Prostata
Circa l’articolo dal titolo ammiccante: “St-Vincent, Consiglio infuocato”, ma sciapo nel contenuto, pubblicato ieri sulla Stampa a firma Giulio Crivellari, vorrei aggiungere qualcosa che al giornalista è sfuggito (probabilmente Crivellari era in bagno). Una buona parte del Consiglio è stata incentrata sul tema della criminalità organizzata a causa di un appalto vinto da una ditta, la Cospef, di cui si dice il fare non proprio trasparente. Il giornalista non ha trovato la notizia interessante, infatti non ne scrive. Eppure la discussione sull’argomento è stata sì infuocata! Che non abbia citato Patuasia da cui nasce l’interrogazione presentata da Paolo Ciambi di Alpe, nessuna sorpresa (Patuasia è detestata dai colleghi soprattutto da quelli della Stampa e da quelli di 12vda). Eppure il nome del blog ha generato reazioni non proprio ortodosse. Quella frase: Patuasia scrive cazzate, detta da uno scocciatissimo, quanto pieno di sé, Pietro Mauro Camos, è stata una vibrante nota di colore difficile da trascurare (probabilmente Crivellari era in bagno). Il nostro Giulio nell’articolo usa “il gioco a nascondino” che funziona sempre e solo perché da noi manca il contraddittorio. Cioè mancano i giornali e quindi i giornalisti smarcati dalla politica. Giulio scrive: “Riteniamo inopportuna ha detto il consigliere di minoranza Paolo Ciambi – la presenza in Commissione di Serafino Pallù, coinvolto con altri, tra i quali il presidente della giunta regionale, nell’inchiesta sul nuovo parcheggio dell’ospedale”. Io ho capito un’altra cosa: per Ciambi e l’intera minoranza, inopportuno è il ruolo di Serafino Pallu, ma anche e soprattutto quello ricoperto dal presidente Augusto Rollandin, coinvolti entrambi nell’inchiesta “Usque tandem” per turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Quest’ultimo invece viene menzionato appena e confuso nel generale come se fosse poco importante: coinvolto con altri tra i quali il presidente… . (Probabilmente Crivellari era in bagno).
Explore posts in the same categories: 'ndrangheta, Brutto esempio, Cultura morta, Degrado morale, Favori, Giornalismo, Mala Amministrazione, Mala informazione, Politica valdostana, Uomini politiciTag: Augusto Rollandin, Comune di Saint-Vincent, Giulio Crivellari, Inchiesta Usque tandem, La Stampa, Pietro Mauro Camos, Serafino Pallu
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
25 agosto 2013 a 15:46
Don Abbondio in Vda avrebbe fatto sicuro il giornalista.
O il cittadino/amministratore di St Vincent (“nulla vidi, nulla saccio…”)
Ma in quante commissioni edilizie è presente Pallù?
Un vero Stachanov….
25 agosto 2013 a 16:42
spegnere la TV, chiudere i giornali e aprire gli occhi (e il cervello)
25 agosto 2013 a 16:54
Ciò che ha reso il Nord disarmato verso la penetrazione mafiosa è la propria spocchia localista.
Prendete ad esempio gli ineffabili padanki (padankia=padania della minkia) :
loro sono veramente convinti che basti parlare dialetto per essere persone perbene.
E che i loro paesucoli siano i migliori del mondo….perchè ci sono nati loro.
E i pericoli? Le brutture? La delinquenza? Vengono sempre da fuori, dai “foresti”, dal paese vicino, dal Sud, dagli ebrei, dagli islamici, di cinesi , dai marziani.
Da loro, mai.
Così gli ndranghetisti hanno imparato il milanese e il piemontese e sono entrati in padankia dalla porta principale, mentre i cretini localisti brindavano in dialetto al dio Po…
Lo testimoniano ormai fior di inchieste giudiziarie.
Morale: la forza del pregiudizio ideologico localista è talmente immensa da rendere cieco anche Einstein.
Figurarsi nel caso dei leghisti, in cui il pregiudizio etnico-razziale si installa su una base culturale modestissima.
Domanda: chi rappresenta in Vda, da oltre 40 anni, la sub-cultura identitaria leghista?
Verso le mafie ci sono più anticorpi culturali al Sud che al Nord.