Le regole sono regole
Sono solidale con l’assessore Mauro Baccega del Comune di Aosta. Se il reddito di una famiglia sfora la cifra indicata dal regolarmento per il bando delle case popolari anche solo di un centesimo, quella famiglia va esclusa. La regola non transige deroghe e se l’esperienza dice che è mal fatta allora si cambia, ma fino a quando è in atto non si scavalca. Difficile accettare questo per noi italiani che parcheggiamo in doppia fila, ma solo per dieci minuti! Più facile per i tedeschi e infatti loro non vivono i nostri problemi. Do anche ragione all’assessore in merito a quella che è stata definita una frase impropria e per questo strumentalizzata dai media e che, a mio avviso, denota solo buon senso. Non è possibile che in Italia oggi non si possa pianificare il numero dei figli. Ci sono i mezzi, le informazioni e i luoghi per poter regolare le nascite, quindi è giusto che una coppia si senta responsabile del futuro dei propri figli: se uno guadagna 33 mila euro all’anno non può permettersi sei figli così come non può permettersi una Maserati. Però può mantenere bene due figli e una Picasso. Nessuna limitazione di libertà, ma solo saper scegliere con buon senso.
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16 febbraio 2013 a 16:31
concordo.
Essere d’accordo con Baccega mi causa smarrimento e sudori freddi, pure è così.
Mi piacerebbe però poter controllare tutte le sue classifiche, tanto per capire il balzo di preferenze che ha realizzato l’austero statista nelle ultime elezioni.
E se la famiglia di immigrati avesse avuto diritto di voto? Mah, boh, chissà….
16 febbraio 2013 a 18:13
questa volta non mi trovi d’accordo , si sa che in Italia le regole : per gli amici si interpretano e per tutti gli altri si applicano
sfigata 53
16 febbraio 2013 a 19:52
Giustamente le regole sono regole.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
P.s. Per fortuna la Costituzione non l’ha scritta né Baccega e né chi ha scritto il post….
16 febbraio 2013 a 21:23
Mi scusi, signor jean, ma cosa c’entra questo con il rispetto delle regole? Tutti i cittadini sono tenuti a rispettarle, anche chi ha sei figli o no? Certo che lo Stato deve offrire a tutti i cittadini uguali diritti allo studio, alla sanità ecc ecc, ma io credo che il senso della responsabilità debba essere reciproco. O abbiamo solo diritti?
16 febbraio 2013 a 22:03
il fatto di regolarsi in base al proprio reddito per determinare quanti figli mettere al mondo mi pare molto superficiale: il mettere al mondo i figli non deve essere basato su mere questioni economiche ma su altri parametri come l’amore, il rispetto, la voglia di cambiare il mondo attraverso persone migliori che potranno essere i nostri figli….
le famiglie numerose vanno aiutate realmente in quanto, da un punto di vista puramente economico, aiutano il mercato:più si è e più si consuma….
bisogna creare le condizioni per aiutare chi realmente ha bisogno (e qui si potrebbe andare oltre alle famiglie numerose perchè basti pensare ad altri campi come la sanità,la pulizia di strade e marciapiedi dopo le nevicate,lo smaltimento dei rifiuti,… ) e non fare finta di farlo….
16 febbraio 2013 a 22:29
Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
17 febbraio 2013 a 10:18
Mancio, anch’io deve dare ragione all’assessore… negli anni 2000…
17 febbraio 2013 a 12:01
Signora una mamma, lei dice da un lato che le questioni economiche per la scelta di quanti figli uno può e vuole fare sono mere, perché è l’amore che conta, però poi difende la prolificità in favore di un mercato: “più si è più si consuma”. Non le sembra una contraddizione? Sul bisogna creare le condizioni per aiutare chi ha bisogno sono perfettamente d’accordo, ma questo bel principio si scontra con una realtà sempre più dura e faticosa, realtà con la quale siamo costretti a fare i conti, per questo io faccio semplicemente appello al buon senso per non rendere il vissuto più penibile.
17 febbraio 2013 a 22:37
Gentile Patuasia, non è contraddizione ma,semplicemente, la realtà dei fatti: tutto ciò che facciamo nasce dal cuore ma crea conseguenze economiche.
il buon senso va insegnato ai nostri figli ma non basta per crescerli in una realtà che, come scrive lei meglio di me, sta diventando sempre più dura e faticosa…gli aiuti, se si vuole, si possono dare: basta cambiare le priorità politiche cercando spunti da chi ne sa di più….
Caro Pierluigi, quel famoso articolo non vale per tutte le famiglie numerose…io sono una mamma di una famiglia numerosa e non sono mai stata tutelata o aiutata come sostenuto dall’articolo 31…la causa? siamo solo in 5 componenti e, dopo aver calcolato l’isee risultiamo pure ricchi…paradosso!!
18 febbraio 2013 a 11:22
Cara Patuasia sono d’accordo con lei sul fatto che le regole vanno rispettate anche se sono sbagliate. Sull’argomento in particolare la cattolica Italia ha una legislatura terzomondista e basterebbe copiare la legislatura a difesa della famiglia della laicissima Francia, ma questo è un altro problema. Quello che richiama la mia attenzione è la scelta di paragonare dei figli a dei beni di lusso e il cercare di far passare l’idea che le scelte di vita debbano essere fondate non sulla propria moralità, ma sul proprio patrimonio. Trovo la prima una scelta a dir poco superficiale, lo scegliere di avere dei figli e quanti averne va oltre il semplice conto sterile di quanti soldi ho in banca e chi ha fatto questa scelta lo sa. Per il resto le voglio semplicemente ricordare l’articolo 3 della Costituzione Italiana che cita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
18 febbraio 2013 a 12:02
le regole sono regole, ma non è detto che le regole siano furbe! o meglio troppo spesso siamo subissati da regole stupide!
18 febbraio 2013 a 12:37
Secondo me, “una mamma” non ha compreso che i figli non si fanno in base a un malinteso “ho fatti tanti figli, ergo esisto”.
18 febbraio 2013 a 14:31
Signor Pierangelo, faccia dieci figli se la cosa la soddisfa (soddisfa il suo desiderio non quello dei figli è ovvio) e poi quando avrà dei problemi economici per la loro sussistenza che si vuole dignitosa, si appelli alla Costituzione e tanti auguri. Io seguo strade più semplici dettate dal buon senso individuale senza appellarmi ogni dieci minuti alla Costituzione e ai miei diritti di cittadina.
18 febbraio 2013 a 14:34
Bene allora prima le rispettiamo e poi ci organizziamo per cambiarle. Questa è la procedura in un paese normale. Invece guarda il caso da noi le regole stupide o no che siano ci sono, ma vengono rispettate da una strettissima minoranza di persone e ancor meno viene chiesto che vengano cambiate in meglio (nel senso della convivenza civile non nell’interesse privato). Mi sa che sto diventando razzista, non sopporto più gli italiani!
18 febbraio 2013 a 17:02
I cinesi nell’estremizzazione del concetto hanno già provveduto ad arginare il fenomeno e non credo sia un paese con governo di destra.
18 febbraio 2013 a 22:20
voglio sottolineare il fatto che io esistevo anche prima di avere i miei figli…..come al solito si legge ma non si capisce fino in fondo….
18 febbraio 2013 a 22:37
@ Una mamma.
La replica si riferisce al mio post, per cui commento.
La mia esperienza del mondo femminile, più variegata della media solo perchè i fatti della vita l’hanno resa tale indipendentemente dalla mia volontà, ha creato in me la certezza che l’aspirazione principale di ogni donna consiste nel curare, con ottica solo femminile, la crescita di figli.
Certo che anagraficamente la donna esisteva prima del diventare madre; però generalmente essa si ritiene davvero realizzata solo avendo propri figli da accudire e ponendo ogni altro interesse in secondo piano rispetto a questo.
Quindi la replica è, formalmente quanto banalmente, ineccepibile, ma in realtà scorda il fatto che la tematica figli è vissuta in modo diverso dall’uomo..
19 febbraio 2013 a 23:06
mi vengono in mente solamente alcune parole per rispondere all’ultimo post a me indirizzato:maschilismo e superficialità.
in base alla mia esperienza, non tutte le donne nascono per essere madri e non tutti gli uomini non sono dei buoni padri….ci sono donne che scelgono la carriera professionale (pur avendo dei figli) e uomini che aspirano ad essere dei padri presenti (pur essendo dei bravi ed onesti lavoratori)….
20 febbraio 2013 a 19:37
@ Una mamma.
Già la scelta del nick è infelice: sarebbe stato indice di “non fanatismo mammarolo” la scelta di “una donna” o “una persona”.
Non sono superficiale per nulla nel giudizio sulle donne, anzi. Maschilista forse, ma nella misura in cui le donne sono femministe. Per autodifesa.
La vita va abbracciata nella sua completezza ma tante storie terminano quando l’uomo non sopporta più l’interpretazione della maternità della donna, il suo incentrare ogni interesse nei figli, ricoperti di leziosità e ai quali si attribuiscono inesistenti necessità per il solo gusto di bearsi dell’averle soddisfatte.
L’uomo e la donna sono diversi; il primo sovente si sposa accettando la foto del presente senza immaginare il video del futuro: è giusto quanto qui sostenuto in altre discussioni, e cioè che non sa nulla della famiglia chi non si è mai sposato.
Condivido le critiche verso chi fa più figli di quanti le entrate permetterebbero, salvo poi aspirare al denaro pubblico per far fronte allo sfizio privato legato al “faccio figli quindi esisto”.
21 febbraio 2013 a 21:49
non ho più parole: addirittura darmi dell’ infelice perchè ho scelto come nick “una mamma”….si parla di famiglie numerose e decidere di scrivere la mia opinione come una mamma qualunque (ecco spiegato il perchè del nick scelto!!)mi pareva la cosa più sensata da fare…invece, a quanto pare, è cosa infelice e fanatica di mammarolismo…bene! e poi non siamo superficiali….
“La vita va abbracciata nella sua completezza ma tante storie terminano quando l’uomo non sopporta più l’interpretazione della maternità della donna, il suo incentrare ogni interesse nei figli, ricoperti di leziosità e ai quali si attribuiscono inesistenti necessità per il solo gusto di bearsi dell’averle soddisfatte”…ma si rende conto di cosa ha scritto?anche qui c’è l’immagine classica della mamma chioccia che educa il figlio ad essere un bel mammone senza capacità di giudizio e di fare nulla…e basta coi luoghi comuni:non siamo tutti così…
mi scusi se le chiedo con ironia: ma che donne conosce?! 😉
21 febbraio 2013 a 22:50
Legga bene: non ho dato dell’infelice alla sua persona bensì alla scelta del nick.
I figli non si “educano”, si opera affinchè vivano tante esperienze da cui trarre la possibilità di fare le scelte che vogliono. E’ l’UV che vorrebbe educare tutti: metodologicamente il riferimento calza.
Sicuramente lei ha “educato” i figli ritenendo importanti parametri che io giudico marginali e viceversa.
Le donne a 18 anni vedono in modo equilibrato il rapporto con il partner e i figli, a 38 se questi ultimi non ci sono vivono un dramma interiore, a 58 troppe pongono al top il “compito” di nonne.
So che una donna, assistente universitaria impossibilitata ad avere figli, si eclissò con una bimba affidatale per pochi giorni da una studentessa abbandonata dal boyfriend e, grazie alla posizione del marito, fece risultare all’anagrafe la bimba come figlia propria. Ciò è successo nel secondo mondo, ma l’humus motore di questo caso limite è estraneo al sentire dell’uomo.
Buona parte dei miei amici è separata o divorziata proprio a causa di una maniera squilibrata di vivere il rapporto figli/partner da parte della propria compagna.
Mi sa che Patuasia ci inviterà a usare il telefono anzichè scrivere costì…