Uno spot becero
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
L’argomento è delicato. La tragedia di mamme e bimbi investiti dal reo confesso della rapina alla tabaccheria di Sarre ha colpito l’intera comunità. Al di là dell’ inevitabile solidarietà umana, vorrei però evidenziare qualche aspetto grottesco della vicenda. Il sindaco di Aosta e il Presidente della Regione, nonché Prefetto, si sono dichiarati stupiti di “come uno, riconosciuto colpevole, sia stato lasciato andare a prendersi la macchina e a fare quello che ha fatto“. Scatta automatica la battuta: come può un pregiudicato ricoprire la carica di Presidente della Regione? Battute a parte la questione però è un’altra: ci sono o ci fanno? La vicinanza con le vittime dell’incidente e qualche “legittimo” istinto non esattamente urbano nei confronti del colpevole non hanno nulla a che fare con la legge e con chi la applica. Il giudice, probabilmente a malincuore, sarà stato “costretto” ad applicare quanto stabilito dal codice penale, per fortuna non viviamo nel Far West (non dovremmo).
Diversa, invece, l’ipotesi nella quale lo stesso avesse dovuto “interpretare” la legge per punire con maggiore severità il colpevole (forse perché di etnia diversa e quindi più colpevole degli altri a prescindere?). Non sono un esperto e gradirei che qualche addetto ai lavori si esprimesse in proposito. Il rapinatore straniero si è dichiarato colpevole. Ha collaborato con le forze dell’ordine per fornire indicazioni sui complici. L’arma utilizzata a Sarre era una pistola giocattolo (resta la gravità del gesto, per carità). Suppongo gli abbiano anche ritirato i documenti necessari all’espatrio. Alla luce degli endemici quanto drammatici problemi di sovraffollamento delle carceri italiane, il magistrato ha ritenuto opportuno denunciarlo a piede libero. Ok, il popolo al bar può lasciarsi andare ai commenti più feroci. E’ umano e comprensibile. Due rappresentanti delle istituzioni, ignorando i più elementari pricipi di legge, no. Loro non dovrebbero fomentare l’odio nei confronti del malvivente (forestiero) e della
Giustizia che si è “permessa” di lasciarlo a piede libero. In campagna elettorale gli spot beceri sono all’ordine del giorno, ma dichiarare
“per uno, che non voglio definire, si va a guastare una manifestazione unica” è francamente troppo.
Tag: Augusto Rollandin, Bruno Giordano, Giustizia, La Legge, Valle d'Aosta
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2 febbraio 2013 a 10:17
E’ l’ennesima dimostrazione della mancanza di scrupoli che caratterizza personaggi malati di potere: c’è una campagna elettorale e per loro ogni mezzo è lecito per cercare di piacere alla gente, fosse pure la parte peggiore della società, quella che non avrebbe esitato a linciare quel ragazzo solo per il fatto che è un rumeno.
2 febbraio 2013 a 10:46
Vorrei indicare il nocciolo del problema che il triste fatto ha evidenziato, bypassando i commenti epidermici di chi guarda ciò che si ritrova a valle senza riflettere sulle ragioni a monte.
Parto da una considerazione epidermica pure essa: quanti 21enni vorrebbero una 500 o una Panda ma non se la possono permettere?
Il nostro non-Vettel non possedeva un’Aston Martin, ma certo un’auto, l’Audi A3(manco l’A1), dal costo triplo rispetto alle due Fiat preindicate.
Come ne è entrato in possesso? Domanda legittima visto che per “guadagnare” tale non-Vettel ha l’hobby di assaltare le tabaccherie; non-Vettel che assume cannabis (i chewing-gums costano assai meno!) e pure fuma sigarette dal pacchetto dichiarato ballerino in auto.
Qui mi fermo: chi ha cervello ha già capito. Passo all’aspetto politico.
Oggi i media vogliono far pensare che esistono solo due tipi di Europa; quella “rigida” sui conti voluta dalla Merkel e accettata da Monti e in buona misura da Bersani e quella più “disinvolta” e a suo modo keynesiana proposta da Berlusconi.
Non entro qui in merito, ma dico che l’aborto chiamato Europa è stato causato dalla superficialità alla base dell’illusione che un accordo politico generasse ipso facto un’omogeneizzazione tra le economie.
Si è giunti a 27 Stati membri già in procinto di aumentare di numero, ma le loro economie non sono sincronizzate e chi “va più piano” tende ad andare a bivaccare ove le economie sono più sagge sfruttando i meandri di legislazioni partorite secondo finalità politiche che beffeggiano i fondamentali dell’economia.
I sei Stati firmatari dei Trattati di Roma dovevano incrementare di numero in tempi più ampi chiamando dentro economie omogenee e senza ritenere che, politicamente, il numero sottintendesse potenza.
Il non-Vettel è solo marginalmente colpevole: la causa risiede nell’assurda Europa che si è voluta costruire.
E’ comprensibile che Cameron proponga un referendum, anche se io preferirei ripartire dai Trattati di Roma senza utopie politiche, restando ancorati alle leggi dell’ecomomia senza fughe in avanti che causano salti nel buio e investimenti di neonati sui marciapiedi da parte di giovani fumatori automuniti con l’hobby della cannabis e dello svaligiare tabaccherie con armi giocattolo.
2 febbraio 2013 a 10:58
Solo per la precisione e lungi da me qualunque tentativo di difendere l’indifendibile. Una A3 usata costa tre volte meno di una 500 nuova. Come l’ha comprata? Probabilmente con lo stipendio di operaio alla Cogne. Fumava Cannabis? Come il 70% dei giovani. Ma forse sarebbe stato più chic se fosse stato ubriaco marcio così da essere più in tema con la Foire. Tolti questi luoghi comuni sul resto ci può anche essere accordo…
2 febbraio 2013 a 11:08
In realtà non si è trattato di linciaggio ma della reazione istintiva di un uomo alla vista delle carrozzine a terra e del volto di Marius Pohrib, che in un primo momento non si era reso contro della gravità del fatto, probabilmente nell’inconscia speranza che le carrozzine fossero vuote. Dopo aver conosciuto due anni fa un uomo molto più vecchio di lui che lo aveva instradato alle droghe leggere, Pohrib è entrato in un circolo vizioso di pessime conoscenze dal quale non è più riuscito a sottrarsi e, tre settimane fa, è uscito di casa con l’intento di partecipare a una rapina a mano armata di pistola giocattolo, senza rendersi conto che forse sarebbe morto se al posto della tabaccaia avesse trovato un giustiziere armato di pistola vera. Poi al primo agente di polizia che ha bussato alla porta Marius ha confessato tremante la rapina, le corna alla prima fidanzata, le caramelle rubate a sei anni, i primi vagiti stonati. La procedura di polizia giudiziaria, a confessione avvenuta e nelle circostanze di aperta collaborazione con le Forze dell’ordine, lascia libertà di decisione agli inquirenti di detenere o lasciar libero l’indagato: pm e polizia si sono convinti che Pohrib non avrebbe più rapinato, non sarebbe fuggito, non avrebbe inquinato prove in quanto reo confesso. La notizia che il presunto rapinatore era stato scoperto e denunciato a piede libero era stata pubblicata martedì scorso da tutte le testate locali e non aveva destato la benché minima indignazione, anzi proprio nessuna reazione. Anche i tre ragazzi che quattro mesi fa avevano organizzato una spedizione punitiva a casa di un coetaneo a Quart, ferendo anche il padre con un coltello, erano stati scoperti e, dopo ampia confessione tra le lacrime erano stati denunciati a piede libero senza fare un’ora di carcere. Nessuno disse nulla nemmeno contro quella decisione.
2 febbraio 2013 a 11:13
Borluzzi, io non difendo certo la vita scellerata di Marius Pohrib, ma il ragazzo lavorava con buon stipendio e Audi usate come la sua (hai fatto caso quante ne circolano ad Aosta?) si trovano a prezzi scontati e pagando a rate con trattenimento dalla busta paga.
Nell’ambito dello spaccio era una figura assolutamente marginale, peraltro confinata nella cessione di droghe leggere a prezzi ‘al saldo’.
2 febbraio 2013 a 11:21
Il mio è un ragionamento generale che prescinde dalla situazione singola: mi sono focalizzato sull’Europa in cui ci troviamo. Se, poi, un’A3 usata costa poco, una 500 usata costa ancora meno…
2 febbraio 2013 a 12:43
Mi complimento con il senso civico dei miei utenti. In genere in questi casi si invoca la pena di morte. Mi aspettavo quindi reazioni più “emotive”, che ci sia un reale cambiamento in atto? Un modo di guardare alla realtà più svincolato dagli istinti? Me lo auguro e comunque dalla maturità qui dimostrata c’è da sperare. Il signor Marius Pohrib ha responsabilità alle quali deve rispondere, ma queste saranno valutate entro i nostri principi di giustizia. Che poi questa sia in parte da rivedere è un altro fatto.
2 febbraio 2013 a 17:34
certo che sembra proprio che a Rolli la cosa che dispiace di più sia stato il fatto che il guidatore/rapinatore pazzo abbia rovinato, con la stronzata che ha fatto, la festassa della fiera. se lo avesse fatto in un altro giorno, vabbè…. non era poi così grave.
Non una parola di solidarietà ai genitori dei bimbi feriti….
2 febbraio 2013 a 23:09
in tempi di vacche magre si è passati dalla speculazione edilizia alla speculazione sul dolore, che tristezza.
3 febbraio 2013 a 00:39
ok domani inizio a fumare cannabis,non fumo nenanche le sigarette,e ad andare in giro con una pistola giocattolo e fare rapine.dopo mi compro un audi a3,di seconda mano,ed invece di viaggiare sulla strada,viaggio sul marciapiede e se trovo delle carrozzine prima le investo e poi spero che siano vuote.tutto questo lo faccio nel giorno della batailles des reines,così rovino anche quella di festa.detto tutto questo il risultato è che abbiamo dei politici malati,una giustizia malata,per colpa dei politici,e per colpa nostra che quei politici li abbiamo votati.e sono anche stanco del buonismo di tanta gente.chi sbaglia deve pagare,abbia usato una pistola giocattolo o sisia appropriato di soldi pubblici,in questo caso dovrebbe pagare molto di più,e su questo credo non ci siano dubbi.
3 febbraio 2013 a 10:33
In Giappone chi più ha in termini di privilegi e di responsabilità più paga gli errori, quindi che il ragazzo paghi quello che deve per le sue “imprese” e che i politici paghino per le loro! Quello che mi fa incazzare però è che questi fra una cosa e l’altra, a differenza dei disgraziati, riescono sempre a farla franca!
3 febbraio 2013 a 16:53
Voglio solo ricordare un altro fatto di cronaca:vi ricordate dei valdostani a Torino che uccisero un bambino e che scapparono e nascosero la loro Clio in garage? Pensate che sono in carcere? E pensate che non siano pericolosi?
3 febbraio 2013 a 17:41
Chissà quante brave persone pericolosissime sono a piede libero a commettere danni.
3 febbraio 2013 a 20:31
Patuasia parla qui sopra di senso civico dei commentatori: per quanto mi riguarda, ringrazio per il giudizio, ma faccio notare che io reputo romeni, albanesi, cinesi e profughi africani assai meno estranei alla Valle di quanto lo sono unionisti, uvipisti e alpisti.
Quest’ultima triade è contrapposta alle prassi del mondo occidentale e la loro mentalità mi è del tutto indeglutibile.
Per questo sul triste fatto di via Voison sono pacato: non dovrebbe succedere ma capita “per la legge dei grandi numeri”.
A me urta di più chi conta palle 24/7. Tra alpisti/unionisti/uvipisti ci sono personaggi equiparabili a maschi che sentimentalmente si accompagnano a delle sosia di Naomi Campbell e descrivono agli amici le loro belle quali biondone svedesi dagli occhi azzurri.
4 febbraio 2013 a 01:09
boh, sarò controcorrente io… però che uno che dopo aver commesso una rapina, essere stato beccato ed aver confessato possa essere a piede libero lo trovo abberrante. Non mi straccio le vesti, perchè so che la legge lo prevede, ma lo trovo comunque profondamente sbagliato. Per me tali leggi sono sbagliate. Se un politico si esprimesse in tal senso, lo capirei, ma fare gli scandalizzati è un po’ da ignoranti (e pertanto, estremamente proficuo in campagna elettorale)