Progresso di che?
Fortuna che c’è l’associazione ambientale Mountain Wilderness che ha presentato un esposto alla Procura di Aosta per denunciare i lavori di costruzione della funivia del Monte Bianco. Si chiede “come sia stato possibile, in zona di alta protezione ambientale e area glaciale, tutelata dalla legge Galasso, imporre sbancamenti che di fatto hanno modificato la montagna più alta del nostro continente” (Ansa). Già come è stato possibile che una cultura alpina dia il via alla distruzione sistematica del suo territorio? Funivie, centraline, strade, case… stanno facendo man bassa della nostra Valle: la prospettiva è il progresso. Ma progresso di che? Davvero è progresso portare migliaia di turisti in cima al Monte Bianco? Non c’è un’alternativa che possa conciliare l’economia con la salvaguardia del territorio? Possibile che si debba sempre depredare e non valorizzare? Sembra di no. Se non si costruisce non c’è economia e quindi non c’è pil e quindi la gente si incazza perché non può spendere e se non può spendere l’economia va a rotoli. Sembra un girone dantesco. Abbiamo avuto il Paradiso terrestre, siamo stati bravi a farlo diventare un inferno. Les montagnards sont là?
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28 Maggio 2013 a 19:39
Non so cosa stanno combinando ma visti i precedenti c’è poco da stare allegri, i vandali son al potere, a Cheneil ad esempio hanno pensato bene di fare un ascensore e come se non bastasse pure una nuova carrozzabile, perchè non anche una funivia?
Intanto la viabilità su strade ferrovie trenini e aeroporti inutili ma costosissimi è sempre peggio., però siam pieni anzi strapieni di poderali che non portano a nulla.
Siam Paese arretrato coi soldi che neanche la Svizzera possiede. Anzichè prender esempio oltreconfine a un tiro di schioppo cerchiamo gemellaggi calabresi e abbiam pure politici come Sorbara e Rollandin che intrallazzano per infiltrarci le ‘ndrine.
Sempre per il discorso Maitres chez nous, che tradotto significa cosa nostra siamo.
28 Maggio 2013 a 19:59
E cosa ne dite dei riordini che stravolgono la tipicità del nostro territorio fatto di piccoli terrazzamenti con muretti a secco mai più alti di un metro e mezzo? Con la scusa di riordinare e rendere più facilmente lavorabili gli appezzamenti, coltivati per esempio a vigneto, tagliano un’infinita di alberi, distruggendo l’habitat di molte specie di animali, innalzano muraglioni alti più di due metri e fanno spianate di terra che non hanno nulla di tipico del territorio valdostano!
28 Maggio 2013 a 20:18
L’area su cui sorge la stazione di partenza della futura funivia del Bianco era appena stata classificata come area intoccabile ed equiparata ad area tutelata e vincolata ai sensi della legislazione paesaggistica dal Piano Territoriale Paesaggistico. Il giorno dopo la sua approvazione hanno messo in piedi (Comune e Regione) le procedure per l’approvazione di un “accordo di programma”, strumento che consente agevolmente di bypassare le norme urbanistiche e che molte volte viene impropriamente usato esclusivamente per questo.
28 Maggio 2013 a 20:34
Fra l’altro anche l’appalto per la costruzione della funivia del M. Bianco puzza di losco: fra la prima base d’asta (andata deserta) c’è stato un incremento del 40% (da 70 a 105 milioni!!!). In Consiglio la questione era stata sollevata dal gruppo ALPE, ma l’Assessore Marguerettaz aveva risposto che l’aumento della base d’asta – pur senza modifiche del progetto – era normale.
In definitiva Fianaosta, con gli oneri per la sicurezza, spende più di 140 milioni (nostri) per costruire questa mostruosità.
28 Maggio 2013 a 21:12
Mi sembra che a qualcuno era stato affibbiato il nome Attila. Ogni commento mi sembra superfluo.
28 Maggio 2013 a 22:56
Avevo lottato insieme agli Amici del Vallone di Comboé per impedire lo scempio di un angolo di paradiso, sono tornato nel vallone, l’ho trovato devastato, il tutto per raggiungere in macchina un alpeggio comunale. Ho trovato un altra costruzione riattivata, un impianto per l’irrigazione automatica che avevano assicurato non ci sarebbe stato, ecc. Scempio a parte, avrebbe senso chiedersi in che misura i lavori fatti e la spesa affrontata abbiano contribuito al benessere della Valle d’Aosta e del comune di Charvensod. Nel caso del Monte Bianco, immagino che il ritorno in termini turistici ed economici sia scontato, ma ci si chiede fin dove arriverà la nostra mancanza di rispetto per l’ambiente che ci è dato in uso. La valle centrale è una pista di cemento e asfalto da Courmayeur a Pont-Saint-Martin, con qualche oasi verde qua e là (ad esempio le tante rotonde!). A Epinel prima o poi faranno la funivia per Pila, mentre lo storico trenino sarà inutilmente smantellato. Questa è la maniera in cui siamo amministrati. Spero che la nuova composizione del Consiglio regionale porti a un atteggiamento diverso nei confronti del territorio, ma probabilmente gli Attila non sono prerogativa esclusiva di un singolo partito o schieramento, soprattutto se si aderisce allo stesso modello economico: lo sviluppo, comunque la si veda, è una cosa diversa.