Amianto e bambini


Riceviamo dal signor Fabio Molino e volentieri pubblichiamo.

Sono il papà di un bambino che frequenta la scuola materna Corrado Gex.  Con altri genitori sono venuto a conoscenza dei lavori di rimozione del tetto in amianto del condominio che si trova in Viale della pace numero 32. Al numero 30 della stessa via c’è appunto la scuola materna dell’Istituzione Einaudi che ospita più di 80 bambini tra i 3 e i 6 anni. I lavori sono stati effettuati nelle giornate di lunedì 15 e martedì 16 aprile da una ditta specializzata e l’unica comunicazione che mi risulta essere stata effettuata, a parte quelle amministrative di rito, consiste in un foglietto attaccato con lo scotch alla parete che si trova a fianco del cancello di ingresso della scuola. Il foglio comunicava la realizzazione dei lavori e suggeriva la chiusura delle finestre negli orari in cui venivano effettuati i lavori di rimozione per ovvi e riconosciuti rischi alla salute. Proprio quel giorno in Valle scoppiava la primavera e mio figlio, insieme ad altri bambini, giocava nel prato della scuola materna a pochi metri di distanza dal luogo dei lavori per tutto il pomeriggio. Questo accadeva anche il giorno seguente. Gli inquilini del palazzo di fronte, anche essi ignari di ciò che stava accadendo, mi confermano che sul tetto lavoravano operai opportunamente protetti da tuta e maschere. Oggi, 17 aprile alle 15.30, ho visto partire da Viale della pace un camion adibito a trasporti speciali con sopra le lastre di eternit impacchettate e sigillate con un nastro con su scritto “attenzione contiene amianto”. Questi i fatti. Personalmente ritengo che sarebbe stato opportuno avvertire formalmente – senza allarmare – la scuola e gli abitanti dei palazzi adiacenti. Mi chiedo però chi avrebbe dovuto garantire questo elementare principio di salute pubblica?

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14 commenti su “Amianto e bambini”

  1. Chidicoio Says:

    Non è un errore della popolazione essere ignoranti in materia di recupero di strutture pericolose per la salute pubblica, l’errore è sparlare dei suddetti, creare inutile allarmismo e cercare dolo a tutti i costi perchè sembra sia la moda ultima delle comunità. Non do’ la colpa al signor Fabio Molino per i suoi dubbi in merito, legittimi d’altronde, ma do colpe alle testate giornalistiche che pubblicano senza le doverose spiegazioni che fermerebbero sul nascere i presunti casi di dolo. la normativa sul recupero dei tetti in amianto prevede una distanza di 10 metri di cordone di sicurezza, le lastre prima di essere toccate dagli addetti vengono completamente verniciate (ecco a cosa serve il “cordone di sicurezza”) per evitare la possibilità che si sprigionino polveri pericolose mentre vengono svitate le viti di tenuta delle lastre e mentre vengono rimosse e impilate, e nuovamente verniciate, le lastre di copertura. Le fasi di smontaggio di tetti in eternit sono seguite da imprese che sono ultra-specializzate e TUTTE le fasi sono seguite secondo normative. Prima di pubblicare lettere di persone che non hanno conoscenze tecniche a riguardo, perchè tanto si cerca lo scandalo a tutti i costi, bisognerebbe avere adeguata informazione in merito, e questo vale per ogni articolo e ogni situazione.

  2. Chidicoio Says:

    Aggiungo che il signor Molino avrebbe dovuto arrabbiarsi non per la mancata informazione sul cantiere in corso, ma sul fatto che un asilo fosse esposto alle polveri di amianto di un tetto ormai non più sicuro, se proprio si deve cercare il pelo nell’uovo.

  3. Alessandra Piccioni Says:

    Signor Chidicoio, a me pare che la lettera del sig:Molino fosse assolutamente pacata, e che cercasse, appunto, risposta a un dubbio. La lettera ha anche fornito l’occasione a lei(che evidentemente è assai competente in materia)di dare una mano e spiegare come stanno le cose. Il punto, però, è che avrebbero dovuto farlo le autorità competenti. Se invece di un foglietto su una parete, fosse passata una circolare scolastica nelle classi, e fosse stata inviata una lettera agli abitanti del palazzo, tutto sarebbe stato chiaro fin da subito. A chi toccava? Secondo me a chi ha commissionato i lavori, potrebbe anche trattarsi dell’amministrazione comunale(so che c’è un piano di bonifica di alcuni edifici), per questo prima parlavo di aurtorità competenti . Siamo alle solite, in questa regione ancora non si è capito che le persone sono oggi molto più informate sui rischi per la salute di determinate sostanze, però ovviamente non possono conoscere le tecniche per trattarle in sicurezza!Basta spiegare le cose.

  4. Chidicoio Says:

    Per non allarmare la comunità non avrebbero dovuto nemmeno esporre il foglietto di carta a mio avviso, trattandosi di un’operazione sicura al 100%. La gente è informata, ma ha un’informazione scarsa e incompleta, e come già detto non gliene do una colpa. La colpa semmai è data dal fatto che sembra che la gente alla parola amianto e alla vista di uomini in tute e mascherina perda il lume della ragione pensando visioni apocalittiche per i figli esposti a cotanto pericolo… Beh, no, il pericolo non esiste, se non per le persone che fisicamente maneggiano le lastre di copertura da smaltire, adeguatamente protette dal vestiario. In valle d’aosta e anche appena fuori valle esistono intere montagne di amianto minerale, anche esposto in superficie dentro i nostri prati e le nostre rocce, ma non siamo mai morti per questo. La mia critica comunque non è, ribadisco, rivolta verso la popolazione perchè non è un dovere informarsi su tutto, ma è rivolta al concetto che si debba venir informati su qualunque cosa ci accada attorno per evitare rischi che, mi spiace, non esistono… È un po’ come esigere carrelli informativi sparsi per la regione sui rischi derivanti dalla caduta di aerei sui centri abitati poichè 40 voli al giorno sorvolano la valle d’aosta, e spero si comprenda l’ironia.

  5. Chidicoio Says:

    Precisazione: quando dico che la gente ha un’informazione scarsa e incompleta e parlo di ignoranza in merito intendo proprio il senso letterale della frase. Sapere che l’amianto è cancerogeno non significa esserne informati, perchè l’amianto di per se è assolutamente stabile e innocuo. Sapere quindi solo che fa male porta a disinformazione, anche se sembra un paradosso. I tetti in eternit diventano pericolosi (in maniera irrisoria oltretutto, ci si preoccupa dell’amianto non volatile ma non dei pm2.5 dei famosi FAP…) solo nel momento in cui la parte fibrosa rimane esposta in superficie e in condizione di fortissimo vento, altrimenti i tetti non sono fonte di pericolo. L’amianto è cancerogeno solo ed esclusivamente se in forma volatile, ecco il perchè della verniciatura.

  6. libero Says:

    L’operazione era sicura. Insicuro era il tetto che era vecchio ed esposto al fortissimo vento valdostano. Chidicoio difende l’operazione di smaltimento che a suo dire, e c’è da credergli, era assolutamente innocua, però afferma anche che Molino avrebbe dovuto prendersela non con la mancata informazione, ma con il tetto che per molto tempo ha liberato nell’aria polveri di amianto. Trattasi questo solo di un peluzzo nell’uovo?

  7. Chidicoio Says:

    Calcolando che sul territorio italiano esistono “solamente” 1.200.000 fabbricati con tetti in eternit, non meglio precisati migliaia di chilometri quadrati di facciate di edifici in eternit, migliaia di chilometri di tubazioni in eternit e la metà delle Alpi con amianto in superficie, allora si, è proprio un pelo nell’uovo… (In valle d’aosta l’amianto in forma minerale lo si trova in una quantità tale di luoghi che se ne parlo le vien voglia di emigrare, in tutta onestà).

  8. Fierobecco Says:

    La scienza non fa veri progressi se non quando una verità nuova trova un ambiente pronto ad accoglierla. Pëtr Kropotkin

  9. Chidicoio Says:

    Aggiungo una precisazione:

    ma con il tetto che per molto tempo ha liberato nell’aria polveri di amianto.

    Esiste un organo gestito dalle regioni che, tramite fotografie aeree, cataloga i tetti in eternit andando poi ad ispezionare in loco il grado di consumo. Per i tetti che vengono considerati a rischio, avviene l’obbligo di rimozione e smaltimento, ma solo nel caso in cui il degrado delle lastre sia tale da cominciare a creare possibile inquinamento. Quindi no, quel tetto non ha per anni esposto la cittadinanza a polveri di amianto, ma avrebbe potuto cominciare a farlo nel breve periodo. Come già detto, quindi, è un bene evitare inutile allarmismo per un problema che non è tale.

  10. tagueule Says:

    Gentile Chidicoio lei ha ragione. Lei però ha un atteggiamento che sarebbe perfetto in un paese anglosassone. Ma lei non può non tenere conto del paese in cui viviamo. Quindi mi scusi, ma io, pur essendo d’accordo con lei, capisco la preoccupazione di un genitore che si chiede se, in Italia, il tecnico, l’ingegnere, l’amministratore, il politico, il funzionario, il fotografo che rileva dall’aereo e il pilota che pilota l’aereo sappia e voglia davvero agire come deve (come gli imporrebbe la legge e l’etica professionale) per affrontare quel problema. Siamo un paese a pezzi cresciuto su una cultura degradata. Non può non tenerne conto.

  11. Chidicoio Says:

    Certamente che ne tengo conto: per soldi tutto si può in Italia. L’ingegnere per soldi certifica un tetto degradato come sano, il tecnico pure, l’amministratore se ne può fregare, il politico se ne frega solo se si è un mese prima dalle elezioni, il fotografo vede che è casa sua e la foto vien sfocata, il pilota d’aereo prende apposta un vuoto d’aria e tutti alla fine respireremo amianto. Mi creda, non è una presa per i fondelli, son cose che purtroppo succedono, ma il senso è questo: battetevi affinchè i tetti vengano smaltiti, non ponete i dubbi sulla lettera ai condomini o all’asilo, perchè un tetto smaltito è un problema futuro in meno in ogni possibile caso, con o senza informazioni in merito.

  12. patuasia Says:

    Signor Chidicoio, lei mi sembra una persona ragionevole, ma quella seconda persona plurale del verbo battersi… avrei preferito un battiamoci. 🙂

  13. Chidicoio Says:

    Nel mio piccolo, mi batto già affinché la città migliori 😉

  14. FtW Says:

    E il CSE, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione incaricato dall’amministratore / condomini, dov’era?
    ASL interviene solo quando serve far cassa?


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