A proposito di turismo…
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Siamo al 20 agosto, il periodo più “caldo” per il turismo è passato e del portale di promozione turistica aostalife.it non si vede nessuna traccia. Ricordo che l’assessore Paron in un intervista su aostaoggi.it il 25/03/2013 (http://www.aostaoggi.it/2013/marzo/25marzo/news29766.htm) dichiarava che il sito sarebbe stato messo online dopo le elezioni regionali di maggio e ammetteva che oltre alla 3bite non era stata contattata nessun’altra azienda privata per la realizzazione del sito, che ricordo costerà al comune 14.000,00 €. In un paese normale l’assessore Paron chiederebbe pubblicamente scusa per il ritardo (che rende inutile il portale fino alla prossima estate), e il Comune di Aosta non solo chiederebbe i danni alla 3bite, ma non gli affiderebbe nessun altro lavoro in futuro visto il disastro del progetto aostalife.it, ma si sa che siamo tutto tranne che normali ad Aosta. Da cittadino spero (credo però inutilmente) che il mio Comune prenda seri provvedimenti al riguardo.
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20 agosto 2013 a 19:34
Sono certo che Paron leggendo l’articolo di cui sopra, commenti in privato:
“lasciamo un po’ parlare la gente e poi rifacciamo di nuovo…”
20 agosto 2013 a 21:03
Che lettera polemica, la 3bite è la migliore azienda valdostana (se non addirittura italiana). Il ritardo sarà dovuto al fatto che il lavoro sarà eccezionale! A parte gli scherzi quest’ennesimo flop dimostra che Paron non è all’altezza come assessore e che il comune continua ad affidare lavori ai soliti noti anche se questi non hanno particolari capacità. Io non sono di Aosta ma mi piacerebbe che i residenti mandino una mail di protesta al Comune per chiedere che non vengano più affidati lavori alla 3bite
21 agosto 2013 a 08:11
3bite: un nome, una garanzia (di disastro assicurato). E parappapparon deve averci le mani in pasta; altrimenti non si spiega come mai affidino questi lavori sempre ai soliti e sempre a cifre stratosferiche (sì, quattordicimila euro vogliono dire che il server su cui dovrebbe girare quel sito dev’essere carrozzato d’oro con diamanti, o quasi).
21 agosto 2013 a 08:48
E’ interessante notare che uno dei contatti del sito aostalife.it sia la signora Comin Elisabetta che in comune riveste l’incarico di Dirigente dell’Area n. 8 – Patrimonio, Illuminazione pubblica e Manutenzione edilizia residenziale pubblica (cosa c’entra con lo scopo di aostalife.it?). Il referente tecnico è invece il signor Angelo Paolone, ingegnere di INVA. Anche chi ha registrato il dominio è INVA così come i servers sui quali verrà(?) ospitato il sito. La domanda sorge dunque spontanea: che c’azzecca 3bite in tutto questo? Solo un modo per fare “affari” mentre il lavoro vero lo fa qualcun altro?
21 agosto 2013 a 09:22
@Nemo
E’ la dimostrazione (se mai ce ne fosse bisogno) che l’informatica in Valle d’Aosta è TUTTA sotto i tentacoli della piovra INVA.
21 agosto 2013 a 09:44
Il vero problema non è 3Bite (ditta per altro sponsorizzata da Inva) ma la pochezza informatica che esiste in questa Regione. Un sito internet non costa niente costruirlo basta andare su internet e leggere le istruzuioni di Joomla programma completamente gratuito!!! Solo per il fatto che il Comune di Aosta ha speso 80.000 euro per il sito Istituzionale qualcuno dell’opposizione avrebbe dovuto presentare denuncia alla Corte dei Conti, ma come sempre ci si è persi in tante discussioni e poi saluti e baci. Resta il fatto che indipendentemente da chi siede sui banchi del consiglio la magistratura dovrebbe fare il suo dovere e aprire gli occhi. Comunque leggendo i recenti P.D. regionali si scoprono sempre più neffandezze. A me sembra che in questa Regione la legge sulla spending review non se la sia letta nessuno perchè con facilità estrema si spendono 117.249 euro per passare su 400 (più 250 comprati nuovi) pc dal sistema XP (che tra l’altro funziona benissimo) a Windows7 e per l’utilizzo di Office 2010 (p.d. 3420 del 19/08/2013). A parte il fatto che Open Office o Libre Office per la maggior parte dei dipendenti sarebbe utilizzabile senza spese visto che si scrivono per di più lettere e si utilizza in parte excel. Alcuni anni fa “Report” aveva fatto vedere come la provincia autonoma di Bolzano avesse risparmiato ben 500.000 euro passando da Office Microsoft all’Open source adesso motivo in più visto che è una legge che te lo impone. Restiamo in attesa di nuove amenità informatiche e come diceva Gaber “Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono”.
21 agosto 2013 a 10:42
Inoltre si potrebbe passare a Linux
21 agosto 2013 a 11:02
Se parliamo di LINUX con questi è finita!!! Se qualcuno non lo sapesse anni fa i programmatori (?????) di Inva hanno installato o meglio tentato di programmare Asterisk per il centralino del Consiglio x 6 mesi la bellezza di 4/6 informatici si sono persi in un mare di problemi. Adesso pretendere di fare i fenomeni quando fenomeni non si è è troppo però chiedere consiglio a chi lo aveva già fatto peraltro da solo (un personaggio di Courmayeur è fortemente indiziato di tale reato) forse era la soluzione migliore ma tant’è!!!
21 agosto 2013 a 11:26
@uomo ragno E’ vero, esistono soluzioni open source tutto sommato facilmente implementabili (Joomla per i siti web, Openoffice o Libreoffice per l’ufficio) soprattutto se dietro si ha una “corazzata” come INVA (ma poi il “guadagno” dove finisce se i programmi sono gratis?). Diverso è il discorso per XP che da aprile del prossimo anno non riceverà più aggiornamenti di sicurezza e quindi pare sensato iniziare per tempo una sua sostituzione. Forse un mix di buon senso e saggia amministrazione sarebbe la cosa migliore ma si sa, quando i soldi sono i nostri diventano tutti bravi a spendere senza ritegno né rispetto.
21 agosto 2013 a 12:42
non voglio difendere INVa a tutti i costi (forse non lo merita) ma, nel caso dell’open source, la scelta di restare fedeli a microsoft fu presa dal dipartimento regionale che si occupa di informatica.
Quante a 3bite, lo sponsor va ricercato nel comune o (ed è lo stesso) nella presidenza della regione
21 agosto 2013 a 12:59
@sully Probabilmente hai ragione ma si parla comunque sempre di centinaia di migliaia di euro in licenze che potrebbero in larga parte essere facilmente risparmiati, soprattutto in tempi difficili come questi. Quindi viene da chiedersi a chi faccia comodo “buttare” tutti questi soldi. Tangenti? Bustarelle? Come diceva @uomo ragno poco sopra, ci sarebbe tanto materiale per la Corte dei Conti che invece pare stranamente disinteressata.
21 agosto 2013 a 13:23
@sully Se per caso leggi la banca dati delle meraviglie cioè i p.d. regionali ti accorgi anche che con il p.d. 3321 del 09/08/2013 qualche fenomeno per dire che la posta Lotus Note fornita da Inva funziona a meraviglia ha appena speso 145.200 euro per comprare un prodotto Antispam e Content Filtering per un periodo di 3 anni. Anche un bambino capirebbe che forse la posta non è il massimo e forse forse ma giusto magari, una telefonata ai sig.ri di Gmail avrebbe risolto i problemi. Tanto per pagare meglio dare i soldi a chi ha una posta veramente efficente. Comunque di Geni della Lampada la Regione è piena per cui come dicevano i nostri avi “Ad Maiora”
21 agosto 2013 a 15:26
Ha ragione signor uomo ragno, la minoranza avrebbe dovuto sporgere denuncia alla Corte dei Conti, per questa e per tante altre motivazioni, ma la minoranza, qui e in Regione, non lo farà mai. Ne ho parlato diverse volte con alcuni esponenti e mi hanno sempre risposto che la politica è altra cosa. Certo la politica non è solo denuncia, ne convengo, ma non la esclude quando questa si fa necessaria. Che la Corte dei Conti indaghi al più presto, perché la gestione informatica della Regione è veramente vergognosa.
21 agosto 2013 a 16:30
La politica dovrebbe essere fatta da persone con capacità cognitive, pratiche e culturali invece è per di più un aggiungere un posto a tavola. Purtroppo i risultati sono sotto gli occhi di tutti, in questi anni abbiamo avuto pagliacci, marionette, nani acrobati e gente che quando parlava italiano dava continue pugnalate ai dizionari “Garzanti” più che un parlamento un signor circo dove il biglietto costa carissimo e non c’è niente per cui vale la pena ridere. Ecco che anche qua nella petite patrie abbiamo seguito l’esempio romano, sembrava (lo è ancora) di essere in una parodia del film “Tutti gli uomini del Presidente” !!! Siamo finiti su You Tube non certo per le bellezze della Valle ma per le arringhe (per fortuna poche) del sig. Turi che tra tutti i problemi ne sorteggiava uno a caso dal cilindro e ne usciva un’accurato discorso sulle cacche dei cani nelle vie cittadine. Il comune di Aosta non fa difetto e per stare al passo ci ha proposto il sig. Bruno Giordano/Milanesio come sindaco e voilà les jeux sont fait!!! Ma aspettiamo fiduciosi in un ritorno di un vero procuratore come Vaudano (l’unico che abbia rifiutato lo sky pass gratuito che la Regione elargiva con tanto di lettera accompagnatoria) per vedere forse un pò di decenza.
21 agosto 2013 a 22:34
sarebbe carino scavare un po’ sulle prodezze degli antenati di Inva, ovvero Data vision, Valbeni, Filmaker e compagnia cantanti: ce ne sarebbe da dire!!
Tanto per vedere dove affonda le radici la (sub)cultura delle scatole cinesi.
Il lavoro lo faceva Tizio ma era Caio che lo fatturava ad un qualsiasi ente pubblico, facendo finta che ci fossero stati, tra i due, un tot. di passaggi intermedi di altri “attori” (prestazioni di esperti, consulenti ecc. ecc.), tutti ovviamente pagati, ma di fatto inesistenti.
Famoso il giochetto di alcune costose macchine, installate negli uffici di una società che chiameremo “X”, da una ditta fornitrice “Y” , facendo risultare però che in realtà lo aveva installato nella sede di “X” la ditta “K” che lo aveva ufficialmente acquisito da “Y”. il tutto per fare una piccola cresta di qualche decina di milioni….
22 agosto 2013 a 08:22
Non per niente il nuovo presidente di INVA è un noto esperto di “informatica”, vero…? 😉
22 agosto 2013 a 08:45
A questo punto una domanda viene spontanea “Ma via Ollietti è ancora parte del comune di Aosta?????”
22 agosto 2013 a 08:52
in quanto a competenza anche il nuovo coordinatore del turismo è un esperto del settore
22 agosto 2013 a 10:17
più leggo di politica (nazionale e valdostana) più penso abbia ancora ragione il filosofo Platone.
22 agosto 2013 a 12:08
Ma l’assessore Paron esiste ancora? Perchè prima delle elezioni regionali lo trovavi ovunque (interviste, facebook, twitter), ora vige il silenzio assoluto. Perché non risponde qui (sappiamo tutti che legge il blog) alle critiche sul progetto Aostalife?
22 agosto 2013 a 16:32
Purtroppo l’Assessore 2.0 esiste si sarà (da buon politico) preso una pausa di riflessione. Quello che stupisce sono i famosi rossi catto/comunisti dell’opposizione da cui non si sente volare una mosca saranno magari in vacanza felici come ogni anno di aver svolto al meglio il loro compitino. Passi per la mancanza di conoscenze informatiche (hanno ormai anche una certa età) ma il progetto di quella specie di condominio/ufficio vicino alla stazione a due passi dalle mura romane, che solo la mente allucinata di qualche fenomeno poteva partorire, almeno quello potevano accorgersi che era un pò osè per una città come Aosta con radici romane, chiese e torri medioevali. Diciamo che chi l’ha progettato è un pirla e chi l’ha approvato è pirla 2 volte
22 agosto 2013 a 17:19
E chi ha votato contro? Ci definisca, caro uomo ragno. E poi ci illumini, dicendoci che cosa avrebbe fatto lei.
23 agosto 2013 a 08:33
Gent.le sig. Vietti visto che mi chiama in causa mi permetto volentieri di darvi alcuni suggerimenti in merito…potevate magari aprire un blog (come Patuasia) dove denunciare le nefandezze della giunta (a proposito le targhe con i nomi nuovi delle vie di Aosta non erano proprio una necessità in un momento di ristrettezza), potevate usare Facebook (magari mettendo online le foto del progetto mostro della casa alla stazione) per divulgare le boiate fatte, potevate fare volantinaggio per spiegare anche ai non addetti ai lavori cosa passa nei vari bureaux dell’amministrazione (perchè non chiedere diversi preventivi prima di affidare ad Inva o 3bite siti e gestioni varie), potevate mettervi sotto il comune con cartelli enormi per far valere le vostre ragioni (che dire dei condomini stile mare in corso lancieri e grazie a dio non hanno fatto le 2 famose torri), potevate chiamare il Gabibbo (magari per fargli vedere i famosi pannelli fotovoltaici sulla collina installati da un privato), potevate andare alla Corte dei Conti e denunciare lo spreco di risorse pubbliche, potevate chiedere l’intervento di Report (magari poi si muove qualcosa)….come vede un pò di soluzioni a portata di mano e se legge ho sempre usato la parola potevate se poi veramente esistete “fate qualcosa di sinistra!!!”
23 agosto 2013 a 12:28
Caro uomo ragno,
ricette originali non ne ho trovate nel suo lungo (e, mi consenta, un po’ banale) elenco di cose da fare. Molte di queste azioni le abbiamo già messe in atto: le ricordo, per esempio l’abbellimento floreale della Piazza Roncas, il marciapiedi di Via valli Valdostane, il flash mob sulle piste ciclabili, il volantinaggio abituale nei condomini interessati da interpellanze o mozioni, il rendiconto delle nostre iniziative in Consiglio comunale, curato da Paolo Fedi ed inviato a circa 800 indirizzi.
Non abbiamo invece mai ritenuto utile l’appello a Report o, peggio, al gabibbo perché abbiamo verificato, purtroppo, che la spettacolarizzazione di situazioni di degrado e di sperpero di denaro pubblico suscitano un moto di stizza immediato che presto si stempera nell’abitudine o nel qualunquismo del “sono tutti uguali”.
Qualche denuncia alla Corte dei Conti l’abbiamo inoltrata da privati cittadini (per esempio quella sul prefabbricato provvisorio del laboratorio di analisi, rimasta senza seguito).
Ci sono molti modi di concepire il “servizio” che i cittadini ci hanno chiamato a svolgere, ma se abbiamo accettato le regole della rappresentanza istituzionale, credo che dobbiamo utilizzare –principalmente- gli strumenti che l’istituzione ci rende disponibili: attività ispettiva, di controllo e soprattutto di indirizzo per l’Amministrazione comunale. Altro compito hanno le organizzazioni politiche (e qui posso darle ragione quando si lamenta perché non sempre fanno qualcosa di sinistra) o i gruppi di opinione o i singoli cittadini, i quali dovrebbero mettere in piedi più azioni come quelle da lei elencate.
Quanto al blog, Patuasia fa egregiamente questo lavoro ed ha il meritato successo che tutti le riconoscono proprio perché non è l’espressione di un raggruppamento politico.
PS: se non è ancora nella nostra mailing list, chieda a Patuasia di fornirle la mia e-mail e mi invii il suo indirizzo.
23 agosto 2013 a 12:58
“L’abbellimento floreale della Piazza Roncas”… Mi sembra di sentire Civati… Tutte azioni meritorie, per carità. Ma la sentite la rabbia montante della cittadinanza? Quella cittadinanza che vi chiede di “sporcarvi le mani”? Non posso che essere d’accordo con @uomo ragno, fate qualcosa di sinistra, prima che sia troppo tardi.
23 agosto 2013 a 14:32
Caro Nemo,
non molto tempo fa un sondaggio (con tutti i limiti, è pur sempre un indicatore di cui tenere conto) ha attribuito a questo governo cittadino un gradimento molto elevato; la rabbia montante della cittadinanza, spesso, si limita a segnalarci che il lampione non si accende.
E la battaglia per allontanare le auto dal centro storico (a quello mirava l’installazione di alberi ed arbusti in Piazza Roncas) è sufficientemente di sinistra? E le azioni contro l’affidamento alla cooperativa Leone Rosso?
23 agosto 2013 a 14:43
Hanno ragione gli utenti arrabbiati e ha ragione il consigliere di Alpe Vietti. Credo che azioni più visibili siano necessarie, anche se va detto e sottolineato che quando queste avvengono e sono promosse dai consiglieri di minoranza, la cittadinanza non risponde come dovrebbe. Il problema di fondo è che siamo diventati tutti, o quasi tutti, dei sedentari. Facili nella parola, ma nei fatti, attivi come lo sono i bradipi. I consiglieri fanno ciò che è possibile fare, potrebbero essere più incisivi, è vero, ma occorrerebbe la famosa spinta dal basso che non c’è. Patuasia ha promosso una petizione contro lo scempio della Porta Pretoria e a oggi solo 300 l’hanno sottoscritta, mica perché sono contrari, ma per pigrizia mentale, per paura di mettere nome e cognome. Un mio amico, per la stessa ragione, il giorno che ho esibito il cartello: “Questo intervento fa schifo”, mi è passato accanto salutandomi appena per timore di un contagio. Non una domanda o una frase di solidarietà eh…, sì che è stato Presidente di Italia nostra per la Valle d’Aosta! Adesso tiene famiglia… Dunque non aspettiamoci che la rivoluzione la facciano sempre gli altri, se non siamo in grado di esserci, se non partecipiamo non attribuiamo solo ai nostri rappresentanti la responsabilità delle nostre debolezze e paure. Prima che sia troppo tardi.
24 agosto 2013 a 11:03
Vista la disponibilita del consigliere Vietri vorrei chiedere se relativamente al progetto aostalife c’è stata una discussione in consiglio e se visto il risultato disastroso la minoranza ha intenzione di proporre una mozione
Grazie
25 agosto 2013 a 12:44
aostalife nome pretenzioso, gli esperti saranno alla spasmodica ricerca delle presupposte tracce di vita nell’aosta capitale.
27 agosto 2013 a 13:11
C’è da augurarsi, lo scrivo perchè ho visto altre esperienze in passato, che il sito non sia costruito (anche) prendendo a man bassa contenuti di gratuita fruizione da parte degli utenti ma non di libero utilizzo a scopi commerciali o in altri siti, da siti creati da appassionati che solo per hobby e amore della Valle d’Aosta, fanno molta pubblicità ed informazione alla regione senza che nessuno gli offra neppure un caffè, nel qual caso partirebbe ache qualche denuncia. Chi si fa pagare, giustamente, per il suo lavoro ha il dovere di fornire un prodotto originale (cioè di mano sua), funzionale, esteticamente accattivante e adatto allo scopo che si prefigge, altrimenti saranno solo soldi pubblici sprecati. Aspetteremo fiduciosi.
27 agosto 2013 a 16:43
Su come creare un sito internet per le pubbliche amministrazioni esiste una legge o meglio è stata fatta una legge dall’ex ministro Stanca ,ex dirigente IBM, che ne 3bite ne Inva si sono curati tanto di leggere nel fare il sito istituzionale del Comune di Aosta. Tanto per incominciare il sito doveva essere schematico (come il sito della Regione per intendirci) con le voci in elenco da una parte in modo da permettere agli utenti di trovare subito cosa cercano. Se qualcuno non ha un pò di dimistichezza nel sito ci trova subito belle foto ma non quello che serve come ad esempio i diversi assessorati o una semplice voce “delibere” o “provvedimenti dirigenziali”.