Biglietto da visita


Riceviamo dal signor Enrico Fabbro e volentieri pubblichiamo.

Dal 25 a. c. gli abitanti di Augusta Praetoria Salassorum  sono sopravvissuti alle orde barbariche Ostrogote, a lotte di successione,  alle pestilenze ed alla fame, ai domini Burgundi, alle invasioni Bizantine, Longobarde, ai Franchi nel sec. VIII, ai re di Borgogna nel sec. X, ad Umberto Biancamano nel sec. XI e alle grinfie dei Savoia dal 1302  al 1860,  non è che adesso soccombono all’attrazione enigmatica degli arcani interessi dei signorotti  dell’archeologia moderna …

Il tabellone-lavori alla Porta Praetoria annuncia: “ ricerca, restauro e valorizzazione, per 1,3 milioni di EURO  di spesa”. La ricerca ha svelato il “quasi nulla”. Il restauro è lo spauracchio di un altro cordolo  “per… inetti”. La valorizzazione è un giudizio che darà la storia “turistico-economico-culturale” di Aosta e non certo l’auto incensamento o l’ipnosi archeos..logica. Cosa c’è sotto la Porta Praetoria ? è abitata da qualche spirito, un via vai millenario di demoni, rumore di ruote e carri, zoccoli di cavalli. Non un  reperto, mosaico, sarcofago, bronzetto, arma, elmo, tomba . Bando allo scetticismo, per ora sono state trovate le fondazioni  tra un incavo… poi , se va bene il lastrico… eureka.  Un luogo storico “violabile” da visite guidate con torce e nuove luci “led”, nunzi ed ambasciatrici con scafandro, custodi , sito scrutabile con un ponticello-aereo telescopico-retrattile e tute spaziali per ospiti, appassionati, archeologi e fotografi acrobati ed una <moneta portafortuna> per ritornare… La porta est della città chiusa da sonore saracinesche calate da argani azionati dai pretoriani nell’ atmosfera misteriosa e solenne della storia. In estate si prevede un aumento della vendita di noccioline, arachidi e patate fritte e d’inverno la fonduta di fontina… Ci preoccupiamo  dell’impasse <cruciale> di Aosta città romana < il  nostro miglior biglietto da visita>, un gioiello di accoglienza, un modello di manutenzione e fruizione per abitanti, operatori, studiosi e turisti , logiche che premiano  l’immagine “augusta”, senza  equilibrio con parcheggi e auto, influenzata da mollezze e cattive abitudini. Una tortura per architetture, strade, piazze e luoghi unici. Come sarà in caso di pioggia, neve, ghiaccio o  vento… senza un sistema pneumatico, una piattaforma mobile, una gru con carrucola, una pompa idraulica anti vortici, un palombaro e un minisommergibile … una gymkhana o trampoli, pertiche a fune, uno scivolo telescopico, HotwordStyle=BookDefault; ftsTag=le, un toboggan, un boyau ? L’ ascensore, la ruota delle montagne russe, una funivia, un percorso di free climbing, una pensilina tubolare trasparente per visita con occhiali ad infrarossi, la cara vecchia altalena. O riappare un piccolissimo metrò, un CentiMetrò, tra stress e ambizioni politiche o anche un cannone da circo per sparare a quel paese qualcuno….per vedere di lassù l’effetto che fa.

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5 commenti su “Biglietto da visita”

  1. bruno courthoud Says:

    è proprio così, non si può pensare ad un’opera di restauro o conservazione di bene archeologico, soprattutto se di immenso valore, se non accompagnata da un’opera di “valorizzazione” commerciale. Ed ecco, ad es., che non si può pensare di rendere fruibile il sito archeologico di St. martin de Corléans senza pensare ad una sua parallela “valorizzazione” (centro commerciale, centro benessere, bordello d’alto bordo, …?). L’archeologia come fonte di speculazioni. Nel caso specifico, visto che non c’è niente da vedere, finito il mini intervento a protezione del degrado delle mura, io ricoprirei il tutto.

  2. patuasia Says:

    Sono perfettamente d’accordo con il signor Courthoud. Dal momento che i sassi valorizzati sono quelli di fondamenta di case più o meno settecentesche, che la maggior parte del tracciato romano è già stato abbondantemente ricoperto dopo gli scavi del tunnel tecnologico, che la fornace per la cottura della calce non è un mosaico policromo…, dopo la dovuta opera di conservazione la cosa migliore da fare era quella di ricoprire l’area con dei ciottoli di fiume, lasciando, come in precedenza, una possibilità per osservare l’antico piano di calpestio e di transito. Una soluzione semplice, efficace che rientrava nei costi.

  3. Donato Arcaro Says:

    Non è detto che un mosaico policromo sia più importante, dal punto di vista storico, scientifico e archeologico, di una fornace medievale per la calce. Sono lieto di vedere un grande interesse per gli scavi della Porta ma ritengo che gli archeologi sappiano valutare meglio degli altri il valore dei ritrovamenti. Ho avuto modo di conoscere tecnici e maestranze e ho trovato in loro una grande passione oltre ad una ovvia competenza.

  4. patuasia Says:

    Signor Arcaro, secondo lei una fornace medievale per la calce, di cui abbiamo altri ritrovamenti, sarebbe più considerevole di un mosaico policromo romano… più importante una comune anfora di terracotta di un vaso decorato con motivi mitologici… il suo è davvero un punto di vista inusuale che qualifica abbondantemente la sua capacità nella valutazione degli esperti. Quindi, viste le sue preferenze verso i manufatti popolari e comuni, è ovvio che trovi plausibile che un monumento come la Porta Pretoria possa essere tranquillamente affidato a “competenze” locali e non internazionali. Un consiglio: lasci perdere la difesa di un progetto indifendibile da tutti i punti di vista, il farlo la rende complice di uno scempio anche se a compierlo sono persone di sua conoscenza.

  5. FtW Says:

    1,3 milioni per la passerella roman’tica, altri 8 milioni per la compagnia aerea Darwin (biglietti Ao-Rm pagati per tutti in anticipo, evvai!), P parini, aerostazione fantasma, porco megalitico, pizza Caveri… manca solo il Piano Casa per il vaccodromo.

    Qual’e’ il fil-rouge secondo voi?


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