Passo dopo passo
A tutti coloro che si lamentano che queste elezioni non hanno portato cambiamento alcuno provo a far capire che non è così, paragonando le ultime tre legislature compresa l’attuale. Nel 2003 con il proporzionale, l’Union ottiene la maggioranza assoluta: 18 seggi su 35. I Ds fanno parte della Giunta. Presidente Carlo Perrin che darà le dimissioni nel 2005 per far posto a Caveri e a Pastoret che sostituirà Lucianone nella poltrona di assessore al Turismo (prezzo pagato al clan Viérin). Nella legislatura del 2008 l’Union perde un seggio e ne conta 17. Presidente Augusto Rollandin. Le forze autonomiste entrano in maggioranza, mentre il Pd ne esce con un seggio in meno: tre al posto di quattro. Spariscono i verdi. Nel 2011 si aggiunge alla maggioranza il PdL. Di cambiamenti dal 2003 non si può dire che non ce ne siano stati. L’ultima e recente elezione vede una trasformazione molto forte all’interno della composizione del Consiglio regionale. L’union valdotaine perde quattro seggi. La Fédération sparisce dal palcoscenico così come il PdL. Si affacciano nuove forze politiche: l’UVP e il M5s. Se fino all’oggi la maggioranza godeva di una certa solidità numerica, non è più così. Siamo 18 consiglieri a 17! E questo è il dato più nuovo di queste elezioni. Molti big unionisti hanno visto crollare il loro castello di voti, un esempio Pino Isabellon che da assessore all’Agricoltura passa da 5.167, secondo eletto dopo Rollandin, a 1.702. E poi un altro dato, direi un po’ inquietante, è che in Consiglio sono rimasti solo due riferimenti nazionali: il PD e il M5s. Mi sembra che di mutamenti il quadro istituzionale ne abbia registrati parecchi; a chi voleva la rivoluzione dico che questa non avviene mai dentro l’urna, ma per le strade. La democrazia è un bradipo.
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29 Maggio 2013 a 19:18
Dalle precedenti elezioni regionali il quadro politico è cambiato completamente.
Bisogna vedere se cambierà anche la politica governativa, certo quella attuale sarà difficilmente sostenibile per tanti motivi, il crollo del consenso di Isabellon, ad esempio, non è casuale.
Forse dovranno iniziare a far qualcosa oltre alla politica clientelare però dubito che queste persone ne sian capaci, son stati allenati solo a cercar consensi con vari sotterfugi e intrallazzi, soffocando la vita valdostana e la meritocrazia, mica son lì grazie al buongoverno o alla realizzazione di opere utili.
Attuare una politica di governo che crei consenso per quello che fa non per quello che dà sottobanco agli amici non è così facile, non si cambia un modus operandi di decenni.
29 Maggio 2013 a 20:26
Un segnale grave è la quasi dipartita dei partiti nazionali. La “secessione leggera” è in via di compimento?
Perchè i partiti nazionali qui hanno tutti vita grama? Vorrei tornare sul tema, ma non oggi.
Logorare, deridere, sminuire, ignorare, celare, calunniare, mascherare, dimenticare tutti i legami sentimentali, culturali, storici, persino culinari con L’Italia.
RIcordare solo quelli economici, cioè i doveri di mantenimento della Repubblica verso la Vallèe.
Ecco il risultato della “cultura della diversità”. Qualcuno se ne è mai accorto?
29 Maggio 2013 a 20:48
E’ giusto vedere il bicchiere mezzo pieno ( o meglio pieno per il 49%) però c’è una aggravante… ed è il bisogno urgente della Valle d’Aosta di mettere mano a riforme vere e interventi immediati su sviluppo, lavoro, politiche sociali, lotta alla povertà… Oltre al malaffare e alla malapolitica (non sempre coincidenti) c’è la crisi e le conseguenze sociali che ci porteremo dietro ancora a lungo. La prospettiva di questa maggioranza, senza idee, senza autorevolezza e “quasi” senza numeri, sarà, a medio termine, l’immobilismo che è proprio quello che non serve… Tempi più duri ci aspettano…
29 Maggio 2013 a 20:51
Roberto pone un problema serio e ci sarà modo di discuterne. lo sviluppo però non è trovare una strategia conservativa o difensiva ma come costruire una proposta politica nazionale che possa ricomprendere in modo serio e innovativo la questione autonomista. Impossibile?
29 Maggio 2013 a 20:55
Di cambiamenti ce ne sono stati moltissimi. Mi spaventa chi ci governerà e non credo molto nella “rettitudine” dell’UVP. Ho paura che qualcuno dei loro passi in maggioranza. Non dimentichiamoci che Rolly pensa ed agisce come un piccolo Berlusconi. Conosce il marcio di tutti e questo può essere un’arma ulteriore nelle sue mani. Vedremo come si comporrà la nuova giunta; ho letto di alcune conferme (Marguerettaz e La Torre) e altre new entries (Rini all’istruzione e Perron presidente del Consiglio). Tutto cambia xké nulla cambi?
29 Maggio 2013 a 21:04
Oggi è stato approvato un percorso parlamentare per mutare parte della Costituzione.
Vorrei non essere il solo che ha il coraggio di dire pane al pane.
Subito il senatore che rappresenta in Parlamento la sola UV + il deputato di un partito valdostano per definizione ai piedi dell’UV sono corsi da Letta prima del voto in Parlamento sull’eventuale Commissione dI 40 membri.
Solite cazzate: invenzione che la Valle costituisce una minoranza linguistica (lo Statuto è superato) e da tale cazzata la richiesta di un europarlamentare per la Valle = cazzata doppia perché UNO la Costituzione pareggia i cittadini e c’è un europarlamentare ogni 700mila italiani. Darne uno alla VdA significherebbe che un residente in Valle vale 7 volte più di un altro italiano.
DUE perché l’eletto sarebbe un integralista UV o UVP che a Strasburgo sparerebbe scemenze sulla Valle perché non rappresenterebbe la regione ma le fisime del partito di appartenenza.
Ma il peggio è il cosiddetto principio dell’intesa Stato – regione per le modifiche statutarie: le richieste di aggiornamento (in linea con gli articoli della Costituzione oggi calpestati dallo scorrere del tempo)dello Statuto regionale proposte da Governo o parlamentari “informati” dovrebbero avere l’impossibile ok del Consiglio regionale valdostano ai piedi degli integralisti nostrani.
Qui Mancini parla della liquefazione dei partiti nazionali in Valle (il PD esiste, ma ha una % che è un terzo di quella nazionale ed è ostaggio degli ineffabili “alleati” integralisti che si è scelto): sarebbe positiva un’azione di ostruzionismo e di chiarificazione (pare si possa intervenire online con proposte a tale Commissione dei 40) da parte di persone cerebrodotate affinché non sia lasciata mano libera ai noti pallonari che strumentalizzano i residenti per i loro giullareschi fini.
Non si può permettere ai pallonari nostrani di falsificare la realtà valdostana per tenere lo Stato lontano e avere poteri primari e possibilità di legiferare secondo i loro deviati presupposti politico-esistenziali.
29 Maggio 2013 a 21:14
OT.
Leggo 2 commenti di Protasoni.
Mi spiace non sia stato eletto: io non l’avrei mai votato, però era certamente più adatto a Palazzo regionale di tantissimi che sono stati eletti solo perché più smaliziati e testardi nell’agire da anni per farsi votare.
29 Maggio 2013 a 22:27
Rini all’istruzione ? AAAAAArrrgghhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
30 Maggio 2013 a 02:51
E’ vero, il cambiamento è evidente, anche se appare poco sostanzioso in quanto non ha reso il desiderio di molti, forse della maggioranza dei valdostani, se aggiungiamo gli astensionisti sfiduciati della politica, di vedere esaudito lo slogan “mandiamoli a casa”.
Per una manciata di voti, con il calcolo dei resti, l’Union ha preso il 18esimo, soffiandolo ai 5Stelle, riuscendo così a rimanere incollati alle poltrone di comando della regione. Si sono così salvati nonostante l’emorragia di voti, con vittime illustri, per cui rimangono ora più che mai, avvinghiati con unghie e denti al potere. Una posizione non facile perchè una maggioranza che si sostiene grazie ad un solo consigliere in più, ha un futuro prossimo che potrebbe essere difficile, soprattutto se gli altri 17, all’opposizione, sapranno fare il loro lavoro, e non si faranno comprare da laute offerte.
18 che devono fare quadrato, ma in tal caso anche l’ultimo peones unionista o stellalpino eletto ora conterà quanto le president nel votare qualsiasi cosa. E quindi ne vedremo delle belle.
Se quella manciata di voti non li avesse salvati, ora avremmo vissuto un ballottaggio all’ultimo voto e poi? Un 18 a 17 sempre a governo unionista o, al contrario, in mano all’alleanza progressista e ciò avrebbe prodotto uno scompiglio enorme tra gli unionisti rimasti ma che avrebbe anche mostrato le enormi difficoltà di un governo progressista, viste le evidenti differenze tra sinistra, alpe e uvp.
Ma è andata così, però il cambiamento non è finito perchè le debolezze sono evidenti ed il futuro non è così scontato e certo per nessuno.
30 Maggio 2013 a 14:58
Mancini, qui è “sparito” un partito nazionale che quando sarà uscito di scena Berlusconi avrà seri problemi a sopravvivere così com’è anche nel resto d’Italia e un partito locale, Fèdération.
Nessun segnale grave se non per i maggiorenti di quei partiti.
Non è che abbiam dei partiti nazionali così virtuosi che se spariscono (quanti ne son spariti in questi anni, è successo anche di recente per il partito di Fini e per quello di Di Pietro)troviam folle piangenti al funerale.
I partiti si sclerotizzano nella burocrazia e nell’apparato, tendono a farsi casta anzichè espressione di volontà popolare. Un ricambio partitico quindi non è affatto un male, come non è male una vera concorrenza che eviti accordi di cartello sulle spalle dei cittadini.
Ora in valle l’Uv ha concorrenza, se questa non farà squallidi accordi sottobanco di spartizione se ne dovrebbe avvantaggiare il cittadino, tantopiù che lo strapotere unionista mostra segni evidenti di crisi, anche perchè non vi son più i mezzi di pochi anni fa per mantenerlo.