Truffa à la Vapelenentse
Ma la traduzione dal patois all’italiano delle intercettazioni sulle presunte truffe bovine, non sta andando troppo a rilento? Ieri la notizia dell’ennesimo rinvio richiesto dai periti. Per carità, chi va piano va sano e va lontano, il passo del montanaro è lento e sicuro, però non vorrei che, al posto della cima innevata, si avvicinasse invece la prescrizione del processo. Capisco che il lavoro sia complesso, lungo e faticoso, ma la Valle dovrebbe essere ricca di patoisants esperti, no? Con tutti soldi pubblici indirizzati alla sua conoscenza, anziché al marginale ed inutile inglese, dovrebbero esserci frotte di esperti, competenti, rapidi ed affidabili. Un po’ di più di quel Mario Morin, perito balistico del tribunale di Venezia, che negli anni 70 fece in modo che le risultanze sulle armi di Ordine Nuovo (cui era vicinissimo, cfr di Gianni Barbacetto “Il grande vecchio”, pag 295) scagionassero i fascisti. Insomma che i periti siano imparziali è importante… Il nucleo politico di quanto sta succedendo nelle stalle, luogo della più potente lobby elettorale valdostana e brand della “valdostanidad”, lo ha esposto con chiarezza Bernard Clos, allevatore di Jovençan e presidente della potentissima congregazione degli “Amis des batailles de reines”.La dichiarazione risale all’inizio delle indagini: “come cittadino non comprendo quella che considero un’ingerenza. Una destabilizzazione del nostro autogoverno. Ma come, non si è forse capaci in Valle di far controlli sanitari o inchieste giudiziarie? Nonostante i torti che stiamo subendo, siamo galantuomini“. Quanto a suo papà Adolphe, leggendaria figura nel mondo degli allevatori, ebbe a dichiarare, lunedì 4 marzo 2002, nel salone delle conferenze del municipio di La Salle, insieme a Vincent Treves e Laurent Viérin (allora segretario della JV): “questa sera sono ammesse due sole lingue, francese e patois. La nostra lingua, la nostra identità vanno difese dallo spirito sfruttatore degli italiani. Gli italiani distruggono il nostro territorio, utilizzano le nostre risorse, svuotano le nostre miniere. Dobbiamo reagire vigorosamente contro lo straniero. Abbiate coraggio di essere intransigenti. Puntate i piedi contro la porta, resistete agli oppressori della vostra identità”. Ingerenza. Destabilizzazione del nostro autogoverno. Reagire contro lo straniero. Spirito sfruttatore degli italiani. Oppure una semplice truffa bovina? Come Berluska, questi la mettono in politica. Ditecelo in fretta, per piacere. (roberto mancini)
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28 giugno 2013 a 18:31
capire e tradurre il nostro patois in lingua italiana è un’operazione molto difficile e complessa! Provate a cimentarvi con il patois di Ayas o quello di Fénis!
28 giugno 2013 a 19:40
L’ha ribloggato su kontrotendenza.
28 giugno 2013 a 21:03
concordo con Adolphe!
29 giugno 2013 a 13:12
Basterebbe chiederlo ad uno di Ayas o di Fénis… Mi sembrano quelli che si stupiscono che i bambini tedeschi parlino già il tedesco così piccoli!
2 luglio 2013 a 11:58
Il massimo sarebbe che il consulente perito, magari non ferrato nella variante dell’idioma, chiedesse a sua volta una consulenza a qualcuno che conosce la suddetta variante, come nell’esempio di ayas o fenis. Eppure sono riusciti a tradurre anche i geroglifici, ma erano altri tempi…