Partecipate!
Ho letto l’intervento del consigliere regionale ALPE, Albert Chatrian, e mi è piaciuto, pertanto ne faccio un estratto che riguarda soprattutto il tema delle partecipate e lo pubblico per vostra conoscenza.
Malgrado un uso spregiudicato e centralizzato di tutti gli strumenti possibili del potere e dei rapporti di vicinanza con i poteri forti nazionali che il Pdl rappresenta, i risultati acquisiti sono molto al disotto delle aspettative, e in più il disfacimento della maggioranza è sotto gli occhi di tutti. Eppure ALPE non si è stancata di sottolineare le storture di questo sistema regionecentrico (o sarebbe meglio dire Augustocentrico), chiedendo un cambio di registro… per portare un po’ di trasparenza che non è solo valore etico, ma vero e proprio ossigeno per evitare l’asfissia del sistema amministrativo ed economico. Mi rivolgo a Lei, Presidente, perché è sua principale responsabilità avere gestito in questi anni in modo discrezionale, esercitando senza confronto e con opacità le sue funzioni di Presidente del Governo, le società partecipate, privando il Consiglio regionale delle informazioni necessarie a giudicare il Suo operato e quello dei vertici delle Società stesse… Se si esclude CVA, che produce utili, gli altri bilanci parlano da soli e già si stanno veicolando le scarse risorse a disposizione per riparare alcune presunte locomotive diventate vagoni senza forza propulsiva economica propria: la vicenda del sostegno al piano di rilancio del Casinò con denaro di CVA è esemplare… Sappiamo che tutte le altre partecipate hanno bilanci di segno negativo, ma non siamo in grado di approfondire nulla, in questa sede, sui risultati delle linee di sviluppo, delle strategie, della gestione… mi rammarico davvero che in questa legislatura non si sia fatto nessuno sforzo per rendere più trasparenti i conti della nebulosa composta da società controllate, agenzie regionali, società di scopo, società In House, fondazioni, ecc. e per riunirli in una sorta di bilancio consolidato regionale. Le partecipate dovranno essere messe in condizione, a partire dalla scelta di dirigenti capaci e autonomi, di produrre valore e ricchezza, non di assorbire solo risorse pubbliche. Dovremo tornare a separare il ruolo politico da quello amministrativo, un obiettivo che la Giunta uscente ha volutamente ignorato per continuare a gestire l’interesse di pochi piuttosto che il bene comune generale… L’uomo solo al comando non è coerente con la nostra storia di popolo democratico, si è dimostrato inefficace e dunque deve scomparire dalla scena politica nella prossima legislatura, per il bene dell’istituzione, della democrazia e della buona politica!
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5 aprile 2013 a 07:13
Idea: privatizzarle tutte e lasciare che si muovano sulle proprie gambe, senza mungere la mammella ormai disseccata di mamma regione. In un caso del genere, soltanto CVA riuscirebbe a rimanere a galla; tutte le altre ditte parassite (che è il vero significato di “partecipate”) finirebbero in bancarotta nel giro di una settimana, e sarebbe il minimo che si meritano.
5 aprile 2013 a 15:58
non mi sembra una grande idea, ci sono società partecipate che non possono stare sul libero mercato, i numeri non consentirebbero di dare il servizio per cui sono nate. Certamente la scelta degli amministratori deve cambiare, libertà di gestione e successiva valutazione sono indispensabili ma penso che una regione piccola come la nostra non possa fare a meno di società che aiutino i privati ad affrontare la concorrenza con società e stazioni che hanno numeri da noi impossibili…
6 aprile 2013 a 11:39
Bisker One: Privatizzarle? E secondo te qualcuno avrebbe interesse ad acquistare le società degli impianti da sci?
6 aprile 2013 a 19:23
Privatizzare del tutto è impossibile: rimarebbero in piedi forse solo Courmayeur, Cervino e Monterosa Ski, non ce la farebbero neanche Pila e la Thuile.
Discorso diverso è l’ingresso nell’azionariato di imprenditori locali e gestione imprenditoriale delle società che non devono diventare un bacino di voti e un parcheggio dorato per i fedelissimi del politico di turno.
6 aprile 2013 a 19:41
Naturalmente mi riferivo alle stazioni sciistiche. Per le altre partecipate il discorso è più variegato.
Autoporto gestisce un centro commerciale e, mentre si potevano capire in passato le ragioni della proprietà pubblica per ristrutturare l’area, potrebbe benissimo essere privatizzata.
Io CVA la preferirei privata, facendosi pagare a caro prezzo le concessioni idroelettriche. Deval discorso simile ad Autoporto, la proprietà pubblica è stata necessaria per elettrificare zone periferiche e di montagna, adesso si potrebbe forse ragionare sulla privatizzazione.
Il colosso INVA soffoca il mercato della aziende informatiche locali e andrebbe ripensato.
Certo poi in Italia privatizzare non ha portato vantaggi nè ai consumatori, nè agli azionisti, in quanto il mercato è ben lontano da quella perfezione scritta nei libri di economia.
Gli unici a guadagnare sono stati i manager che si sono aumentanti spudoratamente i compensi.
7 aprile 2013 a 21:33
E dei metodi di assunzioni delle partecipate ne vogliamo parlare?
clientelismo a manetta (ovviamente vengono assunti tutti quelli della “manica”), zero concorsi o selezioni di facciata….
8 aprile 2013 a 07:12
No, no, senza mezzi termini: privatizzarle tutte. Proprio come avete fatto notare qui sopra, quelle che sarebbero in grado di muoversi sulle proprie gambe lo farebbero (insomma, ribadisco: rimarrebbe in piedi CVA e basta); quelle che hanno sempre abusato della, ah, “partecipazione” regionale chiuderebbero. Chiuderebbero gli impianti da sci perché non riuscirebbero ad essere concorrenziali? Se lo meriterebbero. Per come sono gestiti adesso, è proprio solo grazie al loro parassitismo che ancora si possono permettere di offrire servizi zero a costi da suicidio. Chiuderebbero altre ditte privatizzate? Stesso discorso. Questo sarebbe l’unico modo in assoluto per ammazzare il perfido sistema clientelare che ha preso troppo piede negli ultimi tempi, e per premiare entità DAVVERO produttive. Chiedo scusa se il mio tono suona troppo cinico.
8 aprile 2013 a 14:48
Quoto Biske ONE!! grande! sai che sprechi e intrallazzi tra assunzioni e “dimenticanze di altre assunzioni”, acquisti sempre dagli stessi fornitori, alcuni dei quali sono noti come “quelli delle 1000 forniture” in tutti gli enti in cui qualche BIG delle funivie è parte attiva, esuberi di personale (Monterosa ski pare abbia oltre 200 dipendenti,a quali fornisce anche servizio mensa a un costo poco meno del doppio di quello della Regione…).
Pulizia generale ci vuole. A CASA!!
8 aprile 2013 a 16:23
E dopo le partecipate, bisognerebbe iniziare a occuparsi anche delle fondazioni, di cui mi pare si parli troppo poco.
8 aprile 2013 a 21:14
Concordo con Ettore. Prima andiamo a guardare le fondazioni e gli altri enti di diritto privato. Per le società partecipate c’è comunque tutto il diritto societario che permette un minimo di controllo da parte del cittadino.
8 aprile 2013 a 22:00
e quando mai, e come? se non hai azioni, …..?
9 aprile 2013 a 07:08
Quoto raz-les-bolles. Dato che il pacchetto azionario di tante partecipate è completamente in mano a QUALCUNO (chissà chi?) il cittadino su esse non può esercitare il minimo controllo. Insomma, sono delle SpA solo di nome (vedasi INVA).
9 aprile 2013 a 08:01
Tempi tristi per la democrazia. La radicalità si confonde con il rifiuto della complessità e all’inchiesta e all’analisi si sostituisce lo strepito di chi la spara più grossa.
Chi scrive è notoriamente nemico dell’attuale sistema di potere e da sempre lavora – e non uso questo termine a caso – per l’alternativa (cosa diversa dall’alternanza).
Alle volte, con pochi altri, ci siamo anche pagati le visure alla Camera di commercio per capire chi si nascondeva dietro le varie società che cercavano di realizzare devastanti centraline idroelettriche o speculazioni immobiliari.
Ma per capire chi “c’è dietro l’INVA”, basta andare sul web: http://www.invallee.it/inva/index.php/ita/pagina/2/ per scoprire così che si tratta di una società interamente pubblica.
La discussione – partecipata e trasparente – dovrebbe essere come trasformare le SpA e le Srl regionali in enti pubblici che non mirino più al profitto, ma semmai ad un servizio pubblico efficace.
Nell’Argentina della crisi causata dal FMI e da élites sciagurate, i movimenti dicevano “Que se vayan Todos !” e intendevano le classi dirigenti, i ricchi speculatori, spingendo invece per l’autogestione. Qui invece si dice “Tutti a casa !” – quasi un 8 settembre – confondendo il lavoratore della partecipata con il manager milionario.
Ripeto: la realtà è complessa ed ogni situazione va analizzata prima di essere cambiata. Le società degli impianti a fune, ad esempio, possono essere gestite in modo sicuramente migliore, ma pensare di privatizzarle, perseguendo l’esclusivo criterio dell’efficacia economica, vuol solo dire chiuderle (tutte, anche Courmayeur e Cervinia, sul lungo periodo, sono in perdita). Quali sarebbero le conseguenze di tali politiche ? Più disoccupazione, più crisi economica e sociale ?
E’ questo che vogliamo ?
Quanto agli imprenditori locali, le società che guadagnano sono già piene di questi personaggi: i vari Berger e Coda.
D’accordo con la necessità di maggiore trasparenza, di una severa riduzione degli stipendi dei manager, di un’analisi per ridefinire le attività realmente strategiche per la Regione e concorsi per tutti i dipendenti. Buttare tutto alle ortiche del mercato (la stessa ideologia che ha causato una crisi che rammento essere mondiale e non “romana”) NO.
buone resistenze
9 aprile 2013 a 13:56
@alexandre glarey
“D’accordo con la necessità di maggiore trasparenza, di una severa riduzione degli stipendi dei manager, di un’analisi per ridefinire le attività realmente strategiche per la Regione e concorsi per tutti i dipendenti.”
Le pare poco? Per quanto mi riguarda, solo questo rappresenterebbe un’enorme rivoluzione. Ed è quella che auspico venga messa in atto al più presto.
Ettore
9 aprile 2013 a 15:50
@Ettore
so anch’io che non è poco, dato che è da una vita che lo si pretende. Basta però capire che i suddetti obiettivi non coincidono per forza con la privatizzazione delle partecipate e il licenziamento in massa dei loro dipendenti.
9 aprile 2013 a 16:42
la cosa che non ha senso è che se una società è a completo capitale pubblico (o anche solo a maggioranza pubblica) deve rispettare tutte le normative della P.A., dall’acquisizione di servizi all’assunzione di personale, invece questo non succede.
Inoltre deve annualmente resocontare sui risultati ottenuti, ciò però non è mai avvenuto.
9 aprile 2013 a 16:48
Nessuno qui auspica che si faccia della macelleria sociale con dei licenziamenti di massa. Nessuno parla di dipendenti. Come si faccia però a difender il caso di INVA che sta determinando lo sterminio di tutte le realtà concorrenti nel settore, non lo capisco.
Questa sì ha creato vera macelleria sociale attraverso la più spietata concorrenza sleale che si possa fare. Come fa a non accorgersene?
E come fa la sinistra a non accorgersi che se perde voti è proprio perché continua a ragionare in modo così ideologico?
9 aprile 2013 a 16:57
INVA è sicuramente stata una delle partecipate peggiori, è costata tantissimo senza ottenere risultati accettabili, basta chiedere a qualsiasi dipendente regionale cosa ne pensa di INVA per valutarne le capacità
9 aprile 2013 a 18:41
Non si auspicano i licenziamenti di massa…. però lo si vada a dire a tanti disoccupati, a coloro che non sono “raccomandati” , a coloro che hanno studiato e sostenuto un concorso pubblico piazzandosi in una graduatoria di merito (e che magari non verranno mai chiamati a causa dei limiti stringenti sulle assunzioni)….
E’ sempre la solita regola.. i furbi e i raccomandati passano davanti agli onesti, lo sanno anche i bambini che nelle partecipate vi è pieno di “imboscati”…
è una questione che il prossimo governo regionale (si spera diverso da questo) dovrà affrontare, basta assunzioni facili e senza concorso nelle partecipate!