Infantilismo e narcisismo
Per fortuna non condivido la sindrome di Tafazzi, che entra in scena generalmente nei momenti storici più importanti per condurre la sinistra nell’inevitabile sconfitta. Per natura mi viene difficile distruggere, pertanto mi sento di contrastare la posizione recente di alcuni tafazzisti su facebook e invito tutti a sinistra a fare squadra intorno alla lista PD – Sinistra Unita. Perché? Perché all’interno della coalizione del centrosinistra è meglio che sia la sinistra ad avere il peso più rilevante, anche solo per evitare un Viérin presidente della Giunta. Come è bene che all’interno di Alpe la parte verde, rimasta ai margini per cinque anni, prenda nuovamente un posto al sole che, magari, riprenderà a ridere. Così come è altrettanto bene che in UVP siano le forze nuove e motivate da sani principi di rinnovamento a entrare in Consiglio e non le ambizioni del loro leader. La politica è più vicina al gioco degli scacchi che al gioco del calcio: il tifo non c’entra è necessario il ragionamento che a molti fa difetto. Così Alexandre Glarey si allontana dal Travail, dove teneva una rubrica, perchè il PD a livello nazionale ha fatto scelte che non collimano con i suoi principi. Ha sentito l’irrefrenabile necessità di darne comunicazione, di dichiarare il suo indispensabile punto di vista. Poco importa se qui le cose vanno in altro modo, se c’è un’unione a sinistra che mai era stata fatta prima, se abbiamo le elezioni regionali tra tre settimane e che mantenersi coerenti e quindi uniti è doveroso… quello che è fondamentale è lasciare il proprio segno. Infantilismo e narcisismo sono le patologie che non hanno mai fatto crescere la sinistra e mai fatta vincere. A destra invece tutti compatti come la coppia di ferro Carradore-Lavoyer!
Explore posts in the same categories: Buon senso, Delirio, Elezioni, Infantilismo, Narcisismo, Politica valdostana, Uomini politici, VergognaTag: Alexandre Glarey, Elezioni regionali 2013, PD-Sinistra Unita, Sindrome di Tafazzi, Valle d'Aosta
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
7 Maggio 2013 a 17:48
eh già… noi le elezioni dobbiamo vincerle 2 volte… una contro i nostri e una contro gli avversari politici… Se penso a Riccarand, al professore,… va beh adesso bisogna solo pedalare e sperare che basti…
7 Maggio 2013 a 17:54
Giusto ragionamento, però non si può dare la colpa alla Sinistra disunita se la Destra vince. La Destra vince perché viene votata e, se vincerà ancora, avremo quello che ci meritiamo
7 Maggio 2013 a 18:10
Bisogna mettere Patuasia in moderazione visto che si è permessa di ritenere la destra rappresentata dalla “coppia di ferro Carradore – Lavoyer”…
7 Maggio 2013 a 19:02
Quante accuse, quanti rimproveri ha subito il Pd-Vda dal 2007 ad oggi? Tanti, precipitosi e azzardati. Non ultimi quelli cui fa riferimento Patuasia. Questo signore è scontento e lo vuole far sapere con dovizia di particolari. Lui si allontana dal Travail, dove teneva una rubrica, perché il Pd a livello nazionale ha fatto scelte che non collimano con i suoi principi. Come cambiano i tempi! Una volta quando la sinistra non vinceva, si stringeva e scendeva in piazza per far sentire la propria voce. Oggi un narciso è andato a dormire. Ma come si può fare polemica anche in un momento come questo? Io quest’atteggiamento lo definisco: infantilismo politico, incapacità ad interpretare la realtà.
Qualcuno a tempi alterni vuol fare il funerale al Pd-Vda e alla sinistra tutta, ma deve ricordare che questo è un tentativo vano e puerile. Vorrei rammentare che il Pd in Europa con il suo 26+27% è il partito della sinistra riformista, più rappresentativo. Ha un numero di militanti ed iscritti, superiore al Ps francese e ai socialdemocratici tedeschi. Del resto non ostante tutti i suoi detrattori, anche qui in Valle d’Aosta ha dei numeri molto consistenti. Spesso, come ho già scritto, si vuole solo bastonare il Pd a prescindere. In verità, molti appena svegli, qui in Valle d’Aosta hanno un solo obiettivo, giorno, dopo giorno: Quello di parlare male del Pd-Vda, dei suoi dirigenti e militanti.
Io, in Valle, non voglio né asservimento né rivoluzioni per combattere l’attuale decadimento generale. Questo è il motivo per cui mi rivolgo al Pd-Vda, perché metta in sicurezza Istituzioni e democrazia dopo la stagione della Lega, del Pdl, del rollandinismo; perché attraverso la concertazione con gli alleati si convinca lavoratori e imprenditori a quella collaborazione che produce beni e lavoro; perché si riduca lo squilibrio economico agendo in parte anche sui patrimoni, magari facendo ricerche per scoprire la prima casa dei meno abbienti. Insomma, perché tutti paghino le tasse e perché siano abolite definitivamente quelle operazioni disoneste, eseguite e portate a compimento in modo scientifico, affinché, il voto qualunque esso sia, non costringa a mantenere lo “status quo ante”. E con questo impedire che dopo le elezioni, il cittadino il martedì ritorni in viale Partigiani, a mendicare un suo diritto, che è stato trasformato in briciola di pane caduta dalla tavola imbandita.
7 Maggio 2013 a 19:25
Che cosa aggiungere? GRANDE PATRIZIA!!!!!!!!
7 Maggio 2013 a 19:45
Ha ragione sanglier: vincere con il nemico in casa non è facile! Certo Pat dice cose di buon senso e non ci sono molte alternative, ma non era quello che avremmo voluto e anche pedalare in salita con uno che tira la sua, e non la tua, volata è una bella fatica.
E quelli che avevano proposte nel merito e valori da proporre se ne sono in buona parte andati (o sono stati messi da parte perchè scomodi). Se mai l’alleanza dovesse vincere i coltelli verranno fuori subito, perchè molte sono le differenze di pensiero e di obiettivi. E noi con i coltelli non siamo molto attrezzati, salvo per il karakiri (la versione sanguinolenta di Tafazzi).
Geronimo
7 Maggio 2013 a 19:46
Carradore – Lavoyer? Povera destra, davvero. Se l’elettore di sinistra soffre per le continui ed irrinunciabili lacerazioni e strappi tra “puri” e “più puri”, pensate a cosa può pensare chi vorrebbe votare a destra e si trova a scegliere tra robe a vocazione minoritaria che più minoritaria non si può o robusti monoliti padronali che di destra hanno… boh… il non essere sinistra “ufficiale”, forse.
7 Maggio 2013 a 20:23
Carradore – Lavoyer? il loro partito non andrà in consiglio.C’è una quota di sbarramento.
7 Maggio 2013 a 21:15
Condivido pienamente! A mio avviso è giunto il tempo di provare a dare una svolta al modo di intendere e fare politica, che è cosa di tutti e non materia esclusiva di alcuni “papaveri”. Nella nostra regione ci sono persone in gamba che hanno accolto la sfida di mettersi in gioco per contrastare un sistema che, con il venir meno delle risorse, non potrà più mantenere le promesse e trattare i cittadini come vassalli. Ora più che mai è importante avere in consiglio regionale persone la cui onorabilità non può essere messa in discussione. Nei prossimi mesi cambieranno sicuramente le fisionomie dei diversi partiti e se all’interno di questi avranno maggior peso le persone di cui sopra è molto probabile che tornino d’attualità temi importanti che vanno ben oltre i nostri confini regionali. Penso a welfare e ambiente in particolare. Temi su cui autorevoli cittadini che hanno deciso di candidarsi, hanno parecchio da proporre perché capaci di accogliere le istanze della popolazione, preparati e mossi dal desiderio di servire la comunità. Io mi sento in dovere di crederci perché, nonostante le batoste, vedo crescere il numero di cittadini consapevoli capaci di fare scelte coraggiose. Sosteniamo coloro che hanno dedicato tempo ed energie gratuitamente alla comunità e difficilmente saremo traditi.
8 Maggio 2013 a 00:33
essere coerenti non è la stessa cosa che essere uniti,almeno credo.
8 Maggio 2013 a 09:49
ma si può essere coerenti senza necessariamente fare danni. Defilarsi in silenzio … o un po’ distante dalle elezioni.
Qui invece giochiamo a chi riesce a fare i distinguo più dannosi….
8 Maggio 2013 a 11:34
Coerenza e una parola molto importante, di cui a volte tutti abusiamo. Immagino che si debba cercare di essere coerenti innanzitutto con se stessi nella quotidianita e si tratta di un compito estremamente complesso. La coerenza ci porta a dover fare sacrifici e rinunce, ma tutto cio attiene alla sfera personale di ciascuno. La politica per sua natura richiede mediazioni fra diverse “asticelle” di coerenza che per ragioni diverse non rimangono fisse nel tempo (la societa cambia per fortuna!). Ecco perche, seppur con grande fatica, la federazione della sinistra si e messa in gioco ed ha antepsoto le proprie istanze alla bandiera. Ricordiamoci che lo sbarramento per entrare in consiglio e alto. Non otterra 100, ma avra la possibilita di sensibilizzare su temi che gli sono cari e soprattutto non contribuira a rafforzare ulteriormente la coalizione piu lontana dal proprio modo di interpretare la societa. Questo e solamente un esempio, ma nella storia ne troviamo molti altri. Si tratta solamente di leggere i momenti storici e fare scelte piu o meno rischiose. Tutto cio non inficia la coerenza dei singoli che si sbattono per organizzare iniziative sul territorio, si pagano I toner, la carta e gli affitti…questo e cio che penso.
8 Maggio 2013 a 12:48
Eccomi qua. Scusate il ritardo nel riscontro, ma stavo andando in altalena e poi, mentre accendevo il PC, ho perso tempo a rimirarmi riflesso sul monitor…
Con calma e tranquillità, tenuto conto che stimo i promotori del blog, rispondo alla critica. In primo luogo, rilevando che se l’intento era quello di evitare la polemica, con un post dedicato e così corrosivo si ottiene l’effetto opposto. D’altra parte, ritengo da sempre che il confronto, anche acceso, sia l’essenza della democrazia.
L’altra osservazione che faccio è la seguente: “da che pulpito arriva la predica”. Patuasia non ha mai risparmiato critiche agli oppositori – soprattutto gli ultimi arrivati, che scoprono solo oggi i mali del clientelismo – al governo unionista. Già dimenticati i post al curaro sull’enfant prodige Viérin ? E Roberto con la sua critica – spesso azzeccata – sulla lache gauche ?
Il mio intervento rispetto a Le Travail/WEB – qui riportato: http://www.letravail.it/?p=9509 (le fonti Patuasia…) – era motivato dal fatto che per un po’ di tempo ho partecipato a quel progetto mettendoci la faccia, credendo nella possibilità di un cantiere per un nuovo centro sinistra. Dopo il disastro romano – e non la sconfitta; figuriamoci, come militante sono temprato dalle sconfitte, non voglio invece abituarmi ai tradimenti e alle meschine furberie delle classi dirigenti, comprese quelle di partito – ho voluto prendere le distanze. L’intento è anche quello di dare una scossa alla discussione. Del resto, a livello nazionale gli iscritti stanno occupando diverse sedi del Pd in pieno disaccordo con la linea del Governissimo benedetto dai mercati, dalla Chiesa e da altri potentati. Il neo governatore del Friuli ha detto di aver vinto anche in assenza/contro il suo partito e il candidato sindaco di Roma non vuole simboli del Pd durante la campagna. Qualcosa vorrà ben dire.
D’altra parte, non mi sono limitato ad andarmene, ma ho organizzato, assieme a pochi altri volenterosi, un ciclo di incontri pubblici all’Espace (il piacere di discutere vis à vis, senza nickname, con la possibilità di verificare subito eventuali incongruenze tra il detto e il vissuto), in cui i candidati della nuova alleanza potevano confrontarsi con i cittadini rispetto ai programmi, e non sul loro essere più o meno anti Rollandin.
Personalmente, condivido l’invito al voto e a votare i migliori candidati – ce ne sono – presenti nelle liste di PD e Alpe. Su 5 stelle e UVP ho qualche dubbio in più, ma in entrambi i casi lo ritengo un voto utile e migliore del voto dato alle destre o all’UV (o peggio non dato).
Detto questo, continuo a pensare che la via per l’alternativa all’attuale sistema di potere locale, passi attraverso la ricerca di valori comuni da parte di movimenti e partiti, ma anche maggiore partecipazione dei cittadini, nel tentativo di scrivere una nuova agenda condivisa per il futuro.
La Santa Alleanza, senza diritto di critica, promossa contro qualcuno e non per un progetto politico di società, non mi interessa e mi pare perdente. Al massimo, porta all’alternanza, e cambiare un padrone con un altro padrone non è mai stato il mio obiettivo politico.
Ora vi lascio, mi aspettano per un torneo di dama (per gli scacchi, a quanto pare, non sono portato…)
Buone resistenze
Alexandre Glarey
8 Maggio 2013 a 12:52
Per la precisione. Alex non teneva una “rubrica” per la quale si dovrebbe avere un minimo di condivisione delle linea editoriale di un giornale (..e non di un partito) am più semplicemente uno spazio-blog completamente autogestito. L’idea era, ed è, quella di avere nel sito del Travail uno spazio libero di discussione e di dibattito animato anche da chi non la pensa come la maggioranza dei lettori. per questo ho risposto ad Alex che il suo “sfogo” era semplicemente fuori luogo. Tutti siamo incazzati neri per come il Pd nazionale ha perso le elezioni e per come è andato in “palla” sull’elezione del PR. Per fortuna c’è lo spazio, le persone e gli strumenti democratici per cambiare ad Ottobre. In Valle c’è una realtà diversa, che ha fatto scelte diverse e che ha un obiettivo politico preciso: Cambiare la VdA. Non solo Rollandin o l’amministrazione o la maggioranza in CR… ma la Valle! Per fare questo abbiamo costruito la lista unitaria ella sinisitra e l’alleanza. Diversamente c’è solo un film già visto.. e non finirà bene.
8 Maggio 2013 a 16:16
Signor Glarey, lei gioca a dama, forse la politica è gioco più complesso, ma segue dei movimenti precisi esattamente come le damine bianche e nere, si tratta di semplici tattiche e queste includono buona osservazione e i tempi giusti. Berlusconi vinse le precedenti elezioni dichiarando nell’ultimo giorno di campagna elettorale che avrebbe tolto l’ICI. Tattica discutibile, anzi deprecabile, ma che ci ha regalato altri anni di declino morale ed economico. Ecco, i tafazzisti come lei sono l’altro lato della medaglia, mettono i puntini sulle i senza mai preoccuparsi delle loro conseguenze in nome di una purezza di spirito che li confina sempre fuori dalla scacchiera. A essere sincera ne ho le scatole piene, non della discussione a cui mi sembra aver dato un contributo importante, ma all’imbecillità travisata da rigore morale. Pure essendo molto critica, ho sempre valutato con attenzione la tempistica e ho sempre dato, nei tempi dovuti, una risposta chiara e costruttiva. Li avessi, non mi piacerebbe picchiare sugli zebedei come invece si usa alla mia sinistra. (Viérin non lo colloco in quest’area). Lei con il suo comportamento ha preso le distanze da un partito che qui si è comportato molto diversamente da quello romano: è in grado di valutare politicamente la differenza? O basta la griffe per fare di tutta un’erba un fascio? Lei si dice temprato dalle sconfitte, non è che per caso questo vittimismo non la soddisfi intimamente? Perché la sua decisione va appunto nella direzione di una nuova sconfitta. Lei voleva evitare la polemica, perché? E perché la chiama polemica? Io la chiamo discussione su una scelta che trovo incoerente con lo sforzo protratto per presentare una lista unita (scelta che ho appreso da fb). E trovo anche che protagonismi come il suo siano l’esatto contrario di ciò che si debba fare per cambiare: lavorare a testa bassa e senza personalismi per mandare a casa una giunta come quella che ci ha governato fino a oggi. Troppa umiltà però nuoce al narcisismo.
8 Maggio 2013 a 17:25
Super sostegno ad @alexandre glarey! Questi sono i giovani di cui abbiamo bisogno per cambiare…non di un’alleanza con Viérin.
8 Maggio 2013 a 18:38
Alberto, per caso parente di Rollandin?
8 Maggio 2013 a 19:08
Signor Alberto, a parte il solito tifo da stadio, ci dica in modo più concreto come può essere possibile cambiare con queste pedine? Sa la giunta si fa con i numeri non con i proclami o solidarietà varie. Piace anche a lei andare sull’altalena? Per favore scenda e tocchi terra, ne avremmo tutti giovamento.
8 Maggio 2013 a 22:46
alexandre glarey. Ha quasi 40 anni! Un giovane adulto o un adulto giovane?
9 Maggio 2013 a 08:25
Infantile, narcisista, imbecille travisato da moralista e un po’ sadomaso…
“Controllo e consapevolezza mi ripeto in testa”, e quindi risponderò in maniera costruttiva.
Berlusconi non ha vinto le elezioni, solo grazie ad una dichiarazione in extremis sull’IMU, ma perché l’altro campo – il mio campo, per intenderci – non ha definito chiaramente quali fossero le proprie posizioni sul tema del fisco (e su molti altri temi) e perché anziché andare subito al voto (definendo una nuova agenda politica rispetto a quella liberista) si preferì un governo tecnico sostenuto da PD + PDL.
Ritengo che la politica non sia solo tattica finalizzata alla conquista del potere (che in una visione leninista deve essere conquistato per poi cambiare la società e in una visione andreottiana serve per mantenere il potere stesso e logorare gli avversari). La politica deve essere soprattutto visione strategica, progettualità e partecipazione. Deve essere al servizio delle persone, che non sono, come da lei scritto, delle “pedine” (le parole tradiscono le idee…) da utilizzare e sacrificare per fumosi scopi superiori.
I tempi in politica sono importanti, ma il tempo per la critica, ad ascoltare qualcuno, non dovrebbe esserci mai. Rammento che con altri, prima delle ultime elezioni politiche, avevamo chiesto, pacatamente, che fine avessero fatto le primarie per la scelta dei candidati (tra l’altro ottimi). Non si fecero e questo, secondo il mio umile parere, fu una delle cause della sconfitta almeno per la Camera (ribadendo che Jean era il miglior candidato possibile, ma il metodo conta).
Molti, in vista dell’appuntamento elettorale, hanno deciso di chiudere un occhio rispetto a certe tematiche o persone (provate a mettere alcune parole chiave nel motore di ricerca del blog e avrete alcuni esempi). Non condivido del tutto tale scelta, ma comprendo e non denigro.
Auspico anch’io un cambio di governo regionale, semplicemente ritengo importante discutere e ragionare, in maniera franca, su come si immagina il nuovo, giusto per non cadere nell’eterna trappola italiana del nuovismo gattopardista.
In ogni caso, tranquilli, non penso che la mia posizione o quella di altri provocherà la sconfitta dell’alleanza anti Rollandin. L’esito dipenderà dalla capacità dei candidati, dalla chiarezza e validità dei progetti in campo e, naturalmente, dall’autonomia e onestà degli elettori.
Sempre per chiarezza, distinguo il Pd regionale da quello nazionale e soprattutto differenzio la lista Pd Sinistra VdA che è costruita da persone che conosco e che stimo come Padovani, Meneghini, Jean Guichardaz, Carola, Spatari, Lamberti e altri.
In questo senso, non è (solo) importante votare la lista giusta, ma semmai il candidato giusto: quello che per gli impegni assunti e la storia vissuta garantisce un cambiamento sostanziale e non, magari, un embrassons – nous (traduzione autoctona di “inciucio”) post elezioni, passando per l’eventuale sacrifico della Presidenza Rollandin.
La chiarezza e la trasparenza dovrebbero essere la base di un rinascimento della buona politica, diversa dall’attuale.
Buone resistenze
Ps: dato che non sono buono nemmeno per la dama, mi darò alle carte (un gioco elementare naturalmente, tipo ruba mazzo…)
9 Maggio 2013 a 11:00
Anche io sono davvero sconfortato, che dentro al Pd nazionale c’è gente che si contenta di una misera vittoria personale piuttosto che un successo da condividere. Ma non riuscire a vedere quanto diverso sia stato il percorso tenuto dal Pd-Vda con le sue battaglie perseguite da persone e dirigenti del tutto integre moralmente, è veramente da orbi.
Ai tempi della vecchia Dc con i franchi tiratori tagliavano la testa ai leaders, ma si guardavano bene dal terremotare il partito; qui pur di segare il tizio od il caio fanno naufragare l’intero partito e consegnano il paese a due debosciati come Berlusconi e Grillo. Solo ora si capisce davvero l’entità dei danni che ha fatto il rifiuto dei debosciati grillanti.
Avessero accettato di far nascere il governo Bersani le varie fazioni del Pd avrebbero dovuto, costrette, almeno temporaneamente, abbozzare; impedendolo invece hanno avuto modo di emergere tutte le forze autodistruttive del Pd nazionale.Se le cose continuano così ci saranno due schieramenti: i filo delinquenti berlusconiani e i piagnoni savonaroliani e ignoranti pentastellati con la bava alla bocca. Dunque ribadisco il concetto di Patuasia che ritengo veramente illuminante:
“Ecco, i tafazzisti come lei sono l’altro lato della medaglia, mettono i puntini sulle i senza mai preoccuparsi delle loro conseguenze in nome di una purezza di spirito che li confina sempre fuori dalla scacchiera”.
9 Maggio 2013 a 11:26
Signor Glarey, parliamo due lingue diverse, difficile trovare un punto, ma ci provo ancora una volta, l’ultima. Intanto non definisco lei, in quanto persona, un narcisista, infantile, imbecille, masochista e moralista: non la conosco, mai preso un caffè insieme dunque come potrei, ma uno stile di azione-pensiero tipico di una certa sinistra di cui lei fa parte. C’è differenza, molta differenza. Il mio riferimento a Berlusconi non era rivolto a queste ultime elezioni, ma alle precedenti, infatti ho scritto ICI e non IMU… che poi il PD abbia le sue responsabilità nessuno lo nega, da qui a prendersi continuamente a martellate gli zebedei ce ne passa. Lei auspica un cambiamento regionale, ma nei fatti dichiara la sua distanza da un partito il PD perché a livello nazionale non è esattamente quello che vuole lei, gli rimprovera giustamente degli errori, ma che lei fa cadere su una realtà locale che invece ha saputo con difficoltà riunire posizioni diverse, ma accomunate da uno stesso obiettivo. Questo è non capire un tubo di politica, è parlare a vanvera, è attaccarsi alla retorica di una letteratura obsoleta e fatta di citazioni più o meno colte, di slogans precofenzionati e ripetuti… . Francamente di questa sinistra ne ho le palle piene e, infatti, a livello nazionale non conta più niente e questo dovrebbe fare riflettere i “resistenti”.
9 Maggio 2013 a 15:22
Conosco solo di vista il sig. Glarey, ma apprezzo quanto ha scritto qui sopra, anche per la pacatezza e la simpatica ironia. E’ vero che si è pubblicamente lamentato delle magagne del PDnazionale per giustificare il suo abbandono, ma tra le righe delle sue esternazioni si legge anche un certo disagio nei confronti del PDregionale (o almeno nei confronti della triplice alleanza). Anch’io trovo il programma condiviso dalle tre forze un po’ vago, la sola voglia di “abbattere” Rollandin non credo porterà da nessuna parte (vedasi Bersani). Non solo perché rischiamo una giunta Vierin che poco si differenzi da una giunta Rollandin, ma soprattutto perché, senza proposte concrete e precise, anche i valdostani desiderosi di cambiamento non andranno a votare. Non si poteva già fissare di quanto tagliare gli stipendi dei consiglieri? Già dire quale struttura organizzativa si voleva impostare in regione e negli enti locali? Le promesse precise sono le più difficili da mantenere e la gente se ne accorge…
9 Maggio 2013 a 15:28
Le parole di Glarey critiche ma costruttive, sono, secondo me, molto meglio delle “omertose” uscite di scena da parte di Louvin, o di Riccarand. La faccia con cui Glarey ha contrastato i TIR al Bianco è più “pulita” di qulla con cui l’alleato Vierin ha votato al referendum, tenendo nascosto il suo dissenso fino a quando non è stato sicuro del risultato conseguito.
9 Maggio 2013 a 16:49
Signor GG, lei cosa propone per creare l’alternativa concreta a questa maggioranza? Con quali forze e alleanze? A me sembra che le proposte concrete ci siano, ma non nascondo che i mal di pancia ci saranno eccome, di fatto l’UVP a me non piace e l’ho detto e scritto, o meglio non mi piacciono i suoi leader e la sua demagogia di fondo, mentre nel suo interno trovo forze giovani e desiderose di un reale cambiamento. Con questa forza è necessario dialogare, perchè nonostante tutto non si riesce a portare a casa quel 51% che ci permetterebbe di governare da soli. E’ terribile doverlo dire, ma è così… pure in campo nazionale siamo costretti a raffrontarci con i due terzi dell’Italia che la pensa diversamente da noi. Deve ammetterlo anche lei: non siamo soli, ci sono anche gli altri e dobbiamo rendercene conto. Questa consapevolezza si chiama politica. Per avere un tono di voce un po’ più forte e magari portare a casa un risultato decente in fatto di conquiste civili e politiche occorrerebbe fare quadrato intorno alle nostre proposte, invece che facciamo? Cerchiamo il pelo nell’uovo, quella sfumatura che non si intona precisamente con i nostri calzini, facciamo i puri e mandiamo all’aria il Governo Prodi per regalarlo a Berlusconi, continuiamo a fare i puri e mandiamo all’aria il governo Bersani offrendolo come sacrificio al redento nano! Questi sono i risultati che otteniamo! E la smetta anche lei di vedere nel popolo sovrano un’entità pura e innocente che sa giudicare e bocciare o promuovere, come se lo spiega un Berlusconi? Non mi dica che lui aveva le idee chiare e che le sue promesse precise le ha mantenute e qui? Rollandin ha truffato la Regione ed è il politico più votato e lo sarà ancora. Allora meno demagogia, più senso della realtà, maggiore umiltà e unità non guasterebbero. Siete rimasti in quattro gatti e continuate a fare danni. A quando l’estinzione? (Sono davvero furiosa!)
9 Maggio 2013 a 20:36
Visto che non ho ancora deciso cosa voterò ma solo chi non voterò, UV mai e poimai, mi chiedo: Se più raltà vuol dire turarsi il naso e votare la coalizioni di sinistra-centro-destra (perchè tale è l’UVP anche se nei comizi si proclamano nuovi socialisti) dove andremo a finire di questo passo? Per intanto sogno il giorno in cui dando il voto di preferenza non lo darò alla lista come nell’italia normale!!!!!!
9 Maggio 2013 a 20:57
Non ci si tura il naso si usa il cervello e si fanno i conti. Se l’obiettivo è quello di mandare all’opposizione l’Union valdotaine e alleati occorre necessariamente trovare degli altri alleati e all’interno della coalizione avere il peso più significativo per imporre le scelte successive. Quindi, signor isola felice, valuti fra le tre forze della coalizione a quale vorrebbe dare più forza politica e all’interno di essa scelga i candidati che le sembrano più affidabili. Non abbiamo altro. Se invece propende per il voto di protesta ecco che c’è il M5s, molto meglio votare per i suoi candidati che dare scheda bianca o non recarsi alle urne. Il piatto è questo non ce ne sono altri.
10 Maggio 2013 a 00:26
Ho scelto una linea diversa rispetto a quella del mio amico Alex Glarey, che spero non risuti ora tradita agli occhi di qualcuno dal fatto di aver scritto un semplice commento. Ho scelto di star zitto fino a dopo le elezioni. Dopo sfogherò il fiele che mi avvelena, solo dopo perché l’obiettivo è mandare a casa Rollandin (e il resto – ammettiamolo – è ancora molto vago). I toni e le accuse nei confronti di Alex che ho letto nel post e nei commenti, in ogni caso, non solo non hanno nulla a vedere con la persona, che io conosco – e giudicare, sia pure unicamente sotto il profilo politico una persona per un singolo comportamento non mi pare così logico – ma neppure con l’atto “irreparabile” di cui lo si accusa: avere interrotto la sua collaborazione con una testata online. Alex Glarey – lo ha ricordato lui stesso – ha organizzato all’Espace Populaire una serie di incontri pre-voto con Pd-SinsitraVdA, Alpe e UVP proprio nella speranza di costringere le forze politiche al confronto e permettere alla cittadinanza di farsi un’idea di partiti e candidati. Alex Glarey, a quanto ne so, andrà a votare e voterà per una di queste forze. Ciò di cui lo accusate è di aver interrotto una collaborazione dandone pubblica notizia prima delle elezioni: colpa grave che porterà via molti voti alle “nostre” file. E allora rimandiamo la discussione al dopo voto, sperando di aver raggiuto il fatidico 51%. Anch’io penso che in QUESTE elezioni non ci sia altro da fare che mettersi tutti assieme, ma leggo con orrore vero alcune delle affermazioni dei commenti qui sopra: se la sinistra-sinistra si è estinta a cancellarla è stata la perdita di un’identità precisa, il fatto di non essere più distinguibile dalle altre forze, il fatto di aver pronunciato troppi sì, non troppi no. Leggo che la sinistra ha fatto cadere Prodi, caduto in realtà per “colpa” di Mastella, leggo che il Pd – che tanto sinistra non è – è andato all’aria per colpa del M5S, o delle correnti interne, anziché per aver accettato e reso inevitabile l’inciucio con il PdL, leggo tra le righe che siccome la politica è unicamente questione di strategia – e so bene che sarà sempre così – occorre continuare a occuparsi di strategie. La conclusione che posso trarre è una sola: io per queste cose non sono tagliato e mi affretterei a prendere anch’io le carte da gioco, se non fosse che non le ho mai sopportate.
10 Maggio 2013 a 09:56
In fondo il fatto che in questo blog, come in altri luoghi si discuta e ci si contrapponga è un dato positivo e, soprattutto, un tratto distintivo di un elettorato pensante. Non dobbiamo avere paura di dirci cosa non ci piace, delle cose da migliorare, dei candidati che riteniamo poco affidabili e della diffidenza verso chi in passato ha fatto scelte poco lungimiranti. Il rischio di essere fagocitati da leoni e leoncini c’è e ne siamo tutti consapevoli. Alcuni dirigenti del centro-sinistra hanno commesso in passato errori di valutazione appoggiando l’UV, altri vorrebbero farlo anche in futuro (pur senza dichiararlo apertamente). Penso per esempio ad alcune scelte scellerate della giunta Grimod. Tanto per citare un esempio, penso alla gestione delle politiche giovanili di fatto scomparse (centri di aggragazione nei quartieri sensibili chiusi e Cittadella trasformata in ciò che tutti sappiamo). Certo le responsabilità maggiori in tal senso sono da attibuire alla giuta successiva, ma chi allora era alleato con l’UV ha accettato supinamente un progetto scellerato che già agli albori presagiva scenari inquietanti. Purtroppo ancora oggi in qualche comizio dinanzi all’elettorato che giustamente chiede conto di queste vicende passate, qualche candidato si arrocca su posizioni di difesa e chiusura. Sbagliare è umano, perseverare difendendo strenuamente gli errori commessi è un pò più preoccupante. Ciò che può distinguere la lista del PD-sinistra è proprio la capacità da parte dei candidati di ammettere gli errori commessi e dimostrare di voler porvi rimedio. Il mio è un semplice consiglio rivolto ai candidati del centro-sinistra da parte un elettore critico che non vuole dare deleghe in bianco. Sono convinto che se i candidati, dinanzi alle critiche di chi è presente ai comizi e vuole attibuire una preferenza scientemente e non per “partito preso”, sapranno rispondere nel merito delle questioni poste (anche provocatoriamente da chi in passato si è sentito un pò tradito) rassicureranno certamente gli elettori circa la reale intenzione di cambiare il modo di fare politica e di rapportarsi con la base. In ogni caso non tutti i candidati si arroccano nella difesa di scelte passate discutibili (anche perché in molti già allora dissentivano), quindi per quanto mi riguarda non avrò alcun problema ad esprimere la mia preferenza per Padovani e Lucat. Ne ho ancora una a disposizione e penso proprio che non la darò a chi fatica a riconoscere gli errori commessi. per fortuna nei 35 del PD-sinistra sono parecchi quelli capaci di ascoltare e confrontarsi serenamente.
10 Maggio 2013 a 11:12
Signor janko, nella lista ci sono ottime persone che con le responsabilità del passato del PD nulla hanno a che fare, dunque non c’è che l’imbarazzo della scelta e spetta agli elettori l’ultima parola. Se ci sarà un cambiamento sarà per volontà popolare così come per il suo contrario. Non credo che in questo ci siano delle responsabilità da attribuire ai vecchi dirigenti.
10 Maggio 2013 a 11:32
Tengo a precisare, e non è la prima volta che lo faccio, che io non ho giudicato il singolo comportamento di una persona, ma IL COMPORTAMENTO che è tradizione di una certa sinistra. Poi sulla lettura dei fatti storici io ne do altra versione così come sul concetto di strategia e tattica della politica. Ci sono principi e obiettivi che si nutrono a vicenda e poi ci sono i modi per raggiungerli: il tafazzismo di sinistra non aiuta allo scopo. Francamente delle canzoni di protesta ne ho le scatole piene, ci sono cresciuta in mezzo e adesso, nella piena maturità, mi piacerebbe poter vedere anche solo un briciolo di sole che possa scaldare questo cadavere di Paese. I due accordi che fanno un repertorio e che si cantano fra quattro amici al bar, non mi divertono più, mi deprimono.
10 Maggio 2013 a 12:04
meglio un tiepido raggio del sol dell’oggi che il caldo sol dell’avvenir (che s’aspetta invano da oramai molti decenni)…concordo. Iniziamo con il riscaldarci un poco per continuare a sperare. Il mio appunto era riferito solamente ad alcuni modi di rapportarsi con gli elettori che ancora oggi qualcuno della “vecchia guardia” utilizza. Volevo rilevare che questi modi un pò reticenti, a mio avviso, non aiutano a far penetrare i raggi della speranza. Siccome concordo sulla validità di molti candidati del PD-sinistra personalmente non avrò nessun problema a mettere la mia crocetta con la speranza nel cuore.
12 Maggio 2013 a 20:27
Sig Patuasia il mio problema è proprio quello….non me la sento di votare una coalizione che comprende l’uvp (Caveri non è in lista ma è artefice di questo NUOVO che avanza ma siamo tutti matti? Il nuovo che puzza di stantio a casa mia finisce nella spazzatura, anche se di questi tempi non succede sovente di avere cose con questa puzza! Per non parlare di tutte le c****te che spara nei comizi….ridicolo chi ci crede!) anche perchè votanto alpe o pd sicuramente le scelte delle mie preferenze non saranno quelle che otterranno la maggioranza dei voti di conzeguenza io contribuirei ad eleggere persone per me non meritevoli, sempre per la logica del voto di lista che io non voglio darlgi….per cui credo mi resti solo il M5S….vedremo!
12 Maggio 2013 a 20:28
conseguenza…opssss scappata z…hahahahaha