Ma nelle teste di noi adolescenti di allora, confuse da vaghissime idee di anarchia e di future lotte “sessantottine”, quelli erano stati – a loro modo – degli eroi. Oggi sappiamo che trattavasi semplicemente di pirla.
31 agosto 2013 a 19:48
Vincent Boniface è un bravissimo musicista, ma non parla mai di musica:
anche nell’intervista concessagli dal Tgr, il succo ed il clou della della sua pregevole esposizione……. era che ad Etetrad mancava il finanziamento regionale.
Ora ribadisce il concetto ex post:
bellissima serata (complimenti!), ma essenziale “recuperare un rapporto con la Regione”.
E’ bello vedere come , nella regione dell’autonomia, gli artisti importanti non abbiano alcuna voglia di essere autonomi dal potere politico.
Anzi, ne invochino la protezione (peraltro loro assicurata nel decennio precedente…).
Senza si sentono orfani? Tutto qui lo spirito battagliero del “fiero popolo montagnardo”?
Poichè si tratta di un gruppo musicale storicamente colonna sonora della corrente vierinista, viene da porsi alcune domande:
stiamo mica assistendo ad una faida tribale tra clan rossoneri, che si sfidano solo per il controllo dei finanziamenti pubblici destinati al mondo dello spettacolo?
Tutta qui la “nuova politica” UVP? La spinta ideale ed anti-sistema degli “dzovenno”?
Che miseria.
31 agosto 2013 a 20:39
Se tagliassero un po’ di fondi alla cultura sarebbe un bene e lo dico perchè di grandi manifestazioni culturali autoctone ne ho viste poche. Si salva Strade del Cinema e poco altro. Anche i gruppi teatrali sono troppi e spesso fanno cagate. ci sono gruppi che sono formati da pochissime persone, una o due e prendono fior di contributi per quali spettacoli? Un po’ di ordine non guasta.