Il centro di niente
Dopo la felice sparizione di Casini, la famiglia è rimasta senza difensori, ed ora i cosacchi di Bersani la sostituiranno con un soviet per infanti. Insomma il Centro non esiste più. Da almeno 10 anni si tratta di un non-luogo, una scusa per mascherare l’accidia più spudorata, l’inazione più metodica, l’immobilismo più bieco. Un maquillage del nulla per una congrega di figure pleonastiche, che nulla capiscono delle mutazioni in atto nella società. Non si tratta nemmeno di conservatori, ma di ectoplasmi dell’inazione metodica, alla moda della peggior DC. Questa non è mediazione o moderazione, ma semplice giustificazione di ogni schifezza della casta. Neanche a dirlo, in Vda questi campioni non provano vergogna nemmeno dopo le recenti politiche. “Parte un percorso per rafforzare l’area autonomista moderata e cattolica” ci hanno assicurato il movimentatore di assegni Lavoyer e tale Luca Bringhen, vicepresidente della defunta Udc. Poi l’interminabile supercazzola in politichese hard: “Alla Vda necessitano nuove intese politico-programmatiche ed organizzative per contrastare il proliferare di liste che disorientano gli elettori.” Infine il pistolotto edificante: “Solo un progetto autenticamente autonomista, fondato sui valori cristiani dell’Europa, può dare alla Vda…” e via menando il torrone. Poteva mancare il pericolo estremista? Non poteva: “Da veri moderati vogliamo contrastare quest’area che si nutre di antipolitica.”, termina esausto Bringhen.
Questi della Fed, orfani di La Torre coniugato Milanesio, sono i peggiori di tutti, persino della Stella alpina. Il Centro di tutti gli inciuci, pur di sopravvivere. Come idee: il Centro di niente. (roberto mancini)
Tag: Claudio Lavoyer, Elezioni regionali 2013, Fédération Autonomiste, Luca Bringhen, Valle d'Aosta
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26 marzo 2013 a 21:15
Se la Fed non raggiunge il quorum una birretta per festeggiare me la faccio comunque. Lo stavo per fare anche quando gli exit-poll mi davano la coalizione Monti fuori dalla Camera con conseguente sparizione dell’UDC. Ma purtroppo, seppur irrilevanti, non sono scomparsi.
27 marzo 2013 a 11:06
La Fed non ha mai corso da sola. I suoi due seggi in consiglio li ha e li avrà sempre, perché tanto corre con il Partitone. L’unico modo per veder sparire la Fed dal consiglio sarebbe vedere finire il Partitone all’opposizione, cosa che non si verificherà, non almeno per i prossimi vent’anni, più o meno.
27 marzo 2013 a 11:17
Viste le ultime novità, penso che Bisker One abbia ragione. O Rollandin, o Viérin junior e Caveri. Dopo tanto finto casino e tante inutili parole in questi cinque anni, siamo di nuovo lì. Dopo tante prese per il sedere verrebbe quasi voglia (per chi vota) di votare e di invitare a votare Rollandin. Tutto è stato fatto solo per ritornare a riprendersi il potere, non certo per il bene pubblico. Speriamo nei grillini, dite quel che volete. Se si andrà al ballottaggio tra Viérin e Rollandin, io non andrò a votare. Il PD ne uscirà con le ossa rotte. Ha fatto tutto lui.
27 marzo 2013 a 13:44
Scusate l’off topic, ma questa notizia (http://www.lettera43.it/politica/gianroberto-casaleggio-i-rapporti-con-la-finanza-e-gli-intrecci-tra-economia-e-politica_4367587737.htm) di casaleggio (si proprio lui) consigliere di In.Va??? Qui da noi non se ne parla?
27 marzo 2013 a 16:28
I grillologi che vanno per la maggiore come quelli del Fatto, stanno perdendo la pazienza. Ma come?…abbiamo la possibilità di mettere fuori gioco definitivamente Berlusconi&C e voi per difendere la vostra presunta purezza non ne approfittate?
Piano piano gli elettori grillini, che provengono da altre esperienze stanno mettendo in minoranza i puri. L’altra sera a “Che tempo che fa” Gramellini ha raccontato le confidenze anonime di almeno venti grillini raccolte dal giornalista Malaguti fortemente critiche nei confronti di Grillo.
Alle regionali comunque, io non mi vorrò confondere con quelli che qui in Valle criticavano a morte coloro che restavano a casa invece di andare a votare. Ricordo ancora cosa scrivevano chi sosteneva il referendum, e quali posizioni ideologiche avevano assunto: “Posizioni ideologiche dure, al limite dell’intransigenza”. Io semplicemente andrò a votare comunque, democraticamente, anche nel caso in cui il Pd-Vda ne dovesse uscire con le ossa rotte.
29 marzo 2013 a 20:14
Avete proprio una fissazione per i grillini, non c’è niente da fare. Anche nel nulla (il centro di niente è perfetto) riuscite a trovare appigli per parlarne male.
Siccome questo vostro modo di fare ha permesso a Berlusconi di scorrazzare per 20 anni nella politica italiana, direi che è di buon auspicio per il movimento (adesso però non iniziate a fare i furbi dicendo che grillo governerà come berlusconi perché non ho detto questo 🙂 ).
29 marzo 2013 a 20:15
Ah, “Luca (Bringhen), arrenditi! Sei circondato”. 🙂 🙂 🙂
29 marzo 2013 a 21:27
@ Apprezzo molte cose del M5S, altre meno. Ad esempio non mi piace che uno si autodefinisca “Grillino”. Mi sembra più adatto ad un seguace che ha un membro di un’associazione/movimento/partito. Chiamatevi pentastellati, movimentisti o qualcosa altro, ma nessun riferimento ad una persona, seppur importante come il megafono.
30 marzo 2013 a 13:59
Complimenti Bernabé, siete riusciti in pochi mesi a farmi passare da un sentimento di simpatia e condivisione su alcuni temi, che mi ispiravate un anno fa, a qualche dubbio sul modo di agire del vostro leader maximo e sulle dichiarazioni della capogruppo alla camera, alla più totale ripugnanza del vostro attuale atteggiamento snob e sprezzante di tutto il resto del mondo che non siate voi!!
31 marzo 2013 a 17:48
Ora, sapere dove vuole andare a parare Grillo è chiaro: “vuole distruggere una classe politica”.Lui la considera – non so se con completa ragione – l’origine di tutti i mali, quando, a parte l’ingordigia tipica di chi ha un briciolo di potere, la sua vera responsabilità è stata piuttosto rimanere prona e incapace di ragionare, ai dettati del potere economico.
Il problema per Grillo allora, anche quando riuscisse a mettere nell’angolo questa classe politica, è di aver dimostrato di non avere nessuno strumento di analisi di cosa sia questa fase del sistema capitalismo, delle sue contrddizioni e delle conseguenze che sta avendo nei confronti del funzionamento della democrazia.
Il problema vero è che costui non ha capito niente dei rapporti tra società, economia, istituzioni democratiche, nel momento in cui si trovasse a gestire non dico il potere, ma il governo, potrebbe solamente gestire l’esistente come ha fatto chi lo ha preceduto, in una congiuntura che vede semre più restringersi gli spazi democratici