Errori-orrori
A Parma il sindaco Pizzarotti del M5s ha inuagurato la tolleranza zero verso tutti quei comportamenti che degradano i luoghi simbolo della città. Dopo un certo orario e in centro storico, niente più raggruppamenti spumeggianti birra, niente bivacchi a ridosso dei monumenti, niente schiamazzi e vandalismi. Il sindaco promette guerra contro tutto ciò che influenza “negativamente anche i flussi turistici per assicurare ai cittadini e ai visitatori l’accesso e la libera fruizione dei beni artistici e culturali” (ilfattoquotidiano.it)
E noi? Noi i vandali ce li abbiamo a palazzo. A sconciare i monumenti ci pensano i nostri amministratori, per cui che sensibilità potranno mai avere per riconoscere il degrado? Che competenze hanno per assicurare il decoro di una città? Loro che distruggono l’armonia urbana di un monumento come la Porta Pretoria, perfettamente inserito nel suo contesto? Tutto quello che hanno fatto è stato un errore e un conseguente orrore. Non c’è bisogno di un elenco, basta passeggiare per Aosta. Cosa ne sanno del senso civico e di come si misura una città? Nulla. Sugli errori-orrori si formano le nuove generazioni, incapaci di valutare e di confrontare, perché quasi privi di una scelta. La televisione a cui si rivolge la politica che cerca facile audience, non è una buona maestra, ma risulta essere per molti l’unico approccio alla “cultura”. Ecco che allora la vita viene confusa con il casino. L’allegria con la sbornia. La felicità con una frettolosa scopata nei cessi di una discoteca.
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3 agosto 2013 a 21:02
Con la macchina fin sulla piazza!? Roba da ciodi…
3 agosto 2013 a 22:42
Sono d’accordo sul degrado, sulla mancanza di valori, sulla maleducazione in linea di principio. Ma qualcuno si è chiesto o si chiede che cosa c’è per i giovani ad Aosta? Che cosa ne è della cittadella dei giovani? che cosa si fa per loro ad Aosta? Dove sono gli spazi i luoghi di aggregazione per loro che non siano bar? Si riuniscono nelle piazze, sporcano fanno casino, ma che alternativa hanno? Una volta al posto dell’attuale cittadella c’era il centro “Anita” tanti sabato sera di concerti, mostre, e altro.. muri da pasticciare, casino da fare lontano dalle case, monitorati dagli operatori. Che dire poi degli skate park, i ragazzini sono andati dai vari assessori di turno più volte a chiederglieli, ora quei ragazzini sono probabilmente adulti e di skate park in città neanche l’ombra.. certo però sono riusciti a togliere panchine mettere cartelli e fare ordinanze per vietarne l’uso in città.. Diamogli qualcosa da fare, diamogli dei LORO spazi senza sempre bacchettarli e criticarli come tanti vecchi babbioni..
3 agosto 2013 a 23:02
C’è chi parcheggia con il SUV in piazza.. .e noi abbiamo un francese (?) che parcheggia dove non dovrebbe…
Sul fatto della scarsa offerta per i ragazzi, sono perfettamente d’accordo con cristina. L’attuale cittadella dei giovani fa pena… e difatti non ci va nessuno…
L’amministrazione comunale è colpevole di questo degrado culturale…
3 agosto 2013 a 23:50
@cristina
Ha pienamente centrato il problema giovanile ad Aosta.
I giovani non dispongono di “laboratori d’idee” dove confrontarsi per “CREARE”. Musica, spazi per le arti (pittura, architettura ,politica, ecc)
Scuole di pensiero che “aprono le visuali e gli orizzonti per un cambiamento oramai INEVITABILE.
I giovani si devono ritrovare solo nei BAR, alle sagre di Paese, a bere e mangiare, per far felice questi operatori che altrimenti “fallirebbero”.
Poi dopo vengono premiati solo se “animano” svinazzando i giovani di un partito (vedi Perron e Vierin, prima Farcoz ora ).!
Poveri fegati dei giovani valdostani..! Tra qualche lustro tireremo le somme caricando ancor più una Sanità ed i suoi costi.
Poi lo skate park lo trovano niente popodimeno che nella piazzetta del Palazzo Deffeyes appena fatta, la “Unionplatz”, progettata dal quel grande architetto lacché Unionista che nel promettere un nuovo giardino agli aostani è riuscito a trasferire dai giardinetti di Via Festaz il divertimento di pochi ragazzini e lastricando (siccome ce n’era bisogno) un altro pezzo per il godimento dei tagliatori di pietra.
Grazie Signora Cristina di pensare a noi giovani dove l’ultima carta da giocarci è l’espatrio per cercare una dignità ed un futuro che i nostri “vecchi” non vogliono concederci solo per puro egoismo e vigliaccheria! Le ultime nomine fatte dalla Giunta Regionale ne sono il simbolo di quanto affermo.
4 agosto 2013 a 14:03
Tutto vero, signora Cristina, ma ancora una volta i giovani vengono presentati come strumenti passivi che bisogna accudire. Possibile che i giovani non sappiano organizzarsi da soli e abbiano sempre bisogno dell’ausilio degli adulti? Che non siano in grado di prendersi la vita con le proprie mani? Ma che razza di generazione è venuta fuori quella che necessita di spazi istituzionali per esprimersi? Quella che altrimenti sballa con la birra e sbocca in strada nel divertimento generale? Insomma prendere per mano significa condurre, suggerire, controllare, quando sarebbe invece necessario che l’orizzonte rimanesse misterioso e da conquistare. Signor il Pretoriano, quelli della mia generazione la dignità se la sono presa a calci nei denti. Con in tasca niente altro che i pugni. Nessuna retorica e nessuna commemorazione del tempo che fu, vivo molto meglio ora, ma contro le nomine fatte dalla Giunta regionale cosa fate voi giovani? Sono io che scrivo e che denuncio il fatto, io vecchia, egoista e vigliacca.
4 agosto 2013 a 15:54
I giovani (proprio in quanto tali) non sono passivi, anzi, gli spazi se li trovano da soli e fanno bene! Guarda caso si ritrovano in quelle piazze come quella nella foto che a niente servono e almeno loro un utilizzo lo hanno trovato! Certo che poi a noi “società” la cosa ci da fastidio.. fanno rumore, sporcano, imbrattano,schiamazzano. Le alternative bar (ma poi ci danno fastidio anche quelli con i loro dehors) o play station, oppure lobotomizzarli direttamente ed è quello che da decenni proviamo con le televisioni. @Patuasia non si tratta di dare spazi istituzionali per esprimersi, si tratta di proporre delle alternative, di dimostrare attenzione e interesse, come dice lei conducendo, suggerendo ed eventualmente controllando.
Riguardo al discorso degli “skate park” ho visto una intervista ad un assessore comunale di una citta’ canadese il quale riferiva che guardandosi intorno aveva notato che i ragazzini affollavano di più le strade con i loro marciapiedi e muretti piuttosto che i numerosi campi da tennis comunali gratuiti della città, a quel punto l’amministrazione aveva optato per la costruzione di 3 nuovi impianti di skate. Tutto come da noi! Amministratori, operatori, genitori e adulti attenti alle esigenze dei propri giovani. @Pretoriano ha ragione, per i giovani meglio espatriare!
4 agosto 2013 a 16:36
Probabilmente, signora Cristina, vogliamo la stessa cosa: una gioventù viva, ma abbiamo un diverso modo di interpretare la vivacità. Per me la vivacità è la capacità di farsi sentire e ascoltare, ma, sembra, che l’unico modo per ora sperimentato da questa bella gioventù sia quella di farsi sentire per gli schiamazzi e urletti vari distribuiti fino alle tre del mattino, per pisciare contro le fioriere e vomitarci dentro, per lasciare sciami di bottiglie di birra vuote. Io denoto un vuoto culturale che, se vede nelle precedenti generazioni genitoriali e politiche una responsabilità, è anche vero che è ben accettato da quelle nuove.
4 agosto 2013 a 18:06
Ma smettiamola con questo vittimismo…Sentirsi bersaglio costante d’ingiustizie è un alibi: un atteggiamento che altera la personalità e fa danni alla salute, ma da cui ci si può liberare. Basta con la sindrome di Calimero perchè il vittimismo esprime un modo immaturo, per lo più inconscio, di vivere le relazioni e di affrontare la realtà.
E smettiamola di far sentire gli altri – generalmente agli anziani – sempre in colpa per poi così ottenere da loro ascolto, indulgenza, protezione, arrivando persino a tiranneggiarli. A volte questo povero giovane diventa il vero tiranno di questa società diventata così melensa. Proclamandosi vittima – assai facile per altro – può ottenere molti vantaggi quali: indulgenza, ascolto, affetto, protezione. Dunque cari ragazzi crescete un pochino anche voi e non aspettate sempre d’essere imboccati come gli “uccellini”.
4 agosto 2013 a 20:33
@patuasia
Gentile signora, la mia analisi fatta non vuole assolutamente affermare che i giovani hanno ragione con il loro comportamento fin qui tenuto, per poi piangersi addosso per essere “emarginati” dalle scelte fatte dalla politica.
Il fatto è che in questa Regione vengono premiati solo ed esclusivamente coloro i quali negli anni si sono dati alla vita di partito, si sono “sottomessi” al politico potente di turno, per poi passare alla cassa e ritirare l’incarico di prestigio o il posto in una controllata dalla Regione.
La parola “meritocrazia” che tutti invochiamo nei bar,giovani e vecchi compresi non è presente, evidentemente, nel dizionario del patois e nel linguaggio della politica e quindi lascio a Voi ogni giudizio sulle nomine di partito.
Poi i risultati sono sotto gli occhi di tutti : vedi scelte errate sulla Porta Praetoria, sull’Ospedale, sull’Università, sull’ Aereoporto, sul Casinò, ecc.
Non è cosi?
4 agosto 2013 a 23:47
Quello che dice, signor Il Pretoriano è vero, ma non riguarda solo i giovani.
5 agosto 2013 a 16:53
E’ la prima volta che commento sul blog, signora Patuasia, ma ci conosciamo tramite Facebook. Ho 23 anni, ora vivo a Torino ma tutta la mia adolescenza l’ho passata ad Aosta. Ho iniziato ad uscire e le alternative erano poche, contando che la macchina non l’avevo e vivevo fuori aosta. Per bere qualcosa e vedere gli amici c’era il pub inglese, poi dopo la riapertura del pigalle, si andava per ascoltare i propri amici suonare e a volte anche per ballare. Chiuso il pigalle, per chi non poteva spostarsi da aosta, si doveva ripiegare sui bar. Che fare, che fare? Cinema? Solo il De la Ville, che con una sola sala non poteva sicuramente proiettare sempre film adatti ai gusti di tutti. Apre la Cittadella e si crede che ci sia veramente un po’ di vita, ma invece: spazi chiusi, poca libertà di movimento e di decisione per quanto riguarda la scelta delle attività da svolgere, la sera o si stava in caffetteria o niente. Le altre sale, e voglio sottolinearlo, chiuse.Quei pochi concerti organizzati a volte andavano, spesso venivano “sabotato in corso d’opera” perché guai parlare di politica o alzare troppo il volume degli amplificatori. In estate qualche concerto all’aperto al Puchoz salvava le serate noiose, ma per il resto o ci si attrezzava con passaggi di genitori o amici, o si stava seduti al bar. Già perché senza macchina non si poteva andare in discoteca, o al cinema, o al bowling, tutti posti fuori da Aosta.Allo nuit? Introvabile, poi non mi davano cosi tanti soldi da potermi permettere di prenderlo sempre. non è no per fare vittimismo ma questo era quello che ci veniva offerto, e questo abbiamo preso. Perché ci vengono dati gli spazi ma poi non ci vengono fatti utilizzare? REcentemente ho visto coi miei occhi un signore di mezza età augurare la morte ad un ragazzino che faceva skate davanti alla billa. Mi chiedo: a 15 anni era davvero maturo come finse (malamente) quel giorno? A 15 anni eravate tutti davvero così pieni di responsabilità e con la testa sulle spalle come ci volete far credere? Ma soprattutto, pensate a quanto siano soprattutto i vostri coetanei genitori a permettere che i loro figli si riducano come si riducono oggi. Eppure hanno ricevuto molto probabilmente la vostra stessa educazione. Mi fa imbufalire perché qui la colpa non è solo dei ragazzi ma di chi ha il compito di educarli e di renderli cittadini onesti, e fidatevi che a molti il lavoro è riuscito male, malissimo.
5 agosto 2013 a 17:16
Guardi, signora Elisa, non volevo parlare di me e della mia generazione perché i confronti di questo tipo non mi sono mai piaciuti, ma credo che sia necessario non fosse che per fare un po’ di storia (anche se, dato il contesto limitato, con inevitabile superficialità). Tanto per cominciare a 15 anni noi la sera si stava a casa (quelli ancora prima a quell’età già lavoravano). La maggiore età arrivava a 21 anni, pertanto fino ad allora la libertà era centellinata così come i soldi che erano pochissimi. Nel mio caso non avevo mai una lira in tasca. La città offriva un decimo di quello che c’è ora. Pochissimi bar, nessun centro sociale a parte Piloto io, ma ero già un po’più grande. Un centro che nessuna amministrazione aveva concesso, ma che era stato voluto e creato dai giovani e poi, naturalmente tolto. Scarsissimi concerti, qualcosa in estate. Ma avevamo i cinema. Qualche discoteca che io non ho mai frequentato. La città era poi di un grigio pessimo umore, ma in questa città ho imparato a fotografare. Ho organizzato un cineforum. Ho incontrato amici. Mi sono interessata alla politica locale. Non mi è mai venuto in mente di chiedere a qualcuno di risolvere la mia noia, quello era un problema mio a cui dare una risposta con le mie capacità. E così pensavano i miei coetanei. Avevate un centro l’Anita che funzionava, ve lo hanno preso e trasformato in qualcosa che non piace a nessuno RIPRENDETEVELO! Non aspettate sempre che siano gli altri a dare risposte ai vostri bisogni, dovete prenderveli. Se c’è un sano conflitto generazionale è proprio questo: prendere lo spazio, prendere le idee, prendere la vita per proporre qualcosa di meglio. Questo è quello che hanno fatto coloro che vi hanno preceduti, con tutti gli errori del caso. Coraggio! E poi ci sarà anche qualcosa di meglio da fare che riempirsi di birra no? 🙂
6 agosto 2013 a 21:13
Siamo i figli della vostra generazione…Siamo la conseguenza di quello che avete preso e creato, ma a differenza vostra abbiamo molte più opportunità..viaggiare.. Sentirsi parlare del passato, “alla vostra età già lavoravo ” ecc ecc. non è il caso. Le cose cambiano. Grazie al vostro attivismo passato adesso ci troviamo in un mare oscuro, dai toni marroni. Facile dire addesso che i giovani possono prendersi quello che vogliono, ma ci sono regole,leggi, pretese delle altre età e soprattutto la realtà in cui viviamo. La realtà che voi da giovani avete creato.
Per avere di nuovo un Anita bisognerebbe occupare un altro fabbricato (non la vedo cosi facile in una regione come la valle d’aosta), la cittadella è tutt’altra cosa.
Nella maggioranza delle città al mondo i centri storici sono presi d’assalto da una moltitudine di giovani e molte volte quel che rimane a terra è qualcosa di indescrivibile, ma queste città la mattina sono pulite come sempre. Il chiasso la notte… magari i giovani vogliono prendersi il centro storico di Aosta… far abbassare i prezzi mostruosi degli alloggi per poter vivere insieme per là. portare tutte le famiglie che vogliono una vita tranquilla e serena dove la natura le può accogliere nel migliore dei modi. Chi lo sa che anche questo stile di vita voglia prendersi qualcosa?
Magari è una generazione che non crede più in nulla,senza troppe pretese e senza troppe speranze che si sfoga nel modo più classico e antico del mondo. già perché ci si sbronza solo nel XXI secolo…e i giovani devono ammuttolirsi durante le nottate, i piu anziani pretendere una città silenziosa e morta.
7 agosto 2013 a 16:49
Con il suo ragionamento, André, i miei padri avrebbero dovuto impiccare i miei nonni in quanto eredi di una guerra. E i miei nonni trucidare i miei bisnonni in quanto eredi di un’altra guerra. Io ringrazio la generazione che mi ha preceduto perché ha iniziato un lungo percorso di pace e per la prima volta nella storia dell’Europa. Cosa che voi oggi trovate assolutamente normale, ma che in realtà è una conquista che è costata un bel po’. La ringrazio anche per essere stata autoritaria e povera. Per avermi imposto delle regole morali che io ho sovvertito con altre regole morali. Per non avermi mai dato la paghetta e non avermi mai lasciata uscire di casa la sera, affinché io potessi desiderare la mia autonomia. Ringrazio di essere stata adolescente in un periodo storico difficile e caotico perché le manganellate mi hanno permesso di imparare presto cos’è la politica e di scegliere da che parte stare. Fortunata di aver attraversato nella mia prima giovinezza gli anni più terribili della nostra Repubblica, quegli anni di piombo che hanno straziato e insanguinato l’Italia. Anni che voi non conoscete, perché ancora (ahimé) non si studiano a scuola e la vostra curiosità verso il recente passato é poca cosa. Quello che voglio dirle, nel modo più succinto possibile, è che ogni generazione eredita da quella precedente, ma è la prima volta che una generazione, la sua, si lamenta di questo. Fa la vittima. Si sfoga, come dice lei, nel modo più classico del mondo. Io pensavo che la classicità della protesta avesse una bandiera o un cartello per mano e uno scopo alto. Mi sbagliavo. Oggi questi simboli di lotta per il cambiamento sono sostituiti da una bottiglia di birra. Già, mi sembra di capire che le rivendicazioni più ostinate siano quelle di prendersi il Centro storico per dare aria ai polmoni e alle vesciche. La vita tranquilla che naturalmente solo i “vecchi” desiderano (e per tranquillità è inteso il sonno dopo le nove, perché la lettura di un libro o l’ascolto di un brano o la visione di un film magari in B/N o il semplice piacere di parlare fra amici non sono considerati vita attiva), si può sempre relegarla in mezzo alla natura, insomma in un bel ghetto verde. Grazie per la sua originalissima filantropia! In realtà chi ha una visione vecchia della vita, priva di speranze, priva di pretese che non siano quelle di una movida continua, mi sembra proprio che sia lei e quelli come lei. Mi dispiace molto, mi creda.
8 agosto 2013 a 05:47
“Con il suo ragionamento, André, i miei padri avrebbero dovuto impiccare i miei nonni in quanto eredi di una guerra. E i miei nonni trucidare i miei bisnonni in quanto eredi di un’altra guerra”…non ha senso…
Eh si…noi giovani siamo ignoranti, viziati, con una vita semplice e non sappiamo apprezzare niente… le manganellate mai prese, regole morali nessuna, stiamo vivendo nel periodo di massima prosperità economica che questo paese abbia mai vissuto.
Si, andremo nelle piazze a sventolare bottiglie!
Mi fa sorridere… pensa davvero che occuperemo il centro città per sbronzarci tutti insieme serenamente cacciandovi? che il nichilismo abbia colpito tutti i giovani?ecc ecc.. c’era un po’ di ironia in certe frasi…
Ho sempre pensato che ci fossero vantaggi e svantaggi nel vivere in città… supermercati,cinema,centri culturali, corsi di ogni genere, crimininalità,bar e discoteche…c’è chi porta avanti la sua guerra sull’inquinamento acustico notturno, c’è chi vive la notte in modo differente ( immagino siano 2 notti a settimana )…c’è qualcuno che preferisce cantare sotto la doccia,altri per strada, alcuni chiaccherano intorno a una tavola, altri scelgono una panchina, chi preferisce un bicchiere di vino, chi la bottiglia…ah, non sorgano fraintendimenti, sono una moltitudine di soggetti diversi… Stili di vita differenti? Incompatibili? Compromessi naturalmente nessuno… due linee parallele no? c’è chi si inebria di virtù, chi di vino, chi di poesia… Ognuno nella vita cerca la felicità credo, a suo modo… Facile condannare..
Non credo che il mondo sarà distrutto da questa generazione…forse cambierà, come tutte le cose cambiano…
Spero di essere stato più chiaro…
8 agosto 2013 a 10:07
Più confuso che mai, signor André.
9 agosto 2013 a 01:55
Ricominciamo da capo…
Ringrazio lei e la sua generazione per ciò che avete fatto in passato… ma ci sono state vittorie, “vittorie” e sconfitte, se no non si spiegherebbe la situazione attuale.
Non bisogna generalizzare il comportamento dei giovani al giorno d’oggi e soprattutto non bisognerebbe perdere la fiducia nelle nuove generazioni.
Alcuni magari preferiscono bersi una birra in una piazza piuttosto che in un bar dai prezzi inverosimili o chiusi in una casa.
Qualcuno ogni tanto si sbronzerà, ognuno è libero di vivere come meglio creda. non sta a me giudicare.
Non vedo nulla di male in una sbronza ogni tanto, quando diverrà un problema spero che ci sia una famiglia dietro a poter aiutare il ragazzo o quando sarà un problema per la popolazione…dovrebbero esserci delle persone retribuite a sistemare le cose.
Qualora il problema non fosse gestibile, ci sarà da chiedersi il motivo di tutto ciò. condannare in maniera distruttiva,senza cercare di cambiare le cose non ha senso. certe cose non si possono cambiare da un giorno all’altro. Certe malattie non si curano, ma si prevengono.
Se le scritte sui muri sono un problema, diamo degli spazi ai giovani per esprimere la propria creatività. Si potrebbe arrivare a qualcosa di interessante… ( http://www.ciudaddevalparaiso.cl/inicio/patrim_expres_arte_detalle.php?id_categoria=1&id_subcategoria=16 )
Certo coprire le scritte con della vernice è più semplice, soprattutto durante le politiche.
Non sono cosi egocentrico da iniziare a raccontare la mia vita, ma penso che negli ultimi anni le nuove generazioni siano state abbastanza attive, forse per cambiare alcune cose in questa epoca storica, le varie generazioni dovrebbero essere più compatte e attive, insieme.
Spero di essere stato meno confuso.
29 agosto 2013 a 16:24
Buongiorno, siamo un gruppo di ragazzi, anzi il gruppo di ragazzi, tra i 14 e i 17 anni che praticano lo Sport dello skateboard qui ad Aosta. Volevano intervenire in questo discorso per chiarire meglio la situazione vista con i nostri occhi. La maggior parte delle persone ci vede come vandali e molto spesso veniamo scacciati malamente e con parole dure da privati, questo perchè non esiste una struttura nella quale si possa praticare questo Sport e quindi siamo costretti ad andare in zone talvolta abitate/ pedonali. Noi comprendiamo che spesso questa attività possa dare “fastidio” alle persone in quanto azione ” rumorosa” e forse anche mal pubblicizzata, anche se noi ci siamo sempre posti con gentilezza nei confronti di chi ci scacciava anche violentemente. Nelle ultime due settimane gli agenti della polizia locale, i quali sono obbligati a multarci, sono stati “sommersi” di lamentele e quindi ci hanno invitato a muoverci e a sbrigarci nel trovare una soluzione al più presto, onde evitare multe che non farebbero piacere a noi ma nemmeno a loro. Inoltre volevamo far notare il fatto che in altri comuni della Valle d’Aosta quali Pont Saint Martin e Cervinia sono presenti delle strutture adibite al nostro sport, e siamo sicuri che una struttura di questo tipo ad Aosta apporterebbe solo guadagni, per noi che potemo allenarci meglio,e in sicurezza, per la città che eviterà di avere continui rumori “molesti” e per la polizia locale che non avrà più continue lamentele. Detto questo speriamo di aver chiarito meglio la nostra situazione e speriamo anche che gli organi competenti possano venirci incontro.
29 agosto 2013 a 22:22
Non so se sapete che siete passibili di denuncia per il fatto che avete reso pubblica una foto di questi ragazzi MINORENNI con in bella vista i loro volti??Non credo che sia necessaria la foto per trattare l’argomento
30 agosto 2013 a 13:40
Signor francesco, se la foto fosse causa di una denuncia lo sarebbero tutte quelle scattate per il mondo e l’industria della fotografia andrebbe in crisi, anzi a rotoli. Mentre gli schiamazzi notturni sono un vero e proprio reato. Magari una di queste sere vi mando una pattuglia di carabinieri giusto per vedere l’effetto che fa. 🙂
31 agosto 2013 a 00:12
Signori dello Skateboarding di Aosta, fate bene ad organizzarvi per chiedere all’amministrazione un luogo dove esercitarvi (mi sembrava ce ne fosse uno dalle parti della piscina), perché, e lo scrivo come persona coinvolta e disturbata, il rumore prodotto dai vostri skates è davvero insopportabile. Quella tavola che batte violentemente sull’asfalto richiede ai nervi molto autocontrollo che io esercito, ma capisco chi non ci riesce. Dunque mobilitatevi, scrivete sui giornali, parlate con i politici, insomma è giusto che se il numero di iscritti fosse significativo, che voi possiate allenarvi come si deve. Anche perché, a dirla tutta, vedervi scivolare sui vostri monopattini per pomeriggi interi con l’obiettivo di potervi sollevare da terra per pochi centimetri è abbastanza deprimente. E la misera emozione conseguente non vale il disagio arrecato.
31 agosto 2013 a 00:27
Guardi, per me può mandare tutte le pattuglie che vuole come è Gia stato fatto e ho visto questi poliziotti dire solo basta fare casino e alle persone sbagliate.
Per quanto riguarda la foto, lei ha immortalato il volto di questi minorenni e ha messo la foto in internet senza alcuna autorizzazione. Le industrie non vanno a rotoli perché le autorizzazioni le hanno.
31 agosto 2013 a 00:54
Noi siamo coscienti del disagio arrecato ma putroppo non dipende da noi. Il posto citato vicino alla piscina è stato rimosso da più di un anno ( il fatto che lei non ne fosse a conoscenza è indice della poca pubblicità/considerazione verso questo SPORT).
Inoltre riteniamo che alzarsi di pochi centimetri da terra per eseguire acrobazie tutt’altro che facili sia molto meno deprimente di vedere persone che cercano di colpire un boccino con palle di ferro oppure una pallina con una mazza per mandarla in una buca a chilometri di distanza. Questi ovviamente sono punti di vista, senza offesa per chi pratica gli sport sopra citati, e come tali devono essere rispettati. Inoltre venirci a dire che dobbiamo mobilitarci senza nemmeno sapere quanto ci siamo mobilitati per ottenere un’area adeguata è un ulteriore indice di scarsa promozione di questo sport. Molto probabilmente tutto ciò non accadrebbe se in questa regione non fossero tutti ancorati alle tradizioni al posto di aprirsi a novità.
31 agosto 2013 a 12:28
@francesco
Ammesso che la foto si riferisca a ragazzi minorenni (lei lo dice) e che siano gli stessi dello Skateboarding di Aosta (é sempre lei che fa il corto-circuito non loro) la risoluzione e la luce disponibili sono tali da non essere sufficienti per identificare i volti a meno che non sia lei stesso a riconoscersi nel gruppo perché sapeva di trovarsi in quel posto a generare rumori molesti.
Inoltre la targa dell’autovettura è spagnola (4 cifre + 3 lettere) e si presume sia stata condotta in quel luogo, vietato perché riservato ai pedoni, da un maggiorenne dotato di patente automobilistica (speriamo) che é sul luogo in quanto lo sportello é aperto. Potrá farne un “copia ed incolla” ed inviarla i vigili urbani, se ci tiene, affinché elevino contravvenzione (fatto per altro impossibile perché l’infrazione non é stata da loro rilevata….chissá dov’erano?) aiutandoli ad identificare il responsabile. Altrimenti tenersela per ricordo.
Domanda da settimana enigmistica: quanti skateboard ha contato nella foto ?
31 agosto 2013 a 13:57
Signor francesco, la foto voleva immortalare innazitutto un’auto che sostava in un posto vietato, che poi i ragazzi siano dei minorenni è tutto da verificare, inoltre la foto riproduce un contesto pubblico e non privato e io non ho immortalato nessun volto, ma una piazza, quindi l’immagine non rientra in quei parametri a cui lei allude. La pubblicità su internet spero che dia dei buoni risultati nel senso che faccia fiorire una bella multa. Se le telecamere non funzionano il semplice cittadino si sente in dovere di supplire con i suoi mezzi. 🙂
31 agosto 2013 a 14:05
Signori dello Skateboarding Aosta quanti siete? Eggià perché la considerazione verso uno sport dipende da quanti lo praticano. Volevo chiarire che la tristezza che deriva dall’osservazione verso chi occupa il suo tempo per sollevarsi di un paio di centimetri da terra (con gli skate le acrobazie sono ben altre) non è riconducibile allo sforzo in sé, ma all’inquinamento acustico che quello sforzo produce. Colpire un boccino non crea rumore che possa dare sui nervi, la tavola invece sì. La scarsa attenzione verso di voi probabilmente è dovuta anche alla scarsa pubblicità che date al vostro problema, quindi invece di piangervi addosso (tipico della vostra generazione) rimboccatevi le maniche e ricominciate da capo. Con la consapevolezza che i risultati prima o poi arriveranno, più poi che prima. Se per voi lo skate è importante vale la pena di combattere no? Senza rompere le scatole al prossimo!
1 settembre 2013 a 00:29
un click sulla foto ed un click per zoomare.. alcuni ragazzi sono visibilmente minorenni e i loro volti sono altrettanto facilmente riconoscibili.. basta un buon monitor .. nell’industria fotografica i volti dei minorenni vengono offuscati.. in quel caso sarebbe stato palese che il soggetto della foto sia esclusivamente la macchina..
come lei manda i carbinieri in piazza sarebbe bello mandare la foto ai genitori dei ragazzi, chissà cosa pensano loro della sua grande attitudine al giudizio…
1 settembre 2013 a 16:50
Domandina al signo V: cosa ci fanno i minorenni in giro dopo che la mezzanotte è passata da un pezzo? Se sono così fragili, se sono così protetti dai loro genitori dovrebbero stare a casa no? E il proprietario dell’auto un minorenne pure lui? Allora è ancora più grave!
1 settembre 2013 a 20:40
Signor “rasputino” dalla sua risposta si può vedere tutta l’ignoranza che c’è in lei sul fatto che subito ha pensato che se riconosco quei volti vuol dire che in quel momento ero li presente invece li conosco punto e basta.
Signora Patuasia lo stesso per lei che pensa che se in quel momento è li presente un maggiorenne allora automaticamente sono tutti maggiorenni e sul fatto che se un minorenne sta fuori oltre la mezzanotte vuol dire che i suoi genitori se ne fregano di lui. Certi ragionamenti sono proprio ridicoli…
2 settembre 2013 a 15:02
Lo spettacolo offerto dai giovani frequentatori di piazza Narbonne è desolante, grottesco, triste, goffo. Altro che Ciudad de Valparaiso (il cui Museo a Cielo Abierto è, tra l’altro, un’istituzione sostenuta dall’Università Cattolica, la Scuola d’Arte e il Comune, quindi non uno spazio per i giovani, ma per gli artisti). Non c’è vitalità in piazza Narbonne. Vige la legge del più forte, il carisma del più brutto, il potere del gracchio più sgraziato. Vince chi fa sentire meglio ai passanti la propria bestemmia (altro che Pontificia Universidad Católica de Valparaíso). Tranne poi abbassare gli occhi quando gli passi accanto e li guardi con pietà. Sono una gioventù vile, senza idee, senza obiettivi. Sono quelli per cui il rapporto con le ragazze è quello imparato a dieci anni sui portali porno di Internet.
La bellezza non ha bisogno di nascondersi.
4 settembre 2013 a 00:32
Poi mi si deve spiegare il legame tra l’attenzione di un genitore e il permesso da parte loro di lasciare il figlio fuori oltre la mezzanotte ( sera d’estate). Certi ragionamenti portati all’estremo mi sbalordiscono.
4 settembre 2013 a 13:57
Signor Anonimo, lei deve fare lo sforzo di sganciarsi dal personale e di aprirsi al problema con un’ottica un più ampia. Oggi ho letto sulla Gazzetta matin le lamentele di molti negozianti che svolgono il loro servizio in piazza Narbonne, mi sono sentita rincuorata in quanto non unica voce di rimprovero verso il degrado di questa piazza. Secondo lei è lecito che una ragazzina di 13 anni stia fuori la sera oltre la mezzanotte, diciamo fino alle due e si sbalordisce che questa licenza susciti in me una scarsa considerazione verso l’educazione svolta dai genitori. Dunque i minorenni sono tali solo se qualcuno li rimprovera, mentre sono maturissimi per stare a zonzo la notte? L’educazione, secondo lei, in cosa consisterebbe, dal momento che sono molte le persone che si lamentano del comportamento caciaro dei suoi coetanei? Un’ultima cosa: per favore impari a scrivere perché la sua scrittura è un altro motivo di grande tristezza (i suoi genitori che dicono al riguardo?).
4 settembre 2013 a 16:55
Piazza Narbonne fa schifo per tanti motivi. Anche per alcuni giovani dementi che la frequentano. In questo le colpe dei genitori sono enormi e, purtroppo per loro, prima o poi saranno ripagati dai figli con la stessa moneta: individualismo, arrivismo, aggressività, qualunquismo, possibilismo. Ma i genitori (siano i loro figli maggiorenni, minorenni o dementi) sono oggettivamente responsabili anche dello schifo della piazza e andrebbero puniti con multe salate per la cacca prodotta dai loro figli. Il portafoglio è l’unico modo per scuoterli.